𝕋𝕙𝕖 𝕘𝕙𝕠𝕤𝕥 𝕠𝕗 𝕥𝕙𝕖 𝕡𝕝𝕒𝕔𝕖.

Nella puntata precedente abbiamo assistito all'ennesimo omicidio con trial, e dopo l'esecuzione i sopravvissuti hanno scoperto l'esistenza di un pulsante su una parete dell'edificio, e sono hanno iniziato a chiedersi se fosse il caso di vedere o no cosa sarebbe successo se lo avessero premuto.
Cosa succederá dopo?
Buona lettura :D

Pandora ci riflettè attentamente.
Poi si decise a rispondere.

«Io ti direi di premerlo.» disse infatti.
«Ne sei sicura?» domandò Lilia.
«Sí.»
In realtá non ne era del tutto sicura, ma voleva provare a fidarsi.

«Mhhhhh... Penso aspetterò un po' prima!» rispose Hayami.
«Io intanto me ne vado un po' in giro.» disse la ragazza dai capelli rosa, per poi girarsi e allontanarsi dagli altri.

Mentre camminava si mise a riflettere su qualcosa in particolare, o meglio, qualcuno.
Quel qualcuno era N.2.
Onestamente, non sapeva che pensare di lxi.
Le sembrava quellx piú tranquillx tra quellx tre.
Ma chissá perchè prima aveva detto di non premere quel pulsante...

Ad un certo, passó davanti al punto in cui precedentemente aveva visto per l'ultima volta Iker, e vide proprio lxi.
N.2, intendo.
Era davanti al punto in cui non c'era piú il pavimento, e dava le spalle alla ragazza.

«N.2...?» lx chiamò lei, al che lxi si girò rimanendo impassibile.
«Oh. Ciao.»
«Che stai facendo?»
«Niente.»

La ragazza dai capelli rosa si decise ad avvicinarsi all'altrx, xlx quale tornó a guardare il buco nel pavimento.
Incerta su che fare, anche lei si mise a guardarlo.
E insieme sembravano essere diventatx i vecchietti che guardano i cantieri.

Ci fu un bel po' di silenzio, che dopo un po' fu interrotto dallx ragazzx.
«Sai-» iniziò a dire, per poi girarsi verso la giocattolaia.
«Da quando c'è stato quell'incidente con mio fratello, mia sorella pensa che è successo per colpa tua.»
«... Perchè?»
«Non lo so.»

Pandora continuava a chiedersi perchè.
Lei quella sera voleva solo andare in bagno e per ciò era stata coinvolta in un casino.

«Oh, ma non ti preoccupare. Io l'ho capito che non è colpa tua, quindi non ce l'ho con te.» aggiunse poi xlx ragazzx con tono calmo.
«E che mio fratello è praticamente diventato inutile perchè non si ricorda piú niente. Mia sorella quando non vi bullizza passa il tempo a piangere. E io non so piú che fare e mi chiedo dove sono finitx.»

Giá si era cacciata in un casino, ora doveva pure fare da psicologa ad un altrx delle persone coinvolte.
Però Pandora non sapeva che dire per migliorare la situazione, quindi pensò che era meglio rimanere in silenzio.

Ritornò il silenzio per qualche istante, in cui Pandora finí assorta nei suoi pensieri riguardo la situazione attuale.
Erano giá morte un paio di persone, e non sapeva per quanto ancora le morti sarebbero andate avanti.
E soprattutto, chissá chi sarebbe stato il prossimo...

Venne distratta dai suoi pensieri quando all'improvviso N.2 si sporse in avanti al buco, perdendo cosí l'equilibrio.
La giocattolaia non si aspettava ció, ma reagí subito e fece in tempo a prendere l'altrx per il braccio prima che cadesse nel vuoto.

Dopodichè inizió a tirarlx verso di se' nel tentativo di riportarlo su, invano, mentre cercava di non cadere anche lei.
In tutto ciò lei era abbastanza agitata, mentre l'altrx sembrava quasi completamente spentx e non aveva alcuna reazione.

Nel mentre che continuava a reggerlx, la ragazza dai capelli rosa iniziò a scivolare, e i suoi piedi erano ormai vicinissimi al vuoto.
Fece un ultimo sforzo nel tentativo di sollevare l'altrx con la forza che le rimaneva.
Ma non ci riuscí, cosí alla fine fu costretta a lasciare la presa per evitare di cadere anche lei.

Appena lasciò andare l'altrx indietreggiò velocemente di qualche passo, per poi fermarsi dopo essersi allontanata di qualche metro.
Appena si fermò, rimase qualche istante a pensare a ció che era appena successo.
Poi, non senza aver prima esitato un attimo, si decise a riavvicinarsi per controllare se avrebbe potuto ancora vedere qualcosa.

Ecco, appena si affacciò la sua preoccupazione si trasformò in confusione.
...
Da quando c'era quella enorme rete che copriva tutto il buco, e sopra cui c'era N.2 ancora intattx?
Prima non c'era.

«Fammi indovinare. Hai detto a qualcuno di premere quel pulsante.» disse l'altrx che ora sembrava mostrare un velo di tristezza e rassegnazione sul suo viso.
L'altra annuí.
«Lo immaginavo. Lo avevamo messo per evitare altri incidenti come quello passato.»
«... Almeno sei salvx...?»
«Purtroppo.»

. . .

Poco dopo, Pandora era tornata nel punto in cui prima c'era il pulsante, e appena arrivó lí notó che erano ancora tutti lá.
Ma non c'era piú nessuno vicino al pulsante, e anzi stavano per andarsene tutti da lí.

«Pandora? Qualcuno ha provato a premere il pulsante, ma non è successo niente. Tu dov'eri?» le chiese Lilia appena la vide.
«Chi è stato?» domandò invece la giocattolaia.

Probabilmente era stata Hayami visto che era lei la prima a volerlo fare.
Ma se fosse stato qualcun altro?
Aveva molte idee su chi potesse essere stato.

Magari era stata Lilia, la sua cara amica!

O forse era stato Silas a premere quel pulsante, praticamente salvando la vita a lei e a N.2!

O forse Iker che in realtá non era mai morto e aveva finalmente fatto il suo ritorno per evitare che qualcuno facesse la stessa cosa che aveva fatto lui!

«Sono stata io.» rispose Natsuko.
«Ah.»

«Però sarei dovuta essere io a premerlo!» si lamentò Hayami a braccia conserte.
«Non ti sbrigavi a premerlo e mi ero stufata di aspettare di vedere a che serviva.» rispose la ragazza sulla sedia a rotelle.
«un momentO- l'idea peró è stata mia!» fece notare invece Hibiki.

«Ma non è vero, l'ho detto prima io che volevo premerlo!» insistette la suonatrice di kalimba infastidita.
«Ma eri indecisa e cosí ti ho detto anche io di premerlo!» ribattè la creatrice di aquiloni.
La tecnica sospirò, con aria seccata.
«Non voglio perdere tempo a litigare con voi.» disse, per poi andarsene.

La ragazza dai capelli neri gonfió una guancia mentre sembrava contrariata, la ragazza dai capelli bianchi invece sembrava proprio arrabbiata.
Au fece per avvicinarsi a quest'ultima, forse con l'intenzione di tranquillizzarla, ma prima di riuscirci anche l'altra se ne andò, quindi rimase ferma a guardarla mentre se ne andava, senza dire niente.

. . .

Qualche tempo dopo, ognuno era tornato a fare ció che faceva nel proprio tempo libero durante la permanenza in quel luogo.
Quindi tutti erano ormai in varie stanze di quel posto, intenti a fare cose diverse.

In quel momento, Yukari era intenta a vagare in giro per il posto senza una meta precisa.
Ad un certo punto si fermò davanti ad una stanza dalla porta aperta, notando che lí c'era qualcun altro seduto.

Riconoscendo subito che quella persona era Hayami, pensó che quella era la sua occasione per scusarsi per ció che era successo con lei precedentemente.
Perciò entrò nella stanza, sorridendo.
«Hey!» salutò poi, ma l'altra non rispose.

«Volevo chiederti scusa per quello che è successo la scorsa serata! So di aver esagerato, eheh-» spiegò ridacchiando, ancora imbarazzata a ripensarci.
La suonatrice di kalimba non rispose neanche stavolta, e appena fu abbastanza vicina potè notare che dalla faccia sembra...
Ansiosa?
Preoccupata?
Forse quasi spaventata?

Notando ciò, la castana rimase un attimo in silenzio prima di aggiungere altro.
«... Uh... Qualcosa che non va? Per caso è per la litigata che hai avuto prima?»
Ancora, nessuna risposta.

«... Ti va di organizzare uno scherzo con me per tornare di buon umore?»
Sentendola, a quel punto la ragazza dai capelli bianchi si girò a guardarla con un sorrisetto.
A quella reazione, anche la burlona sembrava molto entusiasta.

. . .

Il resto della giornata continuó tranquilla, senza che succedesse nient'altro di particolare.
Alla fine, arrivò l'ora di andare a dormire, e tutti tornarono nelle proprie camere.

Qualcuno si addormentò in poco tempo, mentre qualcun altro rimase sveglio per un po'.
C'era poi Chisato che era riuscita ad addormentarsi dopo un po', ma che all'improvviso si risvegliò.

Non sapeva quanto tempo era passato da quando si era addormentata, ma ciò che la aveva svegliata era qualcosa che sentiva provenire da fuori la sua stanza: precisamente, sentiva una musica.
Una musica inquietante, una di quelle che si possono sentire nei film horror e che mettono l'ansia.

Confusa, non esitó ad alzarsi e andare a controllare fuori.
Appena aprí la porta, trovò davanti ad essa una radio da cui veniva trasmessa quella musica.
Immediatamente la spense, poi si guardò intorno nel tentativo di capire chi era stato a lasciarla lí.

Non vedendo nessuno nei paraggi, fece per tornare nella sua camera, ma fu a quel punto che un gruppetto di persone le venne incontro, un gruppo composto da Hayami, Yukari e Pandora visto che apparentemente le prime due erano riuscite a convincere anche quest'ultima a unirsi allo "scherzo".
«Che è successo?» domandò Hayami, cercando di sembrare confusa.

«Avete lasciato la radio qua.» rispose la maga, ancora tranquilla.
«No Chisato, non l'abbiamo lasciata noi!» rispose Yukari.
«Non l'abbiamo accesa noi.» aggiunse Pandora, apatica.

«Ne abbiamo parlato oggi con quellx tre tizix, e dicono che sia il fantasma di questo posto. Rui Kokonose, dicono si chiami cosí.» spiegò la ragazza dai capelli bianchi con aria pensierosa.
Sentendola, Chisato rimase nel silenzio totale.
Dopo qualche istante di silenzio si girò a guardare Yukari, la quale apparí preoccupata.

Mentre prima parlava con le tre, però, non si era accorta della sparizione della radio, e in quel momento la sentí di nuovo, ma stavolta la sua musica proveniva da davanti il bagno.
Di certo però la maga non poteva immaginare che ad averla spostata fosse stata Lilia, la quale anch'essa era stata c̶o̶s̶t̶r̶e̶t̶t̶a̶ convinta a partecipare allo scherzo.

Perciò Chisato subito se ne andò all'interno della propria stanza, mentre le altre tre la seguirono.
Stava per chiudere la porta, ma a quel punto arrivò anche Lilia.
«Avete sentito anche voi?» chiese con la sua solita aria seria.
«Sí, ma prima era qui davanti.» rispose Pandora.

«Scusa ma non è possibile che la radio si sposta senza che nessuno la tocchi e arriva in bagno. È una cosa scientificamente anti provata.» commentò Chisato.
Sentendo quell'ultima affermazione Hayami cercò di trattenersi dal scoppiare a ridere, e per aiutarla nell'intento Yukari le tappó la bocca.

«Non penso sia davvero un fantasma, ma neanche ho la minima idea di chi possa essere stato realmente.» disse la cantante d'opera.
«Speriamo, altrimenti prendo la valigia e me ne vado. Se è cosí, no no, io me ne vado.» ribattè la maga.
Non che avesse tutta questa possibilitá, essendo chiusa in quel posto insieme a tutti gli altri.

«Vado a controllare in giro se scopro qualcosa.» decise Lilia, prima di andarsene.
«Forse è meglio se anche noi investighiamo qui vicino...» suggerí Hayami.

Successivamente uscirono nuovamente dalla camera e si misero a cercare in giro per il corridoio.
Ma non sembrava esserci niente lí che riportasse a qualcosa che avesse fatto chiunque in quel posto, che fosse uno dei sopravvissuti oppure il presunto fantasma.

Finalmente tornò Lilia.
«Sapete chi è che ha acceso le luci e ha aperto i rubinetti di lá?» domandò, indicando la porta della cucina in fondo al corridoio.
Chisato si girò nuovamente a guardare le altre tre, che le parevano impaurite.
Questa cosa iniziava a non piacerle per niente.

O meglio, l'unica che sembrava non essere impaurita era in realtá Pandora, che continuava a mostrarsi apatica e non si impegnava a mostrarsi anche solo un minimo spaventata.
Disse però, notando che la maga lo stava guardando:
«Non sono una persona migliore io, io ho piú paura di te in questo momento.»

Lilia decise di tornare un attimo in cucina, forse per controllare un'ultima volta se ci fosse qualcos'altro fuori posto lí, nel mentre le persone rimanenti si decisero a tornare nella camera di Chisato.
«Certo però che è strano che nessun altro è venuto a controllare che sta succedendo-» commentò Yukari.
«Possibile che non si sono accorti di tutto il rumore...?» domandò Hayami.

Poi all'improvviso ripartí la musica.
Chisato stava per chiudere la porta, ma vide Lilia che correva verso l'entrata della stanza, cosí la aspettò, e quando fu dentro anche lei chiuse la porta sbattendola.

«Che cosa si deve fare ora? Mi spiegate che cosa dobbiamo fare?» chiese Chisato, iniziando a innervosirsi.
«Non lo so, però ho un po' paura...» rispose Hayami.
«Non so chi sia stato, ma non capisco quali sono le sue intenzioni con tutto quello che sta facendo.» disse Yukari.
«Di certo non può essere un fantasma.» disse invece Lilia.

«Chiamiamo N.2, se c'è un fantasma lo vede che c'è un fantasma!» suggerí la maga.
Dopo quell'affermazione la suonatrice di kalimba si sforzò di nuovo di non scoppiare a ridere.
«Ma come fa a vederlo-» disse Pandora.
«Può andare anche sul TG5 questa cosa! Ce ne dobbiamo andare! Ora, prima che succede qualcosa di grave!» insistette l'altra ragazza dai capelli rosa.

Però forse in quel momento era meglio se rimanevano lí dentro per un po', prima di decidere cos'altro fare in quella situazione.
Cosí rimasero tutte e cinque in silenzio per qualche minuto a riflettere.

Il silenzio venne poi interrotto da un forte rumore che sembrava provenire dalla stanza accanto, che sembrava essere il rumore di qualcosa che veniva sbattuto violentemente contro il muro.
«oDDIO-» esclamò Hayami, sussultando come tutte le altre presenti.

Chisato rimase per un attimo ferma, poi si avvicinò a Yukari.
«Yukari! CE NE DOBBIAMO ANDARE DA QUI DENTRO!» disse all'amica, la quale era da quando aveva sentito quel rumore improvviso che sembrava DAVVERO spaventata.

«CHIAMIAMO N.2 CHE ARRIVA A FARE LA CAZZO DI SANIFICAZIONE!» insistette, convinta che ciò sarebbe servito in caso tutto quel casino fosse stato davvero opera del fantasma.
«MA COME LA SANIFICAZIONE-» rispose la ragazza dai capelli bianchi, stavolta non riuscendo a trattenersi dal ridere.

«Lilia, cosa dobbiamo fare secondo te, che tu sei intelligente.» disse poi la maga.
La cantante d'opera non aveva la minima idea del perchè di quel rumore.
... Ma sicuramente faceva parte dello scherzo organizzato da Hayami e Yukari, le quali avevano la situazione completamente sotto controllo, vero??

Quindi provò a stare al gioco.
«... Magari è scoppiato un palloncino...?» ipotizzò quindi, incerta.
«O forse quelli delle camere accanto si sono stancati di sentirci parlare nel bel mezzo della notte e hanno lanciato qualcosa contro il muro per farci smettere.» suggerí la giocattolaia.
«In quel caso però sarebbe strano che nessuno ancora è venuto a bussare alla porta per lamentarsi-» fece notare la burlona.

«In ogni caso, è meglio se vado a controllare se è successo qualcosa da qualche parte.» disse Lilia tornando seria, per poi aprire la porta, uscire, e poi richiuderla.
Le altre rimaste all'interno della stanza tornarono nuovamente in silenzio.

Fu poi Chisato a interrompere il silenzio.
«Dimmi, Hayami, per caso xlx tre dell'Ave Maria quando ti hanno parlato di questo "fantasma" ti hanno anche parlato del suo aspetto?»
«Oh, sí, certo!»
«Mi faresti un piacere se me lo descrivessi allora.»
«Vediamo, se ricordo bene... mi avevano detto che era bassino, e che aveva i capelli neri corti, ma non troppo.»

«... Ok.» rispose lei, per poi girarsi nuovamente a guardare Yukari, la quale sembrava ancora preoccupata.
Questo perchè loro due conoscevano qualcuno che coincideva con quella descrizione.
E che per qualche strana coincidenza aveva lo stesso nome del cosiddetto fantasma.

Poco dopo, la musica tornò a farsi sentire, ma sembrava che nessuno avesse il coraggio di dire qualcosa.
La suonatrice di kalimba esitó un attimo, ma poi fece per avvicinarsi alla porta.

«NO, NO!» le disse Chisato, al che l'altra si fermò.
Ma subito dopo continuò ad avvicinarsi alla porta, anche se sembrava insicura sul farlo.
«NO!» insistette l'altra.
La ragazza dai capelli bianchi esitò prima di mettere la mano sulla maniglia e abbassarla.
«NOO!»

Solo che poi Hayami sembrava fin troppo impaurita per controllare ciò che poteva vedere fuori, cosí si allontanò, e rimase solo Pandora vicino alla porta semiaperta.
A quel punto la maga sembrò essersi calmata.
«Pandora non ti seccare, chiudimi pure quella porta che io non voglio vederE ENTRARE E USCIRE NESSUNO. BASTA! LILIA ORE DORME SUL DIVANO, NON PASSA PIÚ QUA, MI HA ROTTO I COGLIONI PURE LILIA, CHE VA AVANTI E INDIETRO E BASTA.»
Anzi, non si era calmata.

La giocattolaia chiuse la porta, ma subito dopo si potè sentire da fuori un urlo femminile.
A giudicare dalle facce della suonatrice di kalimba e della burlona, probabilmente quello non faceva parte dello scherzo e non era stata una loro idea, visto che sembravano parecchio spaventate.

Per Yukari forse era meglio controllare un attimo fuori.
«Posso aprire, ti prego Chisato posso apri-»
«FERMAAAAA!»
Erano certe che ormai tutti in quel posto avevano sentito quell'urlo da parte della maga, e si stavano chiedendo che cosa stavano pensando gli altri sentendola.
Probabilmente stavano pensando che c'era stato un altro omicidio.

«nON PUOI URLARE COSÍ-» le disse Hayami.
«MA SE NON CAPITE QUANDO PARLO NORMALE.»
«STANNO DORMENDO LE PERSONE-»
«CHE CAZZO APRITE CHE C'È UNA VOCE CHE VI STA URLANDO CONTRO.»
Sicuramente dopo quel dialogo nessuno stava piú dormendo.

Nessuno in quella stanza sarebbe piú uscito quella notte, a meno che qualcuno non fosse venuto a lamentarsi.

. . .

Intanto, Lilia che stava per spostare la radio stavolta in salotto, non sapeva piú cosa faceva parte dello scherzo e cosa no.
E non poteva negare di essere un po' preoccupata.

Stava per accendere la radio, quando sentí dei passi e si girò verso la porta aperta del salotto.
I passi si facevano sempre piú vicini ad ogni istante che passava.

Poi finalmente qualcuno passò davanti alla porta, ma non entrò nella stanza, continuando invece a camminare in direzione dritta.
La castana non aveva mai visto quel qualcuno, che era una persona bassina, con i capelli neri corti ma non troppo.

La cantante d'opera rimase un attimo in riflessione.
Poi si accertò che non ci fosse nessun altro nel salotto con lei.
Chiuse la porta.
Mise un mobile davanti alla porta.
Aveva ormai deciso che per quella notte avrebbe dormito sul divano.

Quando si fu ormai allontanata, N.3 si tolse dalla testa la parrucca nera che faceva parte del suo travestimento.
«Vi siete cacate tutte sotto, eh? Cosí imparate a disturbare durante la notte con i vostri scherzi.» disse poi.

. . .

Poco tempo prima, una persona invece si era svegliata sentendo tanto rumore durante quella notte, ovvero Hibiki.
Dopo un po' che era stata disturbata, si decise ad alzarsi e andare a controllare fuori.

Aprendo la porta e guardandosi intorno, però, non riuscí a vedere nessuno nei paraggi.
Dopo un'attenta osservazione fece per richiudere la porta, ma si fermò a guardare qualcosa che aveva notato sul pavimento davanti a se'.

Non riuscí a capire subito cos'era, cosí lo raccolse e se lo avvicinò al viso per guardarlo meglio.
Sembrava essere un pezzo di qualcosa che sembrava essere stato tagliato.
Ah, e su di esso c'era incastonato qualcosa.
Qualcosa che sembrava essere un'unghia.

Appena realizzó, la ragazza dai capelli neri gettò a terra ciò che aveva trovato e indietreggiò velocemente, urlando.
«ODDIO MA È UN DITOOOOO-»
Non si sbagliava mica, erano proprio le ultime due falangi di un dito quello.

Poco dopo quell'urlo, mentre era ancora inorridita, rialzò lo sguardo sentendo dei passi accanto a lei, ritrovandosi cosí davanti a N.1 che la guardava mentre sembrava alquanto confuso.
«Ahhh, ora tutto torna! Questa è un'altra delle tue infamie, brutto coso! Prima era affogare la gente, ora il tuo nuovo antistress è mutilare dita?» disse, guardandolo male.

«No, non l'ho fatto io.» rispose lui.
Silenzio.
«... Da quel che ricordo.» aggiunse lui dopo il silenzio.

Hibiki era di nuovo confusa.
«... Oh. Non so se crederti dopo tutte le efferatezze che tu e i tuoi seguaci avete commesso, ma in caso avessi ragione, avrei tante domande. Tipo: di chi è questo dito? Perchè c'è un dito davanti alla porta di camera mia? E che si fa quando si trova un dito?»

«La risposta che suggerirei a ciascuno dei tuoi dubbi è la stessa: fatti i cazzi tuoi.»
Sentendolo, la creatrice di aquiloni lo guardò nuovamente male e fece per dire qualcosa, ma venne interrotta.
«Ma ho usato il condizionale, perchè mi sa che tu non puoi.»

«Visto che penso proprio che questo dito lo hanno lasciato qui per te. Quindi sono proprio cazzi tuoi.»

CONTINUA.
NELLA PROSSIMA PUNTATA:

-«C'è leggermente tanto sangue.»

-«Continuo a dubitare che siate abbastanza intelligenti.»

-«Non potrei uccidere nemmeno una mosca!»

-«Non mi dispiace.»

Io mi fidavo di te!»

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