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Erano ancora lì, a fissarsi senza dire nulla.

Finalmente Chuuya decise di parlare.
«Se significa dipendere da te, allora non userò mai più Corruzione» fece una smorfia «una persona che non capisce quando faccio sul serio o no, non merita di essere mio compagno.»
«Vuoi dirmi che tutto questo» Dazai mosse le braccia indicando attorno il bidone e il muro rotto «non si deve prendere sul serio? I tuoi attacchi casuali? Certo che devo prenderli sul serio. Se non lo faccio, distruggi tutto indiscriminatamente, senza nemmeno rendertene conto.»
«Dazai, credi che facendo in questo modo io possa essere più buono?»

Dazai schioccò la lingua e sorrise con aria stanca «Non siamo mica a Natale» alzò le spalle «nemmeno io sono tanto buono.»

«Tsk.»
Chuuya si allontanò, come aveva provato a fare all'inizio, questa volta riuscendoci. L'altro assunse uno sguardo più cupo, e restò a guardarlo fino a quando non lo vide più.

Se continua così lo uccideranno, pensò, un dirigente che non fa nulla, per quanto promettente possa essere, deve portare un minimo di risultati, altrimenti è inutile alla mafia.

Tornò dai suoi subordinati che lo stavano aspettando, rispettosi e timorosi di lui, e riprese a dare ordini.
Più tardi, quando finì, si incamminò per i vicoli nascosti della città, ormai sotto i colori del crepuscolo. Mise le mani in tasca e con passo lento e misurato aspettò di arrivare alla sua meta.
Quella che ogni giorno desiderava di più, quella che sperava di avere sempre.

Un bar.

Entrò, facendo suonare il campanello per i clienti che arrivavano, e si andò a sedere su uno sgabello, davanti al bancone.
Arrivò il proprietario che gli porse un bicchiere «giornata pesante?» sorrise «questo ti tirerà su.»
«Efficiente come sempre» disse Dazai, poi accennò un sorriso e bevve, assaporando quel liquore dolce e forte al punto giusto.

Dopo poco si sentì di nuovo il suono della campanella sulla porta.
«Sei in ritardo» esclamò Dazai, poggiando il bicchiere sul bancone.
«No, sei tu che sei in anticipo» rispose l'uomo, andandosi a sedere vicino al giovane dirigente.
«Hai avuto più da fare di me, allora» ribatté «più si vuole fare meno, più si fa di più, Odasaku?» lo guardò.
L'uomo scosse le spalle «non mi dispiace.»

Oda Sakunosuke. Uno dei tanti portatori di abilità della port-mafia. Alto, un viso lineare, la barba leggermente incolta. Era lui che Dazai sperava di trovare in quel bar. Uno dei tanti della port-mafia, e anche uno dei suoi pochi amici.

Dazai sospirò «aah, quanto vorrei essere come te!» si girò appoggiando la schiena al bancone e guardando il gatto che si aggirava per il bar «o come lui» lo indicò, poi tornò a guardare Odasaku e sorrise con fare complice, rimanendo in attesa di qualcosa che probabilmente l'amico voleva dirgli, e che Dazai sapeva già.
«Non guardarmi in quel modo» lo fissò Oda di rimando «se lo sai già puoi benissimo dirmelo. Non sono in missione, possiamo parlarne.»
«Il capo è così prevedibile a volte» sbuffò e si grattò la nuca «so che devo fare qualcosa con Chuuya, ma devo pensarci prima. È intrattabile.»
«L'ho incontrato una volta» Odasaku aggrottò la fronte «mi ha fermato credendo che fossi un infiltrato. Poi se n'è andato, capendo di avere sbagliato, è rimanendo in silenzio. Ne avevo sentito parlare. Scorbutico, irascibile, ma tiene alla port-mafia e ai suoi componenti. Li rispetta. Rispetterà anche te.»

Dazai lo fissò un po' interdetto, inclinando la testa e alzando un sopracciglio «stiamo parlando della stessa persona? Quello morirebbe pur di non vedermi più.»
«Questo non significa che non ti rispetta» insistette «ma in effetti hai ragione, non lo conosco per niente.» concluse, senza dare molto peso alla cosa.

«Scherzavo, non vorrei essere come te» Dazai aveva ancora un tono leggermente confuso «altrimenti non potrei sentire le tue uscite strane» agitò le mani «insomma se fossi te e dovessi chiedere un consiglio tu non ci saresti e-»
«Sì, è chiaro il concetto» annuì Odasaku, interrompendo volutamente l'amico.

«In ogni caso risolvi in fretta questa cosa.»
«Questa frase serve per dire al capo che mi hai avvertito?» Dazai si girò completamente verso di lui e mise le mani sullo sgabello, allargando le gambe e chinandosi verso l'amico «o la devo prendere come consiglio amichevole?» sussurrò, con un sorriso beffardo sul viso.
Odasaku lo fissò per qualche secondo, poi volse lo sguardo altrove «ti diverti?» sospirò.
«Oh, sì!» annuì Dazai, alzandosi dallo sgabello e ridendo «tantissimo» si diresse verso l'uscita «grazie per la chiaccherata» si fermò, aspettando un cenno dall'amico.

Oda lo guardò e alzò la mano per salutarlo «ci vediamo, Dazai» sorrise lievemente e, quando Dazai uscì, si voltò di nuovo, riprendendo a fissare le mensole di liquori per poi scegliere lo stesso che poco prima aveva preso il giovane dirigente della port-mafia.

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Buongiorno miei piccoli e patatosi lettori!
Sì ho fame.
Ecco il nuovo capitolo. Quando tempo fa l'ho scritto non vedevo l'ora di inserire Oda in questa storia. E questo capitolo non sarà l'unico.
Ops spoilerjfowndncna
Addio

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