Sorpresa sorpresa
18.
Lily si era scusata con me e si era offerta di accompagnarci in Infermeria per farci togliere la melma verde di dosso. Mi aveva poi spiegato che l'aveva fatto solo per far sì che finissi in punizione con Malfoy, così da avere tempo per stare da sola con lui. Io le avevo detto che era pazza e che per colpa sua mi ero beccata la mia prima punizione da quando frequentavo la scuola. Anche Vanessa era scocciata, non per la punizione, ma perché stavolta davvero non aveva colpa.
"Vorrei proprio capire cos'è successo!" Disse battendo un piede a terra, quel sabato notte mentre aspettavamo Gazza. Io non mi sarei mai sognata di dirle del piano malefico di Lily.
Erano già dieci minuti che aspettavamo, quando Gazza comparve sul fondo del corridoio seguito da Malfoy e Zabini che sembravano scocciati quanto noi. Gazza reggeva un lume con la mano destra e sembrava ancora più scheletrico nelle ombre della notte. Si piazzò davanti a noi e tirò su col suo lungo naso.
"Bene," disse. "Pensavo che non ti avrei mai visto in punizione, Weasley."
Io roteai gli occhi. "C'è sempre una prima per tutto."
"Ben detto." Si voltò verso i ragazzi con un ghigno. Avevo sempre pensato che ci trovasse un certo gusto a vedere gli studenti in punizione. "Zabini, tu stai con Miller nei sotterranei. L'aula di Pozioni deve ancora essere ripulita dal vostro disastro."
"Un momento!" Saltò su Vanessa fissando incredula Zabini e Gazza. "Credevo che saremmo stati divisi per Case! Questa è un'ingiustizia!"
Gazza la fissò senza espressione. "Questa è una punizione." Disse. "Credo che non abbiate bisogno di essere accompagnati, o mi sbaglio?"
Vanessa fissò Gazza, poi sbuffò e superò Zabini, che le corse subito dietro per tenere il passo. Gazza si concentrò su Malfoy.
"Bene, signor Malfoy..."
"Credo che passare la notte con Weasley sia una punizione sufficiente." Disse lui guardandomi con le braccia incrociate.
Gazza ridacchiò sinistramente ma ci fece cenno di seguirlo. Io non dissi niente e insieme a Malfoy mi incamminai dietro la schiena curva di Gazza. Salimmo almeno tre rampe di Scale, poi ci fermammo davanti ad un aula che non avevo mai visto prima. Mi voltai verso Malfoy, che aveva assunto un'aria ancora più scocciata, e pensai che probabilmente lui sapeva già di cosa si trattasse.
"Pulirete la stanza dei Trofei." Disse Gazza. "Quando torno voglio vederli splendere."
Se ne andò via con la sua lanterna lasciandoci soli davanti alla stanza. Il piano di Lily sembrava aver funzionato. Malfoy non mi lanciò neanche un'occhiata ed entrò nella stanza, io lo seguii. Mi guardai intorno meravigliata, era una stanza enorme piena zeppa di coppe, medaglie e trofei di ogni genere con delle torce alle pareti ad illuminare il tutto.
"Wow!" La mia voce riecheggiò. "Ma allora esiste davvero!"
Malfoy mi guardò come se fossi uscita di senno e mi lanciò uno straccio. "Senti, Weasley, non ho voglia di perdere tempo. Comincia a pulire i trofei sulla destra, io comincerò a sinistra, così finiremo prima."
Non avevo voglia di discutere e comunque sembrava una cosa intelligente. Impugnai il mio straccio e presi il primo trofeo, cominciando a strofinare forte sulla superficie. Non ero mai andata forte nei lavori manuali e il solo pensiero che quello fosse il primo di una serie infinita mi faceva stare male. Certo, non mi era andata male come a Vanessa.
"Dì, ma l'hai mai pulito un trofeo?" Mi voltai, Malfoy era appena dietro di me e mi fissava con un sopracciglio inarcato. Mi prese la mano che reggeva lo straccio e posò l'altra sul trofeo, circondandomi con le sue braccia, e strofinò forte sulla superficie mostrandomi come dovevo fare. "E' così che si fa."
Io mi sentii terribilmente in imbarazzo, sentivo il suo respiro sul collo, e arrossii. "Non sono mai stata in punizione prima d'ora." Mi giustificai.
Malfoy mi lasciò andare e tornò alla sua parete. "Non mi stupisce. Il gioco della pozione, comunque, è stato davvero molto stupido."
Roteai gli al cielo. "Quante volte dovrò ancora ripeterti che non sono stata io?"
Malfoy non rispose, sentii solo lo strofinio nel suo straccio sopra il metallo dei trofei. Ripresi a lucidare il trofeo che avevo tra le mani e mi ritrovai a guardarlo. Era un vecchio trofeo di Quidditch, sulla targhetta si leggeva 'James Potter'. Pensai di aver letto male, dato che era troppo vecchio per appartenere a James.
"James Potter?" Dissi a voce alta. "Questo trofeo sarà di almeno cinquant'anni fa!"
"Sei davvero stupida come sembri?" Mi voltai verso Malfoy, che mi guardava con le sopracciglia inarcate continuando a strofinare sulle coppe. "Non è di tuo cugino, scema, è di suo nonno. Davvero sono io a doverti raccontare la storia della tua famiglia?"
Sapevo che anche il nonno di James si chiamava come lui, ma non mi era neanche passato per la testa che il trofeo potesse essere il suo. "Non ce n'è bisogno." Mi voltai verso la parete guardando anche gli altri trofei, ma in un primo momento lessi Potter ovunque. "Che strano..."
Sentii Malfoy sbuffare. "Non è strano, ti ci ho messo apposta sul lato destro. Ce ne sono un sacco che riguardano i Potter e gli Weasley, io ormai li ho imparati a memoria. Divertiti, ma cerca comunque di fare veloce."
Alzai un sopracciglio e lo fissai. "Come mai tanta fretta di tornare in Sala Comune, Malfoy? La tua ragazza ti aspetta sveglia?"
In un primo tempo Malfoy mi guardò scrutandomi, come se volesse capire dove volevo andare a parare con la mia domanda, poi scosse la testa e soffiò una risata. "Non ho una ragazza da... beh da sempre a dire il vero." Disse. "Non ho ragazze, solo storie."
Per quanto potessi sentirmi rincuorata dalla prima parte della sua frase, la seconda parte mi aveva in qualche modo buttato terribilmente giù di morale. Presi un altro trofeo (vi si leggeva sopra 'Harry Potter') e senza guardarlo continuai il discorso. "E' strano." Feci con aria vaga.
"Che cosa è strano?" Disse Malfoy che aveva lucidato almeno dieci trofei più di me.
Io sentii subito il calore emanare dalle guance e le orecchie e capii di essere arrossita. Mi schiarii la gola. "Pensavo solo che trovo strano che tu non abbia una ragazza. Pensavo che uno come te avesse più di una ragazza, a dire il vero."
"Uno come me?" Chiese Malfoy come se non avesse la più pallida idea di che cosa stessi parlando. "Che vuol dire uno come me?"
Presi un bel respiro e un bel po' di coraggio e mi voltai verso di lui. Scrollai le spalle cercando di sembrare naturale, anche se mi ero riprovata questa battuta nella testa almeno un miliardo di volte. "Ecco, mi dispiace molto ammetterlo, Malfoy, ma hai il fascino del bello e dannato."
Malfoy alzò molto lentamente un sopracciglio e le sue labbra si incurvarono appena. Diavolo, ma non rideva mai? "Bello e dannato?" Ripeté divertito dalla cosa. "Non direi. E non ho detto di non avere spasimanti, ho detto di non avere ragazze. Perché ti interessa?"
"Non mi interessa." Dissi subito in fretta, riportando lo sguardo sul mio lavoro così da non doverlo guardare in faccia. "Facevo solo per fare due chiacchiere."
"Già," Fece lui pulendo a fondo una coppa. "Invece tu stai pulendo lentamente perché non c'è proprio nessuno che ti possa aspettare sveglio, immagino."
Sentii subito ribollire il sangue di rabbia. Alzai la testa di scatto e lo fissai fiera. "Beh, magari qualcuno c'è, a te cosa importa?"
Le sue labbra si stesero di nuovo in un sorrisino divertito. "Niente, sono sicuro che Scamander saprà renderti felice."
Quello era decisamente troppo! Mi alzai lasciando il trofeo che stavo pulendo per terra e gettai lo straccio ai miei piedi, guardandolo furibonda. "Bene! Sai che ti dico, finiscitelo da solo il lavoro mentre io me ne torno nella mia Sala Comune! E quando arriva Gazza puoi dirgli che sarò ben felice di finire in punizione anche domani sera ma sicuramente senza di te!"
Girai i tacchi e varcai la soglia, finendo di nuovo lungo il corridoio. Marciai veloce tra le ombre, sotto lo sguardo dei quadri che spettegolavano tra loro, fino a che non mi sentii tirare per un braccio e mi voltai trovandomi faccia a faccia con Malfoy.
"Ehi, non puoi andartene così!"
"Vogliamo scommettere?" Minacciai io.
Malfoy sospirò e chiuse gli occhi per qualche secondo. "Weasley, se te ne vai rimarrò a pulire trofei da solo fino a domattina."
"Ed è un mio problema?" Chiesi guardandolo da vicino. I suoi occhi lucevano ancora di più al buio. "Puoi pulirli con la magia e dire a Gazza che l'hai fatto a mano. E' un Magonò, credi che se ne accorgerebbe?"
Lui sospirò. "Pensi che sia così stupido, Weasley? Gazza ci confisca le bacchette, prima di iniziare una punizione."
Io sbattei gli occhi un paio di volte. "Non la mia."
"Come?"
"Non la mia." Dissi di nuovo. Mi frugai in tasca e la tirai fuori mostrandola a Malfoy. "Non ha preso la mia bacchetta."
Gli occhi di Malfoy brillarono e sapevo già cosa stava pensando. Ci movemmo insieme, ritornando di corsa nella stanza dei trofei. Impugnai la bacchetta e mi voltai a guardare Malfoy che annuì, recitai un 'gratta e netta' e la stanza e tutti i trofei contenuti dentro tornarono a brillare come fossero nuovi. Io e Malfoy ci guardammo soddisfatti.
"Che odore di pulito." Fece Malfoy inspirando profondamente. "Ehi, non senti anche tu profumo di rose?"
Io arrossii di botto e senza farmi vedere cercai di annusarmi i capelli. Mai e poi mai gli avrei confessato che probabilmente ero io a profumare di rose. "Già." Dissi ridacchiando. "Rose."
**
Per il resto della settimana Vanessa si lamentò di dolori alle braccia e alle gambe ed io mi sentivo un po' in colpa. Ripulire tutta quella melma non doveva essere stato facile, senza contare che era rientrata in Dormitorio due ore dopo di me.
Finalmente era iniziato Aprile e finalmente la temperatura era salita un po'. Non potevo certo sperare che ad Hogwarts venisse il gran caldo, ma avevo smesso di portare il mantello pesante e qualche timido raggio di sole spuntava qua e là per scaldare appena l'ambiente. Mi piaceva il caldo. Mi piaceva che in due mesi avremmo finito la scuola.
Quella mattina mi sentivo più assonnata del solito, non riuscivo proprio a sbottonare gli occhi. Mi ero trascinata con fatica in Sala Grande per fare colazione, erano appena le otto ma volevo cominciare presto a studiare dato che ci stavamo avvicinando agli esami di fine anno. Mi sedetti al tavolo e cercai di aprire appena gli occhi per vedere il mondo che mi circondava.
"Ehilà!"
Vincent sedeva di fronte a me e mi salutò allegro facendo colazione. Mi guardai un po' in torno pensando di aver sbagliato tavolata.
"No, non preoccuparti," ridacchiò lui. "Sei nel posto giusto. Aspetto Gaby."
"Oh." Feci io annuendo. "A dire il vero stava ancora dormendo quando uscita dal Dormitorio. Sei proprio sicuro di voler aspettare qui, da solo?"
Lui scrollò le spalle sorridendo. "Non mi dispiace, ormai sono abituato. E i Grifondoro non fanno neanche più caso a me."
Gaby scese quasi mezz'ora dopo di me e Vincent era ancora fermo lì ad aspettarla. Li guardai mentre si parlavano e si sorridevano tra loro e pensai tra me che Vincent doveva essere proprio innamorato di lei se rimaneva ore ad aspettarla senza obbiettare.
Per non disturbare decisi di lasciare il tavolo dei Grifondoro e mi diressi senza troppo fretta in Biblioteca. Se fossi stata in un'altra situazione, avrei cominciato a studiare almeno due mesi prima, ma avevo tutt'altro per la testa e non riuscivo a concentrarmi su quello che leggevo, figurarsi memorizzarlo.
"Rosie!"
Feci appena in tempo a voltarmi che Lily mi aveva raggiunta camminando al mio fianco. La guardai tenendo il passo. "Ehi, Lily."
"Allora, com'è andata?" Mi chiese lei sorridendo. "Lo so che è passata una settimana, ma sono stata molto impegnata con Hugo e..."
La guardai di sbieco. "Non vi sarete fatti mettere in punizione un'altra volta, non è vero?"
"Oh no." Feci lei scotendo la testa. "Non ci hanno ancora beccato. Comunque, stavamo parlando di te e di... lui. Com'è andata? Cosa è successo?"
Mi fermai un attimo e mi voltai verso di lei. "Non è successo un bel niente, ok? Abbiamo avuto una misera conversazione che non ha portato a niente di buono. Fortunatamente Gazza non si è ricordato di togliermi la bacchetta quindi abbiamo scontato solo dieci minuti di punizione e poi ce ne siamo andati a letto. Fine della storia."
Lily parve delusa. "E pensare che ci avevo messo tanto impegno per poter far esplodere quella pozione."
"A proposito, che diavolo ci hai buttato dentro?"
Lei sorrise. "Questo è un segreto, mi spiace Rose."
Scossi la testa e feci per riprendere il mio cammino, ma mi bloccai subito come se mi avesse colpito un incantesimo congelante. Per un attimo mi parve di rivivere la scena con Gill Ryan che si sbaciucchiava un'altra, solo che questa volta io ero Vanessa e Gill Ryan era Malfoy. Quanto avrei voluto che ci fosse stato Al per tirargli un pugno.
Lily al mio fianco trattenne il fiato. "Cavolo! Questo sì che è un fuori programma!"
Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, senza pensare aumentai il passo battendo i piedi per terra facendo così tanto rumore che i due furono costretti a staccarsi e guardare cosa stesse succedendo. Io ormai ero partita in quarta e mi sentivo velenosa come non mai.
"Nessuno vi ha informato che è vietato avere certi atteggiamenti nei corridoi?" Urlai in preda alla collera. "Trenta punti in meno a Serpeverde... anzi cinquanta!"
Lily, che per un attimo era rimasta ferma a fissare la scena, si diede una mossa e mi raggiunse dato che io non avevo intenzione di fermarmi e continuavo a marciare per il corridoio come un treno. Non mi ero nemmeno fermata a guardare che faccia avessero fatto Malfoy e la sua 'bella', ero così arrabbiata che avrei potuto attraversare un muro buttandolo giù con facilità.
"Non ti sembra di essere stata un tantino impulsiva?" Chiese Lily con aria però divertita.
"No!"
"Okey." Fece Lily non tanto convinta. "Beh, comunque è stato forte!"
Io la fulminai con lo sguardo e Lily ebbe il buon senso di tacere, per una volta. Avevamo appena svoltato l'angolo quando mi sentii richiamare dall'ultima persona che avrei voluto vedere al momento. Avrei potuto ucciderlo.
"Ehi, Weasley!" Chiamò. "Weasley! Fermati, per la miseria!"
Strinsi forte i pugni e serrai la mascella. Come previsto però, dato che io non avevo neanche una forma fisica, mentre Malfoy giocava a Quidditch, mi raggiunse e mi superò parandosi davanti a me. Io lo fissai con astio mentre lui riprendeva fiato e si sistemava quei suoi perfettissimi e odiosissimi capelli.
"Che diavolo ti prende?" Fece quasi arrabbiato. "Non puoi togliermi tanti punti per una cosa del genere!"
Io gli pestai un piede con tutta la forza che avevo. "Sono un prefetto e ti tolgo tutti i punti che mi pare!" Urlai.
"Ouch! Ma sei impazzita?!"
Lily mi fissò timorosa. "Ehm, Rose... forse dovresti calmarti un po'..."
"Io sono calmissima!" Urlai. Malfoy e Lily si scambiarono uno sguardo terrorizzato. "Io impersono la calma!"
"Non si direbbe..." Azzardò Malfoy.
"Va' al diavolo, non voglio più vederti!"
Fu l'ultima cosa che riuscii ad urlare prima di scappare via, dato che le lacrime stavano già cadendo sulle mie guance ormai rosse di rabbia. Ero stata proprio una stupida e mi sentivo ancora più stupida a star male per una cosa del genere, ma non riuscivo proprio a fermarmi. Avevo giurato a me stessa che avrei smesso di piangere per quello che faceva Scorpius Malfoy all'età di dodici anni, quando mise un ragno vivo nei miei ingredienti di pozioni, ma stavolta non riuscivo proprio a farne a meno.
**
Lily venne a cercarmi in Dormitorio dopo una ventina di minuti dal fattaccio. Io mi ero già rinchiusa nel mio baldacchino, così che se fosse entrata Paula non avrebbe potuto né vedermi, né sentirmi. Scostò appena le tende e si sedette sul bordo del mio letto, senza dire una parola.
"Beh, non avrebbe mai potuto finire bene." Cercai di sorridere io.
Lily fece un debole sorriso e scrollò le spalle. "Mai dire mai, io ci speravo."
"Grazie." Dissi tirando su col naso. "Se qualcuno ti dovesse chiedere..."
"Non dirò una parola, Rose." Mi promise. Poi sospirò e si appoggiò coi gomiti sulle gambe. "Mi ha tenuto bloccata fino ad ora, voleva sapere cosa ti era preso. Gli ho detto che eri solo molto stressata ma non credo che se la sia bevuta."
Mi lasciai andare contro il cuscino, fissando il soffitto. "Sinceramente non m'importa. Che pensi quello che vuole."
Lily mi fissò. "Sai che non lascerà mai correre, non è vero?"
Io annuii e mi morsi un labbro. "Lo so, per questo dovrò evitarlo finché posso. Non ho proprio nessuna voglia di dare spiegazioni."
Lily fissò per un po' il bordo del letto con fare assente, sembrava un po' a disagio. Si grattò la nuca, scuotendo i suoi lunghi capelli rossi e mi guardò con una smorfia. "Forse, Rose, dovresti parlare con Vanessa di questa cosa. O con Al. Io non credo di essere molto brava a consolare le persone in queste situazioni."
Scossi la testa. "Non ho bisogno di qualcuno che mi consoli, ma qualcuno che mi faccia un perfetto incantesimo di memoria e mi faccia dimenticare di essermi presa una cotta per un idiota del genere."
Lily fece una faccia a metà tra un sorriso e una smorfia. "Scusami tanto ma non voglio proprio prendermi questa responsabilità."
Lasciai andare la testa indietro. "Sono stata proprio un'idiota, ma cosa pensavo? Che aspettasse me?"
"Devi ammettere che Malfoy è un po' ambiguo." Disse Lily. "Insomma, un giorno ti sputa addosso e il giorno dopo si fa trovare davanti alla Sala Comune..."
Chiusi gli occhi. "Ho rinunciato a capire la filosofia di Malfoy molto tempo fa, Lily."
Rimase un po' in silenzio poi chiese timidamente. "Cos'hai intenzione di fare adesso?"
"Disintossicarmi, possibilmente."
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