sii Il Mio Valentino

15.

Per le seguenti settimane cercai di starmene tranquilla e non mandare neanche per sbaglio lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, ma ormai era diventata una cosa difficilissima. Sentivo quasi il bisogno di sapere dove fosse o cosa stesse facendo, nonostante la parte razionale di me continuasse a dirmi che dovevo smetterla e che dare retta a Paula era stata la cosa più stupida del mondo.

Fortunatamente questa volta Vanessa non si comportò affatto come quando stava con Gill, al contrario sia lei che Al passavano molto tempo con me e cercavano di non lasciarmi mai sola. Ovviamente uscivano da soli quando andavano ad Hogsmeade e usavano tutte le mie visite in biblioteca per passare del tempo da soli. Erano una bella coppia.

Purtroppo per me, però, arrivò San Valentino. Era la festa più odiosa che potesse essere inventata, era fatta apposta per far sentire delle nullità persone come me, che dovevano rintanarsi in Dormitorio o in Biblioteca per non rendere palese al mondo di essere da soli.

"Sei proprio sicura, Rosie?" Disse Vanessa per la centesima volta. "Sono sicura che Al capirà se non vado."

Ero seduta per terra in Sala Comune e cercavo di scrivere il mio saggio di Trasfigurazione. Roteai gli occhi. "Vì, sono sicura che Al capirebbe, ma non vedo davvero il punto. E' San Valentino e dovreste godervi la vostra vita di coppia invece che occuparvi di me. Starò bene, finirò i compiti per domani e se mi rimane del tempo passerò da Hagrid."

Vanessa mi guardò incerta. "Sei davvero sicura?"

"Che succede?" Al era appena sceso dal Dormitorio e ci fissava perplesse. Si avvicinò a Vanessa e le diede un lieve bacio sulla guancia. Vanessa arrossì.

"Niente," Feci io. "Vanessa vuole assicurarsi che la Baby Sitter arrivi prima che andiate via."

Vanessa si portò le mani sui fianchi. "Beh, scusa tanto se mi preoccupo per te. Quando non mi preoccupavo non ti andava bene, adesso che mi preoccupo non va bene lo stesso!"

Al si mise subito in mezzo temendo un'altra lite. "Ehi, basta." Disse. "Rose, se vuoi che rimaniamo con te non c'è problema, possiamo andare un'altra volta e..."

"Siete noiosi." Dissi io sbuffando. "Andate e divertitevi, sbaciucchiatevi, andate da Madama Piedidiburro e appartatevi dove nessuno vi vede. Io sarò qui al vostro ritorno e vedrete che non mi sarà successo niente di male."

Al sorrise appena. "Su questo non ci giurerei. Te l'ho mai detto che sei la migliore cugina e amica del mondo?"

Io lo guardai e gli strizzai l'occhiolino. "Una volta o due, sì."

"Me lo faresti un favore, Rosie?" Chiese Vanessa. "Stai lontana da Paula."

"Promesso." Dissi annuendo. Lei ed Al mi salutarono e ancora un po' incerti se ne andarono per il buco nel ritratto. Io mi guardai intorno, in Sala Comune non c'era nessuno. Lasciai la pergamena che stavo scrivendo per terra e mi alzai per andare alla finestra, sbirciando nel parco. Una gran massa di studenti, tutti ordinatamente accoppiati, si dirigevano verso Hogsmeade. Io sospirai.

Dato che per le prossime tre ore non avrei avuto niente da fare, uscii dalla Sala Comune dei Grifondoro e mi diressi senza troppo fretta verso la Biblioteca. La Biblioteca era poco abitata già nei giorni normali, in un giorno come San Valentino ero sicura che non ci sarebbe stato nessuno.

Entrai e salutai Madama Pince, che mi guardò quasi con solidarietà, e pensai che se anche lei trascorreva San Valentino chiusa in Biblioteca, eravamo nella stessa situazione. Mi ero portata dietro il libro della sezione proibita, perciò andai a sedermi nel tavolo più remoto della Biblioteca, dove ero sicura di non essere vista.

Aprii il libro dove avevo lasciato il segno e cominciai a leggere tranquillamente, beandomi del silenzio e della tranquillità.

"Non dovresti leggere quello qui."

Sobbalzai e mi voltai di scatto. "Per la miseria, possibile che tu debba sempre arrivarmi alle spalle!" Mi lamentai io. "E che diavolo ci fai qui?"

Malfoy, che stava appoggiato ad uno scaffale, mi fissò con sufficienza. "Cercavo un posto tranquillo e oggi la Biblioteca è talmente deserta che non ho bisogno di rifugiarmi nella Sezione Proibita. Ma come sempre ci sei tu a rompermi le uova nel paniere."

Eh no, stavolta non era per niente colpa mia! Anzi, avevo cercato di evitarlo dalla partita di Quidditch e fare in modo da non poter avere una conversazione con lui, e come sempre invece me lo ritrovavo tra i piedi. Era come una maledizione. Cominciai a pensare seriamente che Paula avesse usato qualche fattura su di noi.

"Scusami?" Dissi acidamente. "Se non te ne fossi accorto io me ne stavo qui in silenzio e tutta da sola, senza dare fastidio a nessuno, sei tu che sei venuto qui ad interrompere il mio idillio. Se vuoi stare tranquillo torna da dove sei venuto."

Mi sarei aspettata di vederlo girare i tacchi e andarsene senza un'altra parola, invece rimase immobile come se non avessi detto neanche una parola. Lo fissai per almeno cinque minuti, aspettando che se ne andasse, ma non lo fece.

"Sei diventato sordo?"

"Per niente." Rispose lui subito. "Ci sento benissimo."

Chiusi gli occhi e sospirai. "E come mai sei ancora qui in piedi davanti a me?"

Senza battere ciglio venne a sedersi di fronte a me, come se fossimo amici da sempre e non fosse strano che sedessimo allo stesso tavolo a fare una conversazione.

"Non era proprio quello che intendevo." Dissi.

Lui roteò gli occhi. "Lo so quello che intendevi, non sono stupido, Weasley." Mandò uno sguardo fuori dalla finestra, verso il parco. "Sono stanco di stare da solo, oggi. Non mi piace San Valentino, è una festa stupida, ma sono stanco di stare da solo. Quindi, anche se dirai solo cose stupide e parlerai da sola per ore, meglio stare qui ad ascoltare le scemenze che hai da dire che stare da solo per le prossime tre ore."

Doveva essere una sottospecie di complimento, per caso?

"Allora lo ammetti, Malfoy." Dissi io sorridendo sotto i baffi, abbassando lo sguardo sul mio libro. "Che anche tu preferisci essere male accompagnato."

"Solitamente no." Disse seriamente. Continuava a guardare fuori dalla finestra. "Ma oggi sì."

Scossi la testa, continuando a leggicchiare il mio libro. "Non ho intenzione di parlare con te, Malfoy, quindi faresti meglio ad alzarti e a cercare un altro disperato che sia rimasto al castello."

Malfoy sospirò senza guardarmi. "Lo immaginavo. Da quando ti ho fatto notare che non mi lasciavi in pace un minuto, non fai altro che evitarmi."

Il sangue mi si ghiacciò nelle vene. Alzai la testa di scatto e lo fissai a bocca aperta. Lui si voltò lentamente verso di me e alzò un sopracciglio.

"Te l'ho detto, non sono stupido."

Misi da parte il mio libro e mi concentrai su di lui completamente. Lo fissai per bene, i suoi occhi grigi puntati contro di me. Gli puntai un dito contro, quasi con fare minaccioso. "Mettiamo le cose in chiaro: tu non mi piaci." Dissi decisa. "Non mi sei mai piaciuto e lo ammetto ho un sacco di pregiudizi su di te, senza offesa ma dato che tuo nonno ha quasi ucciso mia madre non è che sia proprio propensa a darti la mia amicizia. E sei un cafone, un egoista e pure uno stronzo. Quindi più che ignorarti, sto facendo quello che farebbe una persona sana di mente: stare lontana da te."

Malfoy mi guardò un attimo, poi ridacchiò scotendo la testa. "Non preoccuparti, non ti punterò un coltello alla gola se è questo che ti fa paura." Disse con tranquillità. "Non ho neanche il Marchio Nero, sai?"

Lo guardai con disgusto, come poteva parlarne con sufficienza? "Sei davvero spregevole, Malfoy."

"E tu sai solo giudicarmi dai miei genitori." Fece lui alzandosi.

"Perché, tu non fai altrettanto?" Chiesi con retorica. "Non fare la vittima della situazione, è dal primo anno che mi riempi di insulti e per cosa? Non fare finta di non sapere che sia perché sono una Weasley."

"Può darsi." Fece lui lentamente. "E può darsi di no."

Tu gli piaci, Rose.

"Ancora?" Urlai io, talmente forte che rimbombò in tutta la Biblioteca.

Malfoy rimase immobile a fissarmi a bocca aperta, come se fossi diventata pazza. Aggrottò la fronte. "Ancora che cosa?"

Stupida. "No, non stavo parlando con te." Mi passai una mano sulla fronte, rassegnata. "Sto diventando pazza. Sento le voci. Tra poco mi daranno fuoco come a Giovanna D'arco."

"Posso darti una mano?"

Alzai la testa di scatto, ostile "A darmi fuoco?"

Malfoy roteò gli occhi. "No, idiota, con queste voci che senti. Potrebbe anche essere una fattura o un Malocchio molto potente."

Sospirai. "Purtroppo è solo la mia testa, ne sono sicura. Vai avanti a prendermi in giro adesso che ho ammesso di essere scema."

Lui scrollò le spalle e scosse la testa. "Così è troppo facile. E' come schiantare un Unicorno ferito."

Gli ero grata che mi avesse paragonata ad un Unicorno e non ad uno Schiopodo, almeno. All'improvviso Madama Pince, che doveva avermi sentito, spuntò da dietro lo scaffale e ci fissò allibita. "Che succede qui?"

"Niente, è colpa mia." Fece Malfoy mandandomi un'occhiata. "Me ne stavo andando. Weasley."

Fece un cenno col capo a mo' di saluto e se ne andò superando Madama Pince, che si voltò verso di me. Io scrollai le spalle con un sorriso e anche lei se ne andò scotendo la testa. Sorrisi tra me, ripensando a tutta la conversazione. Alla fine mi piaceva pure litigare con Malfoy.

Sentii di nuovo quella fastidiosa vocina nella mia testa, che mi tormentava giorno dopo giorno. Solo che questa volta la vocina cambiò.

Lui ti piace, Rose.

**

Quando Al e Vanessa rientrarono io ero seduta sul divano della Sala Comune. Me ne stavo seduta lì da quando ero venuta via dalla Biblioteca, fissando il fuoco nel camino con gli occhi spalancati. Non avevo osato muovermi ancora, per paura di poter sentire di nuovo quella maledetta voce. Fissavo il camino senza pensare assolutamente a nulla, mi stavo concentrando per tenere la mente vuota.

Vanessa si lasciò andare accanto a me e ridacchiò. "Accidenti sono proprio stanca!" disse. Al ci guardò e sorrise. "Avresti dovuto venire anche tu, Rosie! Non crederesti mai a cosa è disposta la gente pur di non uscire da sola, altro che Lysander... Rosie?... Rosie?"

Al e Vanessa si scambiarono uno sguardo preoccupato, Al si abbassò sulle ginocchia e si piegò davanti a me per avere gli occhi alla mia altezza. Mi fissò perplesso. "Rose?" Disse leggero. "Ti senti bene?"

Io annuii tenendo gli occhi sbarrati. Dovevo sembrare la figlia di Luna Lovegood in quel modo. "Cerco di svuotare la mente."

"Oh." Fece Al preso in contropiede. "E perché?"

Alla fine cedetti e mi rilassai finalmente, chiudendo le palpebre e sospirando. Mi lasciai andare sfinita contro il divano. "Ragazzi, sono pazza. Dico sul serio. Sento le voci."

Sentii Vanessa ridacchiare. "Le voci? Che voci?"

"C'è poco da ridere!" Saltai su io spaventandoli entrambi. Al balzò indietro e ricadde a terra sul sedere. "Lo sai che quando zio Harry sentiva le voci al secondo anno alla fine si è scoperto che era un Basilisco che si aggirava nei tubi idraulici?"

Al alzò un sopracciglio. "Sì, me lo hai raccontato due giorni fa." Disse. "Ma se vuoi sapere la mia, Rose, dubito che ci sia un altro Basilisco che si nasconde nelle viscere di Hogwarts. E tu non parli il Serpentese."

Parlando di serpi mi era venuto di nuovo in mente Malfoy. Cavolo stava diventando una vera e propria ossessione!

"Non sto dicendo che c'è un Basilisco!" Dissi io alzandomi in piedi e cominciando ad andare su e giù per la stanza. "Sto dicendo che queste cose anche se sembrano sciocche, non vanno sottovalutate."

Vanessa e Al si scambiarono un altro sguardo. "Ok." Disse Vanessa. "E cosa dicono queste voci?"

Io arrossii di botto. "Niente."

Al annuì. "Oooh, adesso è tutto chiaro... delle voci silenziose... come abbiamo fatto a non pensarci prima!"

Lo guardai male. "Intendevo niente di importante."

Vanessa si alzò e allargò le braccia. "Beh, non possiamo esserti molto di aiuto se non ci dici niente, Rose. Perché non ti calmi un po' e non ci dici da quand'è che sono cominciate queste... voci?"

Io sbuffai sfinita e ci pensai un po' su. "Non lo so..." Mugolai. "Più o meno da quando siamo rientrati ad Hogwarts dopo le vacanze."

Al e Vanessa spalancarono occhi e bocca. "E hai deciso di dircelo solo adesso? Rose!"

Adesso sembravano seriamente preoccupati. Mi morsi un labbro, non volevo davvero che sapessero cosa stava succedendo. Anche perché, ora che ci pensavo seriamente, non lo sapevo neanche io. Anche se...

"Paula!" Saltai su. "Devo trovare Paula!"

"Paula?" Fece Vanessa con una smorfia. "Che cosa c'entra Paula con le tue voci?"

Io alzai un dito pensando tra me. "Questo non lo so ancora, ma lo scoprirò. Mi ha fatto qualcosa, ci scommetto!" dissi. "L'avete vista?"

Al si grattò la nuca e ci pensò un po' su. "Non ricordo. L'abbiamo vista ad Hogsmeade mentre schizzava da una parte all'altra per essere sicura di carpire più informazioni possibili, ma dopo che siamo stati da zio George, non l'ho più vista."

Battei insieme le mani, eccitata. "Giusto! Adesso che tutti sono tornati, sarà a giro per il castello a disperdere gossip!"

Senza lasciare tempo ad Al o a Vanessa di rispondere, mi fiondai fuori dal buco del ritratto, ritrovandomi nel corridoio che pullulava di coppie appena tornate da Hogsmeade. Mi guardai un po' intorno, ma Paula non si vedeva da nessuna parte. C'era sempre quando non la volevi, e quando serviva non si trovava mai!

Cominciai a correre guardandomi intorno, sperando di sentire la sua voce petulante. Feci per lo meno tre rampe di scale, tra gli sguardi allucinati degli studenti, prima di trovarla mentre parlava nell'orecchio di una piccola Tassorosso.

Mi fermai davanti a lei col fiatone, appoggiandomi con le mani sulle ginocchia. Entrambe mi fissarono, smettendo subito di spettegolare.

"Rose!" Squittì Paula. "Che ci fai qui?"

Io mi alzai a fatica, non c'era bisogno di dire che ero totalmente fuori forma, e cercai di respirare normalmente. "Che cosa hai fatto?"

Paula e la ragazzina si scambiarono uno sguardo. "Fatto quando?"

"A me!" Feci indicandomi. "Alla mia testa! Da quando ho parlato con te, sento delle voci nella mia testa! Lo so che sei stata tu, mi hai fatto una fattura o qualcosa di simile!"

Paula ridacchiò. "Ma che stai dicendo, sciocchina. Io non ho fatto proprio niente. Ma che genere di voci senti?"

Aprii la bocca per ribattere ma mi frenai subito. "I-io..." Inghiottii. "Voci umane!"

"Voci umane?" Chiese Paula alzando un sopracciglio.

"Sì!" Feci io cercando di sembrare convinta. "A dire il vero assomiglia proprio tanto alla tua voce! Ecco perché penso che sia tu!"

Paula ridacchiò di nuovo e chiusi appena gli occhi, era come sentire il gesso stridere sulla lavagna. "Rose, pensi davvero che ti farei una cosa del genere?" Dovevo rispondere sinceramente? "Probabilmente sei ancora shockata per via di Al e Vanessa, so che deve essere stata dura per te vedere il tuo ragazzo con la tua migliore amica, ma..."

La frenai prima che potesse aggiungere altro. "Cugino." Corressi. "Al è mio cugino."

Lei mi posò una mano sulla spalla come se avesse pena di me. "Oh lo so, Rosie, lo so."

Rinunciai a spiegarle che tra me ed Al non c'era e non ci sarebbe mai stato nulla, era come parlare al vento. Sospirai sfinita. "Quindi mi stai dicendo che non mi hai mandato nessuna fattura? Malocchio? Pozioni nel mio cibo?"

La ragazzina Tassorosso continuava a guardarmi come se mi fossi bevuta il cervello, piuttosto che una pozione magica. Paula scosse la testa. "Mi dispiace, Rose, ma non posso aiutarti. Hai provato ad andare da Madama Chips?"

"Io... no. No, ci andrò più tardi."

La ragazzina Tassorosso e Paula mi guardarono entrambe come se avessero pena di me, ed io pensai che dovevo essere proprio disperata se ero arrivata al punto di far impietosire Paula.

"Mi spiace, ora dobbiamo andare." Disse con un sorriso un po' amaro. "Ci vediamo in dormitorio. E non dimenticare di passare in Infermeria."

Io cercai di fare un debole sorriso. "Lo farò." Mentii.

Guardai Paula mentre si allontanava insieme alla ragazzina e improvvisamente sentii un peso sul petto, come se facessi più fatica a respirare. Non avevo bisogno di passare in Infermeria, Madama Chips non avrebbe mai trovato una cura a quello che mi stava succedendo. Avevo pensato che sentire quelle voci fosse per via di un incantesimo ma mi ero appena resa conto che non era altri che la mia coscienza.

Perciò fu con grande sconforto che mi resi conto, senza intenzione, di essermi presa una cotta per Scorpius Malfoy.

**

Stavo sbattendo la testa al muro da una decina di minuti, in un angolo vicino al mio letto al baldacchino, quando Vanessa rientrò in Dormitorio. La sentii entrare, riconobbi i passi, ma continuai imperterrita a sbattere la testa contro la pietra. Dovevo sembrare proprio ridicola, ma non sapevo che cos'altro fare.

"Ehm... Rose?" Arrivò la voce preoccupata di Vanessa.

Io sospirai e diedi un'ultima testata al muro, prima di mettermi dritta e voltarmi verso di lei che mi fissava un po' stranita. "Sì?"

Lei alzò un sopracciglio e mandò un'occhiata al muro. "Oh niente, trovo perfettamente normale che tu dia testate al muro."

"Non è stata Paula." Dichiarai. Vanessa mi guardò un po' più incuriosita mentre io mi sedevo sul letto. "Non è stato nessuno. Quelle voci... è solo la mia coscienza. Solo che non mi piace per niente quello che mi sta dicendo."

Vanessa fece uno sguardo comprensivo e venne a sedersi a fianco a me. "Beh, sai Rose, in genere a nessuno piace quello che dice la propria coscienza. Di solito perché ci dice di fare cose giuste, che però per orgoglio od altro non ci va di fare."

Ci pensai un po' su. Sicuramente ammettere a me stessa quello che la mia coscienza mi suggeriva, valeva molto più del mio orgoglio, e non ero neanche sicura che fosse la cosa giusta. Per un attimo mi venne un flash di mio padre che mi strappava il foglio dell'eredità davanti agli occhi.

"Non sono sicura che sia la strada giusta da seguire, questa volta, Vì."

Lei scrollò le spalle. "Forse." Disse. "Ma ricordi quando dicevi che probabilmente avrei dovuto dare una chance ad Al? Non so bene cosa mi trattenesse, ma alla fine ho seguito il mio cuore. E' sempre la cosa giusta da fare."

"Parli come mia madre." Dissi io facendo una smorfia.

"Allora sicuramente sto dicendo tutte cose giuste." Fece lei tra sé. La vicinanza ad Al stava cominciando a farle male.

Io sbuffai e mi premetti le dita sulle tempie. "Non lo so, è tutto così improvviso, strano... ho bisogno di riflettere. E probabilmente passerà da solo. Passerà col tempo."

"Sai, Rose, se proprio vuoi saperlo è quello che mi ripetevo anche io." Fece lei guardandomi seria. "La possibilità di stare con Al era così remota per me che se anche provavo appena qualcosa mi volevo auto-convincere che sarebbe passata col tempo. Ma ogni giorno mi sentivo sempre peggio e sempre più in imbarazzo."

Ricambiai lo sguardo e scossi la testa. "No, stai tranquilla, questa è una cosa totalmente differente." Lo era? "Sono in questa situazione perché mi sono convinta di una cosa, quindi basterà solo che faccia la cosa inversa. Sono sicura che funzionerà."

Vanessa mi guardò scettica. "Ne sei proprio sicura, Rose?"

La porta del Dormitorio si aprì, e Sol fece capolino. "Oh, siete aquì." Si chiuse la porta alle spalle e mi fissò un po' strana. "Ho visto a Paula, me ha dicho que Rose siente voci."

Sospirai. "Mai una volta che tenga quella boccaccia chiusa!"

Vanessa ridacchiò. "Niente di grave, Sol."

"No es un incanto?" Chiese preoccupata. "Paula ha dicho che era malocchio."

"L'unico malocchio che sembro avere addosso è la mia stupida coscienza che non mi lascia in pace mezzo minuto." Sbottai io.

Sol alzò un sopracciglio. "Paula es un idiota."

Vanessa rise e scrollò le spalle. "Beh, questo non è un segreto per nessuno. Ehi, come mai sei da sola, dov'è Gaby?"

"Con Vincent." Disse. "Sabes, es San Valentino e como es giusto che stanno da soli un poco. Io ho pasado el dìa da Hagrid, era mucho tiempo che no andavo da èl."

Mi diedi mentalmente della stupida per essere andata in Biblioteca. Avrei dovuto pensare prima che anche Sol era da sola e avrei potuto aggregarmi a lei. Non mi sarei trovata in quel pasticcio.

Sol sembrò leggermi nella mente. "E tu Rosie, donde estabas?"

"Non mi è proprio venuto in mente che anche tu fossi da sola, Sol." Dissi in tutta sincerità. "Sono stata in Biblioteca per quasi due ore. Potevi dirmelo che andavi da Hagrid, sarei venuta volentieri con te. Anche io è tanto che non vado a trovarlo."

Sol annuì. "Lo sé, e ti ho cercato. Ma no estabas da ninguna parte!"

Sbuffai sconsolata e mi lasciai andare contro il materasso, fissando la tenda del letto a baldacchino. "Hagrid o non Hagrid, una cosa è certa. E' stato il peggior San Valentino da quindici anni a questa parte."

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