39.
Beth premette -6. Kejsi la guardò senza proferire parola. Aveva sempre ipotizzato che avesse un ruolo importante nel campo, ma non pensava si spingesse fino al punto di essere tra quei pochi eletti in grado di scendere fino al -6. Lei stessa non pensava di essere fra quegli eletti. Ma l'ascensore continuava a scendere, con lei dentro.
-3
-4
-5
Beth si girò a guardarla con occhi lucidi, ma fermi. Kejsi rimase impassibile.
-6
Le porte si aprirono fluidamente, senza quasi emettere il minimo rumore. Percepì solo il cambiamento d'aria che si faceva di gran lunga più calda e leggera invitandola a uscire.
《Ciao sorellina!》
Esclamò la rossa, appena vide Beth, facendole un occhiolino.
《Ti stavamo aspettando》 fu la volta di Giacomo a parlare.
Kejsi lo guardò per brevi istanti poi si guardò intorno senza dare la minima dimostrazione di stupore. Era attenta e vigile. Scrutava ogni dettaglio della stanza, a partire dalle tute gialle appese al suo lato destro. Poi lo sguardo ruotò verso sinistra: sulla porta di vetro temperato, sulla parete ricoperta di mappe e grafici, sulla scrivania e su... su suo marito.
Amos era legato a una sedia e la ferita sopra l'occhio gli si era riaperta lasciando sgorgare copiosamente sangue, colandogli lungo il viso. I suoi occhi blu oceano erano ora contornati di rosso e la stavano guardando in preda al panico.
Si fermò. Uno sfarfallio le illuminò gli occhi per un breve istante, poi la lucidità scomparve e lo sguardo tornò a essere nebuloso.
Giacomo la stava osservando con attenzione. Lei lentamente si girò verso di lui e, attese.
《Ti starai chiedendo perché è legato a una sedia o forse... lo sai già il perché?》
Sapeva che Amos non era contento di stare lì, lo aveva sempre saputo, ma soppesò ogni parola.
《Perché ha sbagliato》 gli disse.
Amos la guardò incredulo, non capendo dove volesse arrivare. Possibile che al vederlo legato, picchiato e insanguinato non avesse praticamente battuto ciglio? Cosa stava succedendo?
La chiamò per avere la sua attenzione, doveva sapere la verità. Ma poi si bloccò. Se l'avesse saputa sarebbe stata la fine per lei, l'avrebbe uccisa come di lì a poco avrebbe fatto con lui. Ma in fondo se Giacomo l'aveva portata lì voleva dire solo una cosa: voleva che lei sapesse. Forse non c'era via d'uscita per nessuno dei due, forse, non c'era mai stata fin dall'inizio.
《Che hai fatto Amos?》 gli chiese.
Lui la guardò in lacrime. Come poteva rivolgersi a lui in quel modo dopo tutto quello che aveva fatto per lei? Come faceva a non capire chi fosse il male in tutto questo? Come poteva essere così cieca? Lui doveva farle capire.
《Kejsi, sai chi ha fatto scoppiare la bomba? Sai chi è stato a rovinarci? Non i russi, non gli italiani. È stato lui. Ci ha condannato tutti a morte! Io ho trovato le prove, per questo sono qui legato! Ci ha ingannato tutti! Lui non è nient'altro che il più grande bugiardo della storia!》
Disse in preda alla collera e all'affanno.
Kejsi guardò Giacomo e con voce bassa ma ferma disse:《È vero?》
《Secondo te? Ho dimostrato mai di essere un bugiardo? Ho mai mentito con te?》
Lo sguardo fisso su di lei senza accennare al minimo dubbio, remora o tremore. Come sempre.
《No.》
《Sai, io ho sperato che le cose non dovessero andare così, ma non è servito.》
Si mise a braccia conserte e si fece serio.
《Tuo marito non è mai tornato qua per te.》
A queste parole il suo cuore si fermò per un attimo dimenticandosi di come si faccia a vivere.
《Non è mai venuto qua dentro per te, del resto pensaci... come avrebbe mai potuto sapere che tu fossi qua?》
Lo sguardo di Kejsi si abbassò, senza girarsi verso Amos; il quale stava tentando in tutti i modi di liberarsi dalle corde che lo avevano legato dopo il suo maldestro tentativo -fallito- di mettere Giacomo KO.
《Beth ti avrà forse raccontato delle persone che volevano distruggere il nostro campo.》
Amos finalmente riconobbe le stesse squame della Serpe su Beth. Del resto come aveva fatto a non pensarci prima. Erano identiche, anzi, Beth con la sua dolcezza e il suo sorriso genuino era ancor più pericolosa della prima.
《Lui non è nient'altro che una loro spia, venuto qua esclusivamente per individuare i nostri punti deboli. Se non fosse stato per questo motivo se ne sarebbe già andato. Non è mai venuto per te e sicuramente non è mai rimasto per te Kejsi. Ti ha mentito. Ti ha nascosto il suo vero obiettivo.
Un mondo pieno di regole come il nostro, regole per la nostra salvaguardia, non fanno per un uomo come lui. Lui non crede in ciò che facciamo, nel nostro sacrificio, non lo ha mai fatto né lo farà mai. Preferisce vedere bambini come Nino e Sofia in pasto alle persone malvagie che popolano le strade fuori di qua, a patire la fame e il freddo... in cambio di cosa?》
Amos non ci poteva credere. Giacomo stava distorcendo la realtà in un modo orribile, ma -purtroppo- in parte vero. Lui le aveva mentito, aveva scelto di nasconderle la verità e di agire a sua insaputa. Lo aveva fatto per proteggerla, ma ora le sue scelte gli si stavano ritorcendo contro. L'avrebbe davvero abbandonata se non avesse avuto il motivo di restare per il Boss? Sarebbe davvero rimasto in quel posto solo perché c'era lei? Faceva fatica a rispondere a sé stesso in quel momento. Le parole di Giacomo bruciavano, facevano leva sui suoi punti scoperti.
Quando riaprì gli occhi, bagnati di lacrime, incontrò lo sguardo deluso di Kejsi che gli trafisse il cuore. Cosa avrebbe potuto dire? Prima che potesse dire qualsiasi cosa lei lo precedette.
《Dimmi che non è vero.》
Amos abbassò gli occhi con dolore. Kejsi lasciò che le lacrime le illuminassero le iridi, riflettendo ancor più le luci al neon verdastre del soffitto.
《Ma non è come credi Kejsi. Guardami ti prego, ti prego guardami...》
Lei gli diede attenzione e Amos continuò.
《Lo so che non ti ho detto la verità fin da subito ma l'ho fatto per il tuo bene, l'ho fatto per proteggerti, non ti ho mai nascosto null'altro. Ti prego non puoi fidarti di lui.》
Giacomo intervenne.
《Null'altro? Sei sicuro?》
Amos lo guardò a occhi spalancati. C'era una sola altra cosa che aveva nascosto a Kejsi, ma questa non era possibile che Giacomo la sapesse.
Gli occhi di tutti erano puntati su di lui come spilli.
《Kejsi, ti ha detto di non aver mai trovato i tuoi genitori giusto?》
Amos sbiancò. Kejsi si irrigidì in attesa della mannaia che di lì a poco sarebbe scesa tagliandole la testa.
《Non se ne sono mai andati. Sono morti. Li abbiamo trovati sotto le macerie. O forse chissà, magari erano ancora vivi quando li ha trovati, ma li ha lasciati lì a morire dandoli per spacciati.
Non è la prima volta che ti mente. Sta a te scegliere a chi credere. Io non ti ho mai mentito e lo sai.》
Kejsi guardò Amos e poi riguardò Giacomo. Fu uno scatto d'ira e prese in mano il fucile puntandolo verso Amos e urlò.
《Quante altre cose non mi hai detto?!》
Amos strabuzzò gli occhi, non si aspettava questa sua reazione. La persona che amava, per cui aveva combattuto, per cui aveva sparso sangue, per cui era quasi morto; che aveva tenuto come unico bagliore di luce in tanto buio, di cui aveva parlato come simbolo di coraggio e amore a Vittorio e Vanessa, ora... gli stava puntando un grilletto contro con tutta l'intenzione di sparare.
Potevano le sue bugie aver distrutto tutto l'amore che li univa? Poteva l'ideologia di Giacomo esserle entrata così profondamente in testa? Guardò l'anello di legno, che le aveva donato, sulla mano che ora stringeva il fucile. Come faceva a essere la stessa donna che aveva visto salire all'altare?
《Non ti nascondo nient'altro. Tutto ciò che ti ho nascosto ho creduto di farlo per il tuo bene. La mia vita è nelle tue mani.》
Kejsi girò in fretta il fucile e con il calcio lo colpì forte alla testa stordendolo.
《Non voglio che muoia. Ma non voglio vederlo mai più. Lo puoi fare?》
《Sì, posso farlo.》
Si pronunciò Giacomo.
《Ma prima dobbiamo trovare una persona, una persona che stava nascondendo, che è in possesso di una preziosa tecnologia in grado di cambiare il mondo. La mamma di Sofia. Oltre a essere la madre della nostra piccola è anche una famosa scienziata in grado di aiutarci e loro continuavano a tenercela nascosta, privandola tra l'altro di sua figlia. Abbiamo tracciato il percorso di Amos fuori dal campo e sappiamo dov'è, Dario ora sta andando a prenderla.》
Kejsi rimase perplessa.
《La madre di Sofia? La tenevano nascosta per tutto questo tempo? Voglio andare anch'io.》
《Dario sta reclutando i suoi migliori uomini, vai da lui. Sicuramente sarai scelta.
Tu Michael portalo in cella, potrebbe avere ancora informazioni utili per noi.》
Michael insieme alla Serpe si mossero verso Amos per trascinarlo via, mentre Beth correva ad abbracciare Kejsi, cercando di confortarla sulle rivelazioni che aveva appena ricevuto.
《Non è facile, fa malissimo ne sono certa. Ma hai fatto la scelta giusta. Lui ti ha ingannata, ti ha usata per i suoi scopi. Non crede in ciò che stiamo facendo, troppo legato al passato. Voleva distruggerci e avrebbe distrutto anche te.》
L'abbracciò forte e l'accompagnò all'ascensore.
Michael intanto stava trascinando Amos ancora legato alla sedia, quando Giacomo lo fermò per avvicinarsi al suo orecchio.
Si abbassò in modo da essere udito chiaramente e sussurrò sorridendo:
《La magia di dire sempre la verità, nel bene e nel male... sta nell'attendere quell'unico momento, in cui dicendo una menzogna, tutti ti crederanno.
Una bugia ogni cento verità.》
Michael stava per continuare a trascinarlo, ma Giacomo aggiunse: 《ah, dimenticavo, quando avremo trovato Sara. Ti ucciderò.》
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