~31~
Chuuya e Oda rimasero a parlare probabilmente per tutto il pomeriggio. Di cosa?
Di tutto. Era come se si stessero scambiando i loro segreti e le loro opinioni su un amico in comune. E, in effetti, era così. Odasaku spiegava a Chuuya come si allenava Dazai da solo, dicendogli che a volte glielo raccontava, e Chuuya lo ascoltava attento, bramoso di tutte quelle informazioni che da solo non era riuscito ad avere.
«A dirti la verità, sono un po' preoccupato» esordì ad un tratto Oda «non era mai successo che Dazai sparisse in questo modo. Insomma, risucchiato dalla terra. Chuuya, cercalo anche per me. So che puoi trovarlo e aiutarlo. Io..»
«Sì, lo so.» lo interruppe Chuuya «hai una commissione fuori città e non sai quanto tempo ci vorrà per finire. Lo so. Ma penso di potermela cavare da solo.»
Ma per favore. Chi voglio prendere in giro? Io, da solo, che aiuto qualcuno di potente a togliersi dai guai? Sembra una barzelletta.
Ma devo farlo. Devo raccontarla, perché ora qualcuno ha bisogno di sentirla. E, alla fine, anche io spero che non sia una barzelletta.
Alla fine, spero che questa storia sia reale.
Odasaku lo salutò e si allontanò, con lo sguardo fisso davanti a lui.
Chuuya iniziò a girare per le strade, prima quelle isolate, poi quelle più frequentate.
Ma era come se stesse vagando a vuoto, come se stesse cercando qualcosa senza la minima idea di cosa fosse.
Cercava il suo compagno, ma più precisamente il luogo in cui era stato portato, e si sentiva confuso, i suoi pensieri si accavallavano e non riusciva a trovare nulla di logico che lo potesse aiutare a fare qualche passo avanti. L'idea di dirlo al boss era ormai sparita, era forse l'unica cosa sicura: non doveva sapere.
Ma tutto il resto lo confondeva.
Improvvisamente si fermò, notando davanti a lui una signora anziana che si era fermata per riposare. Accanto al suo debole corpo raggrinzito, c'erano delle buste della spesa, probabilmente appena fatta.
Pensò di fare il giro e passare dalla parte opposta, ma il corpo non si muoveva e il cervello sembrava non dare segnali. Restò fermo lì mentre aspettava che la signora si riposasse. E rimase lì a fissare quelle buste della spesa, incapace di muoversi o reagire in qualche modo logico e razionale.
Dopo qualche minuto, la signora lo guardò.
«Cosa c'è, giovanotto?» chiese, annuendo con la testa e gli occhi semichiusi.
«Io.. Io devo andare.» si affrettò a rispondere Chuuya, scuotendo il capo e girandosi di spalle. Ma la signora lo fermò.
«Aspetta un attimo.. Non è che mi daresti una mano? Sai, le buste pesano, mi devo fermare continuamente..»
Chuuya fece una smorfia, poi la guardò. Alla fine stava andando nella direzione che lui non aveva ancora controllato, forse gli poteva tornare utile.
Prese le buste e seguì la signora, che camminava con un passo più veloce di quello che si aspettava. Si allontanarono molto dal centro della città, finché la donna non si arrestò di colpo, facendo quasi finire Chuuya su di lei.
«Ecco, abito qui. Grazie mille, ragazzo.»
Chuuya le passò le buste e la seguì con lo sguardo dentro la sua casa. Quasi fuori città, a due piani. Aveva un giardinetto molto curato e delle ringhiere che probabilmente servivano alla signora per tenersi.
Scosse la testa.
Devo muovermi, che diavolo faccio? Aiuto le vecchiette, ora? Cazzo, che perdita di tempo. Qui attorno ci sono solo case a due piani circondate da giardini ben curati. Mi viene da vomitare solo guardando tutto questo ordine concentrato.
Fece per andarsene, ma iniziò improvvisamente a balenargli per la testa l'idea che forse non era stata proprio una perdita di tempo aiutare quella "vecchietta".
Si guardò intorno, con lo sguardo affamato di chi sa che c'è qualcosa, di chi sa che è proprio lì, ciò che cerca.
Riprese a camminare, con il passo lento e la mente concentrata, controllando ogni piccola viuzza in mezzo a quelle case tanto ordinate e perfette.
Arrivò fino in fondo alla strada, dove trovò un cartello:
"Periferia abbandonata di Yokohama. Attenzione."
Si ricordò ad un tratto di un articolo che mesi prima aveva letto.
Forse non l'aveva proprio letto, beh, qualcuno glielo riferì.
La periferia sequestrata dalla polizia di Yokohama. Se non sbaglio era un luogo di spaccio e prostituzione. Uno dei tanti bassi fondi che stanno cercando di abolire. Ci fu un omicidio e tutti gli abitanti del quartiere scapparono. Nessuno ha mai indagato a fondo. E se...
Era tentato. Quel viale davanti a lui, con gli alberi ormai cresciuti quasi sembrassero che volessero divorare quel luogo, lo invitava ad entrare. Non se lo fece ripetere due volte.
Si addentrò, mettendo le mani in tasca.
Se quell'idiota di Dazai si trova in questa periferia, è la volta buona che lo ammazzo. Poteva scegliere di essere rapito e rinchiuso in un posto più facile da trovare.
La luce scomparve poco a poco. Il sole decise di sparire prima del previsto. Chuuya continuò a camminare, sempre più convinto di aver sbagliato a seguire il suo istinto.
Ad un tratto, però, si sentì toccare la spalla destra con una mano.
«Finalmente ti rivedo, Nakahara Chuuya.»
Merda, pensò.
~~~
Eccoci qua con un nuovo capitolo.
A quanto pare l'istinto di Chuuya non l'ha ingannato. Ma chi sarà mai la persona che gli ha toccato la spalla? E perché "ti rivedo"?
Rimanete per scoprirlo :3
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