3.

Arrivarono all'auto sorpresi che non si fosse ribaltata, a quanto pare la posizione riparata dietro a una piccola collina l'aveva risparmiata da quello che era successo in campo aperto, ma le gomme erano comunque tutte e quattro deformate.

《Siamo fortunati, qui la temperatura non è stata così alta da far esplodere la benzina e anche gli incendi sono stati limitati, forse grazie all'umidità presente nel terreno dalla pioggia degli scorsi giorni.》

Kejsi si diresse subito al bagagliaio ed estrasse la cassetta di pronto soccorso, per fortuna suo padre ci teneva molto che avesse sempre tutto in auto in caso di incidente, lo ringraziò mentalmente e si fiondò a scartare la cassettina.

《Fantastico, hai il kit di primo soccorso! Ne hai un disperato bisogno ragazzina...》

A sentire quelle parole si ricordò le sue condizioni, era praticamente nuda davanti a lui e non era certo una bella visione, anzi una visione raccapricciante, tanto da vomitare, ma a quanto pareva a lui non faceva né caldo né freddo e ciò la confortava molto per quanto fosse possibile.

Il kit non conteneva miracoli, ma una coperta termica, un paio di garze sterili, un flacone di soluzione di iodopovidone, uno di soluzione fisiologica, cotone idrofilo, un laccio emostatico, ghiaccio istantaneo, delle pinzette e forbici per medicazioni.

《Fammi vedere, hai le gambe mal messe, posso avvicinarmi?》

Kejsi annuì impaurita. L'uomo si abbassò vicino alle sue gambe e le osservò attentamente.

《Dimmi se senti dolore quando ti tocco.》

Urlò dal dolore a momenti mentre in altri non sentì assolutamente nulla. Ityu ringhiò verso l'uomo temendo che stesse facendo del male alla sua padrona, ma Kejsi lo tranquillizzò subito accarezzandolo con la mano.

《Tranquillo bello, non farò del male alla tua padrona. Ragazza... è un bel casino, in alcuni punti hai le terminazioni nervose del dolore completamente andate, mentre in altri sei ustionata, ma non così in profondità.》

L'uomo sospirò non avendo il coraggio di guardarla negli occhi.

《Che cosa implica? È curabile?》

《Per le ustioni più profonde non c'è nulla da fare, la tua pelle andrà in necrosi, mentre per quelle meno profonde la pelle potrebbe guarire, ma hai un bisogno immediato di pomate, anestetici e antibiotici, hai un rischio altissimo di sviluppare infezioni mortali. Dobbiamo trovare un ospedale e subito.》

Le iniziò a battere il cuore all'impazzata, se lo sentì forte in gola, mentre il panico la divorava.

《Hai ancora molta adrenalina in corpo, ma appena calerà... il dolore sarà lancinante, hai bisogno di cure.》

Kejsi guardò il kit di pronto soccorso rimastole ancora in mano, sul quale aveva riposto, stupidamente, tutte le sue speranze e si bloccò a fissarlo nel panico iniziando a iperventilare. L'uomo se ne accorse e glielo tolse subito dalle mani, rendendosi conto di averle tolto tutte le piccole speranze alle quali si aggrappava, preannunciandole la morte imminente.

《Dammi la soluzione di iodopovidone e le garze, ti disinfetterò tutte le parti scoperte e te le coprirò con le garze. Ti farà male, ma cerca di resistere, è l'unica cosa che possiamo fare al momento prima di trovare un ospedale in grado di curarti.》

《E come ci arriviamo all'ospedale? Sempre che ci sia ancora un ospedale...》

《Dovremo uscire dall'area coperta dal fungo atomico, lì i danni dovrebbero essere minori e forse riusciremo a trovare un ospedale ancora funzionante, ma ci serve un auto.》

Vide la disperazione farsi strada negli occhi di Kejsi e allo stesso tempo la sua forza nel cercare di mantenere dignità e autocontrollo.

《Tu mi hai salvato la vita, ora io proverò a salvare la tua.》

Kejsi guardò Ityu attaccato alla sua gamba, intento ad osservarla con i suoi occhioni dolci in cerca di capire cosa stesse succedendo.

《Se non dovessi farcela, per favore prenditi cura di lui.》

Disse all'uomo indicando Ityu.

《Te ne prenderai cura tu stessa, ora fammi disinfettare quelle gambe.》

In realtà non credeva sarebbe potuta sopravvivere oltre la notte, ma demoralizzare ogni sua speranza non sarebbe stato d'aiuto a nessuno. La fece sedere all'interno dell'abitacolo e le disse di reggersi a qualcosa, si slacciò la cintura dei pantaloni e le disse di metterla tra i denti.

《Farà male.》

《Aspetta, aspetta! Fascia prima le zampe di Ityu.》

《Tu hai bisogno di più cure di lui...》

《Non mi interessa, fascia prima le sue zampe oppure non toccarmi nemmeno.》

Ityu nel frattempo si era già adagiato nei sedili posteriori per stare accanto alla sua padrona.

《Potrebbero non rimanere abbastanza garze per te...》

《Non mi interessa, sta soffrendo anche lui, io lo so e forse ha più speranze di sopravvivere rispetto a me, probabilmente le bende andranno sprecate su di me, ma su di lui no, quindi aiuta prima lui.》

L'uomo si prese alcuni secondi, in cerca di segni di debolezza o poca convinzione negli occhi della ragazza, ma vi trovò solo fermezza nella sua decisione.

《Va bene, aiuterò prima lui.》

《Ityu vieni qua, stai fermo.》

Kejsi lo tenne calmo mentre guaiva ad ogni passaggio di disinfettante e l'uomo cercò di fare meglio che poteva, ma le garze non avevano presa alla stessa maniera che sulla pelle umana.

《Penso che possa andare abbastanza bene, ma non so quanto reggeranno. Ora dobbiamo pensare alle tue gambe.》

Kejsi avvicinò Ityu a sé e gli diede un bacio sulla testa, poi gli ordinò di andare nei sedili posteriori, prese le chiavi dell'auto di riserva dal portaoggetti e le porse all'uomo.

《Sono pronta. Prima però dimmi il tuo nome, voglio sapere chi mi ha aiutato.》

《Mi chiamo Amos e tu?》

《Mi chiamo Kejsi.》

《Kejsi, stringi forte, ora conterò fino a tre. 1... 2...》

Non arrivò al 3, al 2 gli versò sopra il disinfettante, Kejsi urlò dal bruciore e perse i sensi essendo andata oltre la soglia del dolore. Amos le appoggiò la testa sul sedile con delicatezza e continuò a disinfettarla, le fasciò con cura le gambe stando attento a non stringere troppo, le sistemò con attenzione dentro l'abitacolo e si posizionò al posto di guida.

《Dio ti prego, se cerchi l'occasione giusta per fare un miracolo, questo è il momento.》

Girò le chiavi più volte, ma l'auto non diede segni di vita.

《Parti maledizione!!》

La pazienza lasciò posto all'ira. Incominciò a prendere a pugni il cruscotto con violenza per minuti finché non si stancò. L'auto, lo sapeva, non si sarebbe mossa, ma la speranza faticava a morire. Si girò a guardarla, era solo una ragazzina, avrà avuto a malapena venti, ventidue anni, era appena all'inizio della sua vita, chissà quanti progetti aveva in mente per il futuro, quanti amici la stavano aspettando al telefono, non avrebbe dovuto subire tutto questo. Nessuno, dovrebbe subire mai tutto questo. Ora era lì, svenuta sul sedile di un'auto inutile, in mezzo alla distruzione più totale, senza più delle vere gambe e senza più alcuna luce negli occhi, una bellissima e giovane donna sfregiata dagli effetti devastanti di una guerra che non era certamente la sua e che l'avrebbe segnata per sempre.

Quella ragazzina gli aveva salvato la vita rischiando la propria, non poteva arrendersi così ora che lei aveva bisogno del suo aiuto. Provò a girare le chiavi ancora una volta facendo attenzione a non sforzare la mano, glielo doveva.

Dio fece il miracolo. L'auto si mise in moto. Amos non ci poteva credere, incominciò ad esultare saltando sul sedile come un bambino e anche Ityu dietro abbaiò come se volesse festeggiare insieme a lui.

《Okay bello, vediamo di portare via da qua la tua mamma.》

Le ruote erano deformate, ma l'auto riusciva ad andare avanti, certo non sarebbe durato molto, ma sperava bastasse fintanto non si fosse trovato un mezzo in condizioni migliori.

Si diresse più veloce che poteva fuori dalla nube nera che li sovrastava, le piogge acide non sarebbero tardate certo ad arrivare, e allo stesso tempo andava piano prestando attenzione a non buttare del tutto fuori le ruote.

Quando arrivò in cima alla collina, la visione lo fece rabbrividire, quell'immagine lo avrebbe accompagnato per il resto della sua vita. La devastazione era di dimensioni colossali, fin quanto la vista poteva estendersi. Gigantesche tempeste di fuoco stavano divorando quel poco che fosse rimasto in piedi e il resto era ormai solo polvere. Non c'era più nulla, né albero, né animale, né nulla. Solo polvere.

《Resisti ragazza, resisti.》

Sussurrò alla vicina Kejsi, poi le mise due dita sul collo, c'era ancora battito.

《Ti porto via da qua, non mollare ragazza, non mollare.》

Lo diceva a lei, ma il discorso valeva altrettanto per sé. Era stato più fortunato rispetto a lei, ma anche lui aveva bisogno urgente di un ospedale e parlarle, anche se svenuta, era un modo per infondere coraggio anche a sé stesso.

Passarono circa un paio d'ore e arrivarono alla città più vicina dove Amos sperava ci fosse qualcuno in grado di aiutarli, ma non c'era nessuno, solo cadaveri. Se c'erano state altre persone ormai se n'erano già tutte andate. Si diresse verso l'ospedale, ma trovò solo una struttura mal ridotta senza anima viva.
Non demoralizzandosi prese Kejsi in braccio e seguito a ruota da Ityu si diresse all'interno. Tutto era stato lasciato così com'era, abbandonato in fretta e furia.

Non era un medico. Quello era un sogno che non era mai riuscito a realizzare. Aveva intrapreso gli studi e il praticantato in medicina anni or sono, ma poi aveva abbandonato tutto al riammalarsi di sua madre.

La donna si era ammalata in giovane età di cancro; aveva fatto numerose terapie in seguito alle quali si era stabilizzata, ma raggiunti i sessant'anni aveva avuto una brutta ricaduta. Ogni giorno si vedeva costretta a prendere una lunga serie di medicinali e antidolorifici solo per continuare sostanzialmente a respirare. Per Amos quello fu il periodo più duro della sua vita. Suo padre li aveva abbandonati quand'era ancora piccolo, c'era solo lui a prendersi cura di lei. Aveva solo venticinque anni, un'età in cui ogni giovane dovrebbe godersi appieno la vita e le sue gioie, ma questo non fu il suo destino. Ormai erano passati oltre dieci anni da allora, i ricordi del praticantato non erano lucidi ma si ricordava ancora tutti i medicinali che aiutava sua madre a prendere, in quanto lo sbaglio di una dose o di un ordine avrebbero potuto causarle effetti collaterali gravissimi. Quando le cose ti capitano, si sa, inizi a masticarle anche senza volerlo.

《Oppiacei, servono oppiacei, poi...poi... sì antibiotici, come la penicillina sì, poi altre garze e soluzioni d'argento, TANTE garze.》

Cercava di fare mente locale il più velocemente possibile per ricordarsi quali medicinali fossero adatti alla situazione. Il problema più grande però era trovarli.

Appoggiò Kejsi su un lettino ospedaliero e la spinse in cerca di indicazioni sulla piantina dell'ospedale. Quando la mise giù la ragazza si svegliò in preda al dolore, l'adrenalina era definitivamente finita.

《Kejsi siamo in un ospedale, non c'è nessuno, ma hanno lasciato tutto, quindi forse troveremo i medicinali che ti servono, resisti.》

Lei lo guardò dolorante cercando un appiglio al quale reggersi, Amos le diede la mano e lei la strinse fortissimo nei gemiti mentre Ityu preoccupato metteva il muso costantemente sul lettino per controllare come stesse la sua padrona.

Di sicuro nel reparto di oncologia avrebbe trovato tutto ciò che aveva a che fare con gli oppiacei, per quanto riguardava le pomate invece, probabilmente avrebbe trovato qualcosa in dermatologia. L'ospedale era sviluppato in quattro piani e ovviamente l'ascensore era fuori uso, guardò sulla piantina dove si trovassero i diversi reparti.

Oncologia: 3 piano
Dermatologia:4 piano
Pronto soccorso:1 piano

《Merda, tutto ai piani alti.》

Guardò Kejsi, incapace di salire quattro piani di scale.

《Sono due le cose, o ti porto in braccio fino al quarto piano o mi aspetti qua e io vado a cercare tutti i medicinali, cosa preferisci?》

Kejsi lo guardò con assenso e gli disse di andare.

《Va bene, farò prima che posso, tu aspettami e non fare cavolate. Tu bello stai qua con lei, controllala mi raccomando.》

Amos la posizionò vicino al muro e sparì correndo veloce su per le scale. Ityu rimase seduto vicino alla barella a farle da guardia mentre Kejsi gli accarezzava dolcemente il pelo cercando di distrarsi dal dolore.

Lo stava accarezzando quando iniziò a ringhiare e un rumore di passi si sentì alla porta d'entrata.

《Amos?》

Nessuna risposta venne data, Ityu si alzò sulle quattro zampe in posizione di difesa e iniziò a ringhiare sempre più forte.

Kejsi provò ad alzarsi per girarsi e vedere chi fosse appena entrato, ma lo fece con estrema lentezza, troppa.

《Ei Ei guarda guarda un lupo!》

《Nahh dici che sia davvero un lupo?》

Ityu quando si arrabbiava incuteva davvero timore, il suo aspetto era perfettamente simile a un lupo e ora stava facendo bella mostra delle sue zanne bianche mettendoli in guardia di non avvicinarsi troppo alla sua padrona.

Due ragazzi, dall'aria poco raccomandabile erano appena entrati nell'ospedale.

《Oh ma guarda! C'è anche una ragazza!》

《Uno schifo di ragazza, ma l'hai vista? Tesoro, ma ti sei guardata le gambe?》

Le dissero ridendo per provocarla.

《Che ci fate qua? Che volete? Non mi sembrate feriti.》

Chiese Kejsi sorvolando i commenti e coprendosi il seno meglio che poteva pregando che Amos tornasse in fretta.

《Sgorbietto, il mondo è andato in pappa, quest'ospedale è l'unico in piedi nel raggio di chilometri che abbia ancora medicinali, un'enorme ricchezza di oppiacei completamente incustodita e gratuita. Se è la fine del mondo almeno vogliamo spassarcela.》

《Nel raggio di chilometri?》

《Non sai nulla Sgorbietto?》

La guardarono ridendo.

《Tesoro è scoppiata una guerra nucleare a livello mondiale.》

Le pupille di Kejsi si dilatarono, Amos aveva ragione, non ci sarebbero stati vincitori, il mondo come lo conoscevano non esisteva più.

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