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I giorni passarono, e Dazai e Chuuya accordarono delle strategie da usare nel combattimento, in base alle loro esperienze personali. Una cosa soltanto rimaneva ancora da stabilire: l'utilizzo del vero potere di Chuuya.
Era una giornata fredda, la luce del sole era bianca come la neve, che si scioglieva velocemente, e a volte le nuvole la coprivano.
Chuuya si stava arrampicando su un albero, in un bosco, e insieme a lui si era addentrato anche Dazai, che però stava a terra.
«Ehi, Dazai!» urlò Chuuya sopra la testa di Dazai «da qui si vede meglio il centro della foresta»
«No, grazie, salire sugli alberi non è il genere di cose che faccio» rispose Dazai, scuotendo la testa e mettendosi le mani dietro la nuca.
Chuuya fece un salto e arrivò a terra, non facendo un minimo rumore. Dazai lo sentì e nonostante fosse concentrato a guardare il cielo, si girò verso di lui.
«Sei proprio seccante» borbottò Chuuya «lassù è veramente magnifico.»
Dazai si fermò e poi disse «sai perché non mi arrampico? Perché io da qui vedo il cielo» lo indicò «lo vedo e posso sentirlo, posso sentire l'aria sulla mia pelle, anche se sono quaggiù. Chuuya, io voglio sentire i profumi di questo bosco e memorizzarli per poi sapere come muovermi e utilizzarli a mio vantaggio» sorrise.
Chuuya, che si era anche lui fermato, lo guardò all'inizio un po' scosso. Era vero, Dazai era un tipo che se ne usciva con frasi del genere, ma era sempre una sorpresa sentirle all'improvviso, in mezzo ad un bosco.
Continuò a guardarlo e Dazai fece lo stesso, ritornando però più serio.
«Perchè mi guardi in quel modo?» esclamò ad un tratto «ormai dovresti conoscermi, no?»
Chuuya scosse la testa e sorrise, scrutandolo in viso per riuscire a coglierne ogni movimento.
«Il mio potere» esordì Chuuya «potrebbe essere un problema per noi» abbassò lo sguardo.
«L'ho utilizzato solo una volta, e ho rischiato di rimetterci la vita. Non voglio mettere in pericolo un membro così fondamentale per la port-mafia.» continuò, un po' imbarazzato per il complimento indiretto rivolto a Dazai.
«Troveremo un modo. Sarà pericoloso, forse, ma l'hai detto tu stesso che sono fondamentale, no? Lo sarò anche perchè tu riesca a combattere con me.» rispose Dazai, e ricominciò a camminare.
«Grazie.» gli gridò Chuuya.
«Non c'è di che» sussurrò Dazai, sorridendo e cercando di non farsi sentire.
Dopo un po' Chuuya lo affiancò «e comunque non ti stavo facendo un complimento, prima!» agitò le braccia «o almeno non intendevo quello che hai capito, ecco, sei un dirigente, quindi, come me, sei fondamentale per l'organizzazione!»
«Mh-mh.» rispose Dazai, camminando con le mani in tasca.
Chuuya continuò ad urlare, finché non arrivarono al centro del bosco. Là si riposarono un po', poi tornarono indietro, silenziosi e affascinati da quella leggera brezza autunnale e dalla luce color pesca del tramonto.
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Poeticoh
E niente eccomi di nuovo qui, stoica come nessuno *modestia dove*
E nulla raga, vorrei avere qualche commento per la storia, anche se ripeterlo non servirà a molto. E NIENTE ADDIO.
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