Thirty-six.

Thirty-six.

Olivia

Salii le scale di quel condominio stando attenta a non cadere sulle scarpe che portavo ai piedi, dal momento che avevano un tacco abbastanza alto. Una volta arrivata davanti alla porta dell'appartamento di Genn, mi sistemai bene il vestito rosso scuro che portavo. Si, alla fine avevo deciso di andare. Ovviamente come Camila.

In realtà non ero vestita in modo troppo provocante come al solito, perchè quella sera non avevo molta voglia di stare lì e di andare a letto con qualche ragazzo a caso. Il mio unico obbiettivo era quello di vedere Genn e il suo comportamento.

Non ci sentivamo nè ci vedevamo dalla sera in cui ci eravamo scambiati quel bacio inaspettato e pericoloso, sul terrazzo del 'Night Life', mezzi ubriachi. La serata, al contrario delle mie aspettative, era finita anche troppo bene, non avevamo litigato, avevamo semplicemente fatto finta che non fosse successo nulla, scambiandoci le solite occhiate e anche qualche battuta.

Quella sera avevo deciso di indossare un abito semplice, stretto sul busto e con una gonna a palloncino che arrivava oltre la metà coscia. Speravo di attirare l'attenzione il meno possibile, anche se ero certa che l'avrei attirata comunque. Camila sarebbe stata osservata anche con deli stracci addosso.

Mi ero domandata come mai facesse una festa nel suo appartamento, siccome abitava comunque in un condominio, ma mi risposi quando, in piedi davanti alla porta di legno d'ingresso, non sentivo rumori proverire dall'interno. Per un momento pensai che non ci fosse nessuna festa, ma non appena suonai il campanello la porta si aprì con uno scatto. La spinsi e mi ritrovai catapultata in mezzo alla gente che ballava nel salotto di Genn.

Mi guardai attorno, ma non vidi nessun viso familiare, probabilmente Genn era a bere qualcosa o a fumare, mentre gli altri dovevano ancora arrivare.

Mi diressi in cuicina, volevo bere anche io qualcosa per alleviare un po' la tensione che si era impossessata di me. Presi un bicchiere di plastica dal tavolo e mi avvicinai ad una ciotola nella quale c'era un miscuglio dal colore rossastro. Presi il mestolo e ne misi un po' nel mio bicchiere. Quando riappoggiai l'oggetto nella ciotola per portarmi il bicchiere alla bocca, ebbi una strana sensazione. Come se qualcuno mi stesse osservando. Mi voltai verso destra, ma vidi solamente una massa di persone che si muovevano a ritmo di musica, sotto le luci blu e verdi che illuminavano la sala. Mi girai verso sinistra, ma nulla. Nessuno era in cucina eccetto me. Scrollai le spalle e chiusi gli occhi prendendo un respiro, dicendo a me stessa che dovevo calmarmi altrimenti avrei rischiato di impazzire. Bevvi il contenuto del bicchiere tutto d'uni fiato e lo riappoggiai sul tavolo, decisa ad andare a ballare.

Quando mi girai i suoi occhi mi inchiodarono sul posto. Era appoggiato al frigo con le mani nelle tasche de suoi jeans neri. Non riuscivo a muovermi e quando lo vidi darsi una spinta con le spalle e fare un passo verso di me, sentii la testa girare leggermente. Pensai di aver bevuto troppo in fretta e cercai di autoconvincermi che fosse quello il motivo del mio improvviso mal di testa.

"Ti stavo aspettando" disse quando mi fu abbastanza vicino

Rimasi imbambolata, incantata dai suoi occhi azzurri. Mi stava aspettando? Beh, stava aspettando Camila? In quel momento ricordai la nostra conversazione di qualche mese prima.

"Dovremo rifarlo" aveva sussurrato al mio orecchio, sporgendosi con il viso in avanti

"Non sai che Camila puoi averla una volta sola?" avevo risposto io incrociando le braccia, sempre con un tono basso

"Vedremo" aveva detto lui per poi lasciarmi un bacio sul collo ed unscire dalla stanza

Era incredibile di come ricordassi perfettamente quella conversazione, le sue parole, i suoi gesti e i mille brividi che avevano attraversato il mio corpo per colpa della sua vicinaza.

Non potevo ricascarci però. Dovevo stargli lontana.

"Ah si?" domandai quindi

"Si, morivo dalla voglia di vederti"

Certo. Mi aveva baciato qualche giorno prima, ma giustamente voleva Camila. Come potevo essere stata così stupida? Ero ubriaca certo, ma non avrei comunque dovuto farlo. Genn mi rendeva debole già da sobria, era logico che da brilla gli avrei dato corda. Mi appuntai mentalmente di non bere altro per quella sera, dovevo resistergli e tutto sarebbe andato bene. Era una cosa semplice giusto? Certo. Come no.

"E ora che mi hai vista sei soddisfatto?" domandai provocandolo

"In realtà no" disse avvicinandosi ancora di più e portando le mani sui miei fianchi

"Mi dispiace per te allora. Adesso scusa, ma voglio ballare" dissi togliendo le sue mani dal mio corpo e allontanandomi

Lo vidi abbassare la testa e accennare ad un sorriso. Mi voltai immediatamente e mi diressi in mezzo alla pista da ballo. Vidi in mezzo alla folla la chioma bionda di Alicia con vicino Alex, Linda, Josh e Nathan. Lo sguardo di Alicia si posò su di me e mi sorrise leggermente, senza farsi notare. Io ricambiai debolmente.

Continua la mia strada verso il salotto di Genn, pensando alla nostra conversazione. Sapevo benissimo cosa voleva dire quella sua affermazione e mi serviva tutto il mio autocontrollo per non cedere quella sera, perchè dannazione se era bello.

Mi lasciai trasportare dalla musica e dalle persone che stavano attorno a me. Chiudevo gli occhi, ogni tanto alzavo le braccia, mentre i miei fianchi si muovevano a ritmo e non ne volevano sapere di fermarsi. Non lo fecero nemmeno quando due mani si posarono sopra di essi. Ero convinta che fosse Genn, non poteva essere nessun altro. Quando la stretta però si fece più forte capii che non si trattava del biondo. I palmi di quelle grandi mani fecero pressione sul mio bacino per farmi voltare e, una volta girata, ebbi la conferma dei miei pensieri.

Gli occhi di Nathan si fissarono nei miei, mentre sentivo la sua stretta farsi sempre più salda sui miei fianchi. Sapevo che non sarei dovuta andare a quella festa, ma avevo fatto esattamente il contrario di quello che sapevo benissimo sarebbe stato meglio per me. Come ogni volta d'altronde. Dovevo liberarmi di lui e andarmene. Non riuscivo a sopportare quella situazione.

Tutto peggiorò quando, voltandomi verso la mia destra per rompere il contatto visivo tra me e Nathan, vidi Genn poco lontano da me, con due ragazze avvinghiate a lui. Sembrava quasi impassibile a quello che gli stava accadendo attorno, mentre la rossa che gli stava davanti posò le mani sul suo petto.

E sapevo benissimo cos'era quella cosa che stava crescendo dentro di me, perchè da quando conoscevo Genn era presente sempre più spesso dentro di me. Era gelosia. Ero gelosa di quel ragazzo, perfino quando prima aveva accarezzato la pelle di Camila ero gelosa. Perchè Olivia non era Camila, non era una di quelle due ragazze e per questo la trattava in maniera diversa.

Ero combattuta sul fatto di andarmene o di restare lì con Nathan per farlo ingelosire. Ma mi chiesi come potesse essere geloso lui di Camila. Forse avrebbe potuto esserlo di Olivia, ma anche quella era un'ipotesi abbastanza irreale.

Quella volta optai per la cosa più semplice e che mi avrebbe fatto meno male. Mi liberai della presa di Nathan decisa ad andarmene. Il ragazzo però non ne voleva sapere di lasciarmi e, a giudicare dal suo alito che batteva contro la mia pelle, era anche abbastanza ubriaco.

"Ehi, dove vai?" chiese trascnando le parole

"Scusami devo andare" cercai di liquidarlo in fretta

"Eh no, dovresti fare prima qualcosa. Avanti, voglio vedere cosa sa fare la famosa Camila" disse tirandomi verso il suo corpo per farmi sentire quando mi volesse

"Non posso, davvero me ne devo andare" mi liberai dalla sua presa lasciandolo in mezzo alla massa

Presi la giacca che avevo lasciato in cucina e mi diressi verso la porta. Prima che riuscissi ad aprirla però una mano ci si appoggiò sopra, impedendomi di uscire. Mi volta. Pessima scelta.

Nathan torreggiava con la sua altezza su di me. Appoggiò anche l'altra mano sulla porta dietro la mia schiena, schiacciandomi poi con il suo corpo contro di essa.

"Senti puttanella, ora farai quello che dico io chiaro?" sibilò a denti stretti

In cosa mi ero cacciata? Prese la mia mano e la posò su di lui.

"Senti" disse gemendo "Devi rimediare"

Scostai la mano velocemente. Avevo la nausea. Ero tornata la timida Olivia di sempre, ero debole.

"Per favore lasciami" dissi cercando di liberarmi dalla sua presa, spingendo le mie mani sul suo petto

Niente da fare. Era molto più forte anche nelle condizioni in cui si ritrovava a causa del troppo alcool che circolava nel suo corpo.

"Stai ferma cazzo" urlò, stringendomi il viso con una mano

Mi stava facendo dannatamente male. Non ce la facevo più, volevo solo andarmene da lì.

"Mi.. mi stai facendo male" dissi debolmente

"Non me ne frega un cazzo, ora tu.." cominciò ma venne interrotto

"Lasciala stare" 

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