𝔽𝕒𝕔𝕖 𝕪𝕠𝕦𝕣 𝕗𝕖𝕒𝕣𝕤.
Nella puntata precedente c'è stato il secondo trial, che però è stato interrotto in modo abbastanza brusco prima che si potesse scoprire l'assassino.
Cosa succederá dopo?
Buona lettura :D
La mattina dopo, Pandora si sveglió.
Quella mattina era tutto molto tranquillo, e non si sentiva niente al di fuori della sua stanza: non si sentivano le voci degli altri fuori, nè alcun altro rumore.
In tutta tranquillitá, la ragazza uscí dalla propria camera.
Anche mentre camminava in corridoio, non sembrava esserci anima viva: le porte delle camere di tutti erano aperte, e non c'era nessuno dentro di esse.
Voleva dire che erano tutti giá in cucina a fare colazione.
Ma quando arrivó in cucina, neanche lí c'era nessuno.
...
Dov'erano tutti?
Avevano trovato un modo per uscire e non la avevano avvertita?
Decise di chiedere all'assistente.
-Dove sono tutti?
-Hai presente le stanze del movente di qualche tempo fa?
Sono di nuovo lí.
-Perchè?
-No non ti preoccupare, probabilmente non morirá nessuno, è solo N.3 che vuole fare un gioco con loro.
-E perchè io sono rimasta qui?
-Perchè non potevano fare questo gioco se erano dispari, cosí hanno deciso di escludere qualcuno.
-E nel mentre che aspetto che finisce questo gioco che faccio?
-Ma che ne so, ti giri i pollici.
-Ok.
. . .
«Eheheheh! Sará molto divertente!» disse N.3, mentre lui e xlx altrx due guardavano ció che stava per succedere attraverso dei filmati delle telecamere.
«Vedi, N.2, la nostra sorellina ha avuto un'idea: ha chiuso quasi tutti i partecipanti in delle stanze insieme alle cose di cui hanno piú paura!» spiegó tranquillamente N.1, al che N.2 annuí senza dire niente.
La ragazzina continuava a sorridere, ma ad un certo punto, smise dopo aver realizzato una cosa.
Ecco, ora non sembrava piú divertita.
«... Ohhhhh, no! HO SBAGLIATO TUTTO!» esclamó.
«Che è successo?» domandó il ragazzo, incuriosito.
«Ho messo tutti nelle stanze sbagliate!»
«... Cioè, quindi per esempio uno è finito in una stanza dove c'è qualcosa che non c'entra niente con la propria paura...?» chiese N.2.
«Non uno, TUTTI!»
«Ma perchè.»
«Non doveva andare cosí...»
«Oh, beh... Magari siamo fortunati e troviamo un paio di persone con le stesse paure!» provó a dire N.1, sforzando un sorriso.
. . .
Lilia era in una di quella stanza.
E giá la cosa non le piaceva: non avrebbe voluto tornare lí, e si chiedeva se c'era un modo per uscire.
E infatti in quel momento continuava a guardarsi intorno nella ricerca di una via d'uscita.
Eppure non sembrava esserci, come non sembrava esserci neanche alcun oggetto con cui potesse fare qualsiasi cosa mentre era chiusa lí.
Poi all'improvviso sentí una voce provenire da un altoparlante.
❛L'entomofobia è l'anormale ed irrazionale timore o avversione nei confronti degli insetti.
Comunemente questa condizione potrebbe essere denominata come "paura degli insetti", e provoca reazioni emotive che possono andare da lievi forme di ansia fino a forti attacchi di panico.❜
... Perchè lo avevano detto?
Questa cosa non piaceva a Lilia.
Non le piaceva per niente.
Lentamente, decise di girarsi un'altra volta a guardare il muro dietro di lei.
Fu cosí che potè vedere che su di esso c'era un grosso scarafaggio, che probabilmente era grande quanto la sua mano.
La ragazza rimase un attimo a guardarlo, sbattendo le palpebre senza dire niente.
Poi si tolse una scarpa e la impugnó come fosse un'arma.
. . .
❛L'acrofobia fa parte dei disturbi d'ansia. Si tratta di una fobia specifica che si manifesta con un'intensa paura di cadere affacciandosi da un luogo elevato o anche di subire la tentazione di lanciarsi nel vuoto.❜
Intanto, Samir era in un'altra di quelle stanze, ma c'era una particolaritá lí: in essa era stato messo un ripiano molto alto, sul quale si era risvegliato il ragazzo.
Il quale peró non era affetto da questa paura, quindi era tranquillissimo: ma non sapeva lo stesso nè come scendere, nè cosa fare mentre aspettava che qualcuno venisse ad aiutarlo.
«... Qualcuno mi puó aiutare?»
. . .
❛L'eisoptrofobia è la paura degli specchi o, più specificamente, del vedersi riflessi in essi. Nelle persone affette da tale fobia guardarsi allo specchio può provocare ansia e vergogna e causare depressione.❜
Hayami nella sua stanza aveva ritrovato una busta con sopra una scritta: "Per Chisato".
... Perchè era lí con lei se era per Chisato quella busta?
Non sapeva spiegarselo.
E in teoria non spettava a lei aprirla e vedere il contenuto, ma era abbastanza curiosa, cosí decise di dare solo un'occhiata.
Prendendo la busta in mano, si rese conto di quanto fosse pesante.
Quando poi guardò al suo interno, trovó uno specchio: cosí decise di approfittarne e usarlo per guardarsi.
Era bellissima, e lei sapeva di esserlo.
Cosí rimase a specchiarsi con un sorrisetto compiaciuto.
. . .
❛La talassofobia indica più precisamente la paura che si prova davanti a specchi d'acqua profondi, che possono essere il mare, il lago o anche la piscina.
Quello che più terrorizza i talassofobici è il non sapere con certezza che cosa c'è nella profondità del mare, quindi sono spaventati dall'ignoto e dal timore di non poter tenere la situazione sotto controllo.❜
Quando Chisato si risvegliò in quella stanza, si accorse subito di una cosa che di certo non si aspettava, ovvero che la stanza era quasi del tutto sommersa d'acqua.
Non era preparata per ciò, infatti la prima cosa che disse per manifestare la sua reazione fu:
«... Ma- ma che cazzo-»
Fortunatamente sapeva nuotare, e riuscí a rimanere a galla.
Certo però che questa cosa la infastidiva: tutti i suoi vestiti erano bagnati, cosí come il foglio che aveva in faccia, il quale era ormai da buttare.
Si sarebbe dovuta preoccupare di coprirsi la faccia appena sarebbe uscita.
. . .
❛La Chionofobia non è solo una antipatia per la neve o una paura razionale di previsioni meteorologiche avverse, è una paura irrazionale della neve che è tipicamente legata alla paura di danni fisici o alla morte.❜
«MA CHI CAZZO È CHE HA PAURA DELLA NEVE?» chiese Glynn nel mentre che era sommerso per metá dalla neve nella sua stanza, e mentre tremava per il freddo.
. . .
❛L'atelofobia si tratta di un disturbo ansioso definibile come il persistente ed eccessivo timore di non essere abbastanza, di fare qualcosa di sbagliato ed irrimediabile, di essere imperfetto su qualsiasi aspetto della propria vita.❜
Yukari invece si trovava nella sua stanza con un'altra persona, che peró non sapeva chi fosse non avendola mai vista in vita sua.
Sembrava essere una signora dai capelli lunghi e girata a guardare un muro, dando le spalle alla ragazza.
Quest'ultima, dopo un attimo di silenzio, fece per dire qualcosa, ma venne interrotta dall'altra.
«Glynn, pensi davvero di arrivare al livello di tua sorella? Non lo sarai mai. Ricordatelo: è lei quella perfetta, non tu. Tu non lo sarai mai. E tutto quello che farai non sará mai abbastanza per diventarlo.»
«... Che?» domandò Yukari, abbastanza confusa a quella parole.
Insomma, che c'entrava Glynn con lei?
E perchè quella signora stava dicendo quelle cose non cosí gentili rivolte a lxi?
Una cosa che non sapeva, peró, era che quella "signora" era N.2 che era statx costrettx a mettersi un travestimento per quel "gioco".
. . .
❛La fonofobia è la paura di rumori o suoni forti ed improvvisi.
Può essere legata a un rumore in particolare o valere per qualsiasi suono che superi una certa intensità.❜
Silas nella sua stanza trovó un mobile: per la precisione, una dispensa piena di piatti.
Onestamente non sapeva a che cosa gli serviva.
E non c'era nient'altro in quella stanza, perciò non aveva molto da fare mentre era lí.
Poi successe qualcosa di improvviso e inaspettato, ovvero che l'intera dispensa cadde.
Era appena caduta da sola.
Inoltre cadde in avanti, e all'impatto con il pavimento tutti i piatti che c'erano al suo interno si spaccarono tutti insieme, creando un insieme di rumori fortissimi e fastidiosissimi.
Davanti a ciò il ragazzo sussultó, ma tornò tranquillissimo appena tutti i rumori cessarono.
Rimase per un attimo immobile.
Poi si avvicinò davanti a ciò che rimaneva nella dispensa e inizió a raccogliere i resti a terra, volendo provare a metterli a posto cosí che appena avrebbe avuto gli utensili adatti, li avrebbe raccolti tutti insieme per poi buttarli, potendo cosí togliere tutto il disordine che si era creato lí.
. . .
❛La cinofobia è la paura dei cani. Il soggetto è colto da una reazione di forte ansia, eccessiva ed irrazionale, quando si trova in prossimità dell'animale. Talvolta anche di fronte ad una foto o al solo pensiero.❜
Au invece si trovava in compagnia di un animale: un cane, precisamente.
Dove N.1, N.2 e N.3 si erano procuratx quell'animale, non si sapeva.
Fatto sta che inizialmente aveva un po' paura ad avvicinarsi all'animale, il quale al momento la fissava in silenzio: e se magari era un cane da guardia?
Non sapeva neanche dire con certezza quale potesse essere la sua razza.
Ma comunque, per un po' rimase lí ferma in un'angolino.
Chissá che cosa avrebbe fatto piú tardi...
. . .
❛II claustrofobico è un soggetto affetto dalla paura eccessiva e irrazionale degli spazi stretti e chiusi come tunnel o ascensori. In situazioni simili, il soggetto farà di tutto per uscire all'aperto e godere pienamente di quel senso di libertà che solo il sentirsi "libero di respirare" gli può consentire.❜
Liese invece era chiusa in una stanza piccolissima e strettissima, al punto tale che le risultava anche difficile muoversi mentre era lí dentro.
Inoltre non c'era niente lí dentro, quindi c'era una sola cosa che poteva fare mentre era lí: fare niente.
Non che cambiasse cosí tanto da ció che faceva nel suo tempo libero.
. . .
❛La bufonofobia, la paura delle rane, non tende mai ad essere fortemente invalidante se non in quelle eccezioni in cui la persona deve convivere abitualmente con questo tipo di animale. A volte persone molto estreme che soffrono di bufonofobia possono pensare che l'animale possa crescere di dimensioni fino a quando non le divorano.❜
Neanche Natsuko avrebbe voluto tornare in quelle stanze, essendo che non le piaceva stare lí.
Non aveva neanche niente da fare lí, il che la infastidiva.
«Fatemi uscire...» disse perciò dopo un po', con tono a dir poco depresso.
All'improvviso, però, si accorse che non era da sola lí, infatti sentí quel che sembrava essere... il verso di un animale?
Cioè un gracidio?
Visibilmente confusa, abbassò lo sguardo per guardare la fonte da cui proveniva il verso, trovando davanti ai suoi piedi una rana, la quale fece un salto, per poi gracidare di nuovo.
«Che schifo.» disse, senza cambiare espressione.
. . .
❛La triscaidecafobia è legata a credenze popolari e perlopiù a superstizioni e chi ne soffre prova ansia e spesso una paura esagerata e irrazionale nei confronti del numero 13.❜
Hibiki era chiusa in una stanza, e in ogni lato in cui si girava notava una cosa a dir poco strana, ovvero che su tutte le pareti erano stampati tanti numeri 13, ovunque.
La cosa ancora piú strana era che in quella stanza insiema a lei c'era N.3.
«Oh, eccoti, Nana da Giardino! Che cosa ci faccio qui? Che cosa volete farmi stavolta? Farete meglio a farmi uscire presto, o mi lamenterò con il vostro manager, e vedremo se avrete ancora voglia di segregarmi!» si lamentò, guardandola.
«Lo sai che oggi è il 13?» chiese lei, sorridendo.
«Ah no, non lo sapevo, da quando ci avete rinchiusi qui ho perso la ricognizione del tempo. Ma perchè me lo dici?»
«E lo sai che io ho 13 anni?»
«Ah, quindi sei un'infante! Sai che io quando io avevo la tua etá non facevo ammazzare a vicenda la gente!»
«E che sono nata nel 13/13/2013?»
«mA NON HA SENSO- Mi stai prendendo in giro? Pensi che io sia stupida?»
«Sí, 13 volte piú di quanto lo sono i tuoi compagni!»
. . .
❛L'emofobia è la paura del sangue. Alla vista di perdite ematiche provenienti dal proprio corpo o da quello altrui, i soggetti emofobici manifestano un alto grado di ansia, profonda repulsione e sintomi fisici.❜
Yato invece nella sua stanza aveva notato qualcosa di insolito in un angolino, ovvero che era riversa a terra una strana sostanza liquida di colore rosso.
Si avvicinò per guardarla meglio: sembrava essere sangue.
Però non sembrava ancora convinto, dato che emanava un'odore... strano, e che non sembrava essere quello del sangue.
Cosí decise di controllare anche mettendo un dito nella sostanza.
E cosí facendo ebbe la conferma definitiva che quello non era ciò che sembrava.
«Ma è sugo.» disse infatti.
Non capiva però perchè quellx tre non avevano usato del sangue vero: in fondo, avrebbero potuto tranquillamente usare quello dei cadaveri che c'erano stati fino a quel momento.
. . .
Dopo un po' di tempo, xlx tre ragazzx si erano finalmente stancatx di quel gioco: fu quindi N.1, l'unico rimasto fuori dalle stanze, a riaprirle.
Cosí Pandora potè finalmente vedere come stavano i suoi compagni.
Lilia fino a quel momento era ancora in lotta con lo scarafaggio, non essendo ancora riuscita ad ucciderlo, ma appena si riaprirono le porte potè scappare da lui mentre aveva ancora una delle proprie scarpe in mano.
Samir era appena caduto di faccia nel tentativo di scendere dal ripiano.
Hayami continuava a specchiarsi.
Chisato se ne andò tutta umida e mentre si copriva la faccia con una mano, ma cosí facendo non vide un muro su cui finí per sbattere mentre se ne andava.
Glynn stava per morire di freddo, cosa che non successe.
Yukari era solo un po' confusa e preoccupata.
Silas stava ancora rimettendo a posto i cocci dei piatti rotti.
Au aveva fatto amicizia col cane e lo aveva pure abbracciato.
Liese era rimasta impassibile.
Natsuko se ne andò subito lasciando la rana lí.
Hibiki ancora litigava con N.3.
Yato era l'unico rimasto impassibile oltre a Liese.
Quando ormai era finito quel "gioco", poterono finalmente tornare a fare quel che facevano solitamente mentre erano lí, ovvero cazzeggiare.
La giornata passò nella tranquillitá totale, e non successe niente di che.
Anche la cena proseguí tranquillissima.
Quando poi arrivò l'ora di andare a dormire, fu N.1 ad avvisare tutti di ció.
«Adesso è ora di andare tutti a letto! E ricordatevi: tenete le luci spente!»
. . .
Pandora riuscí ad addormentarsi senza problemi quella notte.
Il problema giunse dopo qualche ora di sonno, quando si svegliò per una cosa urgente: doveva andare in bagno.
Cosí, uscí dalla propria camera e si diresse verso il bagno: non era poi cosí buio, quindi non ebbe bisogno di accendere la luci, proprio come le era stato detto di non fare.
Poi, le arrivò un messaggio dall'assistente, cosí controllo il telefono per vedere cosa le aveva detto.
-Ricordatelo: non accendere le luci.
Non vedeva perchè glielo aveva detto anche lxi, visto che era esattamente quello che stava evitando di fare: non c'era bisogno che glielo ricordassero.
Poi, finalmente giunse in bagno: finalmente poteva fare... quello che doveva fare lí!
Cosí si incamminò all'interno della stanza, ma cosí facendo inciampò in qualcosa, qualcosa di grande, e per poco non cadde a terra.
Lí non riusciva a vedere bene cos'era quello su cui era inciampata, cosí si mise a tastare il pavimento per cercare di capirlo in quel modo, nel mentre che si chiedeva perchè proprio non poteva accendere le luci: e cosí facendo, giunse alla conclusione che quel qualcosa sembrava essere, in realtá, una persona.
Però quella persona non si muoveva, e per qualche ragione Pandora dubitava stesse dormendo lí.
Voleva accertarsi che stesse bene, cosí, per vederlx meglio avrebbe potuto accendere la luce anche solo un attimo, no?
Cosa sarebbe successo di male?
Cosí premette l'interruttore della luce, accendendola.
Ecco, quella persona a terra sembrava stesse davvero dormendo, ma per averne certezza la ragazza xlx sentí il polso, potendo cosí confermare che no, non stava dormendo, era mortx.
Un attimo dopo le arrivarono altri messaggi, uno dopo l'altro.
-CHE COSA HAI FATTO.
IO TE LO AVEVO DETTO.
La ragazza dai capelli rosa era confusa, e anche spaventata.
Aveva fatto davvero qualcosa di cosí sbagliato?
E ora che le sarebbe successo??
Tutto questo casino era successo solo perchè lei voleva andare in bagno.
-Torna subito in camera tua e chiudi la porta.
In fretta.
La giocattolaia pensò che era meglio fare come lxi diceva, perció si girò e iniziò ad avviarsi di corsa verso il corridoio.
Sí ma lei doveva andare in bagno.
Nel mentre che si incamminava, si fermò un attimo davanti alla porta della cucina, la quale era aperta: notò che al suo interno c'era qualcuno seduto davanti ad un tavolo.
Solo che non riuscí a vedere bene chi era e che stava facendo.
Cosa avrebbe dovuto fare?
-Vai da lxi.
-Torna in camera.
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