17.2
ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ᴍɪɴᴀ ʜᴀʀᴋᴇʀ
29 settembre - Dopo essermi data una rassettatina, sono scesa nello studio del dottor Seward. Davanti all'uscio mi sono arrestata, perché mi è parso di udirlo parlare con qualcuno. Poiché d'altronde mi aveva pregata di affrettarmi, ho bussato e, al suo "avanti", sono entrata.
Con mia grande sorpresa, era solo. Sul tavolo davanti a sé, si trovava quello che subito ho riconosciuto dalle descrizioni uditene, per un fonografo. Mai ne avevo visto uno, ed ero assai incuriosita.
"Spero di non avervi fatto attendere" ho esordito.
"Ma mi sono fermata davanti all'uscio perché vi ho udito parlare e ho pensato che ci fosse qualcuno con voi."
"Oh" ha replicato il dottor Seward con un sorriso "stavo solo registrando una parte del mio diario."
"Il vostro diario?" gli ho chiesto sorpresa.
"Sì" è suonata la sua risposta. "Lo tengo qui dentro" e così facendo ha posato la mano sul fonografo.
La faccenda mi ha entusiasmata, e ho esclamato:
"E che, questo supera persino la stenografia! Posso ascoltare qualcosa?".
"Ma certo" ha accondisceso con calore il dottor Seward, e si è alzato per mettere in moto l'apparecchio. Ma si è fermato a mezzo, un'espressione turbata in volto.
"Il fatto è" ha cominciato a dire con tono esitante "che io su questo registro solo il mio diario, e questo riguarda esclusivamente... quasi esclusivamente... i miei pazienti, per cui potrebbe essere indiscreto... voglio dire..."
Qui si è arrestato, e io ho cercato di toglierlo dall'imbarazzo dicendogli:
"Voi siete tra coloro che hanno assistito la cara Lucy sino alla fine. Fatemi sentire com'è morta, perché tutto ciò che di lei saprò mi renderà enormemente grata. Lucy mi era tanto tanto cara".
Con mia sorpresa, ha replicato, il volto atteggiato a quello che mi è sembrato orrore:
"Dirvi della sua morte? Neppure per tutto l'oro del mondo!".
"E perché no?" ho chiesto, e intanto ero in preda di una sensazione d'angoscia e fatalità. Un altro silenzio del dottor Seward, ed era evidente che cercava una scusa. Finalmente ha balbettato:
"Vedete, ecco... Non so come trovare nella registrazione una singola parte del diario".
Mentre pronunciava queste parole, gli è balenata un'idea, e l'ha espressa con inconsapevole immediatezza, in tono diverso, con l'ingenuità di un bambino:
"È proprio così, sul mio onore. Dico sul serio!".
Non ho potuto trattenere un sorriso, e lui con una smorfia:
"Questa volta mi sono proprio tradito! Ma sapete che, sebbene tenga questo diario da mesi, mai mi è passata per il capo l'idea di come fare a trovarne questa o quella parte, caso mai mi occorresse risentirla?"
Ormai, però, mi ero convinta che il diario di un medico che aveva curato Lucy avesse senz'altro qualcosa da aggiungere alla somma delle nostre conoscenze circa quella terribile Creatura, e gli ho detto con tono deciso:
"Quand'è così, dottor Seward, sarebbe meglio che mi permetteste di ricopiarlo tutto a macchina".
Il suo volto si è coperto di un pallore che non esito a definire mortale, mentre ribatteva:
"No, no, no! Per nulla al mondo potrei permettervi di conoscere quell'atroce vicenda!".
Sicché, era una cosa tremenda; avevo indovinato giusto!
Per un istante sono rimasta pensierosa, mentre il mio sguardo vagava per la stanza, all'inconsapevole ricerca di un oggetto o di una situazione che mi venisse in aiuto, ed ecco che i miei occhi si sono posati su un gran mucchio di fogli dattiloscritti sopra il tavolo. Il dottore ha seguito senza volerlo la direzione del mio sguardo e, scorgendo a sua volta i fogli, ha capito quel che volevo dire. Che era questo:
"Voi non mi conoscete. Quando avrete letto quelle carte - il mio diario e quello di mio marito, che ho del pari ricopiato a macchina - mi conoscerete meglio. Non ho esitato a dedicare ogni palpito del mio cuore a questa causa; ma, naturalmente, voi non mi conoscete - non ancora; e non posso certo aspettarmi che abbiate sufficiente fiducia di me".
Si tratta senza alcun dubbio di un uomo di nobile sentire: la povera, cara Lucy aveva ragione di affermarlo. Si è alzato, ha aperto un grande cassetto in cui erano disposti in bell'ordine numerosi cilindri cavi di metallo coperti di cera scura e ha detto:
"Avete perfettamente ragione. Non mi fidavo di voi perché non vi conoscevo. Ma ora vi conosco; e mi sia lecito dirvi che avrei dovuto conoscervi da lungo tempo. So che Lucy vi ha parlato di me; e a me ha detto di voi. Posso dunque compiere l'unica riparazione che rientri nelle mie facoltà? Prendete i cilindri e ascoltateli: la prima mezza dozzina riguardano me personalmente e non vi faranno inorridire; così mi conoscerete meglio. Nel frattempo, la cena sarà pronta, e intanto io leggerò una parte di questi documenti, sì da esser meglio in grado di capire certe cose". Ha portato lui stesso il fonografo di sopra, nel mio salotto, e l'ha messo in funzione a mio pro. Ora verrò a conoscenza di cose piacevoli, ne sono certa: perché questo mi rivelerà l'altra faccia di un episodio di vero amore di cui già conosco il verso...
ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴏᴛᴛᴏʀ ꜱᴇᴡᴀʀᴅ
29 settembre - Ero a tal punto preso da quello straordinario diario di Jonathan Harker e da quello di sua moglie, che ho lasciato trascorrere il tempo senza che me ne accorgessi. La signora Harker non era scesa quando la cameriera è entrata ad annunciare la cena, e allora ho detto: "Probabilmente è stanca rimandiamo il pasto di un'ora", e ho ripreso la lettura.
Avevo appena finito il diario della signora Harker quando questa è entrata. Appariva soavemente graziosa eppure assai triste, gli occhi arrossati dal pianto, e questo mi ha profondamente commosso. Dio sa se, in questi ultimi tempi, ho avuto motivo di versar lacrime, pure il sollievo di farlo mi è stato negato; e ora la vista di quei dolci occhi lustri di lacrime recenti, mi è arrivata dritta al cuore, per cui ho detto, col tono più comprensivo possibile:
"Temo assai di avervi turbata".
"Oh, no, non turbata" è suonata la sua replica "ma sono stata commossa oltre ogni dire dal vostro dolore. È una macchina meravigliosa, quella, ma così crudelmente sincera! Mi ha riferito l'angoscia del vostro cuore fin nelle più riposte pieghe, ed era come dire un'anima che gridasse a Dio Onnipotente. Nessuno dovrà mai più ascoltare questa voce! Ecco, ho cercato di rendermi utile. Ho dattiloscritto le parole da voi dette, e così nessun altro dovrà più udire i battiti del vostro cuore, come ho fatto io."
"Nessuno dovrà più sapere, nessuno più saprà", ho detto a voce bassa. La signora Harker ha posato la sua mano sulla mia e ha esclamato con tono di profonda gravità:
"Purtroppo devono!".
"Devono! Ma perché?" ho domandato.
"Perché questo fa parte di tutta la terribile vicenda, fa parte della morte della povera cara Lucy e di tutto quanto l'ha provocata; perché nella lotta che ci attende per liberare la terra da quest'orrendo mostro, dobbiamo poter disporre di tutte le conoscenze e di tutti gli ausilii di cui possiamo avvalerci. I cilindri che mi avete dato, a mio giudizio contenevano più di quanto voleste che sapessi, e comunque mi rendo conto che, in quanto avete registrato, ci sono molti elementi che fanno luce su questo buio mistero. Mi permetterete di dare il mio contributo, vero? So fino a un certo punto come sono andate le cose; ma già mi rendo conto, sebbene il vostro diario mi abbia portato solo fino al sette di settembre, come la povera Lucy sia stata stretta d'assedio e come si sia compiuto il suo terribile destino. Jonathan e io abbiamo lavorato giorno e notte dacché il professor Van Helsing è venuto a trovarci. Mio marito è andato a Whitby per procurarsi altre informazioni, e domani sarà qui ad aiutarci. Non devono esistere segreti tra noi; collaborando in uno spirito di totale fiducia, saremo certamente più forti che se qualcuno di noi brancolasse nel buio."
Mi guardava con espressione così implorante, e in pari tempo dava prova, col suo atteggiamento di tanto coraggio e risolutezza, che subito ho accondisceso ai suoi desideri.
"Farete quel che vorrete in questa faccenda" le ho detto. "E Dio mi perdoni se sbaglio! Vi resta ancora da conoscere particolari atroci; ma poiché vi siete ormai spinta, lungo questa strada, fino al punto del decesso della povera Lucy, sono certo che non vi rassegnerete a restare nell'oscurità. E che la fine, la vera fine, può finalmente farvi apparire un barlume di serenità. Venite, la cena è servita. Dobbiamo mantenerci in forze per quello che ci aspetta, ed è un duro, spaventevole compito. Quando avrete mangiato, saprete il resto, e io risponderò a ogni vostra domanda, qualora vi sia qualcosa che non vi risulti chiaro, laddove lo è a coloro che a quegli eventi hanno assistito."
ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ᴍɪɴᴀ ʜᴀʀᴋᴇʀ
29 settembre - Dopo cena, il dottor Seward e io siamo tornati nel suo studio. Il dottore è andato a riprendere il fonografo che avevo lasciato in camera mia, io la macchina per scrivere. Mi ha fatto prender posto in una comoda poltrona e ha collocato il fonografo in posizione tale da permettermi di manovrarlo senza alzarmi, mostrandomi come fermarlo qualora volessi riposarmi.
Quindi, assai opportunamente si è accomodato in un'altra poltrona in modo da darmi le spalle, onde lasciarmi la maggior libertà possibile, e ha cominciato a leggere. Io mi sono messa la forcella alle orecchie e ho preso ad ascoltare. Quando sono giunta alla fine della terribile vicenda della morte di Lucy e... e di tutto quello che le ha fatto seguito, mi sono abbandonata esausta sullo schienale.
Per fortuna, non ho tendenza agli svenimenti; ma quando il dottor Seward si è reso conto del mio stato d'animo, è balzato in piedi con un'esclamazione desolata e in gran fretta, cavata una bottiglia quadrata da una credenza, mi ha fatto bere un po' di brandy, che ben presto mi ha rimesso un pochino in forze. Mi sentivo girare la testa, e se in quella moltitudine di orrori non si fosse fatto strada, unico, un benedetto raggio di luce, la consapevolezza cioè che la mia cara, cara Lucy, riposava finalmente in pace, non credo che sarei riuscita a reggere la situazione senza abbandonarmi a un accesso di isteria.
È tutto così barbaro e misterioso e strano che, se non fossi stata al corrente dell'esperienza toccata a Jonathan in Transilvania, mai avrei creduto. E neppure così sapevo esattamente che cosa credere e, per superare questo mio stato d'animo occupandomi d'altro, ho tolto il coperchio della macchina per scrivere e ho detto al dottor Seward:
"Permettetemi di trascrivere tutto adesso. Dobbiamo essere pronti per quando arriverà il dottor Van Helsing. Ho inviato un telegramma a Jonathan, dicendogli di venire qui non appena arriverà a Londra da Whitby. In una faccenda del genere, il tempo è preziosissimo, e penso che se avremo sottomano tutto il materiale di cui disponiamo, e ogni singolo dato in ordine cronologico, avremo già fatto un bel passo avanti. Mi dite che Lord Godalming e il signor Morris stanno anch'essi per arrivare. Facciamo in modo che Jonathan sappia già tutto quando saranno qui".
Accedendo al mio desiderio, il dottor Seward ha allora regolato il fonografo a bassa velocità e io ho cominciato a trascrivere dall'inizio del settimo cilindro. Mi servivo di carta carbone, in modo da ottenere tre copie del diario, come avevo fatto con tutto il resto(*). Era ormai tardi quand'ho finito, e nel frattempo il dottor Seward è andato a compiere il solito giro tra i pazienti; finitolo, è tornato nello studio e mi si è seduto accanto leggendo le cartelle già scritte, perché non mi sentissi troppo sola mentre lavoravo. Com'è buono e premuroso! Il mondo sembra pieno di brave persone, sebbene non vi manchino i mostri.
Prima di ritirarmi, mi sono ricordata di quel che Jonathan aveva scritto nel suo diario a proposito dell'agitazione di cui si era mostrato in preda il professore dopo aver letto non so che in un giornale della sera alla stazione di Exeter; e, costatato che il dottor Seward conserva le copie dei giornali che acquista, mi son fatta dare quelle della "Westminster Gazette" e della "Pall Mall Gazette"(*), e me le sono portate nella mia stanza, memore di quanto utili mi fossero stati il "Dailygraph" e la "Whitby Gazette", dei quali conservavo i ritagli(*), per comprendere i terribili eventi verificatisi a Whitby in seguito allo sbarco del Conte Dracula; spulcerò i giornali della sera a partire da quella data, e chissà che non ne ricavi qualche nuova ispirazione. Non ho sonno, e il lavoro mi aiuterà a mantenere la calma.
Commento: il capitolo di oggi è, secondo me, straordinario. Trovo stupenda l'interazione di questi due personaggi, estremamente gentili ed onesti che si conoscono da pochissimo, ma che condividono un grande amore per la povera Lucy.
Le espressioni e i sentimenti così esposti sono molto "vittoriani", ma è bello vedere anche i piccoli gesti come il farsi compagnia a vicenda durante il lavoro.
Approfondidracula: Eppure non è solo quello a rendere questo capitolo davvero straordinario.
Voi lettori senza dubbio avete letto fin qui consapevoli del fatto fosse un romanzo, è ovvio.
Proprio per questo difficilmente vi siete chiesti "ma se John Seward le cose le registra a voce, come mai le stiamo leggendo?" oppure "ma come mai ci sono i diari di tutti, articoli di giornale, lettere? Chi ha scelto l'ordine?". Questo perché è un romanzo, ha fatto tutto l'autore chiaramente, per farci poter seguire la storia come se stessimo sbirciando magicamente nelle vite di questi personaggi, leggendo le loro missive e i loro pensieri privati.
Nulla di più sbagliato!
Nel capitolo che avete appena letto scopriamo definitivamente quello di cui avevamo già avuto alcuni indizi. Quello che noi stiamo leggendo, come lettori, i diari stenografati di Jonathan, le registrazioni del dottor Seward, le lettere di Lucy, gli articoli di giornale, sono il frutto del lavoro di Mina!
Tutto si autogiustifica all'interno dello stesso romanzo. Se possiamo leggere gli articoli è perché Mina li ha ritagliati e li ha messi dentro, se leggiamo i diari di John Seward è perché Mina li ha trascritti a macchina davanti a lui, se possiamo leggere i diari di Jonathan è perché Mina li ha ricopiati. Tutto è stato raccolto e ordinato per data da Mina. Noi lettori non stiamo facendo altro che leggere il frutto del lavoro della giovane donna, proprio come hanno fatto o faranno Jonathan, Van Helsing e tutti gli altri.
Questo oltre a giustificare in maniera clamorosa la struttura stessa del romanzo, da anche la possibilità a tutti i personaggi di "leggere" lo stesso romanzo del quale sono protagonisti, per scambiarsi le informazioni e le esperienze vissute. Personaggi che si autoscrivono e si autoleggono.
Un momento di metaletteratura incredibile, come -ad esempio- per Lo Hobbit che in realtà è il romanzo stesso scritto da Bilbo Baggins o come Il Signore degli Anelli, scritto da Frodo Baggins, ma nel lavoro di Tolkien non era un qualcosa di importante ai fini della trama a differenza di Dracula.
Scelta brillante e rara (o forse addirittura innovativa) da parte di Stoker ai tempi.
Capolavoro.
PS: Buon Halloween, amici miei :)
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