~60~
Ah, questo calore che sento...
La luce era accecante, il dolore lancinante.
Chi è che mi sta abbracciando? È così caldo... Ora riesco a respirare, ora riesco a muovermi un po'.
«Stai ferma, ora ti porto via.» la voce di Chuuya era appena sussurrata, e misurata.
Allora è lui. Il maledetto che ha ucciso mia sorella e che ora sta uccidendo anche me. Oh, che bastardo. Se potessi almeno avere il controllo del mio corpo, se potessi almeno usare le mani, se potessi...
«Dannazione Fumiko, non fare resistenza, devo portarti al sicuro!» ora aveva alzato il tono, un po' irritato e nervoso.
Fumiko, che aveva gli occhi appena aperti, si lasciò prendere da Chuuya senza fare forza. Venne portata da lui in un vicolo isolato, e poi l'esecutore fece per andare. Ma la donna lo afferrò dalla giacca, facendolo fermare.
«...Che sta succedendo?»
Chuuya si girò a guardarla per un attimo, indirizzandole uno sguardo duro e quasi al limite della sopportazione «quel dannato di Dazai ha ideato un piano davvero penoso, e ora io devo andare a sistemare il suo casino» strinse i denti, scostando con violenza la giacca e facendo perdere la presa a Fumiko «tu stattene qua e non dare problemi.»
La donna non fece in tempo a rispondere, che già Chuuya era sparito in un'altra strada. Davvero pensava che sarebbe rimasta lì ad aspettarli? Due stupidi mafiosi che la notte precedente si erano presi a pugnalate sul cuore, senza nemmeno rendersene conto?
Eppure, entrambi sapevano che lei aveva visto, entrambi sapevano e anche lei sapeva. Quindi perché continuare a negare palesemente i fatti?
È stata una svista, non sapevo che avessero dalla loro un'abilità del genere. Quella sensazione sul mio petto che mi soffocava era tremenda. Che razza di potere è? E chi è il proprietario? Ah, ma lo scoprirò. Devo solo riprendermi, e poi vedremo chi deve stare qui a non dare problemi.
Intanto, Dazai stava seguendo di corsa il giovane dagli occhi rossi e i capelli biondi. Dopo aver svelato la sua vera identità, e cioè che è Ihara Saikaku, insieme al suo compagno era riuscito a correre lontano e scomparire in una stradina buia con parecchie vie di fuga. L'esitazione iniziale di Dazai l'aveva bloccato, ma dopo era subito partito all'inseguimento, lasciando Chuuya ad occuparsi di Fumiko, che era rannicchiata per terra su se stessa.
Il bendato stava elaborando tutte le informazioni ricevute fino a quel momento: quello che lui credeva fosse Ihara non era Ihara, allora chi era davvero? E colui invece presentatosi come Yonosuke era in realtà il capo dell'organizzazione rivale a cui davano la caccia; un ragazzo di appena vent'anni e dallo sguardo affascinante che dirige un'associazione la quale dà problemi alla port-mafia? Tuttavia non si sarebbe dovuto stupire granché: anche lui era temuto dal Boss proprio per il fatto di saper guidare un'intera associazione, se solo glielo avesse concesso con la sua morte.
Ma Ihara, il vero Ihara, aveva accanto un uomo sulla cinquantina, saggio e riflessivo, molto più portato per quel ruolo. Cosa aveva quel ragazzo di speciale?
Dannazione, non li vedo più.
D'un tratto si fermò, stringendo un pugno. Ma quel nervosismo durò poco, perché subito prese posto una sensazione di vittoria che si tramutò sul suo viso in un sorriso appena accennato e soddisfatto. Alla fine, quello che voleva l'aveva ottenuto.
«Dazai!» Chuuya l'aveva raggiunto, e si era fermato non appena l'aveva notato immobile con un pugno chiuso.
«Li hai persi?»
«Stiamo tutti giocando d'astuzia, Chuuya» il bendato si voltò verso il compagno, sempre sorridendo lievemente «sia loro che noi stiamo seguendo i ragionamenti reciproci.»
Chuuya si avvicinò, guardandolo storto, come se si aspettasse da un momento all'altro un colpo di scena che nessuno aveva fino a quel momento intuito, a parte lui.
Si arrestò di colpo quando capì di essere avanzato più del dovuto.
«Dov'è Fumiko?» chiese il moro.
«Al sicuro. Vuoi spiegarmi? Prima che io impazzisca.»
Dazai stette a fissarlo per un po', tornando ad un atteggiamento più serio. Si avvicinò anche lui più del dovuto, ritrovandosi letteralmente faccia a faccia con il rosso. Lo guardò dalla sua altezza e con un sussurro rispose.
«Moriremo tutti.»
A Chuuya inizialmente si raggelò il sangue, immobile; quella vicinanza lo mise a disagio e quell'affermazione appena sussurrata lo spaventò: non perché credeva fosse vero, era sicuro che Dazai l'avesse fatto apposta, perché poco dopo allargò la bocca mostrando la sua perfetta dentatura in un sorriso da perfetto imbecille. Che quella fosse stata una frase buttata lì per intimorirlo l'aveva capito; ma non era sicuro che fosse totalmente messa a caso. Più si scervellava, più si innervosiva.
«Sei proprio un idiota» mormorò, spingendolo indietro e dandogli poi le spalle «vado a controllare come sta Fumiko, poi ci dirai cosa hai scoperto, e che diavolo era quel potere assurdo che l'ha messa fuori gioco.»
Dazai annuì compiaciuto, guardandolo allontanarsi.
Avrà capito che non stavo scherzando?
La sua espressione divenne cupa, iniziando a camminare lentamente verso la stessa direzione di Chuuya.
Ho la sensazione che il potere che ha agito su Fumiko sia solo un assaggio di ciò che può fare davvero. Ci sono due possibilità: o è di Ihara, il ragazzo biondo, e può attivarlo solo toccando la vittima, come ha fatto con Fumiko all'inizio; oppure è dell'altro uomo, che è stato per tutto il tempo un passo indietro al giovane e non ha sfiorato nessuno. Se è così, se davvero quell'uomo può fare una cosa del genere senza avvicinarsi al bersaglio... Come potrò usare la mia abilità su di lui?
Un passo, e sentì uno strano rumore ai suoi piedi. Si fermò, guardando per terra, e trovò un pezzo di carta scritta che gli urlava "prendimi". Accolse l'invito, constatando che ancora una volta aveva fatto bene ad affidarsi al suo istinto. Quel foglio stracciato era la chiave per ciò che era successo prima. E sapeva, eccome se lo sapeva, che non era un caso se l'aveva trovato.
«Ma che diavolo hai? Eri ferita!»
Dopo qualche minuto anche Dazai aveva raggiunto i due, notando che stavamo come... discutendo, forse. Stette a guardarli divertito.
«Non sono una pedina da usare solo quando vi fa più comodo. Io so combattere, Chuuya, so uccidere le persone.» la donna era in preda all'ira, con un coltello puntato alla gola di Chuuya.
Lui era fermo, e non sembrava avesse intenzione di ribellarsi «ragiona, dannazione, stavi soffocando.» ringhiò.
«Ma dopo mi hai trattata come se fossi stata un peso» Fumiko avvicinò la punta della lama alla gola del rosso, facendo pressione sulla pelle e ferendolo quel tanto che basta da provocargli uno strano fastidio sul collo.
«Oh, oh, siamo alla battaglia finale? Oh! Uccidi anche me, dopo, ok?» esclamò allegro Dazai, agitando le mani all'aria «ah, e appena hai finito combatti tu contro Ihara e il suo amico, d'accordo? Che sei molto più capace di noi.» concluse, con un sorriso tagliente e affilato come le parole appena pronunciate.
Fumiko smise di parlare, voltandosi verso Dazai come fece Chuuya, ma lei con una smorfia infastidita sul volto indirizzata al bendato; entrambi rimasero in silenzio, lasciando così cadere la discussione precedente. Lo sguardo di Chuuya gridava spiegazioni, quello di Dazai invece mostrava calma e pace. Strano, per uno come lui.
«Ti sei calmata? Che peccato.» continuò il bendato, mettendo le mani in tasca e tirando fuori da una di esse un fogliettino di carta.
I due lo fissarono ancora in silenzio, aspettando che parlasse. Ma dato che Dazai continuava a non dire nulla, Chuuya si avvicinò strappandogli il bigliettino dalle mani, e lo lesse ad alta voce.
«Soffocherà in modo momentaneo, colei che si è mostrata come uomo essendo donna. Ingannare non è saggio se chi hai davanti è più furbo di te.»
«Che cosa...»
«Non so se questo sia legato al potere che ti ha sopraffatta, ma sicuramente quei due non hanno lasciato che lo trovassi "per puro caso"» sentenziò Dazai, gesticolando lievemente «e comunque ci sono troppe cose che non sappiamo ancora. Ad esempio, come si chiama l'uomo che sta con Ihara?»
«Aspetta, aspetta» Fumiko lo interruppe «significa che Yonosuke è in realtà Ihara, e quello che noi credevamo fosse Ihara in realtà... Non sappiamo nemmeno come si chiama?»
«Yonosuke?» anche Chuuya si intromise «che diavolo state dicendo?»
«Che, caro partner, ti sei fatto fregare da Ihara in persona.» Dazai sorrise, provocando il compagno.
Per tutta risposta Chuuya storse il naso, al solo sentirsi chiamare in quel modo. Non ci era abituato e dopo quello che era successo pareva pure strano il fatto che, in effetti, fossero partner. Si tolse il cappello a disagio, ripensando alle parole di quel ragazzo dai capelli biondi: vi distruggerete a vicenda. Allora lo sapeva, per questo gliel'aveva detto. Sapeva che stesse per capitare qualcosa, fra lui e Dazai, o lo immaginava. Lo aveva previsto. Insomma, qualcosa aveva fatto. Forse era la sua abilità, prevedere il futuro. Ma no, era impossibile, tutto quello che Ihara aveva fatto c'entrava poco con il futuro. Era più che altro collegato alla mente delle persone, ai loro pensieri, ai loro singoli movimenti...
«Io...» Chuuya mormorò qualcosa, senza però concludere nulla.
«In ogni caso» Dazai ignorò Chuuya, riprendendosi il biglietto e mettendoselo in tasca «vi devo delle scuse. La verità è che avevo fin dall'inizio pensato a qualcosa del genere. Stavo solo cercando qualche indizio che, volenti o nolenti, i nostri avversari ci avrebbero lasciato incontrandoli. Non vi ho detto niente perché non credevo sarebbe stato influente, saperlo o meno.»
«Oh, quindi adesso è superfluo persino elaborare i piani insieme?» Chuuya si voltò verso di lui mostrando i denti «scommetto, però, che ti interessa sapere di cosa abbiamo parlato io e Ihara, e dove ci siamo incontrati, eh?»
«Beh, Chuuya..-»
«Oh, no!» il rosso alzò la voce, furioso «non penso sia necessario che tu lo sappia.»
Ah, sapevo sarebbe finita così. È così infantile a volte!
Dazai sospirò «d'accordo, sono sicuro che sia come dici tu. Ma se ci fosse qualcosa, qualunque cosa, che può aiutarci, ti esorto a rendercela nota.»
Nel frattempo, Fumiko era rimasta in silenzio, mentre li osservava. In realtà, però, non li stava guardando in modo attivo, aveva altro per la testa; nel momento in cui Ihara si era ritrovato di fronte a lei, la prima volta, era capitato qualcosa. Però non riusciva a ricordare, cosa aveva notato?
Chuuya schioccò la lingua offeso, per non aver ricevuto soddisfazione nella risposta di Dazai. Pensava si sarebbe innervosito, invece aveva dimostrato la propria fiducia nei suoi confronti senza farne un dramma. Era spietato, spietato nelle sue azioni, nei suoi discorsi, era spietato nel fare ciò che a Chuuya veniva più difficile come se fosse stata la cosa più facile del mondo; era tremendamente spietato nei suoi confronti, indifferente e impassibile negli atteggiamenti che più avrebbero dovuto, invece, smuovere una qualche emozione in lui.
Era spietato perché così non si faceva odiare.
Chuuya non era poi tanto infantile come si mostrava; provava ammirazione per le persone che lui riteneva forti, ma anche rabbia per chi si dava delle arie o si comportava proprio come Dazai. Tutto ciò che sentiva era rabbia, mista però a quel fascino che lo faceva pure innervosire ogni volta. Sarebbe stato così per sempre, si diceva, e a quel punto si calmava un po'. Perché se davvero fosse stato così per sempre, allora l'unica cosa da fare sarebbe stata rassegnarsi.
«Sei proprio spietato.» mormorò fra sé, accorgendosi solo dopo che gli sguardi di Fumiko e Dazai si erano posati su di lui, e di non aver solo pensato quella frase, ma anche pronunciato.
«Chi?» gli occhi di Dazai si puntarono in quelli di Chuuya, e non si mossero da lì.
Fumiko li guardava assente. Poi le si illuminò il viso.
«Lascia star-»
Una voce. Chuuya venne interrotto.
«Gli occhi!»
Un colore. E gli sguardi si accesero.
~~~
Olè!
Eccovi un altro capitolo in cui, finalmente, svelo la vera identità di Ihara. Mi fa piacere il fatto che nessuno, in realtà, abbia capito chi fosse davvero; aggiungendo il nome "Yonosuke" penso di avervi confusi, no? Però vi dico che, comunque, non siete stati molto attenti nei capitoli precedenti.
Perché in realtà noi sappiamo il nome dell'altro uomo.
Bene, ho già detto troppo. Vi saluto e spero a presto!
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