Si dice che il destino sia scritto nelle stelle, che ognuna di loro sia una vita, una storia, vissuta, consumata fino all'osso e poi finita, eclissatasi nel buio della notte. Una vita che brilla nel suo ricordo, che a seconda degli occhi che la guardano sembra stare sempre al centro del cielo.

Le stelle più luminose si consumano più rapidamente, ma sono in grado di esistere anche per un milione di anni. Il loro destino finale è quello di esplodere oppure di affievolirsi lentamente. Lei però, era durata solo una manciata di mesi al suo fianco, perché chi nasce Sole non può immaginare di vivere come nebbia.

Quel foglio di carta stretto tra le sue mani, bagnato dalle sue lacrime, ne è la prova. Anche le stelle sono capaci di infrangersi, sgretolarsi silenziosamente nel tempo, nello spazio, privando la galassia della loro luce.

Ne stringe i lembi come fossero la sua pelle. Sente il bisogno disperato di sentirla scorrere sotto i polpastrelli, morbida e ferita, bella e maledetta come solo lei sa essere. È come aria che gli viene strappata via dai polmoni, brutale, la necessità di perdersi nei mille vicoli ciechi del suo labirinto.

Legge e rilegge quelle parole come per rifugiarsi nella vana speranza di averle solo sognate. Magari un incubo ricorrente, magari solo i demoni della notte. Batte le palpebre ma sono ancora lì, nero su bianco, impresse come inchiostro ardente ad incenerirlo dall'interno. Lo tormentano.

Lei è tutta lì, stretta in quelle poche righe, aggrovigliata fra le lettere che le compongono, l'incontro delle labbra fra le parole, il respiro durante le pause. È incredibile come tastare semplici fibre di cellulosa possa somigliare tanto alla vista del suo cuore aperto ad un pubblico di cui lui è il solo spettatore.

Daniel vorrebbe accartocciarlo, buttarlo via una volta per tutte, bruciarlo magari, chiudersi quella maledetta porta alle spalle e fuggire via. Ma Althea è ovunque, incastonata di prepotenza nel suo cuore, senza vie d'uscita.

È nelle sue ossa, gli scorre nelle vene, l'unico motivo per il quale appaia ancora sensato innamorarsi perdutamente della notte nella quale lei è dipinta a grandi pennellate.

Doveva solo darle un motivo per vivere, ma non aveva calcolato che lei sarebbe diventato il suo.

Impiega tutte le sue forze per prendere un altro dei mille respiri profondi che si disperdono invisibili nell'aria, poi le ripete ad alta voce, mentre nella mente risuona la sua.

«Ero innamorata del tuo amore per la vita, ma nella mia da amare mi eri rimasto solamente tu».

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Conoscendomi ci saranno veramente pochi di questi spazi nel corso della storia, principalmente perché mi piace che siano i capitoli a parlare anziché l'autrice.

Questo però, è un progetto abbastanza complicato, e soprattutto spero emotivamente d'impatto. È la prima fanfiction “seria” in cui mi cimento, non nel senso che non ci saranno momenti comici (essendo una storia con protagonista Daniel sarebbe il colmo), semplicemente è qualcosa di più complesso rispetto a quanto scritto fino ad oggi.

È una storia che mostra, nella loro amara realtà, i demoni che fanno da ombra alla bellezza dello sport. Essi non tarderanno a bussare alla porta di Daniel, che probabilmente non sarà la migliore versione di sé stesso, ma una lacerata dai segni del tempo che dovrà rifugiarsi in ogni avanzo di amore per la vita che gli rimane.

Althea non è una principessa da salvare, è una vita spezzata a metà, che non vede l'ora di raggiungere la propria fine.

Non è una storia semplice, non racconta di un amore semplice, si tratta di rimettere insieme pezzi mancanti, smarriti da troppo tempo.

Spero solo possiate apprezzarla e coglierne il meglio. Perdonatemi per gli errori, perché ne farò tanti, perché in fondo nella scrittura si è sempre un po' alle prime armi.

Perdonatemi per le incorrettezze, per la perdita, a volte, persino di un filo logico. Non esitate a correggermi, a offrimi i vostri consigli e talvolta anche le vostre critiche purché siano costruttive.

Vi auguro una buona lettura, comunque vada.

Vi voglio bene
💙.