~13~
«Uhm, sì, stiamo arrivando. Sì, ho capito. A dopo»
Chuuya guardò Dazai un po' stranito «Chi era?»
«Il capo. Mi ha chiesto a che punto fossimo. Diamoci una mossa» rispose lui, guardando davanti a sé con sguardo indifferente.
Camminarono per un paio d'ore prima di arrivare, dato che durante la strada alcuni membri della mafia li fermarono per chiedere cosa fare riguardo varie faccende in sospeso.
Finalmente entrarono nel palazzo centrale e salirono fino all'ultimo piano, dove li attendeva il boss.
«Pensavo che non vi avrei più rivisti. Mi sono detto "forse sono stati torturati e uccisi da qualche perditempo che ce l'ha con me. Che peccato!"» rise Mouri.
Dazai lo ignorò e chiese subito «di cosa ci dobbiamo occupare, boss?»
Chuuya alzò la mano in cenno di saluto e si avvicinò, dopo Dazai.
Mouri ritornò serio e con un'espressione cupa rispose «siamo stati traditi. Non da un semplice subordinato.»
«Un dirigente?» borbottò Chuuya.
«Esatto. Una dirigente.»
Dazai non mosse un muscolo, mentre Chuuya, dopo un attimo di silenzio, emise un suono strano con la bocca, che poi si tappò, trattenendo il suo respiro.
Dazai lo guardò, intuendo il motivo di quel gesto, mentre Mouri sorrise «sì, immagino che avrete capito di chi parlo. C'è solo una donna che è anche dirigente. Quello che dovete fare è semplice» fece una pausa, sospirando annoiato «eliminatela.»
Dazai e Chuuya uscirono da quella stanza e andarono verso l'uscita, senza dire una parola.
«Che ti prende? Di solito ti piace uccidere la gente» esordì Dazai, notando uno strano silenzio nel suo compagno.
«Ah, sì certo, ma si tratta di un dirigente, se lo era ci sarà stato un motivo, no? È un peccato perderla.» scosse le spalle, camminando più avanti rispetto a Dazai.
«E poi non sappiamo dove si trovi, dobbiamo cercarla, e non ho proprio idea di dove cominciare.»
«Quindi pensavi a questo» disse Dazai.
«Sì, certo, a cosa avrei dovuto pensare?»
«È dura sapere di essere stato tradito da un'amica.»
«Non era mia amica» si affrettò a rispondere Chuuya.
«Oh, peccato» concluse l'altro.
«Perché?» continuò invece il compagno.
«Beh, se fosse stata tua amica ti avrei chiesto di mandarle un messaggio con scritto "Ehi Shizuka, è da un po' che non ti fai sentire, che ne dici di vederci in un posto x ad un orario x?", ecco, sarebbe stato utile, no?»
Chuuya, che aveva le mani in tasca, toccò il cellulare.
«Beh certo, non può farlo un semplice collega, quindi è inutile starne a parlare. È tardi, vado a farmi un pisolino, stasera elaboriamo un piano, ciao ciao!» concluse finalmente Dazai, andandosene per un'altra via e lasciando Chuuya vagare fra suoi pensieri.
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Vi sentite pronti?
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