Thirty-eight.

THIRTY-EIGHT.

Olivia

Sentii il corpo di Genn appoggiarsi di fianco a me sul materasso, mentre il mio sguardo era ancora fisso di fronte a me. Restai immobile, finchè non realizzai del tutto cosa era appena successo. Mi alzai di scatto, raccolsi il mio reggiseno da terra e me lo infilai, facendolo seguire dalle mie mutande, il tutto dando le spalle al biondo ancora sdraiato sul letto.

"Cosa fai?" domandò lui

Sentivo il suo sguardo bruciare sulla mia schiena nuda, ma non mi voltai.

"Non mi era mai successo" risposi, aggrappandomi all'ultima speranza

"Cosa?" chiese lui

"Che qualcuno dicesse il nome di un'altra mentre faceva sesso con me" tentai

Lo sentii ridere. E quello bastò per avere la conferma che non volevo.

"Smettila di fingere"

Sentii Genn alzarsi a sua volta e quando trovai il coraggio di gurdarlo per capire se fosse serio, aveva addosso i boxer e mi guardava. Ruppi immediatamente il contatto visivo con lui e mi avviai verso il bagno della camera.

"Olivia" lo sentii chiamarmi

Entrai velocemente nel bagno, ma evidentemente non fui così rapida, dal momento che quando feci per chiudere la porta, lui mi impedì di farlo.

"Olivia, per favore" il suo tono di voce era indecifrabile

La sua sembrava una supplica a farlo stare con me, per quale motivo poi? Ma allo stesso tempo era duro e freddo, come se davvero non gliene fregasse niente.

Capendo che ormai non sarei riuscita a rifugiarmi in quella piccola stanza, mollai la presa sul legno bianco e gli permisi di aprire la porta del tutto.

"Pensavi davvero che non lo sapessi?" chiese, quando più niente separava i nostri corpi l'uno dall'altro

"Perché non me l'hai detto?" domandai guardando in basso

Mi sentivo in imbarazzo. Eravamo entrambi in intimo e non importava se avessi il trucco, la parrucca e nemmeno quello che avevamo appena fatto era rilevante. Lui sapeva. Sapeva chi ero. Ed era una delle ultime persone che avrei voluto lo scoprisse. Mi aveva stupito, e non poco. Ma ancora di più mi lasciò spiazzata la sua risposta alla mia domanda.

"Avresti scopato come me stanotte se te l'avessi detto?"

La durezza con cui pronunciò quella frase, mi fece male più di ogni altra parola che mi avesse detto. Voleva solo scopare con me allora. Mi aveva difesa da Nathan solo per quello. Pensavo gli importasse, pensavo che quelle cose che mi aveva detto le pensasse davvero, ma non era così evidentemente. Ero cascata nella sua trappola e lui lo sapeva. Beh avrei imparato a non interessarmi delle persone che per me non andavano bene.

"Fanculo Genn" sibilai con rabbia

Lo superai con l'intenzione di prendere le mie cose e tornarmene a casa, ma il mio polso venne bloccato dalla sua mano e la mia schiena venne ben presto a contatto con il muro freddo.

"Non ho finito dolcezza" disse con lo stesso tono precedente "Tu credi che io ti abbia chiesto di uscire solo per scopare con te vero?" portò le sue mani ai lati della mia testa

"L'hai appena ammesso tu stesso" risposi duramente, fissandolo negli occhi

"Frena piccola" ridacchio e io sentii un brivido lungo la schiena nel sentire come mi aveva appena chiamata

Continuai a guardarlo, pensando a cosa avrebbe voluto dirmi in quel momento.

"Se avessi voluto solamente scopare con te o Camila, non credi che me ne sarei stato zitto?" continuò lasciandomi un attimo perplessa

Ci pensai su un secondo. In effetti non aveva tutti i torti: Camila aveva già ceduto la seconda volta e sapeva che avrebbe ceduto altre mille volte se si fosse presentata l'occasione, perchè Camila ero io. Ed io ero debole quando si trattava di Genn e lui lo aveva capito da un pezzo, probabilmente.

"Te l'ho detto perché voglio che tu sappia che puoi fidarti di me Olivia" disse togliendomi quella parrucca fastidiosa

I miei occhi si persero nei suoi e accadde quello che non succedeva da tempo: ci stavamo scritando a vicenda, incapaci di smettere di scavare nell'anima dell'uno e dell'altra. E mi piaceva, perchè era una cosa nostra. Di Genn e Olivia.

"Quando sono venuto qui dentro, avevo intenzione di dirtelo. Volevo farlo qui, in pace, lontano da tutto e da tutti, perchè volevo pararne con te. Ma poi.. Io sono non so che mi prende quando si tratta di te, non so controllarmi Olivia. Ho ceduto alle tue labbra e al tuo corpo. Avevo paura che fosse l'ultima volta e sono stato egoista"

E in quel momento capii una cosa anche io: Genn era la mia debolezza, ma io ero la sua. Olivia era la sua debolezza.

La sua mano trovò la mia guancia e la accarezzò dolcemente, facendomi chiudere gli occhi. E senza accorgermene le sue labbra si posarono sulle mie con dolcezza. Erano titubanti, quasi come per paura che io lo rifiutassi. E forse avrei dovuto farlo, ma al diavolo, avevo appena ammesso a me stessa di non riuscire a resistergli.

Quando risposi al bacio, sentii anche l'altra sua mano appoggiarsi sul mio viso, mentre le sue labbra cominciarono a muoversi con decisione sulle mie. Avvicinò il suo corpo al mio. Come un riflesso, portai le mani tra i suoi capelli e lui scese con le sue sui miei fianchi. Ma quando li strinse mi risvegliai da quel dolce stato di trans e staccai le mie labbra dalle sue.

"Genn.. io"

"Olivia non andartene ti prego" supplicò lui interrompendomi

"Non voglio fare sesso con te, scusami"

Abbassai lo sguardo, spingendo le sue mani sul suo petto, ma lui non si mosse.

"Fai l'amore con me allora" sussurrò

Alzai gli occhi di scatto. Genn Butch, l'arrogante, presuntuoso e donnaiolo ragazzo che avevo conosciuto qualche mese prima, mi aveva appena chiesto di fare l'amore con lui.

E io non desideravo altro.

Forse per questo quella notte imparai ad amare Genn e lui imparò a prendersi cura di me.

-

La luce del sole entrava debolmente dalla porta finestra e mi svegliò. Ci volle qualche minuto prima di che realizzassi cos'era successo la sera precedente e dove mi trovavo. Girandomi, vidi il biondo dormire beatamente e ricordai di essere nella sua stanza, siccome la sera prima mi aveva scoperto.

Decisi di alzarmi, attenta a non svegliarlo, misi l'intimo e poi aprii l'armadio e afferrai una sua felpa, la indossai, presi le sigarette e l'accendino dalla borsa e uscii sul terrazzo, legandomi i capelli in una coda alta.

Aprii l'enorme vetrata e spostai la tenda esterna. L'aria fresca accarezzava la mia pelle mentre mi appoggiai al balcone, sporgendomi leggermente. Guardai il panorama per una decina di minuti, in seguito mi accesi la sigaretta, notando che era l'ultima del pacchetto.

Ero talmente concentrata su quello che stavo facendo e persa nei miei pensieri, che non mi accorsi che qualcuno era dietro di me, fino a quando non avvolse le sue braccia attorno alla vita e un dolce profumo entrò nelle mie narici, mentre delle labbra morbide si posarono sul mio collo e dei capelli biondi mi solleticavano la guancia destra. Sorrisi e poi mi girai per guardarlo.

Rimasi stupita dalla rapidità con cui le sue labbra si posarono sulle mie, con una foga incredibile. Sembrava avesse bisogno di sentirle sulle sue, come se ne fosse dipendente. Le sue mani si strinsero sulla parte più bassa della mia schiena, mentre il suo corpo mi premeva contro il parapetto in pietra della terrazza. Portai la mano sinistra sul suo viso e la destra lontana da lui, siccome tenevo la sigaretta. Si staccò da me

"Posso un tiro?" mi chiese

Annuii porgendogli la sigaretta, ormai a metà. Sotto il mio sguardo si allungò verso il piccolo tavolino e la spense nel posacenere azzurro sopra di esso.

"Ma che.. Genn era l'ultima" esclamai guardando il posacenere

"Shh" disse portando un dito sulle mie labbra "Lo sai che non mi piacciono le ragazze che fumano"

"Stron.."

Posò nuovamente le sue labbra sulle mie, baciandomi più lentamente, come se volesse addolcirmi.

"Non ti sei mai lamentato quando fumavo con te, anzi mi offrivi anche le sigarette" osservai

"Lo so. Ma non eri la mia ragazza a quel tempo" disse guardandomi furbo

"Come scusa?" chiesi ridacchiando e incrociando le braccia al petto,tentando di nascondere lo stupore che aveva creato quella sua affermazione

"Hai capito" mi liquidò, avvicinando le labbra alle mie

Lo fermai portando una mano sulla sua spalla nuda.

"E se io non volessi"

"Questa notte non sembravi essere tanto in disaccordo sai?" ribattè facendomi arrossire "Adesso posso baciarti? Beh, fanculo lo faccio" si rispose da solo

Avrei riso a quella scena, se solo me ne avesse dato il tempo.

Avere le sue labbra sulle mie era davvero strano, ma non mi dispiaceva come sensazione, anzi era una delle migliori che avessi mai provato.

"Quindi sei la mia ragazza?" domandò e per la prima volta lo vidi insicuro di qualcosa

Davvero credeva che avrei potuto dirgli di no?

"Si Genn" risposi, mentre le sue braccia mi avvolgevano, permettendo alla mia testa di appoggiarsi sul suo petto

Restammo così per un tempo che a me farve fin troppo breve, ma fui io ad interrimperlo quando portai una mano sul suo petto e feci scorrere le dita sui suoi addominali.

"Sai" dissi staccandomi leggermente dalle sue labbra e osservando il suo fisico non troppo scolpito "Avresti potuto metterti una felpa, prenderai freddo"

"Si, l'avrei fatto, se qualcuno non avesse preso l'unica pulita che c'era nel mio armadio" sussurrò

Portò il suo sguardo dalle mie labbra, alle mie gambe nude dalle cosce in giù, leccandosi il labbro inferiore.

"Mi dispiace, ma la prossima volta ti svegli prima tu"

"E perdermi l'occasione di vederti indossare solo una misera felpa, sul terrazzo della mia camera la mattina presto? Mai" sorrise, mordendomi il labbro inferiore e riprendendo a baciarmi.

Le sue mani scivolarono fin sotto la felpa, appoggiandosi non troppo delicatamente sul mio fondo schiena.

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