10.
La coppia di anziani si dimostrò davvero gentile con loro, tanto che pure Amos fu felice di essersi fidato e aver potuto godere della loro compagnia. Gli raccontarono del periodo di guerra, di quando loro erano ancora giovani, e gli diedero preziosi consigli sulle cose da fare e quelle invece da evitare in periodi del genere.
Nel mentre Amos si era spazzolato tutta la torta.
《Buona vero figliolo? Anna è la migliore cuoca del pianeta》
《Buonissima Anna, davvero buonissima》
Finì di dire ancora con la bocca mezza piena, facendo ridere tutti i presenti.
Kejsi era felice, felice di essere lì, di aver conosciuto quelle persone e di aver potuto ascoltare le loro storie.
Mentre Aldo continuava a raccontare di quando da giovane aveva conosciuto Anna, Kejsi si avvicinò ad Amos e cercò la sua mano che lui strinse prontamente accarezzandola. Si sentì subito sollevata, il litigio di prima l'aveva fatta scoppiare, ma gli voleva bene più che mai. Non aveva smesso nemmeno un secondo di volergliene e discutere con lui, anche se la faceva infervorire, allo stesso tempo la faceva crescere, non facendo altro che aumentare ancora di più il desiderio di averlo accanto e confrontarcisi.
《Ragazzi perché non restate qua per stanotte? Abbiamo una piccola camera per gli ospiti, ma è calda e confortevole》
Amos prese sotto al suo braccio Kejsi e ringraziò Anna per l'ospitalità.
Come li fece entrare nella piccola stanza subito se ne innamorarono, era piccola è vero ma meravigliosa. Una grande finestra si affacciava sul bosco, nell'angolo una piccola stufa a legna riscaldava tutta la stanza e la illuminava, il letto non era enorme, era una piazza e mezza, ma sufficiente per loro due, mentre vicino alla finestra dal lato della stufa c'era una bellissima sedia a dondolo con delle coperte.
《Se vi serve qualcosa noi siamo di sotto, basta chiamarci》
《Grazie Anna siete stati anche fin troppo gentili》
Ringraziò Kejsi prima che Anna chiudesse la porta sorridendo.
Quando si rigirò verso la stanza trovò Amos in piedi di spalle intento a guardare la foresta pensieroso. Si avvicinò a lui delicatamente e si mise a guardare fuori a sua volta.
《Questa volta è andata bene, ma potrebbe non andare sempre così Kejsi...》
《Lo so Amos, ma non possiamo nemmeno dar tutti per spacciati. Ci sono ancora persone buone là fuori io lo so, lo sento e non potrò star ferma a guardare. Quindi dimmelo ora se questo a te non va bene e vuoi che le nostre strade si dividano》
Amos si girò a guardarla negli occhi, quegli occhi che ormai conosceva dannatamente bene, quegli occhi che quando decidevano qualcosa quella era, quegli occhi color pioggia che gli facevano voglia di ballare anche sotto il più furioso dei temporali, quegli occhi, gli occhi della sua donna.
La baciò. La baciò come se fosse l'ultima cosa che potesse fare, come se fosse acqua e lui un viandante disperso nel deserto, la baciò come mai nessuna aveva baciato prima, la baciò come il mare abbraccia l'oceano, la baciò una volta e per sempre.
Kejsi non se lo aspettava, appena sentì le sue labbra sulle sue tutta la sua sicurezza sparì, le sue forze scomparvero, le sue gambe cedettero, gettò le braccia intorno al suo collo e stringendosi a lui ricambiò il bacio con tutta la dolcezza che aveva. Dentro era felice, felice come non lo era mai stata prima, felice come non lo sarebbe mai stata poi. Ogni singolo pezzetto di sé si stava fondendo a lui una volta e per sempre.
《Ti amo Kejsi e non andrò da nessuna parte senza di te》
Kejsi scoppiò a piangere, si ricordò di come l'aveva tirato fuori da quel tunnel, di come avessero perso entrambi sangue e sudore in ospedale e sulle strade, di come si fosse subito sentita a casa insieme a lui e delle paure che aveva di non essere ricambiata allo stesso modo, ma ora era lì insieme a lui ed erano una cosa sola.
《Ti amo Amos, ti amo già da tanto dentro di me e ti stavo aspettando》
Quelle parole gli riempirono il cuore di gioia, non l'avrebbe mai lasciata né permesso ad alcuno di portargliela via.
Il giorno dopo si svegliarono con il canto degli uccellini appollaiati sugli alberi fuori dalla finestra, era da un'eternità che non ne sentivano qualcuno che gli parve quasi surreale.
Amos prese fra le sue braccia Kejsi intenta ad ascoltare i loro suoni e ad ammirare i loro volteggi e le sussurrò:
《Se vuoi potrei costruire qua una casa tutta per noi, potrebbe essere un nuovo inizio, ti piacerebbe?》
《Sarebbe bellissimo Amos》
Amos la strinse a sé e le diede un tenero bacio sul collo.
《Parlerò con Aldo allora》
Aldo e Anna furono entusiasti all'idea di averli come vicini, entrambi stavano diventando vecchi e avere accanto una giovane coppia di bravi ragazzi che potesse dargli una mano gli dava serenità.
《Abbiamo una vecchia stalla inutilizzata poco lontano da qua, potreste partire da quella e rimetterla apposto》
《Grazie Aldo! Sarebbe meraviglioso!》
Amos si mise subito a lavorare, voleva qualcosa di suo, qualcosa di loro, qualcosa che gli appartenesse e dove entrambi potessero sentirsi al sicuro. In tre settimane il lavoro era già quasi completato, la stalla si era trasformata in una piccola prefabbricata, semplice ed essenziale, ma ben strutturata. Kejsi si era data da fare insieme ad Anna per ripulirla e portare dentro qualche oggetto d'arredamento, mentre Aldo e Amos si erano concentrati sulle parti strutturali.
Nonostante la neve, dopo otto settimane era pronta, nulla di trascendentale, ma gli spifferi erano sigillati, i pavimenti spazzati, gli arredamenti lucidati e le porte fortificate.
Anna aveva ricamato a mano delle nuove tendine per le finestre come regalo e organizzato un pranzo monumentale per festeggiare la fine della ristrutturazione. Amos era uscito a caccia con Aldo ed Ityu e il pomeriggio avrebbero ultimato i lavori.
Ityu amava andare a caccia e si era affezionato molto ad Amos così come Amos a lui. Uscivano sempre insieme, Ityu annusava le tracce e segnava la pista, Amos subito dietro lo seguiva pronto a sparare. Un giorno venne anche Kejsi con loro, Amos le aveva insegnato a usare il fucile e si scoprì essere pure molto brava, ma quando venne il momento di sparare ad un vero animale non ce la fece e ridiede il fucile ad Amos, fu l'ultima volta che li accompagnò, fino a quel giorno.
Amos stava parlando con Aldo quando sentì dei passi dietro a sé.
《Kejsi che ci fai qua?》
Ityu corse subito a farle le feste.
《Voglio partecipare anch'io. Tutti mangiamo grazie alla caccia, non è giusto che il lavoro sporco lo facciate solo voi, voglio contribuire》
《Non serve piccola, se non te la senti non devi farlo per forza, ci pensiamo io ed Aldo》
《Lo so, ma non voglio essere quella che si gira dall'altra parte quando mangia un piatto ignorando da dove esso sia provenuto. Sento di doverlo fare anch'io》
Amos non le chiese nemmeno se fosse sicura, sapeva che lo era, le passò immediatamente il suo Benelli M3 Super 90 e le ripassò il funzionamento.
《Dentro è caricato un calibro 12, il tiro utile và dai 30 ai 50 m, hai caricati 7 colpi, 3 continui poi c'è il riarmo. Il sistema inerziale sfrutterà il rinculo prodotto dal proiettile per incamerare una nuova cartuccia, ricorda che il baricentro è leggermente avanzato quindi devi equilibrarlo con il tuo corpo, quando sei pronta leva la sicura, alza il cane e premi il grilletto. Ityu ti indicherà la posizione della preda》
Kejsi si raccolse i capelli dietro la nuca, prese il fucile in mano e ripassò mentalmente tutto ciò che le aveva insegnato Amos. Ityu come la vide imbracciare l'arma capì al volo e le si accostò alla gamba pronto ad andare, Kejsi guardò il suo animale con la luce negli occhi, era nato per fare quello, i suoi muscoli erano pronti a scattare, le sue zanne pronte a sbranare, le orecchie vigili. Era un fascio di nervi pronto a correre al suo comando.
《Cerca Ityu》
Il lupo iniziò ad annusare l'aria e poi il terreno, aveva percepito l'odore della preda, andò avanti lento annusando a terra finché non si fermò, alzò la zampa e puntò.
《Abbassati Kejsi, stai bassa》
Amos la stava seguendo da dietro dandole indicazioni.
Kejsi si accucciò sul terriccio riparata dietro il tronco di un albero e anche Ityu si acquattò in attesa di attaccare. Si sporse appena per vedere di cosa si trattasse ed era un cinghiale enorme a circa 30 metri da lei.
《Un cinghiale! Kejsi non lasciartelo scappare, ci assicurerà cibo per diversi giorni》
Kejsi era tesa come un elastico, guardò nel mirino, l'animale sembrava tranquillo, non si era accorto di nulla.
《Rilassa le spalle, respira, posiziona correttamente il calcio del fucile o il rinculo ti butterà fuori la spalla...》
Stava ancora parlando, ma Kejsi aveva già isolato tutto il mondo circostante, non c'erano più rumori se non quelli del suo respiro e quelli emessi dall'animale. Guardò il mirino, tolse la sicura, l'animale in quel momento si accorse di lei e fece per scappare, buttò fuori l'aria trattenuta dai polmoni e senza un battito di ciglia premette il grilletto.
Bastò un colpo, uno solo, lo colpì al cuore e l'animale cadde a terra senza vita, esecuzione perfetta.
《Sembra tu lo faccia da sempre Kejsi》
Amos la guardò stupefatto. Aveva un'abilità, un'abilità unica che Kejsi non avrebbe mai nemmeno pensato di avere se il mondo fosse continuato a girare nella sua normalità. La sua non era fortuna, la vedeva mentre teneva l'arma in mano con leggerezza e forza allo stesso tempo, mentre si concentrava per prendere la mira. Riusciva a percepirne le vibrazioni, sembrava quasi che la canna fosse un'estensione delle sue estremità. Sicuramente non avrebbe mai voluto sentirselo dire, ma era nata per quello.
Kejsi non gioì al colpo riuscito, non c'era nulla per cui gioire, ma solo da ringraziare, una vita per altre vite, quello era il prezzo della sopravvivenza, quello il sacrificio.
Anche Aldo si congratulò con lei incredulo di quanto fosse stata brava, ma lei non voleva complimenti, si era appena sporcata le mani di sangue, certo, di un animale, ma era sempre sangue.
Amos che ormai la conosceva bene bloccò subito Aldo con lo sguardo facendogli capire di smetterla.
《Non ha sofferto Kejsi, il tuo colpo è stato perfetto. Per una settimana saremo apposto, non è mai una bella cosa uccidere, ma dobbiamo ringraziare per quello che abbiamo, hai contribuito alla sopravvivenza di tutti noi》
《Non ti preoccupare Amos sto bene, se avevo dubbi su quello che stessi facendo non l'avrei fatto》
Amos ammirava quella ragazza, era una testa dura, testardamente buona, quando si metteva in testa una cosa quella faceva e nessuno sarebbe riuscito ad impedirglielo, ma aveva anche un cuore grande, puro e forte, così forte da resistere a tutte le ferite che le venivano inflitte senza restringersi, ma anzi diventando ancora più grande. Era capace di amare in mezzo all'odio e questa era una cosa ormai in via d'estinzione, e come una creatura rara andava conservata e protetta, così Amos la trattava e la proteggeva.
Kejsi era uno spirito libero, Amos aveva capito che se lei stava con lui era solo perché lo voleva e non perché glielo doveva. Non sarebbe mai stata in un posto nel quale non volesse stare e non sarebbe mai andata contro i suoi principi qualsiasi circostanze le si fossero parate davanti. Se stava con lui era perché l'amava, l'amava davvero.
A volte faceva uscire Amos fuori di testa, quando avevano una divergenza di opinioni su cose importanti si scontravano a sangue, ma subito dopo si guarivano a vicenda, cercando di comprendersi e rafforzando il loro rapporto, come i pezzi di un puzzle che a mano a mano si incastrano smussando gli spigoli a formare un bellissimo disegno.
Erano diversi, ma uniti, si rispettavano e avrebbero fatto di tutto l'uno per l'altro.
Tornarono dalla caccia che Anna aveva già preparato la tavola e li stava semplicemente aspettando.
《Eccoli! Wow un cinghiale! Bravissimo Amos!》
《In realtà è stata Kejsi, è suo il merito, l'ha preso al primo colpo》
Disse Aldo lasciando incredula Anna.
《Davvero? Non sapevo sapessi sparare Kejsi》
《Infatti non lo so fare, Amos mi ha dato due dritte e ho avuto molta fortuna》
Amos sapeva che non era così, non era fortuna, era bravura e lui lo sapeva, ma come a suo tempo anche lui era stato insicuro delle sue capacità ora lo era lei. Non aggiunse altro, sapeva che essere stata brava ad uccidere non sarebbe stato un complimento apprezzato quindi lasciò che pensasse fosse fortuna, presto o tardi avrebbe realizzato da sola le sue vere capacità.
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