Nuvole bianche,
sconfinati colori
vedono gli occhi meditabonti
chiusi da tempo.
Un dolce sonno portò
i colori all'imbrunire.
Senza meraviglia con il sangue
che le salì alle guance
s'incammina tenendo
i pugni stretti e l'amaro in bocca.
Con una calma olimpica
e senza preamboli,
notizia struggente arrivò
come gas esilarante
spazzando la schiuma
dei suoi sogni,
mentre strane idee
insediavano la mente come mosche.
Tu, rivolta dei due cervelli
d'involucro bianco l'avvolgesti
mentre camminava là
in quei luoghi sconosciuti,
là dove il tempo non ha ore
là dove il sole brilla di notte
là trovò il tormento e la pace.
Senza risposta alcuna
continuò a pensare
a un futuro senza futuro,
a un presente che non c' è,
ma a un passato che gorgheggia e vede.
Ormai l'ago non cuce
più una storia,
ma "un paradiso di tormenti"
e notti metropolitane
carbonizzando il suo cielo sfracellandolo.
Ora freddo della solitudine portò
un colorito lunare a quel volto senza nome.