Capitolo 4 - Crowstorm

Oggi ho lezione solo nel pomeriggio. L'università non è mica male per gli orari. Bisogna dire che ho passato la mattinata a spulciare e a mettere in ordine tutti gli appunti accumulati all'inizio dell'anno...I professori cominciano a metterci davvero sotto pressione per la tesi di laurea. Inizio a sentire un nodo allo stomaco. Devo cercare di rilassarmi... Inoltre non ho ancora trovato la carta di identità! Bisogna che chiedo agli oggetti smarriti! Dirigendomi lì, ho incontrato il responsabile amministrativo, lo stesso tipo scorbutico che mi ha dato le chiavi della stanza e che non ha voluto sentire ragioni per cambiare coinquilina. Gli ho chiesto della mia carta d'identità, ma l'ha persa! Dannazione ma dove può essere?!
Ho cominciato a cercarla un po' ovunque, alla fine l'ho trovata in bagno appoggiata vicino alla finestra. Menomale che è tutta intatta! Dopo aver pranzato insieme, io e Chani siamo dirette verso le porte dell'edificio per il corso di arte moderna e contemporanea, e il mio cellulare si è messo improvvisamente a suonare.

"Pronto?"

"Amita! Sono Rosayla, dove sei!?"

"Sono nel cortile, tutto bene?"

"Vengo subito lì."

«Va bene, Io..."
Ha messo giù il telefono...

«Tutto a posto?»
Mi chiede Chani.

«Non lo so... Rosayla mi è sembrata piuttosto stressata al telefono.»

«Oh?»

«Mi ha detto che sta venendo qui.»
Aggiungo.

«Ok... Ti lascio, ci ritroviamo a lezione. A dopo.»
Chani ha paura di disturbare... Apprezzo il suo modo discreto di reagire. Ho guardato il cellulare. Spero che Rosayla non tardi. Ho soffiato sulle mani per riscaldare in quanto fa proprio freddo oggi...

«È un'urgenza!»
Rosayla vedendomi si precipita verso di me.

«Rosa? Non ti ho neanche vista arrivare.»

«Ero qui vicino, in mensa. Alexy è rimasto lì.»

«Io però non ti ho vista.»

«Io ti ho vista, eri con Chani e c'era una folla pazzesca.»

«Cos'è questa chiamata misteriosa allora?»
Le chiedo

«Oggi pomeriggio non vado a lezione. Tu hai qualcosa d'importante?»

«Oh, niente solo il corso di Arte moderna e contemporanea, la mia specializzazione, niente d'importante.»

«Ah, allora va bene. Vieni andiamo da Alex!»

«Cosa?! Ma ero ironica. È un corso importante, Rosa...Non mi dici neanche cosa succede! »

«Alexy vuole annullare il suo appuntamento con Morgan.»

«Cosa? E Perchè?»

Dopo la buona riuscita della serata al campus, Alexy e Morgan si sono risentiti e si sono dati appuntamento allo Snake Room, un bar nella zona, questa sera. A quanto pare suoneranno i Crowstorm, un nuovo gruppo rock che sta facendo successo.

«È angosciato, si dice che non è fatto per una storia di questo tipo, ha paura di balbettare e di mandare tutto all'aria, e che quindi sarebbe meglio non andarci.»

«A questo punto?»
Non mi aspettavo che Alexy fosse così preoccupato...

«Ti propongo di andare a fare shopping adesso così ci sarà meno gente. E di passare l'inizio della serata insieme, per non lasciare Alexy solo a tormentarsi per niente.»

«Ehm... Ok, non c'è problema.»
Mi dispiace perdere la lezione del professor Zaidi, ma non posso lasciare Alexy da solo!

«Sei grande!»

«Non mi va di lasciare Alexy in questo stato. Se mi dici che è importante, ti credo.»

«Lo è. Vieni, andiamo a prendere il nostro cavaliere sofferente. »
Rosayla mi ha preso per mano, incamminandoci verso la sala mensa dove abbiamo trovato Alexy imbronciato seduto su uno dei banchi.

«Eccolo!»

«È Amita, la tua soluzione?»
Chiede Alexy

«Di cosa stiamo parlando esattamente?»
Chiedo, non riuscendo a collegare.

«Rosayla mi ha proibito di muovermi dicendomi che sarebbe tornata con la soluzione a tutti i miei problemi.»
Risponde Alexy. Ho guardato Rosa che mi ha fatto cenno di parlargli.

«È vero che non vuoi andarci stasera?»

«Non avrei dovuto dire niente. E disdire all'ultimo momento.»
Risponde Alexy.

«Hai paura di impegnarti.»
Aggiunge Rosayla.

«Cosa?»

«Preferisci lasciar perdere prima ancora di provare perché hai paura di essere lasciato se ti metti con lui.»
Forse Rosayla è un filino troppo diretta.

«Te l'ho già detto Rosa, ti proibisco di utilizzare i tuoi corsi di psicologia con me.»
Risponde Alexy un po' turbato.

«No, quello che Rosa vuole dire, è di smettere di dubitare di te stesso adesso che hai finalmente quello che volevi. »

«Appunto!»
Conferma Rosayla, incoraggiandomi.

«Wow Amita, non ti ho mai vista usare questo tono.»

«Se uso questo tono è perché la cosa è seria! Sto saltando il corso più importante perché ho accettato di andare a fare shopping e di fare tutto quello che posso per impedirti di fare una sciocchezza. Quindi AVANTI! »

«Ma...»

«Non ci sono ma Alexy.»

«È esattamente quello che volevo dire.»
Aggiunge Rosayla, fiera e contenta.

«Sei diventata davvero troppo prevedibile per me.»

«Posso anche sorprenderti! Dai, su! Gratificarsi in una boutique carina, aiuta a schiarirsi le idee. Allora andiamo!»

«Sinceramente Alexy, è andata benissimo l'altra sera... Non vedo per quale motivo dovrebbe essere diverso questa volta.»
Gli dico

«L'altra sera c'eravate voi per parlare e animare le cose. Questa volta avrò tutto il tempo che voglio per ridicolizzarmi solo di fronte a lui.»
Ammette Alexy, un po' intimidito.

«Bene, ne ho abbastanza, rimugini sempre sulle stesse cose da stamattina. Basta così, sono arrivata al punto di non ritorno, non hai scelta.»
Rosayla ci ha afferrati tutti e due per il polso e ci ha fatto uscire dalla mensa.

«Perché trascini anche me per il polso? Non ho fatto niente di male.»

«Per evitare che tu cambi idea e scappi in aula magna.»
Risponde Rosayla, mi conosce troppo bene!

«Ah... Ma no, non avrei mai...»
Cerco di negare come meglio posso.

«Proprio così, certo!»
Mi conosce bene, la streghetta!
Siamo andati a fare shopping. Ne ho approfittato per prendere anch'io un vestito per il concerto.

Mi è dispiaciuto perdermi la lezione del Professor Zaidi, ma questo completino mi piace un sacco! Abbiamo continuato fino a che non ci siamo divisi per prepararci per la serata che ci attende! Mi sono organizzata con Chani per andare al concerto insieme. Come ho visto poco fa nel manifesto, il cantante dei Crowstorm è proprio Castiel! Un'altro vecchio compagno del liceo! Non mi aspettavo davvero di ritrovare così tanti di loro, sembra di essere l'unica che aveva lasciato la città...Sono felice che Castiel sia riuscito a realizzare il suo sogno! Al liceo suonava spesso con Lysandro. E adesso eccolo qui, in una band! Il concerto è stato straordinario, la gente non faceva altro che urlare il nome di Castiel e ballare come se non ci fosse un domani!


Vedendo l'ora molto tardi, io e Chani ci stiamo dirigendo per tornare a casa dal concerto.

« Un appuntamento con un tipo che confonde Alice Cooper e Alice in Chains? Io? Non se ne parla proprio.»
Mi racconta Chani. Stavamo parlando del tipo ideale, a quanto pare qualcuno ci stava provando con lei.

«Ahahha, avrei dovuto aspettarmelo. Finirai per trovare la persona giusta.»

«Però adesso torno a casa... Ho freddo, e una voglia matta di continuare a leggere il mio nuovo libro sotto le coperte.»
Mi dice, continuando a dirigerci verso l'entrata dell'università.

«Penso di aver avuto abbastanza emozioni per stasera anch'io.»

«Dai, andiamo.»

Che freddo... Abbiamo accelerato il passo verso l'università. Ho rabbrividito. Più cammino, e più fa freddo... Che freddo da queste parti!

«Amita, Chani?»
Alzo la testa.


«Buonasera, professore.»
Non mi aspettavo di incontrare il Professore Zaidi.

«Buonasera!»
Saluta anche Chani, anche lei un po' sorpresa.

«Siete state anche voi al concerto?»
Ci chiede il Professor Zaidi.

«Si. Ma come fa a saperlo?»
Chiedo

«Perché ho l'impressione che ultimamente non si sia parlato d'altro!»
Risponde il professore.

«Scusate ma sono davvero stanca, vado...»
Risponde Chani.

«Sei sicura? Aspettami ti accompagno...»
Le dico.

«Non ti preoccupare, ci si vede in settimana. Buonasera, professore.»
Risponde Chani.

«Buonasera, Chani.»
Il Professore la saluta. E anche mentre andava via, Chani ha continuato a fissare il cielo...

«Scusami, non avrei voluto interrompervi...»
La voce del professore mi riporta sulla terra.

«Non si preoccupi, Chani è fatta così.»

«Insomma, per tornare al concerto, ne parlavano tutti, anche i professori!»
Risponde il Professore cambiando l'atmosfera della conversazione.

«Davvero?»
Chiedo

«Non bisogna pensare che noi professori, dall'alto delle nostre cosiddette alte sfere, non abbiamo gli stessi interessi che avete voi.»

«Ahaha!»
Non sapendo come reagire ho fatto una piccola risatina.

«Sta tornando a casa, quindi? Ho proprio l'impressione che siamo destinati a incontrarci al di fuori di un'aula...»

«Si direbbe, già...»

«A proposito... Visto che ne parliamo, ho notato che era assente oggi pomeriggio...»

E adesso?

«È vero, ho intenzione di recuperare la lezione il prima possibile nel week end. Di cosa si trattava esattamente? »
Chiedo, cercando di deviare un po' il discorso.

«Dell'assenza.»

«Ahah, che strano. Ma seriamente?»
Chiedo, scettica.

«Il caso non esiste, non è vero... ?»

«Era questo davvero?»
Non pensavo che fosse serio...

«Si. Ho sollevato la questione: in che modo il sentimento d'assenza è stato introdotto nelle opere recenti? Come far sentire attraverso un oggetto presente il fenomeno dell'assenza»
Aggiunge Zaidi, parlandone in maniera appassionata. Si vede proprio che gli piace la sua materia.

«Interessante!»
Gli dico

«Vero? Io trovo che il professore se la cavi piuttosto bene nella scelta degli argomenti.»

«Non vorrei offenderla, ma "il professore" parla di sé alla terza persona.»

«Per di più lei ha il senso dell'umorismo!»

«Mi capita, ahah...»

«I miei studenti sono decisamente molto migliori di me. Peccato che la migliore di loro si sia fatta passare per malata oggi»

La migliore? Sono arrossita immediatamente.

«Non arrosisca, è qualcosa che dico a tutti i miei allievi per fare in modo che non saltino le lezioni.»
Aggiunge. Questa frase ha solo peggiorato le cose, e mi sono messa a ridere imbarazzata...

«Ogni volta che ci incontriamo è sola in strada e fa buio. Cerca in ogni caso di essere prudente...»
Mi dice, guardandomi questa volta serio.

Ho tirato fuori il flaconcino spray al peperoncino che avevo in borsa da quando me l'ha regalato.

«Ha ancora il nastrino! Vuol dire che non ha avuto bisogno di usarlo.»

«Già, mi piaceva il tocco design, e non ho avuto il coraggio di toglierlo.»

«Mi auguro che conserverà il nastrino e che continuerà a rimanere intatto nella sua borsa.»

«Qui non c'è da temere, sono all'interno del campus.»

«Non si sa mai su chi ci si può imbattere.»
Risponde il professore.

«Per il momento, mi imbatto solo in lei. Quindi sono piuttosto tranquilla.»

«Ma io compreso. Lei non sa veramente chi sono...»

«Ma sono disposta a scoprirlo...»

Sono stata un po' troppo diretta, questa volta. Mi sono morsa la lingua, dandomi interiormente dell'ochetta. Che diavolo sto facendo? È il mio professore!

«Anch'io, io... Mi piacerebbe saperne di più su di lei... Lei mi intriga Amita, è speciale.»

Il mio respiro si è fermato di colpo. Ho sempre saputo che era diverso. Non ho mai parlato con un prof. come parlo col Professor Zaidi. Ho pensato che tutti provassero la stessa cosa con lui. Però c'è questa elettricità costante che ci unisce quando siamo uno di fronte all'altro. E adesso lo so, non è un'illusione della mia mente. È reciproco.

«È lei che è speciale... Signore.»
L'ho pronunciato quasi sussurrando. Ci osserviamo come se ci vedessimo solo ora. Siamo in sintonia, lo sento, anche lui lo sente. Quando parliamo, tutto è facile, scorrevole. E poi il fatto di imbatterci regolarmente l'uno nell'altra... Non è banale.

«È assai... Sorprendente. Ho sempre avuto voglia di farle uno scanner della sua mente per sapere a cosa pensa. Come adesso, in questo momento preciso.»

«C-che vuol dire...?»
Inciampo sulle parole. Non riesco a staccare il mio sguardo dal suo.

«Lei mi dà l'impressione di analizzare continuamente ogni frase che pronuncio.»
Il suono della sua voce si è affievolito sino a diventare un sussurro...

«E questo... Ha destato la mia curiosità fin dal primo giorno. Ho voglia di sapere... A cosa pensa adesso, in questo momento?»
Aggiunge.

Ho esitato prima di rispondere ma le parole mi sono uscite ancora prima che potessi fermarle

«Penso a lei...»

Ho guardato le sue labbra.

«A me...?»
Chiede

«È così. Penso a fare e a dire cose che non dovrei né fare né dire.»

«Anche quello che sta dicendo non dovrebbe uscire dai suoi pensieri... In regola generale.»
Mi risponde.

«Lei sta facendo la stessa cosa.»
Ribatto

«Lo so, io... Non avremmo mai dovuto toccare questo argomento sono io, che... Sono un irresponsabile. Sarebbe meglio che noi...»
Ho la sensazione che siamo uniti da un filo sottile come un capello e che uno di noi rischi da un momento all'altro di rompere questo legame così fragile. Ho espresso oralmente questa sensazione di stretta allo stomaco ogni volta che lo vedevo... Questa sorta di attrazione costante che provo... Capisco cosa succede senza afferrare davvero quello che provo. Non sono innamorata... Ma sono in una specie d'ebullizione continua quando lo vedo, fa parte di me... E adesso so di non essere la sola a provare questo... Si è passato una mano nei capelli un po' nervoso.

«È meglio che lei torni in camera. La lascio.»
Ha voluto passarmi a fianco, e sfiorandomi, la sua mano ha accarezzato la mia senza volerlo.
Ho trattenuto la sua mano. Se se ne va adesso, non torneremo più sull'argomento.

«No, non avremmo dovuto. Davvero. Siamo già andati troppo lontano. Sono il suo professore.»
Ha liberato la mano dalla mia stretta.

E si è allontanato in fretta verso l'uscita dell'università.
Quello che è appena successo è irreale. Ho improvvisamente preso coscienza del luogo in cui ci trovavamo e delle persone che avrebbero potuto osservare il nostro incontro. Ho alzato la testa. Nessuno, il luogo è vuoto. Io... Che cosa è successo?
Al mal di pancia è subentrato il panico. Il mio prof, è il mio professore... Amita, è un professore! Ho scosso la testa come per scacciare il ricordo di quello che è appena successo. Ancora affannata, sono corsa a gambe levate fino ai dormitori. Questa serata è stata... Strana. Ho rivisto le immagini scorrere nella mia mente di quello che era appena successo con il professore... Ho stretto le coperte tra le braccia inspirando profondamente.
Dormi Amita, dormi!

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