Twelve.

TWELVE.

Olivia

Suonai al campanello, dopo aver percorso il vialetto dell'enorme casa che mi stava davanti. Aspettai impaziente davanti alla porta.

"Olivia" Alex mi aprì la porta guardandomi sorpreso

Io guardai lui. Il suo sguardo si spostò sui cartoni che tenevo in mano e li osservò per qualche secondo, per poi riportare i suoi occhi nocciola su di me.

E poi scoppiammo a ridere entrambi, senza dirci niente.

"Vieni dentro che si freddano e sai che non mi piace la pizza fredda" disse dopo che le nostre risate si furono placate

Entrai e mi diressi in cucina, appoggiando le pizze sul tavolo. Mi girai ed il moro era appoggiato allo stipite della porta a fissarmi.

"Ho parlato con Linda" dissi "Sono una cretina, mi dispiace" continuai abbassando lo sguardo

Alex era l'unico, oltre la mia famiglia e Linda quel pomeriggio, con cui mi scusavo senza fare troppi giri di parole. Solitamente il mio orgoglio mi impediva di formare delle frasi di scuse sensate. Non so come mai con Linda non c'avevo messo molto qualche ora prima, ma meglio così.

"Si lo sei" disse lui portandosi una mano tra i capelli "Ma sei anche la mia piccola Liv e lo so che io sono il tuo grande Alex e che l'hai fatto solo perché eri preoccupata per me" disse scompigliandomi i capelli, dopo essersi avvicinato a me

"I capelli Alex" sbuffai sistemandomeli

"Alex i capelli" mi fece il verso lui aprendo la scatola della pizza e trovandoci dentro la mia

Fece uno sguardo schifato davanti alla mia pizza con patatine e wustel.

"Non riesco a capire come tu possa mangiare questa schifezza, Liv. Seriamente, rovini la pizza così" sbuffò esasperato

Come avevo già detto, Alex veniva dall'Italia, infatti il suo vero nome era Alessio, ma in pochi lo sapevano. Quello che non ho sottolineato è che la sua città di nascita era Napoli e si sa, Napoli è il regno della pizza, per cui per lui quello era come un sacrilegio e me lo ripeteva ogni volta.

"Dici così, ma poi me ne mangi metà" lo presi in giro

Ed era vero: Alex andava matto non solo per la pizza, ma anche per le patatine fritte. Siccome io ero molto più lenta di lui a mangiare, quando io ero ancora a metà pizza solitamente lui l'aveva già finita, così cominciava a rubarmi metà patatine, cosa che mi faceva imbestialire ogni volta.

-

"Comunque come stai?" gli chiesi mentre ce ne stavamo seduti insieme sul divano

Io con la testa sulle sue gambe e sdraiata, mentre lui era seduto e appoggiava i piedi sul suo puff blu. Alla sua destra teneva una ciotola con dentro dei pop corn.

Stavamo cercando un film da guardare quella sera, ma sembrava non esserci nulla di interessante alla tv.

"Sto bene, l'influenza è passata ma è stata davvero tosta. Non so se perché sia durata più del solito o perché sono abituato ad averti intorno più di mia madre quando sono ammalato" disse alludendo al fatto che lo avevo ignorato tutta la settimana

"Finiscila di farmi sentire in colpa Alex" sbuffai incrociando le braccia come una bambina

Lo sentii ridere e quel suono contagiò anche me.

"Posso chiederti una cosa?" domandai titubante, mettendomi a sedere e voltandomi verso di lui

"Certo dimmi pure" rispose, prendendo una manciata di pop corn e portandoseli alla bocca, facendone ovviamente cadere metà

"Sei un disastro" dissi io osservando la scena e ridacchiando "Comunque, tra te e Linda, è seria come cosa? Nel senso, credi che potrebbe funzionare?" domandai curiosa

Non ero gelosa, assolutamente, ma volevo capire che intenzioni avesse Alex, perché quelle di Linda sembravano buone quel pomeriggio.

"Beh.." disse dopo averci pensato un po' su con un'espressione pensierosa "Io spero di si sinceramente. Insomma Linda è una ragazza bellissima, non solo esteriormente ma anche interiormente e credo che potrebbe essere quella giusta per me. È dolce, spontanea e sempre con il sorriso sulle labbra, non giudica mai a primo impatto e cerca sempre il buono in tutti"

"Uguale a me insomma" ironizzai

Alex si mise a ridere ed io lo seguii. Amavo stare insieme a lui, le risate non mancavano mai quando ce l'avevo vicino.

"No, ed è per questo che mi piace. No aspetta, non fraintendere, ma siamo amici da tanto tempo e ho capito che ho bisogno di qualcosa di diverso, ma allo stesso tempo non voglio perdere quello che ho con te perché tu per il ruolo che hai nella mia vita se perfetta, capisci?" Nonostante fosse complicato da spiegare avevo perfettamente capito cosa intendeva

Gli sorrisi tranquillizzandolo.

Avevo sempre avuto questo 'potere' nel capire ciò che Alex intendeva quando non riusciva a spiegarsi ed era questo quello che mi aveva principalmente legata a lui. Perché la cosa era reciproca: lui riusciva a capirmi. Molto spesso non approvava le mie scelte, perché eravamo completamente diversi e così era il nostro modo di affrontare le cose, ma lui capiva sempre il perché delle mie azioni e non mi giudicava, non l'aveva mai fatto.

"Hai intenzione di chiederle di uscire?" domandai prendendo un sorso di tè alla pesca dal mio bicchiere

"Non lo so. Insomma, so di averlo già fatto, anche se mi è andata male quella volta, ma forse è stato meglio così" rispose lui e continuò subito dopo notando la mia espressione confusa "Intendo, non so se riuscirei a stare da solo con lei senza combinare qualche casino. Vorrei prima uscire con lei in compagnia, in modo da poterla conoscere bene, prima di fare qualcosa di cui poi potrei pentirmi"

"Se vuoi, io domani sera vado con David al locale in cui siamo stati l'altra volta, il 'Night Life'. Potresti venire anche tu e chiederle se le va di unirsi a noi. Così ti presento David" sorrisi, fiera dell'idea che avevo appena avuto

"Non sarebbe male, ma come mai esci con questo David?" chiese curioso guardandomi di sottecchi

"Oh, non esco con lui. Domani sera fanno una serata dedicata agli anni '50 e mia sorella e la sua amica Melanie vorrebbero andare, solo che mia mamma, come l'altra volta non la lascia. Quindi Amanda mi ha pregato di accompagnarla, così ho chiesto a David se per caso lui sarebbe andato e mi ha detto di si. Non è un appuntamento, ci sarà anche il suo amico Genn e io avevo intenzione di chiedere anche ad Alicia"

"Sei rossa" esordì lui stupendomi

"C-cosa?" balbettai, sentendo le guance accaldarsi

"Appena hai detto 'il suo amico Genn' sei diventata rossa. Cosa mi nascondi Olivia?" chiese Alex incrociando le braccia al petto

"Niente" risposi bruscamente per poi alzarmi di scatto dal divano

Mi avvicinai alla finestra guardando fuori e strofinandomi il braccio destro con la mano sinistra. I ricordi della notte del sabato prima fecero di nuovo capolino nella mia mente. Solo il pensiero delle sue labbra sulle mie e le sue mani sul mio corpo mi faceva venire i brividi.

"Liv.. Che è successo?"

Lo sentii alzarsi e venire verso di me. Sentivo i suoi occhi sul mio viso, ma continuai a guardare fuori dalla finestra.

"Lui è stato con Camila sabato sera, alla festa della cugina di Alicia" sospirai

"Te l'avevo detto che era pericoloso Liv, devi smetterla con questa cosa" rispose alzando un poì la voce

"Non è pericoloso" sbottai girandomi verso di lui "Solo non smetto di pensarci un attimo, non so cosa mi stia succedendo, ma non mi piace e non voglio vederlo. Però non posso farci nulla Alex, non posso dire semplicemente che non voglio averlo davanti ai miei occhi, perché Olivia non ha avuto nulla a che fare con lui" dissi con tono calmo, ma rassegnato

Lui mi abbracciò semplicemente e in quel momento era l'unica cosa di cui avevo bisogno.


UShugs_

Volevo chiedervi solo una cosa: vi piace la copertina? Io la amo, vi giuro! Ovviamente non è mia ahahah, l'ha fatta sempre lei EchoButch
Detto questo, torno a studiare, alla prossima, M xx

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top