Twenty-three.


TWENTY-THREE.

Olivia

Avete presente quel momento in cui state facendo qualcosa e vorreste davvero concentrarvi su quella cosa, ma continuate a pensare ad altro? Magari ad un episodio a cui non dovreste e non vorreste dare importanza, ma che continua a ripetersi nella vostra mente. A qualcosa che vi è successo e vi continuate a chiedere 'Chissà come sarebbe andata se..?'. Ecco io in quel momento, su quel divano, seduta vicino a Mike, non riuscivo per niente a concentrarmi sul cartone animato che stavamo guardando. Pensavo solo agli occhi di Genn, che ora erano fissi sullo schermo della televisione, ma che un'ora prima erano completamente immersi nei miei.

Era la prima volta che succedeva una cosa del genere e mi aveva messo davvero in soggezione: non era mai successo, in tutte le volte che al parco c'eravamo soffermati a guardarci l'un l'altra, che lo facessimo nello stesso momento. Quel contatto, se così possiamo chiamarlo, tra i nostri occhi, mi aveva provocato un milione di brividi lungo la schiena. Per tutto il tempo avevo desiderato che la ciotola che avevo in mano e che divideva i nostri corpi, non ci fosse, in modo da poter sentire il suo petto contro mio. Per qualche minuto, avevo anche provato ad immaginare le sue labbra appoggiarsi sulle mie, come avevano fatto con Camila quella volta. Era ormai passato un mese, ma niente riusciva a farmi dimenticare quella sensazione.

Quella sua domanda mi rimbombava ancora nella mente, mentre i suoi occhi erano fissi sulle mie labbra, che desideravano le sue come mai avevano fatto prima. Probabilmente se Mike non fosse arrivato in cucina, urlandoci che il film stava per iniziare, sarebbe successo qualcosa, di cui mi sarei pentita poco dopo. Non volevo che Genn mi usasse, non volevo essere una delle tante, non un'altra volta. Il nostro rapporto tra l'altro mi piaceva e non volevo rovinarlo per un mio sciocco capriccio. Genn si era allontanato immediatamente e, dopo aver chiuso gli occhi qualche secondo e scosso la testa, si era voltato verso mio fratello, che aveva uno sguardo confuso puntato su di noi e gli disse 'Andiamo' sorridendo e prendendolo per mano.

Gettai una rapida occhiata a Mike, che aveva le gambe appoggiate sulla coscia di Genn, il sedere sul divano e il busto e la testa su di me che gli accarezzavo lentamente i capelli. Mi passò un attimo per la testa il pensiero che sembrassimo quasi una piccola e giovane famiglia, ma lo respinsi subito, non appena mi accorsi di quanto sembrasse una cosa stupida.

-

"Olivia" sentii qualcuno chiamarmi e scuotermi una spalla

"Mmm" mi lamentai girandomi dall'altra parte

"Oh, Cristo, Olivia per favore" disse la voce questa volta con un tono leggermente più alto e scocciato

Non gli diedi retta e tenni gli occhi chiusi, facendo finta di niente.

"Cosa devo fare per farti svegliare piccola?" sussurrò qualcuno più vicino al mio orecchio

Mille brividi ricoprirono la mia schiena e aprii lentamene gli occhi, per ritrovarmi gli occhi di Genn tanto, troppo vicini.

"Ah, quindi bastava chiamarti così eh?" disse lui sorridendo beffardo

Presi il cuscino che avevo sotto la schiena e glielo tirai in faccia. Risi leggermente quando lui, che era accucciato vicino al divano, perse l'equilibrio e cadde per terra. Mi stiracchiai un po' e poi mi misi a sedere, stropicciandomi gli occhi. Mi guardai attorno.

"Dov'è Mike?" chiesi con la voce ancora impastata dal sonno

"Sta dormendo" rispose semplicemente lui

"Si è addormentato guardando il film?" domandai incredula

Lui amava quel film, era impossibile che non l'avesse visto fino alla fine.

"No, appena è finito l'ho accompagnato in camera e l'ho messo a letto. Non c'ha messo molto ad addormentarsi comunque"

E se il fatto che Mike si fosse addormentato guardando il suo film preferito mi sembava davvero strano, adesso ero ancora più incredula. Mio fratello non riusciva mai, e dico mai, ad addormentarsi se non c'eravamo o io o mia madre o nonna con lui, raramente anche con mio padre, ma solo se se molto stanco. Mi stupiva il fatto che con Genn l'avesse fatto.

"Che c'è?" chiese lui, notando la mia espressione

"Niente, solo che.. Mike non si addormenta se non con me, mamma o nonna di fianco. Sono.. Stupita, tutto qui" risposi alzando le spalle

Genn nel frattempo si era di nuovo messo accucciato vicino al divano e se ne stava a guardarmi. Sorrise, quando gli dissi quella cosa. Mi incantai a guardare il suo sorriso e sorrisi anche io, come se fosse un riflesso.

"Si è fatto tardi" disse lui ad un certo punto

"Che ore sono?"

"Mezzanotte ormai" annuii

Mi alzai dal divano e lui si tirò in piedi dalla sua posizione. Presi il telecomando e mi avvicinai alla tv prendendo il dvd dal lettore e mettendolo nella sua custodia. Mi girai vedendo Genn che si infilava la giacca di pelle che aveva appoggiato quando era arrivato sulla poltrona bianca di fianco al divano.

Mi girai nuovamente, per mettere il film nel mobile che c'era vicino alla tv, ma una volta che mi voltai ancora, per salutare Genn, lui era a pochi centimetri da me. Le sue mani finirono ai lati del mio corpo, sul mobile che era ancora dietro di me.

Avvicinò il suo corpo al mio, mentre io cercavo di mantenere le distanze per non perdere quella poca ragione che mi rimaneva quando ero con lui. Sentii la sua mano sinistra appoggiarsi sul mio fianco destro, alzando leggermente la mia felpa e sfiorò la mia pelle con le sue dita fredde. Trattenni il respiro e mi spinsi ancora di più verso il mobile, anche se ormai lo spazio che avevo a disposizione non era più molto.

"Non voglio fare niente con te Olivia, io.." fece una pausa, in cui io portai lo sguardo a terra, incapace di reggere il suo "Muoio solo dalla voglia di baciarti" sussurrò piano, quasi come se non volesse dirlo o sentirsi mentre lo faceva

Riportai lentamente gli occhi nei suoi e probabilmente nei miei si rifletteva la voglia che avevo di sentire la sua bocca premere contro la mia, dato che, dopo aver sentito quelle parole, persi anche quella poca razionalità che mi era rimasta.

Si avvicinò ancora di più e quella volta le sue labbra si poggiarono finalmente sulle mie. Mi sembrava quasi impossibile che stesse succedendo davvero. Niente ci aveva interrotti e Genn stava finalmente baciando me. Non Camila, non qualsiasi altra ragazza, ma Olivia.

Sentii una mano sfiorarmi la guancia con delicatezza, mentre le sue labbra si muovevano lentamente sulle mie. Appoggiai entrambe le mani sul suo petto, stringendo leggermente la sua maglietta nei miei pugni, per tenerlo stretto a me. Non volevo che quel momento così perfetto finisse, mi sentivo bene come mai mi ero sentita prima.

Sentii la sua lingua cercare di farsi spazio tra le mie labbra, così le aprii leggermente, per rendergli l'accesso più facile. La sua lingua cercò la mia per poi cominciare con essa una danza che diventava sempre più veloce e passionale, così come stava crescendo l'intensità del nostro bacio.

La sua mano sinistra si fece spazio sulla mia schiena, al di sotto della felpa che portavo, cominciando a salire lentamente sulla mia schiena accarezzandola. Mi staccai da lui, colpita da un'improvvisa consapevolezza: forse ero davvero una delle tante per lui e, come avevo già detto, non volevo.

"Genn.." sussurrai guardandolo negli occhi

"Ti prego Olivia, non guardarmi così" disse lui serio

"Perché?" domandai confusa

"Perché tu non sai cosa ti farei in questo momento e tutte le volte in cui mi guardi così" si lasciò sfuggire lui

"Genn ti prego" dissi spingendolo leggermente per farlo spostare

"Tranquilla, come ho già detto, non voglio fare nulla con te Olivia. Sono consapevole del fatto che tu sia vergine e che non voglia farlo" sbottò quasi infastidito

Lo guardai per qualche secondo, mentre un misto di mille emozioni si facevano spazio in me: incredulità, stupore, delusione, eccole poi, la tristezza e la consapevolezza di non essere abbastanza per lui e per altri. Ma non volevo che lui vedesse le mie debolezze, per cui cercai in tutti i modi di far passare anche loro, per lasciare spazio all'unica emozione che mi avrebbe salvata in quel momento: la rabbia.

"Lasciami Genn" sputai guardandolo in cagnesco

"E ora che ho fatto?" chiese lui notando il mio repentino cambio di umore

"Esci da casa mia" sibilai, mantenendo il contatto visivo

"Oliv.." cominciò ma non lo lasciai finire

"Ho detto vattene!" urlai

Mi guardò di nuovo, incredulo, per poi fare esattamente quello che gli avevo detto. Quando sentii a porta di casa mia sbattere, crollai, lasciandomi scivolare con le spalle contro il mobile ed accasciandomi a terra.

Ricacciai indietro le lacrime e mi alzai, prendendo le ciotole e i bicchieri sporchi e portandoli in cucina. Era incredibile come una situazione perfetta potesse precipitare per qualche parola detta nel modo sbagliato. Ma la mia vita era così e ormai ci avevo fatto l'abitudine.

Tornai in salotto per spegnere la luce, quando qualcosa che rifletteva la luce sul divano attirò la mia attenzione. Mi avvicinai per poi vedere un accendino nero. Me lo misi in tasca per poi spegnere la luce e andare a dormire, volevo concludere quella giornata il prima possibile.

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