26.

《Bene. Ora basta. Ora lo affronterò faccia a faccia.》

Kejsi si diresse in infermeria a vedere il suo mostro. Aveva bisogno di guardarlo negli occhi, nello stesso modo in cui guardava le sue paure, abbattendole.

Arrivò e lo vide steso sullo stesso letto da "Bianca Neve" dov'era stato messo pure Amos il giorno prima. Il ragazzo era emaciato e malconcio, suo marito lo aveva ridotto a poltiglia nonostante non fosse in piena forma fisica. Era diventato più forte da quando si erano lasciati e più cattivo. Non una cattiveria di cuore, più una cattiveria di chi ha raggiunto il livello massimo di sopportazione e non può più restare immobile senza agire. Cattiveria condizionata, così le venne in mente di definirla e di certo il campo non lo stava aiutando a tenerla sotto controllo. Era una mina pronta ad esplodere.

《Mi chiamo Lorenzo, ma puoi chiamarmi Lory...》

Sputò tra gli affanni il ragazzo ridotto a poltiglia.

《Come ci sei finito qua?》

Kejsi doveva capire, Giacomo sapeva già che fosse un assassino? Diceva sempre la verità, ma aveva anche un sacco di non detti, era bravo a celare la verità mettendotela davanti gli occhi, un potere maledetto.

《So che mi odi e capisco ciò che ha fatto il tuo ragazzo, me lo merito, non lo rimprovero per ciò che ha fatto...》

Kejsi strabuzzò gli occhi, non credeva alle parole che stava udendo.

《Tu mi hai risparmiato la vita quel giorno e ciò mi ha fatto riflettere. In quel momento non ero in me, la droga e l'astinenza mi avevano mandato fuori di testa e non avevo più il controllo di me stesso... so che non sono scuse valide per giustificare ciò che ho fatto, ma non ero in me e ciò che invece hai fatto tu mi ha sconvolto. Avresti dovuto uccidermi, chiunque l'avrebbe fatto, ma tu no. Pensavo che dopo la guerra le persone sarebbero solo che peggiorate e io ero pronto ad affondare con loro. Pensavo che diventare il peggiore di tutti mi avrebbe dato una sorta di immunità, pensavo che solo facendo così avrei potuto cavarmela, farmi rispettare, sopravvivere, ma tu... tu mi hai dimostrato che mi sbagliavo.

Non mi aspetto che tu mi perdoni, so che lo sbaglio che ho fatto è stato troppo grosso, ma io ti ringrazio per ciò che hai fatto. Se non mi avessi risparmiato ora non sarei qua in questo posto, non avrei mai potuto ripulirmi dalla droga e iniziare una nuova vita qui dove tutto sta ripartendo. Giacomo mi ha preso dalla strada circa un mese dopo, il mio amico non ce l'ha fatta, l'astinenza gli è stata fatale, ma io non so come, l'ho superata e da allora credo nei miracoli. Penso che tu faccia parte dei miracoli della mia vita.》

Kejsi rimase pietrificata davanti alle sue parole, non ci credeva, quel genere di persone non cambiano, sono violente dentro. Cosa stava succedendo? Poteva essere davvero cambiato? Era il suo miracolo?

Lo guardò sanguinante sul lettino con le lacrime che gli stavano rigando il volto. Stava recitando? Stava mentendo? Perché avrebbe dovuto farlo? Aveva la protezione di Giacomo, non serviva mentire. Tutto andò in tilt, il cervello stava scoppiando. Non gli rispose e se ne uscì dalla stanza. Aveva bisogno di stare sola e pensare. Pensare.

Amos nel frattempo era andato a prendere Ityu e ora stava cercando Beth, se voleva restare e farsi tenere da Giacomo doveva impegnarsi in qualcosa e allo stesso tempo sfogarsi. Pensò che il suggerimento di Beth di addestrare il cane alla ricerca, potesse essere la soluzione migliore, così le andò a chiedere.

《Dov'è di preciso che devo andare per addestrare il mio cane?》

Beth si girò lasciando fluttuare i suoi lunghi capelli ramati e sprigionò un sorriso bianchissimo che illuminò anche i suoi occhi color smeraldo. Era bella, davvero bella, una di quelle che nel mondo di prima sarebbe stata subito presa per fare la modella o l'attrice. Quando sei così bella le porte ti si aprono senza nemmeno bussare, eppure quella sua enorme bellezza lo disturbava e il suo carattere solare e incredibilmente gentile anche. Forse nel mondo prima non ci avrebbe fatto caso, l'avrebbe considerata semplicemente una bella ragazza, ma in quello attuale lo inquietava. Sentiva sulla pelle la stessa sensazione di quando guardava la donna del Boss, anche lei pazzescamente bella, ma velenosa, una serpe pronta ad affondarti i denti nel collo dopo un dolce sorriso.

《Oh finalmente ti sei deciso, ti accompagno, vieni. Ah e Giacomo mi ha chiesto di dirti, tenendo conto delle tue innegabili capacità, di considerare la possibilità di diventare paramedico militare. A volte durante le spedizioni alcuni si fanno male, sarebbe comodo avere un medico giovane e forte che oltre a saper curare sappia anche stare sul campo di battaglia.》

Gli strizzò l'occhio e sorrise ruffiana, Amos pensò fosse più simile a Medusa che a una serpe, le serpi le aveva tutte in testa. Ti costringeva a guardare la sua bellezza per poi pietrificarti e aggiungerti alla collezione di statue. Dei brividi gli scorsero giù per la schiena.

Lo condusse al campo dove altri stavano addestrando i propri pastori tedeschi e prima di lasciarlo gli posò una mano dolcemente sulla spalla sfoggiandogli un altro dei suoi abbaglianti sorrisi. Quella donna non gli piaceva.

《Benvenuto, vedo che hai un cane da lupo cecoslovacco, sono più difficili da addestrare rispetto ai pastori tedeschi, ti ubbidisce?》

Amos sfoggiò un sorrisetto provocatorio.

《Oh non immagina nemmeno quante cose sa fare...》

《Bene ora lo vedremo, faremo una breve esercitazione.》

Il ragazzo tirò fuori un pezzo di stoffa appartenente alla camicia di un uomo che si era precedentemente nascosto.

《Fatelo annusare al vostro cane e dategli il comando di cercare, vediamo chi è il più veloce fra di voi.》

Disse con un ghigno di scherno verso Ityu, ma Amos non si fece scalfire, sapeva di cosa fosse capace il suo lupo e avrebbe dato dieci a zero a tutti loro.

《Posizionate i cani davanti a voi tra le gambe, io passerò davanti a tutti facendogli annusare il pezzo di stoffa, quando tutti avranno annusato potrete dare il comando.》

Ityu stava osservando gli altri cani, era da tanto che non incontrava suoi simili ed era curioso di annusarli e fare conoscenza, ma quelli non lo badarono, erano concentrati come degli automi sotto il controllo del proprio padrone. Guardò in alto verso Amos e lui gli diede una carezza, aveva piena fiducia in Ityu, senza di lui sarebbe morto.

Il ragazzo finì di passare davanti a tutti e ordinò di dare il comando.

《Ityu cerca!》

Non se lo fece ripetere due volte, sapeva ciò che doveva fare, ormai lo faceva da una vita ed era nato per quello. Corse con una potenza mai vista sapendo già dove si trovasse la preda, il suo naso non sbagliava mai, ma un pastore tedesco vicino a lui gli andò addosso mordendogli una zampa e Ityu cadde rovinosamente a terra rotolando.

《Ma che... non sapete controllare i vostri cani!?》

Amos era furioso avendo visto il comportamento del pastore tedesco, cose così non dovevano succedere, era andato lì per sfogarsi ma sarebbe finita in rissa se l'altro non avesse chiesto scusa.

Stava ancora urlando quando sentì un poderoso ringhio, Ityu si era rialzato e ora aveva cambiato obiettivo, cambiato preda. Entrambi i cani avevano il pelo rizzato, si stavano guardando con odio pronti a sbranarsi e scattarono. Si alzarono sulle zampe a fauci aperte l'uno per sovrastare l'altro. I loro ringhi erano potenti, le loro zanne affilate. Il pastore tedesco gli morse la spalla e Ityu gli morse la groppa, si stavano azzuffando seguendo le dinamiche del branco.

Amos corse subito lì seguito a ruota dal padrone dell'altro cane, sapevano che se si fossero intromessi gli avrebbero portato via un braccio. Quando due cani combattono non si arrendono finché uno non si sottomette alla potenza dell'altro.

Il pastore tedesco era l'alpha del gruppo e vedeva in Ityu un potenziale rivale. Quando gli era corso davanti gli aveva morso la zampa per sottolineare la sua preminenza e ordinargli di stare al suo posto, ma Ityu era un lupo, non sarebbe stato secondo a nessuno, non prima di aver lottato.

Entrambi, Amos e l'altro ragazzo, urlarono per farli fermare, ma era inutile, sapevano che non avrebbero mollato e che non sarebbero riusciti a dividerli.

Il pastore tedesco morse l'altra zampa di Ityu e lui gli morse l'orecchia facendolo guaire. Gliel'aveva obblitterata con le sue zanne affilate e fu quell'attimo a farlo padroneggiare. Lo prese per la groppa e poggiando tutte e quattro le zampe a terra lo scaraventò di lato mettendosi sopra di lui con le zanne alla giugulare. Il pastore tedesco si arrese e mugolando a pancia in su mostrò il collo in segno di resa. Ityu ringhiò forte e poi alzò il muso ad ululare.

Ora era lui l'alpha. Si spostò da sopra il pastore tedesco e tornò vicino Amos.

L'addestratore si mise a ridere.

《A quanto pare abbiamo un nuovo capo qua e chi l'avrebbe mai detto!》

Il ragazzo dell'altro cane si precipitò a prenderlo e guardò Amos con odio, ma lui da parte sua lo guardò con ancora più astio. Sentiva il fuoco dentro crescere sempre più, non sarebbe convenuto a nessuno di loro provocarlo.

《Per oggi basta Ityu, andiamocene.》

《Ti aspettiamo domani, ci sarà un'importante esercitazione e l'alpha non può mancare. Si è appena assunto le responsabilità del branco.》

Amos alzò gli occhi al cielo e se ne andò fregandosene.

《Quando ti vedrà Kejsi sarò un uomo morto...》

Ityu gli stava scodinzolando con la lingua penzolante come se nulla fosse proprio a fianco a lui.

《Ityu non ridere. Kejsi ammazzerà me, mica te, vedrai!》

Ma parlando del diavolo spunta sempre la coda, non appena finì di dire la frase Kejsi apparì dalla capanna metallica alla sua destra.

《Ma che... ma che è successo a Ityu!?》

Si accucciò subito per controllarlo e baciarlo assicurandosi stesse bene.

《Addestramento per cani, ti ricordi ne aveva parlato Beth stamattina...》

《E questo sarebbe addestramento??》

《C'era un cane al quale Ityu non stava particolarmente simpatico, ma gli ha fatto capire chi comanda.》

Kejsi lo guardò con il temporale negli occhi. Amos aveva dentro il fuoco, ma Kejsi aveva l'uragano, avrebbe sempre vinto su di lui, come l'acqua spegne il fuoco lei avrebbe sempre avuto il potere di fermarlo arrestandone le fiamme e Amos lo sapeva. Lei non aveva paura di lui, gli stava di fronte pronta a proteggerlo e farsi proteggere, pronta a soffiare sulle sue braci o arrestarle con la pioggia dei suoi occhi.

《Mi spiace, non avevo idea potesse succedere... l'ho fatto per distrarmi e perché forse così mi potrei rendere utile in questo posto, se devo restarci...》

《Hai intenzione di restare?》

《Sì, non ti lascerò sola qua dentro.》

Era la verità, ma le nascose il secondo motivo per cui restava, ovvero distruggere quel campo, quel campo in cui Kejsi riponeva tutte le sue fiducie. La stava tradendo? Non le stava mentendo, ma le stava nascondendo la verità, era davvero diverso? Era meglio? Si mise un blocco al cervello, non voleva conoscere la risposta, non ora, c'era troppo in ballo.

Kejsi sorrise.

《Avevo paura mi avresti abbandonata, so che ci sono cose che non vanno qua dentro, ma forse riuscirai anche tu a trovare le potenzialità uniche di questo posto!》

Amos sospirò, cosciente che si era appena creata una frattura tra loro, una frattura dentro di sé che lo faceva sanguinare.

《Non ti abbandonerei mai Kejsi...》

Furono le uniche parole che riuscì a dire, si sentiva un verme, un vigliacco, le stava nascondendo la verità, ma non poteva far altro.

Kejsi si alzò e lo abbracciò con forza, per lei equivaleva a una speranza, un nuovo inizio non solo per l'umanità, ma ora anche per loro due. Confidava nelle capacità di quel campo come confidava nel fatto che lui col tempo ci si sarebbe abituato e l'avrebbe apprezzato.

Amos si sentì indegno di quell'abbraccio e non riuscì a ricambiare alla stessa maniera, i sensi di colpa lo stavano divorando ed era appena l'inizio, l'inizio di una lunga serie di verità non dette.








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