DIECISÉIS

La Bestia si contorse forsennata in preda ai conati di fuoco, provocategli dal colpo inequivocabilmente letale. La caverna intera venne inondata da un denso e putrescente fumo azzurro e violaceo.

Quando la nebbia, profumosa d'antico zolfo cominciò a diradarsi, Eulalia e Isidoro corsero da Juan, nel punto in cui aveva sgozzato il Cuélebre. Ma ora, al posto del Drago, giaceva il corpo senza vita di un vecchio religioso dagli occhi riversi e pallidi come il ghiaccio. Attorno a lui, una moltitudine di pezzi di stoffa lacerata. Frammenti di bandiere, simboli lacerati dall'odio.

«Che tu sia maleït!» gridò stupita la pastorella.

«Il Cuélebre era lui!» esclamò il principe, «Dunque è stato il Drago in persona a tenderci la trappola!».

I tre, frugando nelle tasche del morto, recuperarono un sacchetto pieno di aghi e qualche bobina di filo. Presero i pezzi delle bandiere e, pazientemente, li cucirono tutti assieme ben stretti in una lunga corda di stoffa che legarono poi ad un arpione di metallo. Eredità, forse, di uno degli sfortunati malcapitati del drago.

Lanciato il gancio verso la bocca del pozzo, in men che non si dica, ritrovarono la luce del sole.

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