~19~
Dazai ci pensò per tutta la notte. Insomma, doveva trovare qualcosa entro pochi giorni, altrimenti sarebbe stato nei guai.
E non intendeva essere ucciso, no, sapeva che lui e Chuuya erano fondamentali, insieme.
Era questo che lo preoccupava: se non fossero stati più insieme? Cosa avrebbe fatto lui? Lui, che aveva un potere così.. Apparentemente debole, difensivo, lui che era il più giovane dirigente ed esecutore della port-mafia, lui che era temuto, lui che era considerato così potente e pericoloso.
Pericoloso.
Ecco, l'aggettivo perfetto per descriverlo.
Pericoloso per il capo, per i componenti di rango più basso, per quelli di rango più alto, per le altre associazioni dotate di poteri.
Sono davvero così forte da farcela da solo?
Forse era questo che lo spingeva a dover risolvere le cose con Chuuya. Non aveva paura per sé. Poteva cavarsela, sapeva di essere forte. Ma il suo compagno? Forse lui no. D'altronde aveva perso un'amica, non doveva essere facile.
Non doveva esserlo per niente.
Il giorno dopo si svegliò stanco, come se non si fosse per niente riposato, come se non lo facesse da mesi.
«Questa situazione è insopportabile, rischio di morire nella sofferenza» bofonchiò alzandosi dal letto «o velocemente, o niente.» si disse, mentre si preparava.
Non appena finì, prese il cellulare.
«Pronto, boss?» iniziò, assumendo un tono spensierato, ma sicuro.
«Dazai, cosa ti porta a telefonarmi?» rispose Mori, con un sorriso stampato in volto.
«So che c'è una nuova missione per me e Chuuya. Quando dobbiamo venire per i dettagli?» continuò Dazai.
«Oh, già» rise il capo «venite oggi, certo, dopo pranzo però» puntualizzò infine.
La telefonata finì.
Dazai uscì a cercare Chuuya, senza pensare neppure a cosa dirgli.
La fortuna volle che lo trovasse in poco tempo. Era nel capanno dove una volta aveva dormito e dove Shizuka era morta.
Sì, forse non era stata tutta fortuna.
Seduto per terra, appoggiato al muro del "rifugio", si stava sistemando i suoi guanti neri.
Dazai gli si avvicinò, dopo aver messo le mani in tasca.
«Se non hai niente di importante da dirmi che non sia legato al nostro lavoro, vattene e non rompere le palle.» ringhiò Chuuya, senza alzare nemmeno lo sguardo.
«Si dà il caso che lo sia, purtroppo per te.»
E per me, pensò.
Chuuya si alzò, con un salto, e lo guardò, senza riuscire però a mantenere il contatto visivo per più di un secondo.
«Allora, qual è la seccatura questa volta?»
«Non lo so nemmeno io, più tardi andremo dal boss e lo scopriremo.»
«Bene, allora addio.»
Chuuya entrò nel capanno e si chiuse lì.
Inutile dire che Dazai entrò poco dopo.
«Solo una cosa» disse «questo capanno è mio.»
«E dovrebbe importarmene qualcosa?» Chuuya fece una smorfia, allargando le braccia.
«Be' sì, dal momento che voglio poter starci anch'io.»
«Vaffanculo» disse in tutta risposta Chuuya, che sorpassandolo, dopo averlo spinto, se ne andò.
Dazai sospirò «andiamo, non ho detto che non potevamo starci insieme!» si lamentò, alzando la voce per farsi sentire.
L'altro non lo calcolò di striscio e lui rimase da solo, in quel capanno.
«A volte faccio cose davvero stupide» concluse parlando fra sé, con quel tono rassegnato e in parte divertito per ciò che aveva fatto.
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EHILAAAA GENTOLA
Come va? Questo periodo è veramente uno schifo per me, ho troppe cose da fare, da studiare, da "pensare".
Sono stanca e voglio l'estate, voglio partire. Che palle.
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