Capitolo 8: Un segreto a fin di bene.
Dopo un quarto d'ora il cameriere portò le pizze ai ragazzi. Noah corse subito a tavola appena sentì l'odore della sua pizza preferita.
Quando finirono di mangiare, decisero di fare un giro in zona, portando con loro le lattine di Coca-Cola.
Fenrir bevette la sua lattina in meno di un minuto. Improvvisamente Fenrir non riuscì a trattenere una cosa abbastanza sgradevole.
-"FENRIR! STIAMO PER STRADA, NON PUOI FARE QUESTE COSE!"-
Urlò sua sorella Ashley. Fenrir rispose:
-"Ashley...è naturale emanere gas dalla bocca."-
Ashley lo guardò con un'aria abbastanza infuriata, invece Fenrir e tutti gli altri ridevano a crepa pelle.
Si era fatto tardi ormai, così ognuno tornò a casa.
Noah non ebbe nemmeno il tempo di mettere un piede in casa che si ritrovò la madre di faccia che gli chiese:
-"COM'È ANDATA?! Raccontami tutto!"-
Noah era stanco, quindi le disse che le avrebbe raccontato tutto domani.
Dopo una bella doccia, aver lavato i denti e messo un comodo pigiama, Noah si gettò sul letto. Aprì le tende della finestra, chiudendo i vetri. Prese il suo diario segreto e scrisse un'altra pagina:
-"Caro Diario,
Oggi è stata una bella giornata...anzi, bellissima. Tralasciando il pomeriggio e la serata trascorsa, c'è una cosa che non riesco a levarmi dalla testa, una domanda: perchè Fenrir mi ha...baciato? Forse l'ha fatto per divertimento, o perchè mi voleva prendere in giro...sono così confuso, ma il vero problema è...E SE LO SCOPRISSE MIA MAMMA?! No...non posso permettere che accada. Dice spesso che se avesse un figlio del genere, resterebbe delusa...ma io non voglio deluderla. Forse non è una buona scelta stare con Fenrir...ma lui è simpatico e, con i suoi modi, è dolce. Forse è lei che ha un'opinione sbagliata...o sono io ad essere sbagliato...
Scusami, caro diario, se ti do fastidio con i miei problemi adolescienziali e l'inchiostro che rovina le tue pagine...ma ne avevo bisogno. Domani ritornerò e continuerò a scrivere, raccontandoti tutto. A presto, mio prezioso diario."-
E così che, Noah, concluse un'altra pagina del suo diario di cui nessuno ne sapeva dell'esistenza, a parte lui.
Rispose il suo diario in un posto sicuro, così che la mamma non lo avrebbe potuto leggere. Non chiuse nemmeno le tende della finestra che s'addormentò sull'istante.
La mamma entrò in camera, vide le tende aperte. Per evitare che Noah sentisse tanto freddo le chiuse. Rimboccò le coperte al giovane e andò in camera sua. Prima di addormentarsi, la mamma, guardò come ogni sera la foto del suo amato.
-"È bello avere le ali. Sono belle le nuvole, soffici. Sei libero, amore mio."-
Disse la mamma con gli occhi lucidi, accarezzando la fotografia che si trovava sul comodino accanto a lei.
Sistemò il crocifisso che si trovava sul lato in cui dormiva suo marito e cadde in un profondo sonno.
Il Sole iniziava a sorgere. Ed ecco che quella maledetta sveglia di Noah suonò.
In pochi minuti Noah era pronto. Con i suoi inconfondibili capelli spettinati e il cerotto sulla guancia destra per coprire una cicatrice.
-"Mamma, vado a scuola!"-
Disse Noah alla madre. Lei gli augurò una buona giornata, mentre sorseggiava il suo caffè mattutino.
Noah arrivò sotto scuola, in anticipo di venti minuti.
Appena vide Fenrir non potè fare a meno di saltargli sulle spalle. Fenrir si mise molta paura, prese la riga dal suo zaino e "minacciò" Noah in modo scherzoso.
-"NON TI PERMETTERE PIÙ...MI HAI FATTO METTERE UNA CAZZO DI PAURA..."-
Disse Fenrir a Noah.
Intanto Ashley chiaccherava con Rouge
-"Mio padre dice a me e a Fenrir che non dobbiamo fidarci di Noah...tu che ne pensi?"-
Disse Ashley e Rouge le rispose:
-"Nah, lui sembra un tipo affidabile. Tuo padre crede che tutti gli umani siano uguali...ma non è così. Anzi, lui è...diverso."-
Ashley era confusa:
-"Perchè diverso?"-
Rouge cercò di spiegarle:
-"Se fosse stato come gli altri, non avrebbe mai voluto fare amicizia con noi. E poi nemmeno i miei si fidano di lui. Eppure non lo conoscono nemmeno di volto o di carattere. Per loro è sbagliato il fatto che sia un umano...perchè dovremmo essere tutti uguali? Lui è fortunato ad essere diverso da noi. È unico."-
Ashley comprese le parole di Rouge, quindi disse la sua:
-"Le persone tendono a scartare chi è diverso. Immagina se fossimo tutti quanti uguali, normali. Niente più avrebbe senso."-
A Rouge le piaceva il modo di vedere l'argomento di Ashley. La guardò e sorrise.
Suonò la campanella, era ora di entrare e di cominciare la giornata scolastica.
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