Four.
FOUR.
Olivia
La musica che risuonava nel locale non era male e mi sentivo abbastanza a mio agio con David, sembrava un tipo apposto.
"Butch!" esclamò guardando dietro di me
Mi voltai per vedere a chi si riferisse e quasi svenni. Mi sentivo paralizzata. Non poteva essere, no, tutto mi aspettavo, ma non lui.
Si avvicinò al tavolo lentamente, dopo aver individuato il suo amico. Sorrise dopo avermi lanciato uno sguardo confuso e si tolse il cappellino di lana che portava, per poi scuotersi il ciuffo con la mano.
"Ehi, Shorty come va?" disse al riccio che stava di fronte a me
"Bene, ti presento Olivia." disse David
Si irrigidì un attimo e vidi i suoi occhi spalancarsi, ma si ricompose talmente in fretta che credetti di essermi solo immaginata quella sua reazione.
"Ero a mangiare da lei stasera, sai i nostri padri sono colleghi, così l'ho invitata a bere qualcosa con noi per non lasciarla sola in casa" continuò il riccio, mentre il suo amico si sedette tra me e lui, allargando le braccia su quel divanetto bianco fin troppo scivoloso per i miei gusti
"Genn" disse porgendomi la mano
"Olivia" ripetei io stringendogliela
Sentii una scossa nel momento in cui le nostre mani si incontrarono, fu un attimo soltanto, ma era stato davvero intenso. I suoi occhi fissi nei miei, mi mettevano soggezione, ora potevo essere in imbarazzo con lui: ero Olivia.
"Ci siamo già visti per caso?"
Sentii il mio cuore cominciare a battere forte. Non mi aspettavo una domanda del genere.
"No!" risposi
Il mio tono di voce uscì più deciso di quanto non volessi e mi sentii soddisfatta di me stessa. Lui in risposta alzò le spalle e si girò a parlare con David. Scrutai l'intera stanza per cercare mia sorella, ma non riuscii a vederla.
Circa un'ora dopo, Genn aveva bevuto qualche bicchiere di troppo e continuava a dire cose senza senso. In un primo momento cercai di trattenermi dal ridere, per non sembrare di essere troppo scortese, ma poi mi lasciai sfuggire una risata all'ennesima cavolata che lasciò le sue labbra. Lo sguardo che mi rivolse fu strano. Non era arrabbiato, ma solo stupito, credo.
"Ero convinto che non fossi capace di ridere" disse sorridendo
Il mio cuore prese un colpo a quel sorriso e mi rimproverai mentalmente, per essere così timida. Sentii le guance calde, segno che ero sicuramente arrossita e spostai lo sguardo dal suo.
"Era un complimento" disse facendo spallucce
Lo vidi fissare un punto dietro di me, ma non ci feci molto caso, fino a quando non sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Sussultai, non sapendo chi poteva essere, ma mi tranquillizzai non appena vidi gli occhi di mia sorella puntarsi sul mio viso.
"Amanda, mi hai fatto prendere un colpo" dissi sospirando
"Scusa, volevo solo dirti che io e Melanie andiamo a ballare, per cui ci spostiamo nella stanza di la" disse sollevando poi lo sguardo e, dopo aver visto Genn, lo riportò su di me "Carino" disse facendomi l'occhiolino e allontanandosi poi con la sua amica
Notai Genn seguirla con lo sguardo e la cosa mi infastidì parecchio.
"Mm.. bella quella ragazza, come si chiama?" disse tenendo lo sguardo puntato verso la stanza in cui mia sorella era appena sparita
"Non ci pensare nemmeno" ringhiai, stupendomi di me stessa e a quanto pare stupii anche Genn e David a giudicare dagli sguardi che mi rivolsero, mettendomi così in imbarazzo per la centesima volta in quella sera "L-lei.. è mia sorella" dissi abbassando lo sguardo, sentendo gli occhi color ghiaccio di Genn su di me
"Io vado in bagno" sentii dire dal riccio e lo vidi alzarsi
"Sarà pure tua sorella ma è sexy" continuò Genn dopo qualche minuto che David si era allontanato, interrompendo il silenzio che si era creato tra noi
In risposta sbuffai e lo sentii avvicinarsi a me, strisciando sul divanetto in pelle. Ad un certo punto fu talmente vicino che sentii il suo respiro sul mio collo.
"Non che tu non lo sia tesoro" sussurrò al mio orecchio
"Genn, per favore sei troppo ubriaco. Devo ricordarmi di dire a John che non deve darti tutto quello che chiedi" disse David prendendolo dalle spalle
Lo ringraziai mentalmente per essere arrivato proprio in quel momento. Stava diventando troppo imbarazzante la situazione.
"Olivia, per favore, vai al banco e chiedi al barista moro, con l'orecchino di darti un bicchiere d'acqua. Di che è per Genn e ti manda David" mi chiese gentilmente il riccio cercando di far calmare Genn, che aveva cominciato a ridacchiare per niente
Gli sorrisi e mi avviai al bancone, ma non appena vidi il ragazzo che David mi aveva appena descritto, mi fermai di colpo. Era lo stesso ragazzo che mi aveva servito la sera della festa. Era veramente piccolo il mondo. Mi riscossi un attimo, ricordando di nuovo a me stessa di essere Olivia, non Camila. E lui, come Genn e David, aveva visto Camila sabato sera, per cui mi avvicinai.
"Scusami, David mi ha detto di chiederti un bicchiere d'acqua per Genn" dissi, dopo aver avuto la sua attenzione e un suo sorriso
"David sta volta mi ucciderà" fece lui, ridacchiando e scuotendo la testa
Si girò e prese un bicchiere, per poi riempirlo d'acqua e appoggiarlo davanti a me.
"Scommetto che ha detto 'Devo dire a John di non accontentarti ogni volta quando gli chiedi dell'alcool', giusto?" disse cercando di imitare la voce del riccio
Risi per la sua pessima interpretazione.
"Qualcosa del genere" risposi
"John comunque" continuò lui porgendomi la mano
"Olivia" risposi semplicemente ricambiando la stretta
Lo vidi guardare oltre le mie spalle per poi ridacchiare leggermente, così mi voltai e vidi il riccio che sbuffava esasperato, guardando il suo amico, mentre faceva una piramide con le lattine di birra che aveva bevuto nel giro delle ultime due ore, senza però riuscire a metterne più di tre una sopra l'altra prima di farle cadere ed imprecare. Risi anche io a quella scena.
"Forse è meglio se vai" sentii dire da John
"Si forse si" dissi voltandomi di nuovo verso di lui, poi mormorai un "Grazie" e prendendo il bicchiere mi allontanai, tornando dagli altri due
-
"Amanda hai visto la mia maglia blu?" dissi entrando in camera di mia sorella
"No, mi dispiace" rispose lei da dietro l'anta dell'armadio
"Muoviti che dobbiamo andare tra poco" le dissi allora, notando che erano quasi le 12.30 e non si era ancora vestita
Tornai in camera mia e presi un paio di jeans neri, una canotta rossa larga e un maglioncino bianco, per coprirmi le braccia. Andai a vestirmi e a truccarmi leggermente. Quando fui pronta scesi in cucina.
"Sono pronta" dissi a mia madre
"Porta questa in macchina" fece lei porgendomi la torta che aveva preparato
Feci come mi aveva detto e mi preparai già nell'auto di mio padre. Dopo una decina di minuti i miei genitori e mia sorella mi raggiunsero.
-
"Allora Olivia, come va l'ultimo anno di liceo?" chiese curiosa nonna Rose
"Bene per ora, ma ricordo che siamo solo all'inizio" risi io, mentre misi in bocca una forchettata di pasta
"Si, ma tu sei brava e intelligente, proprio come tuo padre" rispose nonno Jack
Già curioso eh? I genitori di mia madre si chiamavano Jack e Rose. Loro erano probabilmente il mio punto di riferimento amoroso, rappresentavano quella coppia di anziani che si comportava come degli adolescenti che si erano appena fidanzati. Nonno non finiva di stupire la nonna con piccole sorprese, come portarla fuori a cena o farla sentire la più bella di tutte e io li ammiravo. Avevo sempre desiderato avere una relazione come la loro, ma dopo quello che era successo, avevo capito che uomini come mio nonno ne esistevano pochi del suo tempo e neanche uno della mia generazione. Era cambiato tutto e l'amore non aveva più il valore che aveva cinquant'anni prima. Quella era solamente un'illusione nella quale le ragazze come me, sotto sotto, speravano ancora.
"Grazie papà, veramente" sbuffò mia madre e mio nonno si mise a ridere
Mia mamma era sempre stata una frana a scuola, se la cavava sempre per un pelo. Persino Amanda sembrava essere più brava di lei, ma si sa, tempi diversi erano i suoi.
"E con il fidanzato? Alex giusto?" continuò mia nonna, passando ad un altro argomento
"Alex?" esclamò mio padre sbalordito
"Mamma" dissi rivolta a mia madre che non sapeva cosa fare
Arrossii guardando la faccia di papà. Mia sorella invece rideva come una pazza e la fulminai con lo sguardo.
"Io e Alex non stiamo insieme, nonna" dissi rivolgendomi a lei e vidi mio papà rilassarsi visibilmente, mentre sulla faccia di mia nonna comparve un'espressione di delusione
"Sarà meglio per lui" borbottò papà, facendo ridere mamma
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