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«Prima di andare dal boss, ho bisogno di dormire un po'.»

La donna era sparita, adesso erano rimasti solo Dazai e Chuuya. Il dirigente bendato poneva tutta la sua attenzione sul suo compagno, che fissava il vuoto davanti a sé.

«Sarà di poco passata la mezzanotte» intervenne Dazai «Mori-san vuole vederci tra meno di ventiquattro ore. Pensi di riuscire a svegliarti in tempo?»

Chuuya si voltò verso di lui. Era da tempo che non lo guardava in modo così attento. In quell'ultimo periodo era stato quasi sempre accompagnato da qualcun altro. E in più, non aveva poi questa grande voglia di stare da solo con Dazai, e rischiare di riprendere questioni, e dannarsi per aver ceduto di fronte a quel demone senza emozioni. Però adesso era cambiato tutto, la loro missione si era appena conclusa e prima di averne affidata un'altra sarebbe passato altro tempo. Tempo in cui avrebbero dovuto decidere se evitare i loro sguardi pieni di sfida e orgoglio, o affrontare le emozioni nei loro occhi.

«Scusa se non sono al massimo della forma dopo aver usato ben due volte Corruzione.» ringhiò, gesticolando «il boss può attendere qualche ora in più, dato che abbiamo rispettato la sua volontà. Questo si chiama sfruttamento.»

«No, Chuuya, è dovere» Dazai sospirò «ma fai quello che desideri, non sarò di certo io a fermarti. Penso tu sappia benissimo come funzionano le cose.»

Fece qualche passo verso di lui, lo sorpassò sfiorandogli le ciocche rosse libere dal suo cappello. Poi arrestò la sua avanzata, dandogli le spalle.

«Capisco che tu debba riprenderti da ciò che è appena accaduto.»

Chuuya si voltò verso di lui, e afferrandogli una spalla fece girare anche Dazai, che dall'alto iniziò a fissarlo con un mezzo sorriso, fastidioso al solo vederlo.
Digrignò i denti e si avvicinò minaccioso, ma una leggera folata di vento fece volare il suo cappello e dovette interrompere ciò che stava facendo per andarlo a recuperare qualche metro più in là. Per un attimo chiuse gli occhi, innervosito da quell'interruzione non necessaria, sentendosi un idiota a inseguire il suo cappello volato via dal suo capo. Dazai aspettò con calma il compagno, guardandosi attorno con fare indifferente. Poi, finalmente, Chuuya tornò a stargli davanti, questa volta con un'espressione impassibile, anche se i suoi occhi chiari tradivano la propria rabbia.

«E tu, invece?» mormorò.

«Chuuya, non vedi? Io attendo, come sempre.» alzò le spalle «Fino ad adesso non ho fatto altro che attendere, non ti pare?»

Chuuya mostrò un lieve sorriso provocatorio «Perché tanto qualsiasi cosa succeda, sarai tu a vincere, vero?» schioccò la lingua «Però tu lo sai nel profondo del tuo cuore di pietra che siamo tutti destinati alla sconfitta.»

«Io perdo ogni giorno.» Dazai tornò incredibilmente serio.

Fece un passo indietro, si indicò le bende, e si sistemò meglio la giacca sulle spalle.

«La partita che ogni giorno gioco con me stesso è destinata a terminare fatalmente.» chiuse gli occhi per un attimo, poi li riaprì «Ciò non toglie che, con gli altri, debba essere diverso. Forse è una questione di fraintendimenti, o forse è solo la società in cui viviamo a imporci di essere come siamo. Ma non posso cedere di fronte alle persone, perché tutti si approfitterebbero di me. Non posso rischiare di mandare all'aria tutto. Però sai, oggi Ihara mi ha quasi fregato.» ridacchiò stanco.

Chuuya lo guardava perplesso soprattutto per l'ultima affermazione di Dazai; e forse per questo si interessò maggiormente anche alle sue precedenti parole.

«Si vede lontano un miglio che tu non sei normale, non c'è bisogno che ti sforzi di non esserlo,» il rosso gli si avvicinò di più, e riuscì a sentire maggiormente il respiro controllato di Dazai «però non puoi nasconderti da tutti per sempre. Non puoi nasconderti, per sempre, da me. Cosa ha fatto Ihara che ti ha quasi fregato?»

Dazai si sentì scoperto quasi quanto la prima volta che si erano trovati vicini per sbaglio. In mezzo ai cassonetti e ai muri sporchi. Così per sfuggire a ciò che li avrebbe pian piano distrutti, che li avrebbe fatti conoscere, e poi spezzati. In un certo senso, desiderò toccarlo di nuovo, solo quello. Desiderò ascoltargli i pensieri più reconditi solo per non sentirsi così esposto da solo. Ma pensò fosse meglio lasciare tutto per com'era. Il momento che aspettava non poteva essere quello, Chuuya era visibilmente troppo stanco per reggere un confronto.

«Vai a riposare. Ne riparleremo presto.»

Senza aggiungere altro si allontanò prima che il compagno potesse fermarlo. Il suo passo veloce si perse fra i rumori della notte. La nebbia si stava diradando, ma adesso al suo posto era tutto avvolto dal buio, un velo altrettanto spesso da non permettere alcuna visuale. Dazai se ne approfittò per dileguarsi tra le vie. Chuuya guardò dietro di sé un'ultima volta e pensò alla gente che Ihara stava lasciando; che fine avrebbero fatto, perché non si erano opposti alla sua cattura.

Gli venne un dubbio: e se Ihara avesse messo in conto la sua sconfitta? E se avesse visto, nei suoi ricordi, qualcosa che gli avesse fatto muovere qualche passo indietro?
Quel bambino, Tom, sembrava sapere già cosa fare. Era stato preparato all'eventualità di curare Fumiko. O forse solo a quella di curare qualcuno. Rimaneva però una cosa certa, e cioè che quella gente probabilmente adesso non aveva più un punto di riferimento da seguire. La sua mente lo riportò ai suoi vecchi amici. Pensò a come li aveva lasciati, a chissà quale fine avessero fatto. Scosse la testa.

In realtà nessuna di queste cose mi interessano davvero. Ognuno vive la propria vita cercando la migliore soluzione per se stesso. Se Ihara li ha lasciati senza dire nulla, è perché quella gente è cresciuta vivendo giorno per giorno, cercando ogni ora un luogo dove riposare e avere qualcosa da mangiare . Ma, in ogni caso, Ihara adesso è nelle mani della port-mafia. Con le buone o con le cattive, ci dirà quel che sa.

Si allontanò dopo una battaglia senza tregua dalla casa delle anime perdute. Non gli ci volle molto per arrivare nel centro di Yokohama, con il passo veloce che aveva assunto, e tornò ad assaporare gli odori che emanavano le persone. Con fare inconsapevole muoveva lo sguardo da una parte all'altra come a voler cercare e ritrovare qualcuno; ma non c'era nessuno lì per lui. Eppure, sembrava aver bisogno di gente pronta a parlargli come avrebbero potuto fare solo poche persone; dopo la scomparsa di Shizuka, Dazai era colui che lo costringeva a vivere. Tra le lacrime dell'insicurezza e le smorfie dell'egocentrismo, Chuuya si sentiva come sospeso su un filo che prima o poi si sarebbe assottigliato tanto da farlo sprofondare.

"Dazai, avrai la mia risposta solo dopo che io avrò avuto la tua."

«Ah, sì?» Dazai sogghignò fra sé.

Non l'aveva ammesso, ma aveva bisogno anche lui di riposare. Anche solo stendersi su un letto, chiudere per un secondo gli occhi e dimenticarsi chi fosse. Ecco, gli sarebbe bastato un solo minuto così per tornare a fare ciò che aveva sempre fatto meglio di prima. Ma perché era così sicuro che, in realtà, si sarebbe fermato a trenta secondi e poi avrebbe riaperto gli occhi boccheggiando? Perché si sentiva tanto certo di non riuscire a lasciar andare se stesso altrove?
Si diresse verso il capanno, sicuro che lì Chuuya non lo avrebbe raggiunto. Lo aprì ed entrò, lasciando cadere il suo sguardo, per un attimo tanto breve quanto vivo, alla parete deformata su cui era stato spinto. Un flash veloce glielo fece distogliere, e si mosse lentamente verso l'unico letto di quell'unica stanza. Lo guardò, e si sedette là.

Come lui, anche Chuuya era arrivato nel posto in cui avrebbe riposato: il suo appartamento. Anche a lui era tornata in mente l'immagine di chi lo aveva atteso e aggredito lì. Ma non si lasciò fermare, ed entrò rapido fino a ritrovarsi nella sua camera. Non si spogliò nemmeno, cadde pesante sul suo letto e gli occhi gli si chiusero da soli. E Chuuya, per un attimo che durò però qualche minuto, dimenticò completamente chi fosse.

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Allora lettori miei. Come va la vostra vita? Vi siete dimenticati di questa storia, immagino. Ci sta, è colpa mia. Questo è anche un capitolo di passaggio, quindi mi odierete per far crescere così le aspettative per poi non darvi nulla. Ma sopportatemi, viene sempre più difficile scrivere quando ci sono così tante cose in ballo.

In ogni caso, che ne pensate? Come sempre, ditemi la vostra sul breve dialogo avuto da Dazai e Chuuya, e su quello che secondo voi dovrà capitare. Sembra come se Dazai volesse ritornare all'inizio della loro collaborazione, quando ancora nessuno dei due conosceva il pericolo che sprigionava l'altro. Ignari e ingenui, come all'inizio. Eppure, non lo sono più e non si può tornare indietro.

Ci risentiamo presto, spero. Ciao <3

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