19.

Amos si tolse il maglione e si guardò allo specchio, era il quinto giorno e già il quarto gli avevano messo di fronte un avversario più forte, aveva un grosso livido nero proprio sotto la costola destra, ricordino del giorno precedente. Si massaggiò sul punto dolente trattenendo una smorfia di dolore, gli faceva male, ma la strada verso le risposte era ancora lunga e quello sarebbe stato solo il primo di una lunga serie di lividi.

Il suo fisico in compenso ne aveva guadagnato, lo stile di vita e l'allenamento continuo sul ring l'avevano rafforzato muscolarmente e l'assenza più completa di cibi zuccherini e grassi a favore di una dieta principalemente proteica gli aveva definito i muscoli. Ityu si era seduto vicino a lui davanti lo specchio, anche lui era diverso, era più simile a un lupo che ad un cane già da molto, non più abituato a ricevere il cibo nella ciotola bensì ad andare a caccia e procacciarselo, non era più un cane, era un vero e proprio lupo.

Si rimise il maglione e incominciò a fare piegamenti sulle braccia, non poteva mollare, non poteva riposarsi, i giorni seguenti sarebbero stati i più duri e gli avversari non gli avrebbero perdonato una sua impreparazione. Non combatteva più contro Vittorio o simili, ora sarebbero stati tutti uomini grossi e ben preparati, pronti a farlo fuori al primo segno di debolezza.

Dopo l'allenamento e lo stretching andava ogni giorno da Vittorio, avevano raggiunto un accordo dove Amos gli insegnava a battersi mentre Vittorio lo assisteva negli allenamenti.
Avevano preso un sacco di juta e lo avevano riempito di cenere per poi appenderlo con una corda ad una trave dietro casa di Gaspare per potersi allenare con il pugilato.

Ogni giorno superava la sua soglia del dolore, le sue mani ormai erano ricoperte di calli spessi e duri, ogni giorno picchiava più forte, ogni giorno riceveva più colpi, era una lotta continua con gli altri e con sé stesso per non mollare.

《Amos che ti ha detto Vanessa? Con chi ti sfiderai oggi?》

《Non lo so, ma sarà dura. Mi ha detto che dopo i primi quattro giorni mi faranno incontrare ogni giorno con dei bestioni che entreranno in ring con il solo preciso scopo di ammazzarmi, però in un certo senso sarà ancora tutto regolare, non dovrebbe provare a drogarmi o simili》

《E la cosa ti tranquillizza? Io li ho visti i bestioni di cui parli, quelli non hanno pietà, non aspetteranno che ti rialzi né che ti rimetta in posizione, ti colpiranno anche quando sei steso a terra senza forza》

《Grazie Vittorio sei davvero molto incoraggiante》

《Scusa Amos, ma per me quello che stai facendo è un suicidio》

《C'è una cosa che tutti quelli che mi sfideranno non hanno rispetto a me》

《Un buon cuore e un'ingenuità disarmanti?》

《La speranza Vittorio, quando la speranza ti scorre nelle vene, quando l'amore ti fa battere il cuore un battito in più, si possono fare cose che prima pensavi impossibili. Kejsi era sul punto di morire quando l'ho trovata, aveva il corpo martoriato, le gambe con ustioni di terzo grado e lembi di pelle che le si staccavano, i suoi tessuti erano in necrosi e il dolore che provava superava di gran lunga quello che abbiamo provato tutti noi fisicamente. Eppure se tu la guardavi negli occhi, la vedevi, la speranza era lì, luminosa e forte, la faceva resistere, la teneva in vita quando chiunque altro si sarebbe arreso nelle braccia della morte. Lei aveva la speranza incisa nel sangue e l'amore per gli altri nelle vene》

Lo sguardo di Vittorio si inorridì al sentir parlare di tutte le ferite e allo stesso tempo si colmò d'ammirazione.

《Kejsi dev'essere una tosta》

《Lo è, lo è più di me, lo è più di chiunque altro io abbia mai conosciuto. So che è ancora viva e so che la troverò》

Disse mentre una lacrima gli rigava il volto.

《Ama Vittorio, se c'è una cosa che ha veramente senso fare nella vita è amare. Amare con forza, con tutto sé stessi, amare senza interessi e fino in fondo. Ama Vittorio e non te ne pentirai mai, l'amore nel bene e nel male ti lascerà sempre qualcosa di prezioso》

《Lo farò Amos. Lo farò》

《Bene. Ora tieni quel sacco come Dio comanda che sembri mio nonno》

Entrambi si misero a ridere, anche Mina che li stava guardando dalla finestra e che ormai si era affezionata a Vittorio vedendolo come il figlio che non aveva mai potuto avere.

《Amos, Vittorio, venite dentro. Amos non puoi arrivare sfinito stasera, hai bisogno anche di riposo》

《Sì Mina, hai ragione》

Entrarono e si misero tutti sul divano, compreso Ityu che si era messo in braccio a Vittorio facendolo quasi sparire sotto il suo peso, ma al lupo lui piaceva e anche a Vittorio piaceva lui.

《Amos, chi verrà a vederti stasera?》

《Non lo so, di solito Vanessa è al palazzo, Vittorio è meglio che non si faccia vedere e Gaspare odia quel posto quindi penso che l'unico che mi vedrà combattere, come sempre, sarà Pedro》

Pedro era l'ago della bilancia che pendeva sempre dove conveniva di più, Amos gli stava simpatico, ma gli tzar che il Boss gli dava ogni sera gli erano di gran lunga più "simpatici". Anche Pedro conosceva le tattiche del Boss, ma a differenza di Vanessa non si era mai scucito al riguardo, sapeva cosa rischiava e non voleva rischiarlo.

《Se ti dovesse succedere qualcosa... non ci sarebbe nessuno lì per aiutarti》

《Se anche ci fosse qualcuno disposto ad aiutarmi rischierebbe troppo nel farlo, meglio che sia così. Poi non ho intenzione di perdere, lo sapete bene》

《Intenzione e certezza sono due cose differenti》

《Lo so, ma per ora è l'unica cosa che posso avere e dovrà bastare》

Mina era preoccupata, glielo si leggeva in faccia il terrore.

《Se non dovessi farcela, sarei morto per qualcosa in cui credo》

《Ma vi state ascoltando? Ma di chi stiamo parlando? Lui è l'uomo Lupo! Farà il culo a striscie a tutti!》

Esclamò Vittorio tentando di essere incoraggiante, ma anche lui aveva paura di perdere chi vedeva ormai come un fratello maggiore, a lui doveva la vita.

Arrivò sera e Amos si preparò come al solito per andare nel locale, scese le scale del palazzo e chiese l'in bocca al lupo come ogni sera a Vanessa, ma anche lei quel giorno aveva gli occhi impietriti.

《Vanessa anche tu ti preoccupi ora?》

《Potresti farti molto male, sono dei bestioni》

《Gli altri saranno anche dei Rottweiler, ma io sono un Lupo ricorda》

Vanessa sorrise mestamente e gli diede l'in bocca al lupo.

Scese le scale scure del locale, che ormai erano un habitué, con Ityu sempre al suo fianco che ogni giorno era sempre più ostile nei confronti di chi vi era all'interno e venne investito come sempre dalla musica ad alto volume che oggi era particolarmente assordante. Avevano scelto Animals di Martin Garrix in onore dello scontro di quella sera, visto che l'uomo contro il quale si stava per scontrare era soprannominato "l'Orso".

Pedro appena lo vide entrare gli porse il suo gin e gli sorrise a trentadue denti.

《Uomo Lupo, oggi ti divertirai》

《Se lo dici tu》

《Visto che mi stai simpatico ti darò un piccolo aiuto, l'Orso ha un problema all'orecchia destra, se riuscirai a colpirla lo disorienterai quel tanto che basta per sconfiggerlo. Che dire... auguri e buon divertimento》

Pedro faceva il gioco che più gli comodava, ma se in quel momento aiutarlo faceva parte del suo gioco di questo poteva solo che ringraziare.

Capì la fregatura appena entrò nel ring. Il soprannome di "Orso" lo meritava tutto. Era alto ben venti centimetri più di lui, il chè rendeva il raggiungergli l'orecchia un'impresa vera e propria. Si era presentato sul ring quasi nudo, con solo indosso degli shorts marron scuro che ben si intonavano al gran numero di peli che gli ricoprivano il torace possente. Gli occhi d'assassino iniettati di sangue già stavano pregustando la sua carcassa, ma Amos non aveva nessuna intenzione di lasciargliela prendere.

Come il suo solito si levò il maglione e diede uno sguardo ad Ityu, sempre seduto fuori dalla rete, pronto ad attaccare. La musica improvvisamente si abbassò e venne data voce alle scommesse e alle urla delle gente che era venuta lì con il bisogno di veder sgorgare sangue, un po' come i romani andavano a vedere i gladiatori uccidersi a vicenda per puro divertimento. Quella serata le scommesse stavano salendo impressionatamente, c'era chi lo dava già per morto e chi invece credeva fermamente che l'avrebbe spuntata. Capì in quel momento che quella sera le urla della gente avrebbero fatto da sottofondo al posto della musica.

Il primo colpo lo sferrò lui e andò in porto facendogli alzare il mento di diversi centimetri, poi tentò di concentrarsi sullo stomaco che era ad un'altezza più alla sua portata. Raggiungere l'orecchio era troppo pericoloso, si sarebbe lasciato scoperto per farlo e non sarebbe stata un'idea saggia. Dopo un paio di colpi andati a segno l'Orso fu come uscito dal letargo e lo massacrò. Gli sferrò un colpo sulla mascella che non riuscì a parare, poi un altro sul naso che Amos parò, ma l'Orso gli prese la mano e gliela storse colpendolo in piena faccia col sinistro. Rivoli di sangue gli uscirono dal naso e la vista gli si appannò, lo stava facendo fuori e in maniera poco leale, ma del resto lì la lealtà non esisteva. Non soddisfatto approfittò della sua debolezza per colpirlo sul fianco lì dove già aveva il livido e lo colpì ripetute volte sempre nello stesso punto. Ora le sue costole erano definitivamente incrinate.
Cadde a terra faticando a respirare e con l'udito che se n'era sparito lasciandolo in una specie di culla ovattata di puro dolore.

L'Orso fece proprio come aveva previsto Vanessa, vedendolo a terra si preparò ad infierire. Si abbassò con l'intenzione di soffocarlo e terminarlo lì sul pavimento, ma fu in quel momento che Amos avendolo accovacciato su di lui ebbe l'occasione di arrivare al suo punto debole. Inaspettatamente tirò una ginocchiata sull'orecchia dell'Orso facendoselo cadere addosso scombussolato, il tempo di rimettersi in posizione di favore e attuargli una presa al collo da cui non si sarebbe mai liberato se non ammettendo la sconfitta e così fu. L'Orso battè la mano sul pavimento in segno di resa e lo scontro finì.

Amos strisciò fuori dal ring sulle ginocchia accolto da gente impazzita che applaudiva e urlava stappando bottiglie d'alcool. Ityu, come la porta del ring si aprì, si fiondò all'interno per sbranare l'Orso. Aveva visto il suo padrone a terra e non gli era piaciuto, Amos fece appena in tempo a trattenerlo prima che gli mordesse la gola, l'Orso ebbe paura e guardò terrorizzato Amos negli occhi.

《Mai mettersi contro un Lupo》

Tuonò Amos, con tutto il respiro che gli era rimasto. La gente andò fuori di testa, tutti volevano offrirgli da bere, ragazze volevano passare la notte con lui, ma lui voleva solo uscire il più in fretta possibile da lì. Vide Pedro sorridergli e venirgli in contro per aiutarlo a levarsi un po' di gente di dosso.

《Venite gente! Il Lupo offre da bere!!》

Tutti si precipitarono al bancone e Amos ne approfittò per uscire in fretta e furia da quel buco di squilibrati.

Appena fu fuori il suo respiro caldo creò una nuvola nel gelo della notte, l'adrenalina stava finendo e il dolore si stava facendo sentire sempre più forte, faceva fatica a respirare e il freddo pungente non aiutava. Fece pochi passi e poi si accasciò nella neve tossendo e contorcendosi. Ityu, vedendolo non riuscire a rimettersi in piedi, lo prese per il colletto del maglione e lo trascinò facendo forza sulle quattro zampe fino all'entrata del palazzo. Vanessa come lo vide si precipitò fuori.

《Merda. Fammi indovinare, l'Orso vero?》

Amos tossì annuendo non riuscendo a risponderle.

《Io non ce la faccio a portarti in camera, vado a chiamare Vittorio, hai bisogno di una mano》

Corse fino alla casetta azzurra, tutti stavano aspettando sue notizie, appena la videro capirono. Vittorio si precipitò fuori e corse a tutta velocità verso il palazzo seguito a ruota da Gaspare.

《Mio dio come ti hanno ridotto》

Disse Gaspare.

《Non è nulla, lui è un combattente》

Disse Vittorio cosciente che il melodramma non sarebbe stata la soluzione giusta per Amos.

《Avanti! Veloci! Tiratelo su e portatelo in camera! Che aspettate?》

Tuonò Vanessa.

《Accidenti quanto pesi fratello》

《Sei tu che non hai muscoli pivello》

Tossì Amos sorridendo.

《È mezzo morto e fa pure lo spiritoso. Encomiabile》

《Muovetevi! Nessuno dovrebbe vedervi qui!》

《Calmati Vanessa siamo quasi arrivati, vedi di aprire la porta piuttosto》

Lei fece una smorfia e gli aprì la porta della camera, i due lo portarono dentro e lo adagiarono sul letto non sapendo che altro fare.

《Levategli il maglione》

《Vanessa so che ho un bel fisico, ma non mi sembra il momento...》

《Non fare l'idiota vogliamo vedere i danni》

《Li so benissimo i danni. Ho le costole incrinate, ne sono cosciente》

《E come pensi di resistere altri nove giorni? Sentiamo》

《Con gli antidolorifici. Ne ho una piccola scorta nello zaino, ma basteranno》

《Hai bisogno di riposo, non puoi combattere domani》

《Lo sai che lo farò》

《Levati quella maglia e facci vedere avanti》

Con fatica si levò la maglia aiutato da Gaspare dando bella mostra del suo fianco tumefatto.

《Se ti si rompono le costole ti foreranno i polmoni e sarai bello che morto, a guardarti non ti manca molto》

《Farò una fasciatura rinforzata che mi aiuti a resistere ai colpi, sarò più rigido nei movimenti, ma rischierò meno》

《Tu scherzi col fuoco》

《Sai perché lo sto facendo e sai che è tutto tranne che uno scherzo》

Vanessa lo guardò come una madre guarda il figlio dopo che ha preso un brutto voto a scuola, indecisa se sgridarlo o confortarlo.

《Vittorio vai a prendere della neve da mettere sul livido e poi resta qua la notte per controllarlo, domani valuteremo meglio cosa fare in merito ai suoi istinti suicidi》

Vittorio corse subito fuori a prendere della neve ubbidendole.

《Chissà perché non avevo dubbi su chi dei due portava i pantaloni nella coppia》

《Non siamo una coppia》

Disse dura Vanessa.

《A casa Vittorio parla sempre di te》

《Davvero?》

Gaspare rise, l'aveva fatta scoprire.

《Beh non proprio sempre, ma gli piaci ed è un bravo ragazzo》

《I bravi ragazzi non mi interessano, finiscono sempre per farsi ammazzare come questo qua》

Disse indicando Amos.

《Non sono ancora morto ci terrei a sottolineare》

《Poco ci manca》

《Lo vedremo》.







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