11.3
ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴏᴛᴛᴏʀ ꜱᴇᴡᴀʀᴅ
17 settembre - Dopo pranzo ero occupato nel mio studio a riordinare i libri, compito che, tra il lavoro e le molte visite a Lucy, era rimasto assai in arretrato.
All'improvviso, l'uscio si è spalancato, e il mio paziente si è precipitato dentro, sconvolto, in preda all'agitazione. Sono rimasto sbalordito, perché che un paziente di propria iniziativa entri nell'ufficio del direttore è cosa credo senza precedenti.
Senza la minima esitazione, è avanzato verso di me impugnando un coltello da tavola; resomi conto della pericolosità della situazione, ho tentato di farmi scudo con il tavolo. Ma lui era troppo svelto e troppo forte per me e, prima che riuscissi a riprendermi, mi ha menato un colpo, ferendomi piuttosto gravemente al polso sinistro.
Senza dargli il tempo di colpirmi ancora, a mia volta gli ho sferrato un destro, e l'ho mandato lungo disteso sul pavimento. Il polso mi sanguinava abbondantemente, e sul pavimento si è formata una piccola pozza rossa.
Mi sono avveduto che l'amico non aveva intenzione di compiere altri tentativi, e mi sono preoccupato di bendarmi la ferita, non trascurando però di tenere accuratamente d'occhio la figura prona.
Quando sono accorsi gli infermieri e ci siamo occupati di lui, mi sono avveduto che era intento a un'attività semplicemente stomachevole: bocconi sul pavimento, stava leccando come un cane il sangue colatomi dalla ferita.
Non è stato difficile catturarlo e, con mia sorpresa, ha seguito gli infermieri docile docile, limitandosi a ripetere più e più volte: "Il sangue è la vita! Il sangue è la vita!".
Non posso permettermi il lusso di perdere sangue in questo momento: di recente ne ho perso fin troppo, per il mio equilibrio fisico, senza contare che la prolungata tensione per la malattia di Lucy e gli orripilanti episodi che la costellano non mancano di incidere su di me.
Sono agitatissimo e sfinito, ho bisogno di riposo, riposo, riposo. Per fortuna Van Helsing non mi ha convocato, per cui posso fare a meno di rinunciare al sonno; e del resto, questa notte non sarei proprio in grado di vegliare.
TELEGRAMMA DI VAN HELSING, ANVERSA, A SEWARD, CARFAX.
(Inviato a Carfax nel Sussex, non essendo stato indicato il nome della contea, e consegnato al destinatario con ventiquattro ore di ritardo)
17 _ settembre _ Stop _ Assolutamente _ andate _ Hillingham _ questa _ notte _ Stop _ Se _ non _ continua _ sorveglianza _ raccomando _ frequenti _ visite _ e _ controllo _ presenza _ fiori _ Stop _ Molto importante _ Stop _Raggiungo _ voi _ appena _ possibile
ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴏᴛᴛᴏʀ ꜱᴇᴡᴀʀᴅ
18 settembre - Sto per andare al treno con cui mi recherò a Londra. L'arrivo del telegramma di Van Helsing mi ha riempito di ansia. Un'intera notte perduta, e so per esperienza quel che può accadere nel corso di una notte. Naturalmente, non è escluso che tutto vada per il meglio, ma che cosa può essere successo?
Non c'è dubbio: una sorte terribile ci minaccia, perché qualcosa interviene sempre a mettere i bastoni tra le ruote di ogni nostra iniziativa. Porterò con me questo cilindro, così potrò completare la registrazione di quest'oggi sul fonografo di Lucy.
Nota#1: anche se non viene riportato ad ogni Diario di Seward, il dottore registra tutto tramite il suo fonografo (Curiosidracula Capitolo 5.3)
Nota#2: Dal telegramma di Van Helsing apprendiamo che il dottore è ad Anversa, in Belgio. Non ci è dato sapere il motivo del suo viaggio, poiché raramente egli da conto delle proprie azioni, ma dal contenuto del messaggio possiamo ipotizzare che sia andato a cercare informazioni di qualche tipo. A giudicare dall'urgenza con cui chiede a Seward di sorvegliare Lucy e di assicurarsi della presenza dei fiori d'aglio, probabilmente ha scoperto qualcosa.
Il resto non ci è dato conoscerlo. Che personaggio misterioso.
Commento: purtroppo il messaggio di Van Helsing è giunto in ritardo di un giorno e Seward ha capito subito quanto sia grave una cosa del genere. Un'intera notte perduta.
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