𝔹𝕖𝕙𝕚𝕟𝕕 𝕥𝕙𝕖 𝕞𝕒𝕤𝕜.

Nella puntata precedente abbiamo visto che cosa facevano le poche persone rimaste in vita nel loro tempo libero dove non ci sono stati omicidi.
Cosa che durerá per poco.
Cosa succederá dopo?
Buona lettura :D

Quindi.
Pandora aveva iniziato a sentire dolore alla testa e alla gola.
Ma dopo un po' era finito tutto all'improvviso, senza che prendesse alcuna medicina.
Lei non riusciva a spiegarsi il motivo dietro ció, come non sapeva spiegarselo neanche Lilia che le aveva preparato una medicina e ora si sentiva dire che non ce n'era piú bisogno.

Mentre rifletteva su come ció fosse possibile, le venne un'idea.
Magari era per quella cosa dei bracciali, era possibile che la persona che lo condivideva con lei si fosse fatta male.
Ma chi era l'altra persona che lo condivideva con lei?
Inizialmente non ricordava.
...
Poi ricordó.

E a quel punto si alzò all'improvviso dal suo posto, per la perplessitá di Lilia.
«Scusa, devo andare a controllare una cosa.» disse mentre si dirigeva fuori dalla stanza.
«È successo qualcosa? Vengo con te.» rispose l'altra, per poi appunto seguirla.

Le due se ne andarono cosí fuori dal corridoio.
La castana non aveva la piú minima idea di dove stesse andando la ragazza dai capelli rosa, ma si fidava.

Ad un certo punto si fermó dopo aver incrociato un'altra persona che stava passeggiando tranquillamente in corridoio.
«Chisato, tutto bene?» chiese la giocattolaia dopo averla incontrata.
A quel punto anche l'altra si fermó a guardare le due.
«... Oh, ciao! Sí, tutto benissimo!»

«Ero venuta a cercarti perchè all'improvviso ho sentito dei dolori e-»
«Ah, giusto! Non ti preoccupare, ero solo caduta!» rispose l'altra, tranquilla.
Intanto la cantante d'opera non diceva ancora nulla e si limitava a guardare le due.
Ad un certo punto abbassó lo sguardo e notó una cosa.

«... Cos'hai fatto alla mano?» domandò poi, facendo notare che la mano della maga era fasciata.
«Quando sono caduta mi sono fatta male anche lí!» rispose prontamente.
A quella risposta la castana rimase in silenzio per un attimo.
Dopodichè annuí.

. . .

Anche quella giornata passó tranquilla, e niente di che accade.
Anche quando fu l'ora di andarsene tutti a dormire andó tutto bene e durante la notte non successe niente, a differenza delle notti precedenti.

La mattina dopo ancora sembrava andare tutto bene.
Oh, sembrava proprio che magari quella volta erano riusciti a svegliarsi senza omicidi!

Quando poi giunsero tutti in cucina, dopo un'attenta osservazione Yukari notó una cosa strana.
«... Ma siamo in cinque!» esclamò, sgranando gli occhi.
«Veramente siamo in sei.» rispose Silas, con calma.
«... Oh, giusto! Mi ero scordata di contare anche me stessa, eheh!»
«Rimane il fatto che manca qualcun altro... Oh, beh! Aspettiamo un po', e intanto facciamo colazione!» disse Hayami, sorridendo.

Lilia intanto aveva notato una cosa poggiata sul tavolo, ma fu distratta da ció quando Pandora disse una cosa.
«... E questo cos'è?» domandò infatti quest'ultima, vedendo un messaggio che le era arrivato giá da un po' ma di cui si era accorta solo ora.
Presto tutti gli altri si avvicinarono per poterlo vedere anche loro.

-Ciao.
Alla fine ho deciso di essere almeno un po' buonx, quindi ti daró almeno due indizi su chi sono.
•Sono una delle persone che non puó bere.
•Ho almeno una H nel nome.
Ah, e lo sai come facevo sempre a darti consigli?
Guardandoti attraverso delle telecamere.
Sul tavolo ho lasciato l'aggeggio con cui guardavo i filmati in tempo reale.
Vi potrebbe servire per vedere la scena del crimine, visto che ho chiuso a chiave la stanza.
Ci vediamo presto.

«Quindi ha giá ucciso qualcuno...?» domandò Lilia.
«Vediamo qui!» disse Yukari dopo aver notato il tablet poggiato sul tavolo, perciò si avvicinò e prese l'oggetto per guardarlo.
«oH-» esclamò per lo spavento vedendo ció che era mostrato lí, e per sbaglio lo lasció anche cadere.

«AOH CI SERVE COSÍ LO ROMPI-» esclamò invece Hayami per poi subito sbrigarsi a raccogliere il tablet, fortunatamente intatto.
Tutti poi si avvicinarono a vedere lo schermo.

Cosa si poteva vedere lí?
Che in una stanza c'era una persona seduta su una sedia.
E cosa c'era di cosí brutto in ció?
Niente, a parte per il fatto che le mancava una cosa, ovvero la testa.
Ah, e un altro particolare era che a terra c'erano dei frammenti di ceramica, e uno di loro che era particolarmente appuntito era sporco di sangue.

Era giá da prima che una persona non si era ancora presentata in cucina insieme agli altri, ovvero Hibiki Bartsch, ed ecco, ora che avevano visto quella cosa gli altri iniziavano a capire il motivo per cui ancora non era arrivata.

. . .

Quindi.
La stanza dove era avvenuto l'omicidio non era accessibile perchè chiusa a chiave.
Ma si potevano comunque vedere altri indizi, quindi non sarebbe dovuto essere cosí difficile investigare, giusto...?

Ma comunque, dopo un po' di tempo passato a tentare di investigare, finalmente arrivó l'ora del trial.
C'era un po' di preoccupazione tra le persone rimaste, visto che non sapevano cosa sarebbe successo al trial stavolta.
Se l'assassino era la persona che aveva organizzato tutto quello, allora in teoria dopo la sua morte sarebbe finito tutto, no...?

Nella stanza del trial, come al solito c'erano giá N.1, N.2, e N.3.
Appena tutti presero posto, N.2 commentó con un:
«Finalmente sta per finire tutto.»
Ma per il resto nessunx dellx tre disse niente.

«Penso che la risposta a questo caso sia abbastanza ovvia giá con gli indizi che abbiamo ricevuto.» inizió Silas.
«Sí, infatti. Sono rimaste solo due persone che hanno almeno un H nel nome, cioè Hayami e Chisato.» concordó Lilia.

«Io? IO?» protestò Hayami, contrariata.
Subito dopo fece un sorrisetto.
«L'altro indizio però diceva che l'assassino è una delle persone che non può bere, e io posso!»

«Quindi rimane solo una persona.» disse Pandora, spostando poi lo sguardo verso Chisato.
«... Ma che scherzate? Per me non puó essere Chisato, la conosco da tantissimo tempo ormai e so com'è fatta! Pensiamoci bene!» rispose Yukari.
«Infatti, magari gli indizi di quella persona sono falsi!» concordò Chisato.

Nonostante ancora non dicessero nulla a riguardo, tutti erano d'accordo sul fatto che c'era chiaramente qualcosa che non andava in Chisato.
Aveva risposto alle accuse con molta calma.
Fin troppa calma per lei.
Che era successo?
Stava bene??

C'era poi qualcun altro che aveva notato qualcos'altro di strano.
«Chisato, cara!» esclamó Hayami apparentemente serena, mentre si avvicinava all'altra.
«Ma lo sai che mi piacciono davvero tanto i tuoi capelli? È naturale il colore?» domandó mentre il suo sorriso si allargava.
A guardarla non sembrava avere ottime intenzioni.

«Oh, sí, sono naturali!»
«... Scusa Chisato, ma tu non ce li hai biondi naturali?» domandó Yukari, visibilmente perplessa.
«... Eh?» rispose inizialmente la ragazza dai capelli rosa.
Aggiunse subito dopo:
«Ah, sí, certo, è vero!»

La ragazza dai capelli bianchi annuí con lo stesso sorrisetto.
Solo che subito dopo la sua espressione cambió completamente sembrando piú arrabbiata, e con un gesto fulmineo allungó una mano verso i capelli dell'altra.
Dopodichè fece cadere a terra la parrucca rosa che Hibiki stava indossando fino a quel momento.
«Lo sapevo.»

Nessuno lí sembrava aspettarsi una cosa del genere.
A parte N.1, N.2 e N.3, che sembravano sapere giá tutto.
Hibiki poi non diceva niente, rimanendo a guardarsi intorno con gli occhi sgranati.

«... Quindi per tutto questo tempo tu sei rimasta a guardare noi che pensavamo fossi morta?» domandò poi Lilia.
«Ma se lei è ancora viva, allora la vittima...» fece per dire Silas.

«... No. No, no, no.» iniziò a dire Pandora rimanendo apatica mentre scuoteva la testa, come se non ci volesse credere.
Hayami invece, mentre sembrava ancora arrabbiata, inizió a piangere.
«Come... come è potuto succedere...?» chiese tra i singhiozzi.
Cadde poi in ginocchio, rimanendo a testa bassa.
«COME... PERCHÈ... CHE HA FATTO DI MALE?» esclamò poi.

Yukari rimase per un istante nel silenzio totale e con gli occhi spalancati.
Poi sforzó un sorriso.
«È... sicuramente uno scherzo! So giá che Chisato tra poco ritornerá, ci dirá che è tutto uno scherzo e rideremo tutti insieme!»
Sempre con quel sorriso forzato, rimase a guardare gli altri, che avevano un'aria seria e sembravano quasi tristi.
«... Perchè nessuno sta ridendo...?»

Hibiki continuava a non dire niente.
Ma nel mentre ripensava a ció che era successo il giorno prima.

FLASHBACK.

«Ahhhhh, cominciavo a sospettare che tu nascondessi qualcosa! E finalmente ho scoperto cosa! Avresti dovuto temere che prima o poi ti avrei smascherata, perchè io sono Chisato Hoshino, colei che-»
«oH. HAI ROTTO.»
«...»
«...»
«... Tu non mi piaci molto, lo sai?»

«Ah, ma tanto anche se tu mi hai scoperta non è detto che gli altri ci riescano. Questo perchè ho intenzione di travestirmi come te dopo che sarai morta, per confonderli.»
«...
No, spiegami una cosa.
Saró alta almeno 20 centimetri piú di te.
Come pensi di riuscire a fingerti me?»
«Pensi che non sono preparata anche a questo? Mi sono procurata delle scarpe che mi fanno sembrare piú alta!»

«Ma poi tu mi devi pure spiegare come ti è venuta in mente questa idea di merda del killing game.»
«Me lo ha proposto tuo cugino.»
«Che decisione di merda accettare. Ma poi come ti ha convinta? Ti ha ipnotizzata? Ti ha ricattata? Ti ha drogata? Ti ha pagata? Ti prego spiegamelo perchè io non riesco a trovarmi una spiegazione logica. Non è possibile che ci sia qualcuno di piú idiota di lui da prendere decisioni simili. È una cosa scientificamente anti provata.»

«Niente di tutto ció. Ah, e la sua alleata mi ha anche dato consigli su come farmi degli amici.»
«Altra decisione di merda, fattelo dire.»

«Comunque ho saputo che hanno voluto farti credere che il fantasma di tuo cugino infesta questo posto. Beh, in effetti c'è.»
«Dai ma la finisci di dire stronz-»
«Controlla un attimo dietro di te.»

Ma anche Chisato prendeva decisioni di merda, come quella di girarsi a controllare.
A quel punto Hibiki prese una statuetta di ceramica poggiata su un tavolo lí accanto e la diede in testa all'altra.

L'oggetto si spaccò in mille pezzi, e alcuni caddero sul tavolo.
La creatrice di aquiloni si aspettava che dopo quel colpo l'altra sarebbe caduta a terra giá priva di vita.
Quindi di certo non si aspettava che rimanesse in piedi, immobile.
E neanche che dopo un attimo si ri-girasse lentamente a guardarla.
Una cosa però le era già certa, ovvero che era finita in una situazione da cui sarebbe stato difficile uscire.

La maga la prese per un braccio per evitare che provasse ad allontanarsi, e furono inutili i tentativi di liberarsi.
«Ma che cazzo credevi di fare? Per caso volevi uccidermi? Pensavi fosse facile? Beh, ora hai la prova che non lo è. Quindi-»
Mentre l'altra continuava a parlare, l'altra stava lentamente andando nel panico non sapendo cosa fare, e si guardava intorno alla ricerca di una via di uscita.

Poi finalmente la vide.
Uno dei frammenti di ceramica che sembrava molto appuntito.
Pensava di non avere altra scelta in quel momento.

FINE FLASHBACK.

ALTRO FLASHBACK.

N.1, N.2 e N.3 entrarono nella stanza in cui erano statx convocatx.
Quella stanza era... un disastro.
No davvero, era tutto un disastro.

Chisato Hoshino era a terra con un profondo taglio sul collo e accanto a lei c'erano vari frammenti di ceramica, Hibiki invece aveva anche lei un taglio, ma sul palmo della mano.

«Ho bisogno che ci pensiate voi.» spiegó, indicando il cadavere.
«In che senso?» domandò N.3.
«Trovato un modo per renderlo irriconoscibile. Un modo in cui chi trovi il cadavere non riesca a capire chi è.»
«Ma perchè, tu non lo puoi fare? Non è che c'hai paura del sangue?» domandò N.1.
«No. Ora vado a lavarmi le mani, voi iniziate.»
«Ho capito, c'hai paura del sangue.»

Quando l'altra se ne andò, fu poi N.2 a parlare.
«È lei il nostro capo, eppure in questo gioco siamo statx piú utili noi che lei.»

FINE FLASHBACK.

ALTRO FLASHBACK ANCORA.

Molto tempo prima, dopo uno dei primi trial, Hibiki stava parlando con N.1.
«È tutta colpa tua. Te ne sei scordato di nuovo? Ho sbagliato ad affidarmi a te!» disse la ragazza con tono di rimprovero a N.1, il quale sforzava un sorriso.
«Hai tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata, scusami.» disse poi.

Gli passó poi un foglio, e lui lo prese, nel mentre che nessunx dellx due si era accortx di N.2 e N.3 che guardavano la scena da lontano, perplessi.
«Stavolta farai meglio a ricordartene. Hai giá fatto abbastanza danno!» disse per poi andarsene.

Prima che se ne andasse, il ragazzo annuí, poi il suo sorriso sparí vedendo il foglio, dando spazio al dispiacere sulla sua faccia.
Presto il dispiacere si tramutó in tristezza, mentre tremava e le lacrime scorrevano dal suo viso.

N.2 e N.3 commentarono la scena.
«Ma che ha letto?»
«La bolletta della luce che si era scordato di pagare.»

FINE FLASHBACK.

Dopo essersi ricordata di quelle scene, ora Hibiki era finalmente tornata alla realtá.
Aveva lo sguardo basso e non lasciava trasparire alcuna emozione.
«Uh. Mi avete scoperta. Ció è molto... anticlimatico, non c'è che dire.»

Sforzò poi un sorrisetto.
«Forse il mio geniale cervello avrebbe dovuto prevederlo, sí, ahah... ma, suppongo che sia arrivata la fine per me.»

Tornò poi all'espressione di prima.
«Sono fin troppo stanca per ribattere con degli idioti come voi.»

CONTINUA.
NELLA PROSSIMA PUNTATA:

-Finalmente aveva degli amici.

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