Se mi è consentito poche righe
voglio vergare agli sposi novelli.
Sfogliando il libro dei ricordi un dì
quasi in dormiveglia, figura sottile
mi apparve accoccolata con un'onda
di lacrime, mentre la candida
manina trafalata volteggiava
come farfalla.
Ora sciorinando il futuro
dolce donzella valica le porte
dell'amore lasciando la cittadella
familiare per sondare il grande mistero
dello spirito umano.
Tu, mia pupilla, specchio dell'onestà,
magica nota, mietritice dell'anima,
l'acqua dell'incanto hai fatto bere
al tuo principe, che sognavi guardando
le stelle.
Ora sì, che accaloppiata sei
dal l'eclisse amoroso!
Voltato è l'angolo al celibato,
l'ancora sul futuro  è presente.
Navigate dunque nella dolce poesia
amorosa a suon di violino o cari uccelli
dello stesso nido.
Tenete vive le braci senza pascolare
mai rancori perché tristezza sveglia
il mulinello delle foglie autunnali.
Dunque, terminato il mio stile epistolare
un plauso dono a voi, voi, "unico sole"
in sconfinate galassie.