ℍ𝕖 𝕥𝕣𝕚𝕖𝕕.
Nella puntata precedente abbiamo conosciuto xlx tre aiutanti dellx mastermind: tre ragazzinx che sostengono di chiamarsi N.1, N.2 e N.3, e che subito hanno inondato di regali i partecipanti che hanno apprezzato molto.
Che cosa succederá dopo?
Buona lettura :D
Era passato poco tempo da quando c'era stato quell'annuncio.
Ormai tante persone erano uscite da quella stanza, andando in giro per le altre stanze del luogo in cui erano chiusi.
In quel momento, per esempio, c'era Lilia che stava camminando in un corridoio mentre portava con se' Pandora tenendola per un braccio.
«Lilia, dove vuoi andare...?» le chiese dopo un po' quest'ultima, apatica come al suo solito.
L'altra si girò a guardarla con aria seria, mentre continuava a camminare.
«Dobbiamo subito iniziare a investigare per trovare un modo per uscire di qui. E in fretta, non possiamo lasciare che nessun muoia.» spiegó con tono determinato.
Solo che, non vedendo dove stava andando, andò a sbattere contro qualcuno, il quale cadde.
Appena realizzò, lasciò andare la giocattolaia e si fermò per aiutare la persona che aveva fatto cadere.
«Chiedo scusa.»
«Oh, non ti preoccupare, non fa niente.» rispose Samir, rialzandosi subito.
«Piuttosto, mentre vi avvicinavate ho sentito i vostri piani.» disse il ragazzo guardandole, serio.
«Vorrei provare una cosa per poter ottenere delle informazioni da quellx tre.»
«Che cosa?» domandò la ragazza dai capelli rosa.
«Ho visto che in questo posto c'è anche la stanza di quellx tre, magari lí dentro c'è qualche indizio utile. Dobbiamo trovare qualche modo per riuscire ad entrare lí dentro.»
«Beh, allora iniziamo subito a pensare a come fare.»
«Io un'idea ce la avrei giá.» rispose l'incantatore di serpenti.
«Beh, spiegacela allora.»
Dopo un po', da un'altra parte, c'era N.2 che era rimastx fermx davanti alla porta della sua stanza, come se volesse evitare che qualcuno provasse ad entrare lí in sua assenza.
Non si fidava di nessuno dei partecipanti di quel gioco, e il suo compito era fermarli in caso li avesse visti fare qualcosa che non dovevano fare.
Come per esempio proprio provare ad entrare nella sua stanza.
In quel momento però non sembrava che nessuno avesse quelle intenzioni.
Ma si ricredette poco dopo, perchè sentí qualcuno parlare poco lontano da lí.
«Tu... Tu sei davvero sicuro che funzionerá?»
«Ma sí, perchè no? L'ho giá fatto una volta e nessuno mi ha riconosciuto.»
«Devo proprio vestirmi cosí? Non mi piace questo tipo di abbigliamento...»
«Suvvia, è solo per un po'.»
«E io intanto che faccio?»
«Tu sta a guardare come riusciremo a ingannare quellx tipx.»
N.2 non sapeva che cosa volevano fare quelle persone, ma una cosa la aveva giá capita: stavano per venire a romperxlx.
Infatti appena si girò vide Lilia che era semi-nascosta dietro ad un muro, mentre altre due persone si avvicinavano a lxi.
Non xlx sembrava di averli mai incontrati, ma allo stesso tempo quelle facce xlx parevano familiari.
La prima persona era quel che sembrava essere una ragazza dalla pelle abbronzata e dai capelli neri lunghi, e che indossava un vestito.
La seconda persona doveva sembrare un ragazzo con i capelli rosa lunghi che peró erano raccolti con un elastico nel tentativo di farli sembrare piú corti, e che indossava una maglietta e dei jeans.
La ragazza sorrideva, l'altro non sembrava contento.
Xlx ragazzx dai capelli blu ci mise un attimo a capire, nonostante l'incantatore di serpenti fosse convinto che non lo avrebbe mai capito: quei due erano Samir e Pandora travestiti.
Appena furono davanti a lxi, la "ragazza" lx salutò con un gesto della mano.
«Ciao, noi siamo altri assistenti del capo! Quindi siamo colleghi!» xlx disse in modo cordiale e cercando di usare un tono che sembrasse il piú femminile possibile.
Xlx ragazzinx sapeva giá benissimo che non era affatto vero, ma volle stare al gioco per vedere a che livelli arrivava l'idiozia dei partecipanti di quel killing game.
«Oh, ma davvero? E come vi chiamate?»
«Io sono Samira, e lui è Pandoro!»
Silenzio totale.
Poi l'incantatore di serpenti, sempre sorridendo, diede una leggera gomitata alla giocattolaia.
Cosí anche quest'ultima provò a dire qualcosa.
«Sono Pandoro, piacere.» si presentò sforzando un sorriso.
Non era passato neanche un giorno da quando era iniziato quel killing game, e giá N.2 non voleva piú lavorare lí vedendo con che forme di intelligenza aveva a che fare.
Fece per ribattere, ma all'improvviso iniziò a sentire dei passi di corsa lí vicino.
Successe cosí in fretta.
In un attimo Samir e Pandora erano stati spostati con una spinta da Valentina, dopodichè quest'ultima afferrò per il colletto dell'abito xlx ragazzx con una mano, mentre aveva l'altra mano alzata e chiusa in un pugno.
La ragazza dai capelli rosa e il ragazzo dai capelli neri erano abbastanza confusi e preoccupati davanti a quella scena.
«Cosa...?»
«Scusa Valentina, ma che ca...»
Invece allx ragazzx dai capelli blu non sembrava importare, visto che continuò a mantenere quella sua faccia senza emozioni davanti alla lottatrice che lx guardava a dir poco infuriata.
«Io ti ammazzo!» xlx disse poi.
«Valentina, calmati-» provò a dirle la giocattolaia.
«Mi dispiace, ma non posso rimanere calma in una situazione come questa. In fondo è colpa sua e di quegli altri due se siamo finiti in questo posto, no? Farei solo un favore a tutti ammazzandolx.» rispose lei, ancora arrabbiata.
«Ma veramente è principalmente è colpa del mio capo. Quindi perchè te la prendi con me?» rispose lxi sempre con la stessa faccia.
«Sei pur sempre unx sux aiutante!» ribattè la bionda.
All'improvvisa un'altra persona prese N.2 e lx liberò dalla presa di Valentina, per poi allontanarlx di qualche passo da lei.
La lottatrice guardò incredula Lilia dopo che si era avvicinata per fare ciò.
«Valentina. Capisco che tu ti senta nervosa data la situazione, ma sono sicura che possiamo risolvere il tutto senza ricorrere alla violenza. Prova ad andare da un'altra parte per calmarti un po', per ora penseremo noi ad investigare per trovare un modo per salvare tutti.» le spiegò la castana con tono calmo.
«Però prima dobbiamo trovare un modo per poter investigare in questa stanza, perchè non credo che N.2 sia intenzionatx a lasciarci entrar-...» fece per dire Pandora, ma si interruppe sentendo la porta della stanza aprirsi.
Tutti xlx presenti si voltarono a guardare la porta, ritrovandosi davanti ad Au che aveva appena aperto la porta.
Dall'interno.
«... E tu come hai fatto ad entrare?» le chiese Samir.
La ragazza dai capelli azzurri rimase nel silenzio totale.
Dopo qualche istante di silenzio, il ragazzo dai capelli neri accennò un lieve sorriso.
«Va bene allora, tieniti pure i tuoi segreti.»
Poco dopo poterono anche notare che un'altra persona aveva seguito la scassinatrice all'interno della stanza dopo che quest'ultima era riuscita ad entrare in qualche modo, ovvero Hibiki.
In quel momento si trovava davanti ad una tela vuota, la quale era circondata da una cornice e attaccata ad una parete.
«Mhhhh... In questa stanza non c'è niente di strano, a parte questo! Perchè non c'è niente sulla tela?»
Xlx ragazzx dai capelli blu si avvicinò a lei, per poi indicare la tela.
«Di solito io e i miei fratelli entriamo qui dentro quando vogliamo discutere di qualcosa di importante senza che nessuno ci senta.» spiegò, per poi letteralmente infilare la mano nella tela, riuscendo ad attraversarla.
«Aspetta, si può entrare lá dentro? Voglio provarci anche io!» disse la creatrice di aquiloni, meravigliata davanti a ciò che aveva appena visto.
«Non puoi, solo io e i miei fratelli ci riusciamo.»
Ricevendo quella risposta, la ragazza dai capelli neri si mostrò contrariata.
«Ma com'è possibile che voi ci riuscite ed io no? Mi stai per caso prendendo in giro? Non ti credo, cosx!»
«No-»
Prima che N.2 potesse fare qualsiasi cosa, Hibiki provò a infilare la testa nella tela.
Ma non riuscí ad attraversarla, finendo solo per sbattere la testa contro di essa.
«Ci ho provato a dirtelo.»
. . .
Mentre loro cercavano di trovare un modo per uscire prima che iniziasse il killing game, non sapevano che da un'altra parte stava giá per avvenire un tentativo di omicidio.
Infatti da un'altra parte c'era Hayami che, mentre aveva le braccia conserte, guardava la scatola in cui era ancora chiusx Glynn.
Dopo un po' che era rimasta a guardarla, accennò un sorriso, e chiese:
«Quindi, quando pensi di uscire da lí?»
«Mhhhh, fammici pensare...» rispose lxi.
Dopo un attimo di riflessione, disse:
«Direi mai, perchè non sia mai che appena esca qualche idiota provi ad uccidermi per questo gioco di merda! Magari anche tu stessa potresti provarci, perciò non mi fido!»
«Oh, no, ma io non voglio ucciderti, voglio solo che tu esca da lí!» provó a dire la ragazza dai capelli bianchi con tono gentile.
«E perchè dovrei uscire solo perchè tu lo vuoi, sentiamo?»
«Vedi, è per quella cosa dei bracciali. Non so se tu sei abituato a farti male in quelle posizioni che fai per il tuo talento, ma il dolore lo riesco a sentire anche io, e non è una bellissima sensazione. Quindi saresti cosí gentile da uscire e rimetterti in una posizione normale?»
«Oh, quindi è per quella cosa dei bracciali, ora ho capito! Sai quanto me ne importa di quello che senti tu? Rimanere qui dentro per evitare di partecipare al gioco è piú importante!»
La suonatrice di kalimba assunse un'aria piú seria, smettendo di sorridere.
«Scusa, ma secondo te chiusx in quella scatola sei al sicuro da qualsiasi tentativo di omicidio?»
«Ma certo! Rimarrò qui e nel mentre mi divertiró a sentire le vostre sofferenze, ahah!»
Hayami rimase per qualche attimo in silenzio.
Poi dopo un po' tornò a sorridere.
Dopodichè prese tra le braccia la scatola, per poi allontanarsi con essa.
«oH DOVE MI STAI PORTANDO- ESIGO CHE MI METTI GIÚ, ORA-» si sentí dalla scatola.
«Vedrai presto, ahahah!» disse lei, ridendo divertita.
. . .
Intanto, in un'altra stanza di quel posto, precisamente la cucina, c'erano altre due persone, ovvero Rose e Flo, che stavando avendo un'interazione molto piú pacifica di quella descritta precedentemente.
In quel momento, la ragazza dai capelli rossi aveva appena finito di preparare del tè per entrambe, e aveva poggiato due tazze sul tavolo, davanti al quale l'altra era giá seduta.
«Quindi, cosa ne pensi di questa situazione?» chiese la ragazza con gli occhiali.
«L'ho giá detto, che moriremo tutti.» rispose la ragazza dai capelli bianchi.
«Dai, non dire queste cose.»
La figura materna sorrise.
«Faró quel che posso per proteggervi tutti.»
«Apprezzo il gesto, ma non vale la pena proteggere un essere inutile come me.» ribattè l'alimentatrice di farfalle.
L'altra rimase qualche istante senza rispondere.
Poi, all'improvviso, iniziò ad avvicinarsi a lei nel silenzio totale.
A giudicare da quel suo cambiamento di comportamento improvviso, Flo pensò che Rose si era decisa a farla fuori.
Finalmente.
Perciò non si aspettava che l'altra, appena fu davanti a lei, la abbracciasse.
«Sappi che per me non sei inutile. Per me tu vali proprio come tutte le altre persone. Okay?» le disse la ragazza con gli occhiali, con tono gentile.
La ragazza dai capelli bianchi sgranò gli occhi davanti a ciò.
Perchè le stava mostrando cosí tanto affetto?
Ma prima che potesse reagire in qualsiasi modo, sentí delle urla da una stanza accanto, cosí Rose si staccò dall'abbraccio ed entrambe andarono a controllare che stava succedendo nell'altra stanza.
Nella stanza in questione, un giardino interno, c'era la scatola di Glynn, e poco vicino da lí Hayami, che si fermò da quello che stava facendo per asciugarsi il sudore dalla fronte, ancora sorridendo.
Stava usando una pala per scavare un buco nella terra, come se volesse sotterrare lí la scatola.
«... Hayami perchè sento scavare?
HAYAMI PERCHÈ TI SENTO SCAVARE?» continuava a chiedere xlx contorsionista.
La figura materna corse nella stanza volendo fermare la suonatrice di kalimba, mentre l'alimentatrice di farfalle rimase a guardare la scena.
Stava giá per avvenire un omicidio, e si chiedeva perchè l' "assassina" non aveva scelto lei come vittima anzichè qualcun altro.
. . .
In quel posto c'era anche una biblioteca.
Lí in quel momento si trovava Liese, la quale era seduta davanti ad un tavolo.
Ma non stava leggendo niente, non faceva niente, semplicemente era seduta lí ed esisteva.
Poco dopo passò di lí Silas che, vedendola, sorrise e la salutò.
«G'day, m'lady.»
«Ciao!» ricambiò il saluto lei, anch'essa sorridendo.
Al momento c'erano solo loro in quella stanza, ed era tutto molto tranquillo.
Regnava la quiete assoluta.
Se nessuno dei due avesse provato ad uccidere l'altra, sarebbero potuti stare in pace per un po'.
Peccato che, nonostante ció non successe, fu qualcos'altro- o meglio, qualcun altro a interrompere la quiete.
Infatti N.1 e N.3 giunsero all'improvviso dietro al ragazzo e, appena furono abbastanza vicini a lui, sorrisero entrambi.
Piú o meno cosí.
«Carissimi, che piacere vedervi qui!» li salutó N.1.
Accorgendosi della loro presenza, il wedding planner smise di sorridere, mentre la drammaturga rimase lí ferma dov'era, senza peró rispondere o cambiare espressione.
«Silas!» lo chiamò N.3.
«Sí, m'lady?»
La ragazzina gli mise entrambe le mani su una spalla mentre si mise a fianco a lui, guardandolo.
«Dimmi, non ti manca tua figlia? Non MUORI dalla voglia di riabbracciarla?» gli chiese, allargando il suo sorriso.
Prima che il ragazzo dai capelli biondo platino potesse ribattere, la bionda continuó a parlare.
«Per caso UCCIDERESTI pur di ritornare da lei, eh?»
«No, mi dispiace deluderti, ma penso aspetterò pazientemente di rivederla senza sporcarmi le mani di sangue.»
Non era vero, voleva tornare da lei il piú presto possibile, ma non voleva dare alla ragazzina la risposta che sperava di ricevere.
Quest'ultima però non si era ancora arresa, e spostò lo sguardo verso Liese.
«E tu, Liese? A te non manca la tua amica, Juliet? Potresti rivederla se tu seguissi subito le regole di questo gioco, eheh!»
«Beh, sí, ma neanche ci tengo a morire giovane, quindi rifiuto l'offerta e vado avanti.» rispose la ragazza dai capelli bianchi, continuando a sorridere tranquillamente.
«Ma non è detto che morirai! Basta che tu commetta l'omicidio perfetto, senza farti scoprire... ahahah...»
Silas spostò lo sguardo verso N.1.
«Scusami, m'lord, ma volevo chiederti una cosa.»
Per poi sussurrargli qualcosa nell'orecchio.
«Oh sí, certo, carissimo, io ho di tutto nelle mie tasche!» rispose lui sorridendo, per poi frugare nella sua tasca e tirare fuori da essi dei tappi per le orecchie, per poi passarli all'altro.
«Tieni!»
«Ti ringrazio.» rispose il ragazzo dai capelli biondo platino accennando un lieve sorriso, per poi prendere i tappi per le orecchie e metterseli per non sentire piú N.3.
La ragazzina rimase a fissare la scena, senza dire piú niente.
Poi però sentí dei passi dietro di lei, perciò si giró, potendo cosí vedere Liese che si era alzata e stava cercando di allontanarsi lentamente.
Subito andò dietro di lei e le mise le mani sulle spalle.
«Che fai, te ne vai di giá? Resta un altro po'! Nella biblioteca ci sono tanti libri interessanti, magari puoi trovare qualcosa che ti piace!»
«Sí, infatti, stavo giusto per andare a sceglierne un-»
«Ma lascia che te ne suggerisca uno io! Fammi vedere- oh, questa è una bella storia!» disse nel mentre che cercava tra gli scaffali, per poi prendere un libro e passarlo alla drammaturga.
«Conosci la leggenda di PancakeMan?» le chiese ancora sorridendo.
«No, mai sentita, mi spiace.»
«Allora leggila! Sai, se ci fossero stati dei bambini in questo posto avrei potuto usare questa storia per spaventarli. È un peccato, avrei potuto dire loro "Se vi comportate male chiamo PancakeMan che viene ad arrestarvi".»
«Interessante.»
. . .
Intanto, altre due persone stavano per entrare nella biblioteca, ovvero Chisato e Yukari.
Nel mentre che la castana tentava di aprire la porta, parlava con la ragazza dai capelli rosa.
«Sai, se tralasciamo per un attimo la situazione in cui ci troviamo, mi sento quasi onorata ad essere qui con tutte quelle altre persone, perchè sono tutti fantastici! Non trovi?» domandò la burlona, sorridendo.
«Ovviamente, anche io lo sono, e lo sei anche tu proprio come tutti gli altri!» rispose la maga.
«Beh, insomma- la mia specialitá sono solo degli scherzi, voi altri invece avete tutti dei talenti bellissimi, ahah-»
«Ma non dire stronzate, che pure il tuo talento è bellissimo!»
«Okay, adesso peró non esagerare, eheheh!» ribattè la castana, ridacchiando nel tentativo di nascondere l'imbarazzo.
Nel mentre continuava a tirare la maniglia della porta, la quale però non si apriva.
«Che strano, non sembra volersi aprire-»
«Fa provare me!» suggerí la ragazza dai capelli rosa.
«Ma certo! Tu in fondo sei molto piú forte di me, sono certa che ce la farai!» concordò Yukari spostandosi, per poi alzare il pollice della mano in segno di approvazione.
Nel mentre, si era avvicinata lí Natsuko, la quale però non disse niente e si limitò a fermarsi vicina alle due, in attesa che aprissero la porta.
«Ma di che è fatta 'sta porta?! Mi sa che mi tocca buttarla giú per aprirla!» esclamò dopo un po' Chisato, dopo aver continuato a tirare per un po' la maniglia senza però alcun risultato.
Senza dire una parola, la tecnica si avvicinò ancora di piú alla porta spostandosi con la sua sedia a rotelle, poi afferrò la maniglia e spinse in avanti, aprendo cosí la porta.
Prima di entrare nella stanza si girò a dare un'occhiataccia alle due, indicando una scritta sulla porta, che recitava:
"Spingere per aprire"
Poi se ne andò all'internò della stanza.
«... Ah.» risposero le due in coro.
. . .
Intanto per uno dei corridoi di quel posto stavano camminando altre due persone insieme, ovvero Yato e Iker.
Yato stava camminando in giro per investigare, mentre Iker lo seguiva con aria tranquilla.
Poi ad un certo punto, sorrise e gli fece la domanda che probabilmente gli aveva giá fatto almeno cinque volte durante la loro camminata.
«Oh, andiamo a prendere il gelato?»
Il ragazzo dai capelli neri sospirò, per poi sforzare un sorriso.
«Sí, certo, appena troveremo un modo per uscire da qui. Guarda, te lo compro io. Anzi, te lo preparo direttamente io. Basta che non me lo chiedi piú.»
«Perfetto!» rispose il ragazzo dai capelli grigi, allegro.
Continuarono a camminare per un po', fino a che lo chef si fermò improvvisamente.
«E questo cos'è?» domandò, dopo essere arrivato davanti ad un punto in cui letteralmente non c'era piú il pavimento.
Lo stuntman indicó un punto preciso.
«Guarda lí, una porta! Ma che ci potrebbe essere?» domandò incuriosito.
Infatti dall'altra parte del punto in cui non c'era piú il pavimento, c'era una porta.
«Potrebbe essere l'uscita. Avrebbe senso che sia stata messa proprio lí, in modo che noi non possiamo raggiungerla e uscire.» ipotizzò Yato.
«Andiamo ad avvertire gli altri!» esclamò il ragazzo dai capelli grigi, determinato.
. . .
Un po' di tempo dopo, tutti i partecipanti erano riuniti in quel punto.
«Come possiamo fare per arrivare dall'altra parte...?» domandò Pandora.
«Io, io ho un'idea!» disse Iker stesso alzando la mano ingessata, per poi auto-indicarsi con l'altra mano.
«Posso provare a saltare dall'altra parte e aprire la porta!» suggerí, sorridendo.
«Stai scherzando, vero? È pericolosissimo!» rispose Yukari, allarmata.
«Nah, tanto sono abituato a fare cose del genere!» ribattè lui, tranquillissimo.
«Ma sí, io mi fido, secondo me ce la puó fare!» disse Hayami, sorridendo.
«Provaci allora. Ma per favore, stai attento.» gli disse Lilia.
«Certamente!»
Lo stuntman si incamminò verso la fine del pavimento, per poi guardare giú.
Ecco, forse quella non fu un'ottima cosa da fare, perchè impallidí notando quanto il buco nel pavimento fosse talmente profondo che non riusciva a vedere il fondo.
Però si sforzò di tornare a sorridere.
«... Diciamo che un po' di paura ce l'ho, ma sono disposto a sopportarla se è per aiutarvi.»
Assunse poi un'aria piú determinata.
«Ce la posso fare!»
Si giró a guardare gli altri.
«E poi quando finalmente potremo uscire andremo tutti a prendere il gelato!»
Alcuni sorrisero a quell'affermazione, ma tutti rimasero in silenzio, intenti a guardare la scena.
Persino Glynn era uscitx dalla scatola per poter vedere.
Iker prese un respiro profondo.
Indietreggiò di pochi passi.
Dopodichè prese la rincorsa, e...
Saltó.
Pandora spalancó gli occhi vedendo ciò che successe dopo.
Era vicinissimo alla porta.
Ce la aveva fatta davvero!
Ora doveva solo afferrare la maniglia!
Molti altri rimasero meravigliati, altri sembravano felici, altri entrambe le cose.
Anche lo stuntman stesso era felice, molto.
C'era un solo problema.
Allungò verso la maniglia la mano sbagliata, ovvero quella ingessata, non riuscendo cosí ad afferrare la maniglia con essa.
«Merda.»
Quindi cadde, e gli altri smisero presto di sentire il suo urlo che si fece sempre meno udibile, fino a che non cadde il silenzio.
Ecco, a quel punto nessuno piú sorrideva.
Ma solo poche persone commentarono l'accaduto.
«Sono circondata da idioti.» disse per esempio Natsuko.
«... La situazione è sfuggita di mano.» disse invece Liese per sdrammatizzare.
«Tutto bene?» domandò Rose a Hibiki, notando che all'improvviso quest'ultima aveva spalancato gli occhi.
«Sí tutto apposto, è solo che mi sento come se mi sono spaccata tutte le ossa insieme. Sará per quella cosa dei bracciali.» rispose lei.
«E che cazzo, Iker, non proprio tu!» protestò Glynn con tono scocciato.
Poi si affacció dal buco per controllare se il ragazzo dai capelli grigi si vedesse ancora, non sia mai che spuntasse ancora vivo.
Cosa che non vide, perciò sospiró e si asciugó una lacrimuccia inesistente.
«Uffa, ed ora chi mi dirá che sono bellissimx almeno ogni ora? Solo tu potevi farlo! Sei proprio una delusione, sigh.»
Lilia dovette reggere Hayami per tenerla ferma e impedirle di buttare di sotto pure xlx ragazzx dai capelli rosa.
Fu a quel punto che giunsero anche N.1, N.2, e N.3.
«Vedo che qualcuno ci ha giá lasciati! Perfetto!» commentó quest'ultima con un sorrisetto.
«Ma siamo proprio sicuri che è morto? Cioè, non si vede-» disse Samir.
«Sí invece, perchè è questo quello che succede a chi prova a scappare da lí. È morto, e ciao!»
CONTINUA:
NELLA PROSSIMA PUNTATA:
«Non credo di potercela fare.»
«Ho bisogno del vostro aiuto!»
«Meriti un premio!»
«Sono qui per aiutarti.»
«Stai tranquilla, sto ben-»
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