Twenty-one.
TWENTY-ONE.
Olivia
Dal giorno in cui io e Genn ci eravamo incontrati in quel parco, erano passate più o meno un paio di settimane. Almeno due giorni ogni settimana io e Mike portavamo Bibble in quel parco. La prima volta mio fratello aveva insistito tantissimo, perché voleva rincontrare Genn. Non so come mai, ma quel ragazzo era subito piaciuto a Mike e anche Genn si era affezionato a quel bambino.
Lo avevamo trovato lì tutte le volte in cui vi eravamo capitati, quasi come se fosse un appuntamento, un qualcosa di programmato.
Io e il biondo stavamo seduti sul prato insieme, a parlare del più e del meno, guardando mio fratello e Bibble giocare insieme. Una volta Genn si era unito alla corsa sfrenata che Mike e il mio cane stavano facendo. Il risultato è stato, un Genn per terra, con un'enorme palla di pelo bianca sopra ed un piccolo bambino che cercava in tutti i modi di far alzare Bibble dal corpo del biondo. Ah e una ragazza che rideva a crepapelle appoggiata ad un albero, nonostante il ragazzo continuasse ad implorarmi di aiutarlo.
Genn non mi aveva nemmeno salutata quella volta, prima di tornare a casa, ma poco importava in quel momento ero davvero felice. Stavo davvero bene con quel ragazzo ed era diventato parte della mia quotidianità, una parte che non avrei mai voluto lasciare andare.
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Sussultai quando una persona si sedette di fianco a me su quella panchina grigia ed arrugginita. Mi ero fermata da circa cinque minuti, dopo aver fatto parecchi chilometri di corsa. Ero decisamente fuori forma, era tantissimo tempo che non mi allenavo e sentivo davvero il fiato che mi mancava sempre di più ad ogni passo.
Alzai lo sguardo, per incontrare due occhi color oceano di fronte ai miei. Sorrisi, guardandolo fare lo stesso e tolsi gli auricolari dalle orecchie.
"Ehi" dissi mentre respiravo profondamente
"Ti ho chiamata circa dieci volte, tanto che ho pensato davvero che non fossi tu ad un certo punto" rise
Dio, aveva una risata fantastica, per non parlare dell'espressione che faceva quando rideva: gli occhi si socchiudevano leggermente, facendo in modo che diventasse ancora più difficile vedere l'azzurro che vi era racchiuso all'interno, mentre la bocca si apriva per lasciar uscire un suono dolce e i denti bianchi spuntavano leggermente da quelle labbra perfette.
"Scusami, avevo la musica alta" mi giustificai, dopo averlo osservato abbastanza
Una volta me l'aveva pure detto, che lo osservavo troppo intensamente, ma aveva aggiunto anche che gli piaceva che lo facessi, perché con me si sentiva al sicuro, mentre dello sguardo degli altri aveva paura. Diceva che avevo uno sguardo diverso, non da una persona che giudica, ma solo da una ragazza curiosa, a volte troppo. Una giorno aveva sussurrato "Mi ricordi tanto lei" ma quando gli avevo chiesto di cosa parlasse, mi disse solamente di lasciar stare e di non pensarci, di fare finta di niente, così non indagai.
"Tranquilla, non c'è problema" ci fu un attimo di silenzio, in cui nessuno seppe cosa dire, fino a quando la sua voce non si fece di nuovo spazio tra la quiete che si era creata tra noi "Non sei venuta ieri"
"Già.. Mia nonna ha avuto un problema di pressione ed è svenuta, l'hanno portata all'ospedale e io e Mike siamo andati a trovarla" dissi a bassa voce, puntando lo sguardo davanti a me
"Mi dispiace" replicò portando lo sguardo su di me
Ora era il suo turno, di osservare. Anche a me piaceva quando era lui a farlo. Non lo permettevo a nessuno, se non a lui e ad Alex. I suoi occhi azzurri mi trasmettevano pace e tranquillità.
"Tranquillo è tutto apposto, nulla di grave dice mio padre" guardai l'orologio di sfuggita "Oddio! Ma è tardissimo, scusami Genn ma devo scappare. Mia madre va da mia nonna, papà ha il turno di notte ed Amanda va a dormire da una sua amica. Devo andare da Mike e preparare la cena, scusami davvero" mi alzai in fretta, allontanandomi, senza dargli il tempo di replicare e mi diressi verso casa
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"Oh Olivia eccoti finalmente, dove ti eri cacciata?" disse mia madre
Mi aveva raccomandato di rientrare per le sei e mezza e quando ho guardato l'orologio mentre ero con Genn erano quasi le sette.
"Lo so mamma, scusa, non ho guardato l'orologio e ho perso la cognizione del tempo" mi scusai
"Ho lasciato la pasta fuori per te e Mike, devi solamente cuocerla e preparare il sugo con i pomodorini e la mozzarella che c'è in frigo" disse lei indicandomi le varie cose di cui stava parlando
Sbuffai, notando che mi stava trattando come una bambina: pomodorini già lavati e tagliati, mozzarella già pronta a cubetti e pasta già pesata. Perfino l'acqua nella pentola aveva già preparato! Ok, non ero una brava cuoca ed era risaputo, ma una pasta la sapevo cucinare.
"Noi andiamo" disse avvicinandosi a Mike, seduto sul divano intento a guardare i cartoni animati, per lasciargli un bacio sulla guancia
Diede un bacio anche a me, prima di uscire di casa con Amanda.
"Mike vado a farmi la doccia, tu resta qui a guardare la tv ok?"
Il bambino annuì distrattamente, concentrato su quello che lo schermo pieno di pixel stava trasmettendo.
Salii in camera ed entrai nel mio bagno, dopo aver chiuso la porta a chiave mi spogliai ed entrai in doccia, rilassandomi sotto l'acqua calda.
Chiusi gli occhi mentre il liquido trasparente scorreva sulla mia pelle, lasciandovi una sensazione di calma e tranquillità. Proprio sentendo l'effetto che mi faceva ripensai agli occhi di Genn.
Era incredibile come quel ragazzo fosse quasi costantemente nei miei pensieri, per una cosa o per l'altra. Non volevo che questo accadesse di nuovo, ma in realtà Genn mi sembrava diverso, completamente e anche quello che sentivo quando ero con lui mi sembrava differente, tanto che pensavo che l'amore che avevo provato per Adam, fosse ben lontano da quello che provavo per Genn. Per questo pensavo che ci fosse solo amicizia tra di noi.
Uscii dalla doccia dopo quindici minuti. Vi sarei rimasta chiusa ancora, ma non volevo lasciare Mike da solo per troppo tempo.
Mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo e presi il phon, accendendolo ed asciugandomi i capelli velocemente.
Spensi quell'arnese, quando sentii il suono del campanello. Aprii la porta del bagno e poi molto velocemente anche quella dell'armadio, mentre pensavo a chi potesse essere.
Sentii il rumore di una sedia che veniva trascinata, segno che avessi davvero poco tempo. Mio fratello aveva l'abitudine di guardare dallo spioncino sulla porta prima di aprire, una bella cosa, solo che non era ancora abbastanza alto per arrivare da solo a vedere oltre quel piccolo buco, quindi usava la sedia vicino al tavolino in legno che vi era di fianco alla porta. Il problema era che Mike apriva a chiunque lo stesso dopo aver guardato.
Mi maledissi mentalmente per non aver preparato il cambio sul letto, quando sentii la sedia che veniva spostata nuovamente, la porta che si apriva e un urlo da parte di mio fratello.
Preoccupata al di sopra di ogni immaginazione, aprii la porta e mi diressi al piano di sotto.
"Mike chi cav.." mi bloccai immediatamente, guardando la scena che avevo davanti
Mio fratello appeso come una scimmia al ragazzo, che aveva lo sguardo puntato su di me. Gli occhi azzurri cominciarono a muoversi scorrendo tutto il mio corpo, mentre le sue labbra gonfie si incurvarono formando un ghigno.
Ok quella situazione era a dir poco imbarazzante per me. Nessuno mi aveva mai vista così poco vestita, eccetto Adam. Sentii un calore improvviso invadermi le guance sentendo il suo sguardo bruciare sul mio corpo, ma mi feci coraggio e parlai.
"Genn, che diavolo ci fai qui?"
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