Introduzione
La novel si conclude con un grande happy ending per Lan Zhan e Wei WuXian, che dopo tutte quelle peripezie, le incomprensioni e il dolore, meritavano proprio. Diventano compagni di coltivazione, sono felici, giurano di vivere insieme e di non lasciarsi mai.
Però... Potrebbe non essere così semplice.
Ora sono insieme, si amano, si comprendono, non sono soli, ma il passato è ancora lì, l'odio nei confronti di Wei WuXian non è sparito, anzi, all'interno della famiglia di Lan Zhan, la loro storia non è ancora accettata. Lan QiRen, non sopporta il cambiamento di Lan Zhan, Lan XiChen ha ucciso il suo stesso fratello giurato, non riesce a riprendersi, ma non può permettersi errori in quanto Capo Clan.
Lan Zhan e Wei Ying tornano a Gusu, vivono insieme, ma Wei Ying non può più condurre la vita spensierata che conduceva un tempo; come abbiamo visto, soffre di incubi, non riesce a dormire bene e Lan Zhan ha paura che qualcuno li possa dividere di nuovo, sapendo perfettamente, che nessuno ha dimenticato ciò che ha fatto il patriarca di Yiling.
Alleghiamo la nostra storia sugli incubi, per chi iniziasse questa raccolta senza conoscerla. È il punto di partenza di tutto:
DEMONI: Terrore (prima parte)
Lan Zhan era molto preoccupato, perché Wei Ying era strano quel giorno. Non sapeva cosa fosse successo, ma quella notte si era svegliato all'improvviso e non aveva trovato Wei Ying accanto a sé. Al momento non si era preoccupato, perché pensava si fosse svegliato per bere e sarebbe tornato presto, e infatti poco dopo lo aveva sentito mettersi sotto le lenzuola e abbracciarlo stretto. Però non riusciva a fare a meno di ricordare che Wei Ying tremava leggermente quando era tornato e lo stringeva più forte del solito; però non aveva chiesto nulla e si era riaddormentato tra le sue braccia, sperando che si sarebbe aperto con lui quando sarebbe stato pronto, senza fretta.
Però Wei Ying sembrava davvero troppo diverso dal solito quel giorno; non aveva fatto battute, non lo aveva preso in giro e non si era lamentato quando lo aveva svegliato alle cinque, anzi, si era alzato e aveva addirittura preparato il bagno per entrambi, cosa che non era mai accaduta da quando avevano iniziato a vivere insieme.
Inizialmente Lan Zhan si era solo stupito un pochino e aveva accettato di buon grado di fare il bagno con suo marito, ma aveva ricominciato a preoccuparsi subito dopo, perché le provocazioni che si aspettava, non erano mai arrivate e avevano fatto il bagno nel silenzio più totale, silenzio che Lan Zhan non aveva nemmeno provato a spezzare, non sapendo cosa dire. Dopo il bagno avevano fatto colazione, sempre nel silenzio più assoluto e quando aveva provato a baciarlo, Wei Ying non si era di certo tirato indietro, ma nuovamente, non aveva provato a stuzzicarlo, non lo aveva implorato di tornare a letto con lui e non si era lamentato dicendo che si sarebbe annoiato a morte senza il suo Er-gege.
Lan Zhan, quindi, era terribilmente preoccupato dopo quella mattinata passata in silenzio.
Wei Ying non stava mai zitto, non stava mai fermo e non lo aveva mai ignorato da quando lo aveva conosciuto; fino a quel momento Lan Zhan credeva addirittura che Wei Ying non fosse capace di ignorare qualcuno. Però senza dubbio quella mattina lo aveva fatto ed era stato freddo e distante come mai lo aveva visto essere in vita sua. La situazione gli sembrava davvero grave, ma non sapeva come fare; non era certo il tipo che tornava a casa, abbracciava il marito e gli chiedeva "È tutto il giorno che me lo chiedo, cosa c'è che non va? Sei così diverso oggi, è successo qualcosa? Se vuoi parlarmene, io sono qui", no, Lan Zhan era più il tipo da aspettare che fosse il marito ad aprirsi. Piuttosto lo avrebbe abbracciato, lo avrebbe tenuto vicino e poi avrebbe rispettato i suoi tempi, senza pressarlo.
Però, conosceva Wei Ying e sapeva fin troppo bene che lui parlava di tutto eccetto che del suo dolore, quando era troppo grande da gestire. Riusciva a scherzare in qualsiasi occasione, a far ridere tutti mentre lui stava male e a tirare su il morale a chiunque quando il suo era a pezzi; ma c'erano momenti in cui era talmente saturo di dolore che non aveva neanche la forza di scherzare e Lan Zhan temeva che quello fosse uno di quei momenti, come era capitato in passato quando era tornato ai Colli dei Sepolcri dopo che tutti erano morti e quando aveva scoperto che Jiang WanYin sapeva del nucleo. In quei momenti non aveva neanche provato a scherzare, a fare battute o a ignorare il suo dolore per lavare via quello degli altri, non aveva le forze per farlo e la situazione di quella mattina sembrava spaventosamente simile a quelle poche a cui aveva assistito in passato.
Lan Zhan aveva paura che se non avesse chiesto, Wei Ying avrebbe fatto finta di nulla soffrendo da solo, ma temeva anche che chiedendolo, lui, non solo avrebbe fatto finta di nulla, ma lo avrebbe ignorato e si sarebbe arrabbiato, solo che il modo in cui si comportava quella volta era molto più spaventoso del solito.
Passò tutto il giorno a pensare e ripensare, cercando la soluzione migliore e alla fine decise che avrebbe provato a chiedere e avrebbe insistito gentilmente fino ad ottenere la verità. Non poteva assolutamente vederlo in quello stato sapendo che stava soffrendo e dormire sereno o riuscire a pensare ad altro. Dopotutto anni prima aveva assistito, senza riuscire ad intervenire, alla terribile sofferenza che aveva patito Wei Ying da quando Approdo del Loto era stato distrutto, a quando era diventato il Patriarca di Yiling temuto da tutti. Se in quel periodo avrebbe dato tutto per avere il coraggio di intervenire, ora che era suo marito, lo aveva tutto per sé e si sentiva voluto, avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per salvarlo, senza risparmiarsi alcun sacrificio.
Sapeva bene che quando Wei Ying era morto, lui aveva patito le pene dell'inferno e aveva desiderato di morire più volte, per anni, senza vedere una vera via d'uscita a quel vortice di dolore insopportabile, ma era consapevole che il suo, in confronto a ciò che aveva passato Wei Ying, era ben poca cosa. Infatti, confrontando i suoi tredici anni di sofferenza, ad un paio delle esperienze che aveva vissuto il suo Wei Ying, gli venivano i brividi, perché credeva che lui stesso, non sarebbe potuto sopravvivere a tutto quel dolore, avendo avuto problemi a gestire quello derivato dalla perdita di un'unica persona, sì importante, ma pur sempre un'unica persona, mentre il suo amore di persone importanti ne aveva perse troppe nell'arco della sua brevissima vita e senza impazzire, mantenendo quel sorriso meraviglioso, che solo chi lo conosceva bene sapeva quanta sofferenza nascondesse.
Decise che non avrebbe permesso che patisse altro dolore, per nessun motivo; doveva essere felice, vivere bene e in pace insieme a lui, per sempre.
Dopo aver passato tutta la giornata tra vari impegni, pensando a Wei Ying e a come fare per affrontare la situazione, finalmente tornò in camera all'ora della cena. Aveva paura dello stato in cui avrebbe trovato Wei Ying dopo una giornata da solo, ma quando entrò in camera, lo trovò lì nuovamente sorridente e intento a posare le ciotole per la cena in tavola.
Aveva cucinato lui, si intuiva dal colore rosso acceso dei piatti, ma Lan Zhan ne fu felice e si avvicinò abbracciandolo, baciandolo e sedendosi a tavola. Si aspettava che Wei Ying sarebbe stato in silenzio, invece prese a parlare normalmente.
"Lan Zhan, bentornato. Come è andata la tua giornata?" chiese sempre sorridendo. Wei Ying si era accorto di essersi comportato in modo troppo strano quella mattina e sapeva che Lan Zhan lo aveva notato, quindi, pur non avendo le forze per sorridere e parlare normalmente, doveva fare in modo che lui si tranquillizzasse e smettesse di sospettare qualcosa. Wei Ying voleva solo nascondersi per un po' e trovare il modo per venirne a capo, ma gli serviva tempo e con Lan Zhan lì con lui, doveva sempre tenere alta la guardia, perché non voleva parlarne e non voleva farlo preoccupare. Se glielo avesse raccontato, sicuramente gli avrebbe fatto male e lo avrebbe fatto sentire in colpa, perché non poteva aiutarlo in quella situazione. Sperava di riuscire a recitare in modo abbastanza convincente, ma aveva sottovalutato l'attenzione ai dettagli di Lan Zhan, soprattutto dopo quella spaventosa mattinata silenziosa.
"Bene, la tua?" domandò, senza sapere bene come indirizzare il discorso verso ciò che gli interessava. Wei Ying stava finalmente sorridendo e parlando normalmente, ma qualcosa non andava. Perché non lo guardava come al solito? Perché quel sorriso sembrava spento? Perché era così rigido e composto al suo posto? Erano tutte cose strane, quello non somigliava proprio al solito Wei Ying. Si stava impegnando e stava anche recitando bene, ma non funzionava con lui, dopo che lo aveva osservato tanto attentamente per anni. Stava decisamente soffrendo e non gli avrebbe permesso di continuare a soffrire da solo. Doveva trovare in fretta un modo e decise che avrebbe scelto un approccio diretto, anche a costo di farlo arrabbiare, ma doveva sapere, subito.
"Bene, come al solito, sono stato tutto il giorno qui da solo. Però ho provato a cucinare qualcosa di nuovo, ci ho impiegato tutto il pomeriggio e mi sono divertito. Com'è? È buono?" chiese sempre sorridendo. Non voleva assolutamente che Lan Zhan facesse domande diverse da quelle di cortesia, ma aveva paura che se lui avesse iniziato ad insistere, non sarebbe riuscito a mantenere la calma. Non pensava di avere la forza di arrabbiarsi, ma era convinto che non avrebbe reagito nel migliore dei modi, perché stava davvero male e non riusciva a distrarsi in nessun modo. Aveva iniziato a cucinare disperatamente per cercare di pensare ad altro e dimenticare, ma non aveva funzionato. Nonostante avesse cucinato per ore impegnandosi al massimo e preparando piatti complessi, non era riuscito a pensare ad altro neanche per un secondo e non ce la faceva davvero più, ma sarebbe stato peggio condividere tutto ciò con Lan Zhan, perché sapeva esattamente come avrebbe reagito e non voleva vederlo in quello stato per nessun motivo.
"È molto piccante, ma è buono. Sei stato bravo" mentí spontaneamente Lan Zhan. Non era buono. Wei Ying esagerava sempre con tutte le spezie e i piatti alla fine erano sempre fortissimi, ma quella volta c'era solamente del peperoncino e tutti i passaggi delle varie preparazioni erano sbagliati. Aveva sbagliato le cotture e in alcuni piatti c'erano troppi o troppo pochi ingredienti. Era strano, perché nonostante alla fine il sapore dei piatti di Wei Ying fosse sempre e solo piccante, generalmente non sbagliava né ingredienti, né i passaggi di preparazione; semplicemente continuando ad assaggiare, le spezie gli sembravano sempre troppo poche e ne aggiungeva fino a rendere i piatti quasi immangiabili per ogni essere umano, eccetto il cuoco, ma Lan Zhan non glielo avrebbe mai detto. Il fatto che avesse sbagliato tutto gli faceva capire che in realtà non stava per nulla bene e che la cucina che aveva usato come metodo per distrarsi, non aveva minimamente funzionato, non si era sentito meglio e aveva continuato a pensare a ciò che gli faceva male e Lan Zhan non poteva sopportarlo.
"Sono contento che ti sia piaciuto, te lo preparerò più spesso" disse Wei Ying sicuro di essere riuscito a sviare il discorso.
"Wei Ying..." iniziò lui incerto
"Dimmi Lan Zhan. Che succede?" Sentendolo usare quel tono strano, alzò subito la guardia, temendo il peggio
"Te lo chiedo senza giri di parole, cosa c'è che non va?" Avrebbe voluto evitare di essere così diretto, ma era inutile.
"Come cosa c'è che non va? Nulla, va tutto bene" disse velocemente sorridendo e cercando di non far trasparire il nervosismo.
"Wei Ying... Non mentire per favore. Lo vedo che c'è qualcosa che non va" Non voleva, ma stava già iniziando a scaldarsi. Perché stava mentendo? Era o no suo marito? Non aveva il diritto di sapere cosa lo faceva soffrire? Perché si comportava sempre in quel modo?
"Lan Zhan, sto bene. Dici di vedere che qualcosa non va? Cosa non va?" Non capiva perché non poteva lasciar perdere. Wei Ying aveva bisogno di stare un po' per conto suo, non di parlare di quello che aveva cercato disperatamente di dimenticare per tutto il giorno, con Lan Zhan. Non aveva bisogno di coinvolgere anche lui in quello che stava passando.
"Certo che vedo che qualcosa non va. Stamattina non mi hai mai rivolto la parola, poi torno e tu hai questo sorriso finto stampato in faccia così diverso dal tuo, non mi guardi e sei così rigido. Non ti comporti così di solito, quindi è ovvio che qualcosa non vada. Mi dici cosa c'è che non va per favore? Sono tuo marito, sono qui anche per aiutarti" Aveva perso la pazienza. Perché doveva essere così difficile farglielo capire? Avrebbero dovuto condividere gioie e dolori, non solo i momenti felici, quindi perché non gli parlava? Lan Zhan non era cieco, sapeva che qualcosa non andava e il fatto che Wei Ying stesse tentando di farlo passare per stupido, lo faceva arrabbiare. Sapeva di riuscire ad evitare di alzare i toni, perché Wei Ying già stava abbastanza male, ma non riusciva proprio a stare completamente calmo.
"Non sono affari tuoi. Non ti impicciare" rispose cattivo. Doveva impedirgli di scavare oltre e pensò che sarebbe stato meglio farlo arrabbiare e litigare, anche se non gli avrebbe fatto bene visto come stava già in quel momento.
"Come non sono affari miei? Sono tuo marito, se stai male voglio saperlo!" Si era ripromesso di non esagerare, ma già non ne poteva più. Come poteva dire che non erano affari suoi? Era suo marito, ovviamente erano anche affari suoi. Non poteva sopportare quelle risposte in quel momento.
"Ho detto che non sono affari tuoi. Sono affari miei, solo miei, mi devi lasciare in pace" continuò, sempre cercando di farlo arrabbiare. Un Lan Zhan arrabbiato avrebbe potuto gestirlo, ma un Lan Zhan preoccupato, proprio no.
"Ma sono tuo marito. Tutto ciò che ti fa star male è affar mio" rispose cercando di calmarlo.
"Ma io non voglio parlartene, anche se sei mio marito. Fatti gli affari tuoi ho detto" rispose ancora più cattivo. Sapeva di avergli fatto male e se ne vergognava. Gli aveva praticamente fatto capire che non era abbastanza importante da essere messo al corrente nonostante fosse suo marito. Non era assolutamente così, ma così aveva detto e quello Lan Zhan avrebbe capito. Si voltò per andare nella stanza di fianco per evitare che notasse il rimorso che provava, ma si sentí prendere per il polso e la stretta era molto forte, non sarebbe riuscito a liberarsi e nemmeno aveva la forza di provarci.
"Non lo pensi davvero Wei Ying. Stai cercando di distrarmi, non funzionerà. Dimmi cosa ti succede, per favore, mi stai facendo preoccupare" rispose lui calmissimo. Quando Wei Ying gli aveva fatto capire che non era abbastanza importante per saperlo, aveva sentito una fitta al cuore e si era sentito perso, ma poi aveva visto lo sguardo di suo marito. Era sicuro che lo avesse detto solo per distrarlo e infatti sembrava pentito e per nulla arrabbiato. Quindi lo aveva bloccato subito e non avrebbe permesso che se ne andasse. "Non voglio litigare e non voglio neanche pressarti troppo, ma per favore dimmelo. Non riesco a vederti così, ti prego, non tenerti tutto dentro, ci sono anche io" lo supplicò. Sperava che in quel modo Wei Ying avrebbe accettato di dirgli qualcosa.
Wei Ying era scioccato. Non sapeva di essere così facilmente leggibile e non capiva come Lan Zhan avesse fatto a mantenere la calma dopo ciò che aveva detto, ma lo aveva fatto e lo aveva anche supplicato. Non voleva parlargliene, sapeva che lui meritava la verità, ma non voleva farlo soffrire e sapeva, che avrebbe sicuramente sofferto. Non sapeva assolutamente cosa fare. Quando sentí la presa che si stringeva, si lasciò sfuggire qualche lamento e provò a ritirare il polso. Non appena Lan Zhan capì che gli stava facendo male, lasciò immediatamente la presa e si scusò. Poi tornò a guardarlo aspettando una sua risposta.
"Lan Zhan, mi dispiace se ti ho risposto così, ma è una cosa stupida, non serve che tu lo sappia" mentí, pur sapendo che ormai Lan Zhan non avrebbe più lasciato perdere. Da quando non riusciva a vincere in una conversazione? Perché si sentiva a corto di parole? Perché non riusciva a tenere testa a Lan Zhan che non sapeva argomentare? Perché si sentiva senza forze e così triste? Perché non riusciva a controllarsi? Era arrabbiato con sé stesso, ma era molto che custodiva quel segreto e quando finalmente pensava di essere riuscito a gestirlo, tutto peggiorava all'improvviso e non riusciva a reagire in nessun modo. Veramente non sapeva come fare, ma raccontare tutto a suo marito sarebbe stata veramente la cosa migliore da fare? Lo avrebbe aiutato? Lo avrebbe preso in giro? Sarebbe stato triste? Lo avrebbe considerato debole? Cosa sarebbe successo? Aveva paura. Lan Zhan lo amava, ma magari sapere che una simile scemenza lo stava riducendo in quello stato, gli avrebbe fatto cambiare l'opinione che aveva nei suoi confronti. Non sapeva se parlare o meno, lo sguardo di Lan Zhan lo tranquillizzava ed era tentato di provare, ma sapendo che si sarebbe pentito sicuramente, ignorò la voce che gli diceva di fidarsi e si mostrò nuovamente arrabbiato. "Lan Zhan, non mi guardare in questo modo. Ti ho detto che è una cosa stupida e tu non mi credi. Mi prendi per il polso, mi fai male, insisti quando ti dico di non insistere e dici addirittura che non vuoi pressarmi, quando chiaramente non accetti il mio rifiuto di metterti al corrente. Lo so che sei mio marito, ma non te ne voglio parlare. Non voglio, hai capito? Lasciami in pace" disse alzando sempre di più il tono di voce. Non voleva dirle quelle cose, faceva male solo pensarci, ma non voleva raccontare a Lan Zhan quelle scemenze per le quali si sarebbe preoccupato fin troppo. Era un problema suo e lui lo avrebbe risolto, non voleva coinvolgerlo e quello era l'unico modo per evitarlo.
Lan Zhan spalancò un po' gli occhi e fece un passo indietro. Quelle parole lo avevano colpito e si era sentito spinto ad allontanarsi da quella persona che non era il suo Wei Ying. Poteva soffrire, lo sapeva e si vedeva, ma dirgli con quello sguardo sicuro che non aveva bisogno di lui, lo aveva distrutto, faceva male, molto male. Non sapeva come reagire, non voleva mostrarsi triste, non voleva fargli vedere in che stato era in grado di ridurlo con poche frasi buttare lì, ma non riusciva neanche ad essere impassibile. Non ci poteva credere e decise di chiedere conferma con voce tremante, "Wei Ying, lo pensi davvero?"
"Sì Lan Zhan, io non mento. Devi lasciarmi in pace" disse mentendo per allontanarlo definitivamente.
All'improvviso, una furia rovente si impossessò di Lan Zhan. Non riusciva a stare calmo, non meritava quelle parole, non poteva credere di averle sentite, non era possibile, non era giusto, quello non era Wei Ying, qualcosa non andava. Non sapeva cosa fare e nel dubbio, prese la decisione peggiore; passò al contrattacco e sbagliando, provò a farlo sentire come si era appena sentito lui, dimenticandosi di tutte le buone intenzioni che aveva in partenza. "Se vuoi affrontarlo da solo, fai pure, ma non considerarti più mio marito allora, perché all'interno di un matrimonio si condivide tutto. Non importa se siano momenti belli o brutti, se si è insieme, si vive tutto insieme. Evidentemente vale solo per me." Disse a bassa voce, pentendosi mentre diceva quelle parole, ma non riuscendo a fermarsi in nessun modo. Aveva appena detto qualcosa di terribile. Dire "non considerarti più mio marito" era come dire che non voleva più averlo come marito. Si sentiva così in colpa che stava per chiedere scusa all'istante, ma si pietrificò completamente quando vide Wei Ying piangere. Smise di respirare e sgranò gli occhi incapace di fare qualunque cosa. Suo marito stava piangendo, gli aveva detto una cosa così cattiva da farlo piangere. Era veramente così meschino? Aveva davvero un così scarso autocontrollo? Come aveva potuto? Come poteva consolarlo se era lui stesso la causa delle sue lacrime? Si sentiva un mostro, voleva fare qualcosa, ma non poteva, non sapeva che dire, non sapeva se chiedere scusa sarebbe stato sufficiente, non sapeva come rimediare, ma ci pensò Wei Ying a lasciarlo ulteriormente senza fiato.
Wei Ying era distrutto, completamente devastato. Non era riuscito in nessun modo ad evitare alle lacrime di iniziare a scendere senza sosta, ma era riuscito a mantenere il volto impassibile. In quel momento però, il suo viso si stava contorcendo in una smorfia beffarda, perché era arrabbiato. Così triste da non riuscire a smettere di piangere e così arrabbiato con sé stesso e con Lan Zhan da non riuscire a controllarsi. Lan Zhan aveva sul serio detto qualcosa di così terribile? In un matrimonio, oltre a condividere, non ci si sarebbe dovuti proteggere a vicenda? Perché non poteva proteggerlo? Perché doveva sentirsi dire che allora non era più suo marito solo perché tentava di non farlo stare male? Era ingiusto, profondamente sbagliato e non poteva accettarlo. La rabbia si impossessò di lui e iniziò a ridacchiare, allargando sempre maggiormente quel ghigno che lo faceva somigliare spaventosamente al Patriarca di Yiling fuori controllo che era stato un tempo.
Vedendo quella espressione, Lan Zhan si spaventò terribilmente e iniziò a balbettare cercando qualche parola per migliorare la situazione, "Wei Ying, mi dispiace, io, io non volevo dire quello che ho detto, io...", ma fu interrotto bruscamente da Wei Ying che lo aveva fulminato con lo sguardo.
Come poteva mai avere il coraggio di chiedere scusa dopo quelle cose orribili che gli aveva detto? Non lo avrebbe permesso. Lasciò uscire tutto ciò da cui voleva proteggerlo fino ad un momento prima e non si preoccupò di nulla, urlandogli in faccia tutto ciò che gli passava per la testa, "Pensi davvero questa cosa? Sai quanto è grave ciò che hai detto almeno? Cosa mi rappresentano le tue scuse ora? Lo hai detto, quindi lo hai pensato e non puoi rimangiartelo in nessun modo. Non sono più tuo marito perché non condivido con te il mio dolore? E come potrei mai voler condividere quello che sto provando con la persona che amo? Io volevo proteggerti razza di idiota e non volevo sentirmi ancora più stupido di come mi sento, ma visto che la pensi così e che non sono più tuo marito ormai, te lo dico, tanto se a te non importa della mia dignità e del mio onore, lo posso anche abbandonare e farti capire. Vuoi sapere cosa sta succedendo al povero Wei Ying che sta soffrendo e non riesce a nasconderlo? Bene, Wei Ying sta avendo incubi da quando è tornato nel corpo di Mo Xuanyu e non può farci nulla. Incubi in cui si vede mentre uccide con le sue mani tutte le persone a lui care ancora e ancora, ogni notte, in continuazione e non riesce in nessun modo ad evitarlo. Il povero Wei Ying pensava che risolti tutti i problemi, gli incubi sarebbero cessati potendosi sentire al sicuro vicino a suo marito, invece non è andata assolutamente così, non sono andati via, anzi, sono peggiorati terribilmente. Ieri notte Wei Ying ha sognato di uccidere tutte le persone che amava compresi lo Zio Jiang e te, ma durante il sogno era così contento e orgoglioso di farlo che si è svegliato e non riusciva neanche a respirare dalla repulsione. Infatti si è alzato velocemente ed è andato a vomitare, senza riuscire a smettere di piangere, visto che è una povera ragazzina debole ed essendo anche una persona orribile, non ha voluto svegliare suo marito per non farlo soffrire. Ma no, si deve sentir dire che non condivide e che quindi non ha più un marito, giusto?" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo mentre le lacrime continuavano a scendere e tremava incontrollabilmente."Visto che Wei Ying non ha più un marito e neanche una dignità, ora può restare solo, vero?" continuò sentendo le ginocchia che stavano per cedere e percependo un bisogno impellente di nascondersi e piangere in silenzio da solo, per tutta la notte. Si sentiva in colpa, sbagliato, stupido e patetico e ora anche egoista e solo visto che aveva perso tutto.
Mentre tremava però, non si accorse dell'impatto che quelle parole avevano avuto su Lan Zhan, che infatti si era appoggiato pesantemente ad uno dei tanti scaffali e respirava in modo molto irregolare. Non riusciva a far a meno di pensare che era stato uno stupido, aveva detto una cosa orribile e non era riuscito a controllarsi pur sapendo che Wei Ying stava soffrendo. Si sentiva idiota anche perché erano stati per mesi insieme, addirittura a dormire nello stesso letto e lui non si era accorto di nulla, non aveva notato che Wei Ying soffriva per gli incubi e non lo aveva mai sospettato. Si vergognava perché era la persona più importante della sua vita e non si era accorto che era stato male ogni notte da quando era tornato. Sapeva che i ricordi gli facevano male, ma non credeva che lo tormentassero anche di notte e non pensava che potessero peggiorare proprio quando si sentiva al sicuro. Iniziò a pensare a come si sarebbe sentito se avesse sognato di uccidere suo marito con le sue mani e di gioire dopo averlo fatto; probabilmente non sarebbe più neanche riuscito a guardare Wei Ying e sicuramente non glielo avrebbe raccontato per paura di disgustarlo e di fargli male. Perché non ci aveva pensato prima? Si chiedeva sentendosi sempre più in colpa man mano che ripercorreva le parole dette da Wei Ying. Doveva essere stato veramente malissimo quella notte, mentre lui dormiva tranquillo e felice di avere il marito al suo fianco e non avrebbe mai potuto perdonarsi di essere stato così cieco. Che fosse un altro motivo per cui Wei Ying non lo aveva raccontato? Per evitargli i sensi di colpa e sopportare da solo senza coinvolgerlo? Sicuramente era qualcosa che avrebbe fatto e naturalmente qualcosa che anche lo stesso Lan Zhan avrebbe fatto per proteggerlo. Come aveva potuto? Come aveva potuto? Come avrebbe potuto risolvere la situazione? Wei Ying come avrebbe potuto perdonarlo? Lui ci sarebbe riuscito se quelle parole fossero uscite dalla bocca di suo marito, anche sapendo che non le pensava davvero? Probabilmente non ci sarebbe riuscito subito, ma non sarebbe riuscito a lasciarlo definitivamente, nemmeno se lo avesse tradito probabilmente. Non riusciva a riflettere lucidamente e stupidamente si voltò a guardare Wei Ying, pentendosene subito.
Wei Ying stava cercando di riprendersi, ma si sentiva davvero male. Si asciugò le lacrime con le maniche e si arrabbiò con sé stesso per essersi fatto vedere in quello stato pietoso da Lan Zhan. Però quello sfogo lo aveva svuotato completamente e non aveva la forza di arrabbiarsi o continuare a discutere ancora. Si limitò a guardare Lan Zhan negli occhi mentre prendeva la sua decisione, "Lan Zhan, credo che andrò via per un po'" disse con voce tremante. Naturalmente non voleva lasciarlo o altro. Si era arrabbiato prima e aveva dato per scontato che stessero per lasciarsi, ma non lo avrebbe mai permesso. Semplicemente doveva stare un po' da solo, riflettere, far riflettere anche lui perché aveva detto davvero una cosa terribile, e poi avrebbero potuto fare pace a modo loro, senza bisogno di parlare. Ma aveva davvero bisogno di passare del tempo da solo senza Lan Zhan nei dintorni. Sapeva che gli avrebbe fatto male, ma in quel momento, si sentiva in diritto di pensare di stare peggio di lui e di meritare la giusta considerazione, quindi non avrebbe cambiato idea.
Lan Zhan era devastato. Davvero voleva lasciarlo così? Sapeva che era colpa sua, che non avrebbe dovuto dirlo, ma cosa avrebbe fatto senza Wei Ying? Non poteva vivere senza di lui al suo fianco, era impensabile dopo quei tredici anni da solo. Non poteva lasciarlo andare, non voleva lasciarlo andare, non era possibile, non voleva neanche pensare a come si sarebbe sentito. Già sentiva tornare a galla il dolore straziante che aveva provato da solo e si sentí un egoista, mentre pensava solo a sé stesso, ma non lo avrebbe lasciato andare, altrimenti la sua vita sarebbe finita, non riusciva neanche a pensarci. "No, Wei Ying, ti prego, non andartene, non lasciarmi. Possiamo parlarne, per favore, non voglio perderti, mi dispiace, farò qualunque cosa per farmi perdonare, non pensavo davvero ciò che ho detto, lo sai, non posso vivere senza di te, ti prego Wei Ying." Supplicò con un filo di voce, senza neanche provare ad essere impassibile dinnanzi a lui, non ci sarebbe comunque riuscito in quel momento. Stava per perderlo, lo avrebbe lasciato solo, gli avrebbe dato le spalle e sarebbe uscito dalla porta lasciandolo da solo, di nuovo, di nuovo per colpa sua, di nuovo per i suoi errori continui, di nuovo perché non era in grado di aiutarlo, di nuovo perché non era abbastanza, di nuovo perché lui non lo meritava Wei Ying. Non voleva, non voleva, voleva piangere, supplicarlo, prenderlo e tenerlo con sé, ma non lo avrebbe fatto contro la sua volontà, non avrebbe pianto per poi vederlo stare peggio, non si sarebbe mostrato debole quando il suo Wei Ying era già distrutto, non poteva essere così egoista. Poteva solo supplicare e sperare di fargli cambiare idea.
"Lan Zhan, Lan Zhan, calmati, non voglio lasciarti. Ho solo bisogno di un po' di tempo da solo. Mi dispiace davvero molto dovertelo chiedere, ma è ciò di cui ho bisogno. Ti prego di capirmi e di accettarlo. Non ti lascio, non posso, sei la mia vita, anche se mi hai detto quella cosa senza pensare. So che non lo pensi, so che non vuoi lasciarmi sul serio, non devi farti perdonare, eri solo arrabbiato come volevo che tu fossi, ma ho perso il controllo anche io e mi dispiace. A questo punto, ti prometto che ne parleremo quando mi sarò calmato visto che ormai lo sai, ma per favore, concedimi qualche giorno da solo per pensare e per calmarmi, ti prego, non impedirmi di andarmene solo per un po', ti giuro che tornerò, ti amo e non smetterò di farlo per così poco. Ti prego, lasciami il tempo che mi serve, te lo chiedo per favore. Farò tutto ciò che vorrai dopo, ma ora devo davvero passare del tempo da solo. Mi basteranno due giorni, non ti chiedo molto, lasciamelo fare però" Spiegò lui, tranquillizzandolo e supplicandolo al tempo stesso di non infierire oltre. Poteva non pensarle quelle cose, ma le aveva dette, e facevano davvero male, solo il pensiero lo faceva tremare. Doveva davvero andare via da lì e rifugiarsi da qualche parte da solo per un paio di giorni. Doveva recuperare la compostezza e soprattutto il suo sorriso, che in quel momento non riusciva davvero ad essere credibile. Provò a sorridergli per incoraggiarlo e fargli capire che davvero non sarebbe andato via per sempre, ma dallo sguardo di Lan Zhan aveva capito di aver prodotto una smorfia più che un sorriso allegro; quindi rilassò il viso e non tentò più. Si limitò a guardarlo un'ultima volta senza però avvicinarsi e se ne andò. Non lo aveva baciato o abbracciato, non perché fosse arrabbiato o perché non ne avesse voglia, ma perché aveva paura di scoppiare nuovamente a piangere e di non riuscire più ad andarsene d lui aveva davvero bisogno di solitudine, silenzio, tranquillità e alcool in quel momento. Si avviò verso la città di Caiyi, perché non voleva assolutamente allontanarsi troppo. Avrebbe semplicemente passato un paio di giorni a bere e riposare per conto suo e sarebbe tornato indietro velocemente per tornare dal suo Lan Zhan, che già gli mancava terribilmente e il senso di colpa nn aiutava di certo a stare meglio con sé stesso.
Lan Zhan era rimasto solo nella stanza, ancora immobile a guardare la porta che si era richiusa e non si sarebbe riaperta per due giorni.
Era andato via sul serio, lo aveva lasciato senza voltarsi indietro. Prima di andarsene, neanche lo aveva baciato o abbracciato, ancora non ci poteva credere. Perché se non voleva lasciarlo e aveva solo bisogno di tempo non lo aveva salutato, non lo aveva baciato come sempre? Non lo voleva? Voleva davvero tornare? Voleva davvero fare pace? Voleva davvero raccontargli tutto? O aveva mentito per poter andare via? Cosa avrebbe fatto se non fosse più tornato? Come sarebbe sopravvissuto da solo? Voleva già andarlo a trovare, ma gli aveva chiesto un paio di giorni e lui un paio di giorni gli avrebbe dato, anche se già non ce la faceva più, poi sarebbe andato a riprenderselo. Cosa aveva intenzione di fare lontano da suo marito? Voleva bere e divertirsi? Voleva sfogarsi? Voleva conoscere persone nuove? Voleva rimpiazzarlo con qualcuno migliore di lui? Voleva tradirlo? Voleva trovare una persona diversa e scappare con lui? Voleva lasciarlo solo? Voleva davvero andare in giro a bere, ubriacarsi e correre il rischio di tradirlo senza neanche accorgersene, senza ricordarlo? Avrebbero potuto fargli di tutto, non era più potente come prima, stava male, era distrutto, non poteva dormire e da ubriaco sarebbe stato ancora più indifeso? Se senza pensare avesse deciso di andare con qualcun altro? Cosa avrebbe fatto Lan Zhan? Sarebbe riuscito a perdonarlo? Sarebbe riuscito a guardarlo in faccia? Lo avrebbe tenuto con sé? Lo avrebbe lasciato? Sarebbe sopravvissuto? Lo avrebbe tradito davvero? Aveva mentito ed era andato via per trovare qualcuno con cui iniziare una nuova vita? Non riusciva a non pensarci e in preda alla disperazione, prese una giara di sorriso dell'imperatore dalla scorta che aveva nella botola sul pavimento e ne bevve velocemente un sorso senza riflettere. Subito dopo si addormentò e, pur non ricordandolo, passò la notte nel letto, abbracciato alla giara di sorriso dell'imperatore che lo faceva sentire con Wei Ying e così fece la notte seguente, sperando che suo marito sarebbe tornato il giorno successivo.
Wei Ying passò i due giorni in una locanda semplicemente bevendo sorriso dell'imperatore e cercando di rimanere sveglio il più possibile. In quei due giorni, si era addormentato solo due volte, una la mattina del primo giorno e l'altra la notte del secondo giorno, ma aveva riposato solo un paio di ore ogni volta perché aveva avuto quegli incubi di nuovo, sempre gli stessi e aveva avuto la stessa reazione; si era svegliato tanto disgustato da vomitare e poi si era accucciato in un angolino a tentare di lavare via quelle immagini con il liquore, ma senza successo. Non era riuscito a trattenersi e aveva pianto, pensando che forse vicino a Lan Zhan sarebbe riuscito a dormire. Non vedendolo dormire accanto a lui, temeva che fosse davvero morto e che quelli non fossero semplici incubi, che lo punivano per tutto ciò che di sbagliato aveva fatto. Entrambe le volte quando si era svegliato, aveva pensato di correre da Lan Zhan per poter vedere se stesse o meno bene, ma poi una stanchezza immensa lo aveva travolto ed era rimasto seduto a terra tra le giare di liquore, svuotandole lentamente per sentirsi meglio e magari dormire senza riuscire a sognare. Quei due giorni che voleva per riflettere e capire qualcosa, non erano serviti a nulla in realtà, perché aveva perdonato subito Lan Zhan e non era riuscito né a riposare, né a trovare una soluzione a quegli incubi. Iniziò a pensare che forse, con Lan Zhan vicino, sarebbe stato più facile gestire quegli incubi. In fondo, non sarebbero andati via, ma avrebbe avuto suo marito accanto a sé, lo avrebbe sentito vivo e vicino e avrebbe potuto ricominciare a dormire. Gli avrebbe chiesto di ignorarlo quando si svegliava all'improvviso e sarebbe stato meglio ancora se non si fosse svegliato, ma poi sarebbe tornato accanto a lui e lo avrebbe stretto, sia per non lasciarlo solo, sia per stare bene. Sapeva che gli incubi non sarebbero scomparsi, ma nonostante avesse passato quei due giorni terribili, ancora non ne voleva sapere di farsi vedere in quello stato da Lan Zhan e di farsi consolare da lui. Voleva gestire la cosa da solo, anche se sapeva che Lan Zhan avrebbe preferito altro. Dopo aver preso quella decisione, capí che non c'era motivo di rimanere ancora alla locanda e tornò subito ai meandri delle nuvole per vederlo sperando che avrebbero potuto semplicemente dormire insieme, senza bisogno di parlare. Voleva solo abbracciarlo e dormire, non gli serviva altro, non aveva nemmeno la forza per pensare di affrontare una conversazione. Se ne andò subito e tornò velocemente a casa.
Quando arrivò ai meandri delle nuvole, come sempre, tutti lo guardarono male e mantennero le distanze, ma lui era troppo occupato a correre da Lan Zhan per preoccuparsi di loro e del fatto che stava infrangendo un paio di regole. Spalancò la porta del jingshi e si guardò intorno. Non aveva percorso neanche metà della stanza, quando sentí "Wei Ying" e poi qualcuno tirargli il braccio. Vide con la coda dell'occhio che la porta si chiudeva e venne attirato tra le braccia di suo marito. Si sentí immediatamente a casa e dimenticò quegli orribili giorni. Strinse Lan Zhan più forte che poteva e lo baciò, senza neanche pensare alla promessa che aveva fatto di parlare con lui al suo ritorno. Lan Zhan naturalmente ricambiò il bacio senza pensarci e rimasero così, davanti alla porta, per un tempo indefinito. Quando si allontanarono un pochino, Lan Zhan non parlò e si limitò a tenerlo stretto.
"Lan Zhan..." ruppe il ghiaccio Wei Ying, sapendo che altrimenti sarebbero rimasti in silenzio per tutto il giorno. Non voleva parlare di ciò che era successo, ma aveva bisogno di sapere se avessero o meno fatto pace per il momento. Però venne interrotto all'istante.
"Sei ancora arrabbiato con me?" chiese Lan Zhan cercando di mantenere la voce ferma, ma senza riuscire. Stava quasi tremando dalla paura.
"No Lan Zhan. Mi sei mancato troppo per riuscire a pensare ad altro che alla felicità che provo in questo momento. Tu sei arrabbiato con me?" Chiese di rimando Wei Ying, nonostante avesse paura a chiederlo.
"Wei Ying, io mi sento tremendamente in colpa, non sono assolutamente arrabbiato con te. È tutta colpa mia, non ti ho capito, non ho prestato attenzione. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo e ti ho detto quella cosa orribile che non penso minimamente, ma questo non mi giustifica. L'ho detto per farti male, è orribile." rispose subito lui. Come poteva pensare che potesse essersi arrabbiato con lui? Wei Ying non aveva fatto nulla di male, era lui a non aver capito assolutamente nulla.
"Lan Zhan, non dire queste cose. Abbiamo sbagliato entrambi, siamo stati separati, siamo stati da soli. Ora nessuno di noi è più arrabbiato, quindi perché non lasciamo perdere questa conversazione e stiamo un po' insieme? Ho davvero bisogno di dormire accanto a te e di tenerti stretto, per favore." Spiegò, prendendolo per un braccio e portandolo verso il letto. Lo fece stendere e si stese a sua volta appoggiando la testa sul suo petto, ascoltando i battiti accelerati del suo cuore. "Ho bisogno solamente di questo oggi, rimaniamo così tutto il giorno, non ho ne la forza, né la voglia di fare altro. Neanche tu sei riuscito a dormire in questi giorni vero? Meglio riposare un po'. Al resto penseremo in un secondo momento. Va bene?" Chiese, per cercare di capire quanto era stanco.
"Va bene, possiamo semplicemente riposare insieme allora" disse abbracciandolo per assicurarsi che fosse reale e che non sarebbe sparito di nuovo. Non gli ci volle molto per addormentarsi. Era talmente entusiasta di avere Wei Ying con sé, che in quel momento, si dimenticò di cosa sarebbe sicuramente successo durante il loro riposo.
Wei Ying si lasciò stringere e chiuse gli occhi, sperando con tutto il cuore di poter dormire senza quegli incubi. Sapeva che probabilmente li avrebbe avuti e quindi si limitò a sperare di non svegliare Lan Zhan e di riuscire a gestire tutto da solo. Il giorno seguente, ci avrebbe pensato suo marito a fargli dimenticare ogni cosa, semplicemente con la sua presenza. Non desiderava altro che stare così in quel momento e poter riposare un po'.
DEMONI: Disperazione
Si trovava ad Yiling. Era sceso dai monti per fare le solite commissioni per ordine di Mu Qing; doveva comprare i ravanelli, o le patate, non riusciva a ricordarlo e informarsi sulla situazione generale. Mentre camminava tra i banchi dei venditori cercando patate buone, notò con la coda dell'occhio degli abiti bianchi svolazzanti. Si voltò di scatto e si accorse che aveva ragione: c'era un uomo alto, con dei vestiti da lutto e un nastro bianco che svolazzava dietro la sua testa. Perché ci fosse uno di Gusu da quelle parti, gli era incomprensibile, però pensò subito che potesse essere Lan Zhan e decise di avvicinarsi. Mentre si avvicinava, vedendo che quell'uomo sembrava rigido quanto un palo, capí che doveva essere per forza Lan Zhan e lo salutò "Lan Zhan! Cosa ci fai qui?" chiese allegramente sorridendo. Lan Zhan si voltò di scatto e lo guardò. Come al solito il suo volto non mostrava nulla, ma Wei Ying sapeva che era sorpreso. "Allora? Che ci fai qui? Caccia notturna? O sei venuto per me?" chiese ridacchiando, mentre si allontanava insieme a lui per parlare in un luogo più nascosto.
"Sono venuto per te" rispose serissimo Lan Zhan
"Davvero Lan Zhan? E perché? Volevi sapere come stavo? O vuoi venire a vedere casa mia?" Continuò ridacchiando, perché Lan Zhan era davvero troppo divertente.
"Sono venuto per sapere come stai e per aiutarti" continuò.
Il sorriso di Wei Ying sparì immediatamente e lo guardò freddamente, "Se mi devi guardare in quel modo e se sei qui per dirmi che sono corrotto, puoi anche andartene. Non mi servi a nulla" spiegò guardandolo negli occhi.
Lan Zhan indietreggiò leggermente, "Non sono qui per dirti che sei corrotto, ma per controllare come stai e vedere se posso aiutarti" riprese lui con la voce un po' meno ferma.
"Lan Zhan, non farmi arrabbiare. Ne abbiamo già parlato, non mi serve il tuo aiuto. Sto benissimo" disse facendo un giro completo su sé stesso e mostrando che non aveva nulla di strano.
"Wei Ying, so che hai le migliori intenzioni, ma l'energia del risentimento, è più forte di te. Un giorno avrà la meglio, ma non perché sei corrotto, ma perché nessuno è abbastanza forte per controllarla", disse.
"Lan Zhan! Stai esagerando! Io non sono debole! Posso gestirlo! Smettila subito" risposte furioso, portando inconsciamente una mano su Chenqing.
"Non sei debole, è che nessuno può gestire un simile potere. Calmati."
"Calmarmi? È da quando sono tornato che mi guardi come se fossi peggiore dei cani Wen e ora dici che vuoi aiutarmi? Sei pazzo?" continuò sempre più arrabbiato.
"Non ti guardo come dici, sono solo preoccupato"
"Non mi serve a niente la tua preoccupazione. Tu non sei nessuno!"
"Non sono nessuno? Hai sempre detto che siamo intimi!"
"Mi sono sbagliato. Non mi servi a nulla" ribadí
"Allora continua a degenerare in quel modo da solo. Nessuno si avvicinerà, né Jiang WanYin, né Jiang Yanli, né..." non riuscì a finire la frase perché un pugno di Wei Ying lo aveva appena centrato in pieno viso. Girò il volto e non commentò, non accorgendosi che Wei Ying portava ChenQing alle labbra e iniziava a suonare.
Evocò alcuni cadaveri che circondarono Lan Zhan. Lui era occupato a fissare Wei Ying che ridacchiava mentre batteva le mani per far muovere i cadaveri. Erano talmente rapidi che non gli diedero il tempo di estrarre la spada e lo gettarono immediatamente a terra. Wei Ying estrasse un talismano e glielo poggiò sul petto, immobilizzandolo. Poi lo fece trascinare dai cadaveri nella foresta e lo fissò. "Vediamo un po' chi è il debole tra noi due Lan Zhan. Fammi sentire le tue urla" disse ridacchiando e portò nuovamente ChenQing alle labbra ordinando ai cadaveri di farlo ucciderlo e di divorarlo e loro, ubbidienti, iniziarono a farlo a pezzi. Erano cinque, quindi furono piuttosto veloci e confusionari, ma Wei Ying vedeva chiaramente che Lan Zhan mentre stringeva i denti, continuava a fissarlo, senza distogliere mai lo sguardo, senza urlare, senza insultarlo, senza implorare pietà. Lo guardava con rassegnazione e compassione e vedendolo, Wei Ying scoppiò a ridere "Neanche in questo stato riesci a smettere di guardarmi con quell'orribile sguardo compassionevole. Sei disgustoso e mi fai pena" disse ridacchiando e perdendo totalmente il controllo. Poco dopo Lan Zhan morì e i cadaveri iniziarono a nutrirsi senza lasciare nessuna traccia, mentre Wei continuava a ridere sempre più forte orgoglioso di ciò che aveva appena fatto, aveva ucciso il famoso Hanghuan-jun, quella persona orribile che si nascondeva dietro la reputazione che altri gli avevano fornito e che mai lo aveva sopportato. Mentre rideva e guardava i cadaveri si sentí la persona più forte, il mostro più spaventoso, imbattibile, insuperabile, perfetto. Nessuno lo avrebbe fermato, Hanghuan-jun era morto e lui era fiero del suo gesto, voleva mostrarlo a tutti. Ricominciò a ridere, ma sentí all'improvviso qualcuno che sussurrava qualcosa e si voltò di scatto. Immediatamente tutto sfumò e vide tutto nero, capendo che era lui a sussurrare senza sosta un nome all'infinito: Lan Zhan, Lan Zhan, Lan Zhan...
Era ormai l'alba e Lan Zhan era solito svegliarsi a quell'ora ma, rigirandosi nel letto, non trovò nessuno affianco a lui. Testò bene il letto, le lenzuola chiare riflettevano ancora l'oscurità che proveniva dalla finestra, ma erano fresche e sistemate, come se nessuno ci avesse dormito dentro; la luce era soffusa e il Sole era ancora troppo debole per illuminare l'intera stanza. Lan Zhan si alzò e si guardò intorno alla ricerca di suo marito, temeva che se ne fosse andato di nuovo. Invece trovò Wei Ying rannicchiato in un angolino, tremante e pallido in viso quasi avesse visto un fantasma. Lui, infatti, ancora non si era ripreso del tutto dall'incubo e aveva ancora gli occhi spalancati per le illusioni che quei sogni provocavano. Era come se fosse posseduto da qualche spettro che in qualche modo gli impediva anche di parlare in modo chiaro e di sua volontà. Non riusciva a percepire nessuna presenza e non si era nemmeno accorto che, intanto, suo marito lo aveva visto ed era vicino a lui per stringerlo e coccolarlo; era immerso nei suoi pensieri e nelle sue paure più profonde, a tal punto che gli mancava il respiro la gola si era seccata e l'ossigeno faceva fatica a passare. Improvvisamente Wei Ying si alzò di scatto, aveva un improvviso senso di nausea; corse lontano da suo marito per non farsi vedere e iniziò a rigettare tutto. Non mangiava molto in quel periodo e Lan Zhan se ne era accorto, e se mangiava poi lo rimetteva la notte, quando gli incubi diventavano fitti e nitidi e ricordava il suo passato con tanta chiarezza. In fondo, erano questi gli incubi: le paure più profonde dell'anima, quelle che puoi nascondere a tutti ma non alla coscienza; e la paura più grande di Wei Ying era quella di perdere il controllo e di uccidere suo marito, peggio ancora se provava piacere nel farlo, come accadeva ai suoi sogni. Finito di vomitare anche l'anima, ritornò ai piedi del letto dove si era rannicchiato in precedenza. Lan Zhan gli prese le mani e lo abbracciò forte, non riusciva a vederlo in quello stato, voleva fare qualcosa, non voleva sentirsi di nuovo inutile com'era già successo in precedenza. "Wei Ying... sono qui, rilassati, puoi stare tranquillo". Ciò, però non sembrava funzionare; Wei Ying aveva ancora gli occhi spalancati e fissava il vuoto in cerca di un appiglio a cui arrampicarsi per restare fedele alla realtà, la quale non la distingueva nemmeno più dagli incubi.
"Lan Zhan, perché la notte te ne vai? perché Lan Zhan? perché non sei qui con me, Lan Zhan??" Wei Ying sussurrava solo queste parole mentre lacrime di terrore accarezzavano il suo viso, candido e freddo, quasi a sembrare un cadavere. Gli occhi vuoti di Wei Ying facevano credere che l'anima era stata divorata dal male, dai sogni continui che faceva, dalle paure che lo terrorizzavano ogni notte e che lo stavano accompagnando ormai da mesi e mesi. Ma cosa significava davvero sognare di uccidere la persona che ami e divertirti nel farlo? Doveva essere la cosa più brutta che potesse succedere e questo, lui, credeva di meritarlo; credeva di aver fatto soffrire così tanto il suo Lan Zhan da meritarsi quel dolore logorante e quell'inferno dentro e che, anzi, gli era andato anche bene rispetto a quanto pensava di meritare.
Eppure, suo marito non smetteva di stargli accanto; nonostante quei tredici anni ad aspettarlo, non si era mai arreso, lo aveva atteso anche se era una persona orribile e continuava ad amarlo con tutto se stesso e ora era lì, al suo fianco, in un momento tanto brutto.
Lan Zhan era preoccupato, non lo aveva mai visto in quello stato; e quelle parole?? cosa gli significavano? perché diceva che non stava con lui? non lo vedeva al suo fianco?
"Wei Ying, sono qui con te, non ti lascio solo, non più" gli prese il viso tra le mani e lo accarezzò dolcemente e amorevolmente. Aveva gli occhi gonfi e arrossati; tremava ancora, ma stavolta sembrava essersi accorto della presenza di Lan Zhan e iniziò ad abbandonarsi tra le sue braccia. "Non mi guardare Lan Zhan" affondò la testa nel suo petto come per nascondersi; era in uno stato pietoso e non voleva suscitare pena nel cuore di Lan Zhan, non voleva che stesse con lui solo perché stava male e non voleva sentirsi ridicolo e patetico."Non mi guardare, non voglio! hai capito! vattene! lasciami solo!" urlava, ma almeno aveva ripreso coscienza e iniziava a ragionare in modo lucido.
"Wei Ying, sono io, sono tuo marito, lascia che ti aiuti-..."
"Ti ho detto di lasciarmi in pace, non vedermi in questo modo. Sono patetico, no? E' ciò che hai sempre detto, che sono ridicolo e patetico". Lan Zhan non era nemmeno riuscito a completare la frase che la rabbia di suo marito fuoriuscì come un fiume in piena.
"Ma non in questo caso, lo dico quando scherzi troppo, ti prendi gioco di me e mi infastidisci, ma non ora. Mi hai insegnato tu che avere bisogno di qualcuno quando si sta male non è un male, farsi aiutare non è sbagliato, specie da chi ami e da chi hai deciso di sposare...".
Lan Zhan lo guardò ancora negli occhi, quegli occhi spenti e insicuri, tristi e malinconici, pieni di sofferenza e di dolore, stanchi di piangere e soffrire, distrutti da quelle continue torture. Wei Ying, intanto, aveva evitato lo sguardo; si era arrabbiato perché Lan Zhan sapeva che non doveva vederlo in quel modo. Suo marito doveva sapere che ormai si sentiva disgustato da sé stesso; provava disprezzo e ribrezzo per ciò che sognava, aveva vergogna, perché sapeva che nei suoi sogni godeva nell'uccidere chi amava, soprattutto suo marito. Non riusciva a perdonarselo, non riusciva a guardare in faccia Lan Zhan quando succedeva. Wei Ying si era staccato dal suo petto, ma ancora non lo guardava ancora negli occhi, era arrabbiato e non capiva perché.
"Ancora non ti è chiaro Lan Zhan? questa è la mia punizione, tu non puoi farci nulla, bisogna accettarlo, che ci piaccia o no; e ti prego di lasciarmi sopportare questa cosa da solo, non ti riguarda! hai capito Lan Zhan? N O N - T I - R I G U A R D A. Sono affari miei, già è tanto che ti ho raccontato che succede, se non mi avessi visto quella mattina in quello stato, non te lo avrei mai detto perché sono cose mie e mi stai facendo perdere anche quel poco di dignità che avevo. Ora tornatene a dormire, altrimenti tuo zio si arrabbierà con me anche perché non ti lascio dormire e, sinceramente, non ho voglia di discutere con quel babbeo"
"ma Wei Ying..." Lan Zhan lo disse con un filo di voce, sussurrandolo quasi "è l'alba, io devo essere perfettamente puntuale"
"e allora vattene a prepararti e non rompere. Vai da quell'ammasso di babbei vestiti tutti uguali che sono solo bravi a puntare il dito e tu sei uno di loro...non capisci nulla esattamente come loro! se avessi un cervello ti renderesti conto da solo che non dovevi permetterti di avvicinarti, sei o non sei mio marito? non mi conosci? non sai che voglio che mi lasci da solo? sei proprio un cretino Lan Zhan, non capisci nulla."
"Wei Ying, perchè sei arrabbiato? cosa ti ho fatto?"
"lasciami in pace, voglio riposarmi. Non hai il diritto di vedermi in questo stato; porta rispetto per ciò che ti ho chiesto; se mi ami, saprai capirmi, se non lo fai allora vuol dire che non mi ami. Ora preparati e sparisci, non ti voglio tra i piedi"
Lan Zhan non disse una parola, si limitò a guardarlo andare verso il letto; era dispiaciuto, voleva aiutarlo, ma lui aveva espressamente detto che gli dava fastidio e che doveva andarsene così che lui avrebbe potuto riposare in pace. Le parole di suo marito l'avevano ferito, ma non aveva detto nulla; aveva bisogno di tempo, e lui glielo avrebbe concesso, tutto il tempo necessario per farlo stare bene. Intanto, Wei Ying era già sotto le coperte, stringeva il cuscino e le lenzuola tra le mani e tremava un pochino; Lan Zhan lo osservò ancora una volta sperando che sarebbe riuscito a riposare un po'; lo baciò dolcemente sulla fronte e gli accarezzò i capelli spostandoli un po' dal viso, quei capelli corvini e lunghi che lui tanto amava, per dare spazio al suo viso, in quel momento più candido del solito e gli occhi gonfi, come chi aveva appena finito di combattere la guerra e dopo varie sconfitte, ne era uscito vincitore. In fin dei conti, Wei Ying era così, un guerriero solitario che preferiva combattere, morire da solo e poi ritornare per difendere chi amava; un guerriero che teneva per sé il dolore, che sorrideva mentre sopportava l'inferno. Sorrideva a tutti, quel sorriso dannatamente perfetto che faceva tanto impazzire Lan Zhan, quel sorriso che l'aveva fatto innamorare di lui e ora era suo marito. Ma era davvero felice Wei Ying con lui? Era davvero ancora così innamorato? Oppure stava con lui per abitudine? O peggio ancora, perché non aveva il coraggio di lasciarlo andare?
Lan Zhan aveva lasciato la sua stanza, era andato a svolgere i soliti compiti che gli ordinava lo zio e suo fratello Xichen. Quel giorno sembrava non finire mai, lo Shifu lo rimproverava di continuo per la sua disattenzione, per il suo visto stanco e pallido; suo fratello lo richiamava continuamente per avere consigli da lui, ma Lan Zhan non riusciva davvero a pensare ad altro se non a suo marito nella sua stanza e in quello stato. Come aveva potuto lasciarlo da solo? Lui lo aveva cacciato, ma doveva insistere per restare con lui. Mentre pensava a ciò, i continui pensieri sulla loro relazione si facevano sempre più fitti, l'infelicità di Wei Ying, l'amore che lui provava o meno, se stava con lui per abitudine o perché non aveva il coraggio di lasciare Lan Zhan sapendo quanto avrebbe sofferto.
Nel frattempo, nella camera di Lan Zhan, Wei Wuxian era riuscito a dormire poco e niente, gli incubi erano tornati ma stavolta non aveva Lan Zhan al suo fianco, non poteva capire se era reale o meno, non aveva nessun contatto con la realtà. Appena riuscì a essere un po' più lucido, decise che era meglio uscire da Gusu per un po', non poteva stare in quella stanza da solo. Si alzò e uscì dai Meandri, si diresse a Caiyi, non troppo lontano, in una locanda per bere qualcosa. Restò lì l'intero giorno a bere, fino a quando si rese conto di aver bevuto troppo.
"Lan Zhan, vienimi a prendere! Lan Zhan! Dove sei Lan Zhan?!?! Torna da me Lan Zhan!" nelle sue urla si sentiva la disperazione più totale che si tramutava in angoscia e paura quando notava che suo marito non rispondeva al suo richiamo "maledizione! dove sono finito? Lan Zhan, dove sei ? perché non sei qui?" pensava. Si girava e rigirava, ma non lo vedeva, non vedeva suo marito vicino a lui, iniziava ad avere paura e timore che il suo Lan Zhan lo aveva abbandonato per come si era comportato quella mattina. In bilico tra il sonno e la veglia, tra lo stato di ubriachezza e sobrietà, non si era reso conto che era ancora a Caiyi nella locanda a bere.
Lan Zhan, intanto, aveva finito i suoi compiti giornialieri, era distrutto e voleva solo stare con il suo Wei Ying, suo marito e l'amore della sua vita, dal suo Wei Ying.
"Wei Ying! sono tornato! sono qua per te!" aveva una gioia nel petto nel pronunciare quelle parole, ma anche timore; non sapeva come avrebbe reagito suo marito, se era felice o meno di vederlo e se avesse avuto la possibilità o meno di parlargli o chiarirsi con lui. Lo cercò ovunque, ma non riusciva a sentire nessuna risposta; regnava un silenzio tombale, assordante e distruggente, un silenzio che colpiva l'anima. Wei Ying se ne era andato di nuovo, era uscito senza dirgli niente, chissà dove e chissà con chi. Nella sua mente iniziarono a fiorire immagini, pensieri, dubbi, angosce, timori e paure non di poca importanza; gli sembrava di impazzire tanto che un paio di lacrime di disperazione uscirono dai suoi occhi senza nemmeno che se ne accorgesse. Com'era possibile che se ne era andato di nuovo? Lui che l'aveva pensato tutto il giorno e invece lui se ne era andato tranquillamente a bere e divertirsi.
"Calma, Lan Zhan, dove può essere andato' sicuramente a Caiyi, e cosa fa quando ha bisogno di dstrarsi? beev. Bene, andiamo" disse tra se e se senza pensarci due volte. Questa volta aveva deciso di andarselo a riprendere qualsiasi sarebbero state le conseguenze. Lo voleva, voleva tenerlo tra le sue braccia e dirgli che non era solo, era la sua punizione ma non doveva affrontarla da solo. Voleva dirgli ciò. Arrivò a Caiyi in pochissimo tempo, girò ovunque, per tutte le locande e taverne, cercò ovunque, ma di Wei Wuxian non c'era traccia. Lo aveva perso davvero questa volta. Il cuore di Lan Zhan sembrò frantumarsi in piccoli pezzettini; l'aveva perso una seconda volta, per colpa sua, di nuovo. Si sentiva uno schifo, una seconda volta. Ma poi decise di entrare in una locanda quasi al confine con Caiyi, voleva distrarsi anche lui, era sotto pressione e aveva bisogno di scaricare il nervosismo e la tensione. Appena entrò, non fece neanche in tempo a richiedere qualcosa che si ritrovò Wei Wuxian tra le braccia, crollato a causa dello statoin cui si trovava.
"Lan Zhan, torna da me, mi manchi tanto, Lan Zhan..."
Quelle parole provocarono una vampata di calore allucinante al punto che lo fece arrossire completamente. Wei Ying era lì a cercarlo, lo voleva e lo aspettava, aveva bisogno di lui, suo marito aveva la necessità di sentirsi amato e accettato da qualcuno che condividesse con lui il suo dolore anche se non avrebbe mai ammesso di aver bisogno di qualcuno. Lan Zhan lo prese in braccio, gli baciò la fronte e lo strinse forte; ordinò una stanza in quella locanda e lo portò in camera da letto facendolo distendere e rilassare.
"Sono qui, Wei Ying, ci sono io con te"
"perché te ne sei andato? perché mi hai lasciato solo? non mi ami più? so che sono un problema vivente per te, ma io ti amo, per favore resta con me" lacrime dolci ma supplichevoli sfiorarono dolcemente il viso di Wei Ying soffermandosi sulle sue guance che in pochi secondi divennero inzuppate di lacrime. Gli tremava la voce, si vedeva che aveva voglia solo di riposare, di avere suo marito con sé e Lan Zhan lo capì, si sistemò e si distese affianco a lui
"Lan Zhan..."
"uhm..."
"suona qualcosa per me, il suono del guqin mi tranquillizza, mi trasmette pace; magari riesce a calmare anche i miei incubi o quanto meno attenuarli un po"
Lan Zhan lo avvolse tra le sue braccia, la schiena di suo marito toccò il suo petto in un dolce abbraccio e appoggiò sulle gambe il suo Guqin per suonare qualcosa. Wei Ying si addormentò subito, senza troppe interruzioni e passarono così la notte, abbracciati e stretti l'uno all'altro, come per paura che qualcuno potesse separarli.
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Da qui, inizia la nostra storia.
Ci saranno momenti felici, momenti tristi, momenti divertenti, momenti strani... Insomma, tutto ciò che tirano fuori le nostre menti congiunte.
Speriamo vi piaccia
Suibian_Wangji
Bichenqing
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