SIETE

Quando il ragazzo ebbe finalmente varcato l'arco d'entrata, ebbe l'impressione che lo scorrere del tempo si fosse arrestato. Si fece strada, come in un limbo, affondando gli scarponi di cuoio rovinato tra il candore niveo che la nieveaveva insidiato, come un mantello bucato, tra le pietre dimenticate dei sepolcri del Cementerio.

Ritta, di fronte a lui, stava ora l'ultima dimora di suo nonno:

DON ALFONSO BORBÓN

"El Africano"

n. 17 Mayo 1886

m. 28 Febrero 1941

«El Africano!» si lasciò scappare, a mezza voce, con un accenno di sorriso inzuppato di agrodolce malinconia. Così lo avevano ribattezzato il suo abuelito, molti anni orsono, quando, dopo una sonora bevuta e una pessima partita a Cirulocon i suoi amici di scorribande, si era invischiato in una clamorosa zuffa, tra l'altro non finita tanto bene per il buon Alfonso, con dei marocchini alla Taberna Del Rif. Pare che quella notte, dopo aver perso una fortuna, se ne fosse scappato a gambe levate a casa con solo due monetine in tasca... o almeno così narravano le leggende di paese.

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