Capitolo 17: La festa.
Arrivò ancora una volta mattina. Di nuovo Noah si svegliò, si preparò e andò a scuola.
Mentre aspettava che giungevano le otto, vide di nuovo il ragazzo che lo aveva preso in giro. Era tutto solo, mentre gli altri erano insieme.
Noah si avvicinò a lui.
-"Ehi..."-
Il ragazzo fece finta di sorridere, intanto guardava gli altri che erano in compagnia.
-"Vieni anche tu, se ti va."-
Noah lo invitò ad unirsi con lui e gli altri ragazzi del loro gruppo.
-"No, grazie...sto bene da solo."-
Disse il ragazzo.
-"Perchè dovresti avvicinarti a me dopo quello che ti ho detto? Ha ragione quel Fenrir...il vero problema sono io."-
Noah lo guardò, ascoltando quello che diceva. Ma lui non si arrese. Si sedette accanto a lui:
-"Perchè mi hai detto quelle cose? Ci sarà un motivo."-
-"Avevo bisogno di sfogarmi...anche se l'ho fatto in una pessima maniera. Però il lato positivo è che almeno qualcuno mi ha ascoltato."-
Noah lo guardò sorridendo, come se già avesse capito.
-"La tua famiglia ti ritiene un problema?"-
-"Sei fin troppo intuitivo...comunque, sì."-
Noah si alzò, gli afferrò i capelli e lo trascinò verso il solito gruppo.
-"Ragazzi, lui è...aspetta, qual è il tuo nome?"-
Fenrir lo guardò in mal modo, ma stette in silenzio ad osservarlo.
-"M-mi chiamo Peter..."-
Fenrir continuava a fissarlo.
-"Cosa vuoi?"-
Fenrir faceva dei movimenti che davano un'impressione che volesse menarlo, ma Ashley lo teneva a bada.
-"Io? Niente...mi ha portato l'umano qui..."-
-"Bene, adesso ci tenevo a dirvi che è un nostro nuovo amico!"-
-"Noi...a-amici?!"-
-"Ehm...sì!"-
Peter non credeva a ciò che sentiva. Qualcuno che l'aveva perdonato nonostante tutte le sue cattive gesta...
Fenrir continuava a fissarlo, in silenzio.
Ecco che a interrompere il momento ci fu la campanella che suonò.
Tutti gli alunni entrarono in classe, pronti per svolgere la lezione. Invece del professore, però, entrò la preside.
-"Buongiorno ragazzi. Buongiorno amore di mamma!"-
Sky divenne rossa dall'imbarazzo, mentre tutti gli altri fecero una piccola risata.
-"Oggi sono qui per comunicarvi che domani sera, alle ore sette e mezzo, si darà una festa per dare un po' di divertimento agli alunni e ai professori, oltre alla disciplina e all'educazione. Ovviamente sono tutti invitati alla festa. Detto ciò, ci incontreremo domani, buona giornata!"-
-"Buona giornata, Signora Preside."-
Ormai in classe non si parlava di altro. Erano tutti emozionati per la grande serata. Le ragazze si davano consigli su come vestirsi, alla fine decisero di prepararsi insieme. E altrettanto i ragazzi.
-"Allora...domani, dopo la scuola, tutti dritti a casa di Noah! Perchè a casa mia c'è mia sorella con le sue amiche."-
Disse Fenrir a Noah, John e Peter.
-"EHI! PERCHÈ PROPRIO A CASA MIA?!"-
-"Beh...perchè tua mamma è molto gentile, quindi possiamo chiederle anche dei consigli."-
Noah accettò, anche perchè sapeva che per Joey non era un problema.
-"Allora domani dobbiamo invadere casa tua come dei babilonesi subito dopo la scuola?"-
Chiese John, sarcasticamente, per precisare.
-"Sì, esatto."-
Rispose Noah.
Passò un'altra giornata, come tutte le altre.
Quando giunse sera Noah prese di nuovo il suo diario:
-"Caro Diario,
Forse quel mio pensiero di essere un problema è sbagliato.
Con quel bullo ho stretto amicizia, si chiama Peter. Aveva solo bisogno di capire che non tutti lo odiano.
Stanotte le stelle m'incantano, come al solito. La luna mi ricorda un sorriso.
Ora ho sonno, ma domani scriverò di nuovo, come ogni sera.
A domani, amico mio."-
Noah concluse ancora una volta una pagina del suo diario, chiudendo gli occhi e dimenticando la finestra aperta.
Arrivò il mattino seguente. Noah era felice per la festa che si sarebbe tenuta quella sera. Si preparò e corse a scuola.
Come ogni volta saltò sulle spalle di Fenrir, dandogli un bacio sul viso.
-"Dovrò fare un controllo alla schiena."-
Disse Fenrir scricchiolando le ossa.
Ed ecco che suonò per l'ennesima volta quella campanella.
Si sedettero a quei soliti posti, intanto Fenrir si lamentava della professoressa di Arte.
-"E vedi se si sta un po' zitta...mamma mia, quanto parla!"-
-"Fen, calmati. Purtroppo è il suo lavoro rompere le scatole."-
Fenrir non vedeva l'ora di arrivare alle due ore successive, in cui c'era il professor Smith.
Passò molto lentamente la prima ora, ma finalmente arrivò in classe quel fantastico professore che quasi tutti amavano.
Fenrir ascoltava il signor Smith con molta attenzione, mentre Noah pian piano chiudeva gli occhi dalla noia.
Finì la giornata scolastica e tutti i ragazzi andarono a casa di Noah.
-"Mamma, loro sono dei miei amici, John e Peter."-
-"Ciao ragazzi. Prego, accomodatevi."-
Dopo aver mangiato e ripassato degli argomenti, si diedero una bella sistemata per la festa.
Fenrir aveva un giacca scollata, Noah non riusciva a guardarlo talmente che era bello per lui.
-"Adesso dovresti guardarmi."-
Disse Fenrir ridendo. Noah divenne rosso dall'imbarazzo.
Come se già non lo fossero, Noah si spettinò ancor di più i capelli.
Intanto le ragazze erano a casa di Ashley. Rouge indossò una maglia corta con una minigonna, Ashley non riusciva a toglierle lo sguardo di dosso.
Sky si mise un semplice vestito, perchè non voleva essere guardata molto.
Ashley volle attirare l'attenzione di Rouge con un vestito molto attillato e scollato.
-"Ashley, ma tuo padre dov'è? Ora che guardo meglio intorno noto che non c'è."-
Chiese Rouge.
-"È a lavoro, come sempre..."-
Disse Ashley mettendosi il mascara e il lucidalabbra al gusto ciliegia, il suo preferito.
Rouge prese di nascosto anche lei il lucidalabbra e lo mise sulle sue labbra con lo stesso pennellino che aveva usato Ashley.
Quando entrambi i gruppi finirono di darsi una bella sistemata s'incontrarono a scuola.
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