Sei un idiota !
28.
"Dovresti dirglielo."
"Non ci penso neanche."
"Perché no? Dovrebbero saperlo."
"Oh insomma, la vuoi piantare!"
Dalla sera di Halloween, Scorpius non faceva altro che tormentarmi e seguirmi ovunque cercando di convincermi a dire tutto ai miei genitori. Sì, adesso lo chiamavo Scorpius anche nella mia testa, mi sembrava una cosa corretta dato che aveva praticamente confessato il suo amore per me. Ed ogni volta che ci pensavo sentivo una stretta all'altezza dello stomaco.
Comunque, io non avevo la benché minima intenzione di dire ai miei genitori che stavo frequentando Scorpius Malfoy. Fondamentalmente perché avevo una paura folle della loro reazione. Ricordavo cosa fosse successo a Natale quando l'avevamo solo nominato, papà era andato su tutte le furie.
Cercai di seminare Malfoy, mentre scendevo verso le serre, ma sfortunatamente aveva lezione con me e Vanessa si vedeva con Al prima di Erbologia.
"Più manderai avanti questa cosa, più sarà difficile dire la verità." Disse alle mie spalle.
Io alzai gli occhi al cielo cercando di ignorarlo. La gente ci guardava strani vedendoci passare. "La vuoi piantare di seguirmi? Ci stanno guardando tutti e cominceranno ad avere dei sospetti. Lo sai quanto viaggiano veloce i gossip ad Hogwarts."
"Non m'importa." Fece lui aumentando il passo e mettendosi al mio fianco. "L'unica a cui importa cosa pensa la gente sei tu."
Io mi fermai di scatto e mi voltai verso di lui. "Non si tratta di quello che pensa la gente! Si tratta di tutta la mia vita! Io non posso uscire con te, non potrò mai uscire con te, non ufficialmente. Perché non puoi fartene una ragione?"
"Perché è una cosa stupida." Rispose lui secco. "Pensavo che fossi più intelligente di così, Rose."
"Weasley." Suggerii io mentre degli alunni passavano alle spalle di Scorpius.
"E' quello che ho detto, Rose." Rimarcò. "Stai facendo decidere ad una stupidissima rivalità tra famiglie cosa fare della tua vita. Forse poteva andar bene cento anni fa, ma adesso è davvero una cosa ridicola, e se te lo dico io che sono un Purosangue..."
"Dì un po'." Lo interruppi io guardandolo male. "Ma tu lo sai come va a finire 'Romeo e Giulietta'?"
Scorpius roteò gli occhi. "Vagamente."
Io lo guardai scotendo la testa. "Non posso credere che proprio tu mi venga a dire di dire tutto ai nostri genitori! Tu, fra tutti!" poi mi assalì il panico. "Non l'hai detto ai tuoi, vero?"
"Non ancora," disse. "Ma stai tranquilla che sarà la prima cosa che dirò loro a Natale."
"Penso che un bel maglione possa essere un regalo migliore." Feci sarcastica.
Scorpius fece una smorfia. "Devi sempre essere così pessimista? Pensavi anche che a Potter non sarebbe mai passata e invece adesso ha accettato..."
Alzai una mano per frenarlo. "Non direi proprio che abbia accettato la situazione, più che altro è rassegnazione. E stanne certo, mio padre non si rassegnerà mai."
"Neanche io!" Disse lui fermamente convinto.
Io lo fissai a bocca aperta e poi scossi la testa. "Ma come hai potuto odiarmi tanto e adesso fare l'esatto contrario? Sei una contraddizione umana?"
"E tu come ci riesci?" Chiese lui alzando un sopracciglio.
Io mi morsi un labbro e distolsi lo sguardo. "E' solo una cotta. Passerà."
"E' vero, potrebbe." Fece lui, io alzai gli occhi per guardarlo. "Ma cosa farai se non passerà?"
Stavo per rispondere, anche se non sapevo bene che cosa avrei detto in mia difesa, quando Vanessa arrivò tutta trafelata dal vialetto di pietra battuta. Aveva il fiatone e sembrava che avesse corso per chilometri. Chissà dov'erano andati a nascondersi lei e Al.
"Eccomi." Disse a corto di fiato. "Mi sono persa qualcosa?"
Io guardai Scorpius. "Proprio un bel niente."
Entrai in classe con Vanessa al seguito e ci sedemmo ai nostro soliti banchi. Scorpius si sedette dietro di noi, come ormai faceva da un po' di tempo. Neville era già in piedi davanti alla cattedra e aspettava che tutta la classe fosse riunita per cominciare a parlare. Gli sorrisi e lui mi sorrise di rimando.
"Buongiorno a tutti," Esordì. "Come spero che tutti ricordiate, questo è il vostro settimo anno, il che significa che alla fine del secondo semestre avrete gli esami finali per i M.A.G.O. Non voglio stressarvi come fanno tutti gli altri professori, vorrei che arrivaste agli esami rilassati e sicuri di poter passare la mia materia, in ogni caso è mio compito controllare che abbiate ben chiari tutti gli argomenti. Perciò oggi non faremo nessuna esercitazione sulle piante..."
La classe si lamentò. Io lo guardai interessata.
"... quello che vorrei fare oggi è un ripasso generale sulle cose che vi restano un po' più oscure o pensate di non aver capito. Non vi farò alcuna domanda, al contrario sarete voi a dirmi ciò che non vi è chiaro. Vogliamo cominciare?"
Tutti ci guardammo l'un l'altro. Io in realtà non avevo proprio niente da chiedere, anzi, ero pure avanti col programma. Vanessa alzò la mano.
"Sì, Miller."
"Ecco," cominciò. "In realtà volevo solo chiedere come si svolgerà l'esame di Erbologia. Sarà solo un esame scritto?"
Neville annuì. "Sì, principalmente perché quasi tutte le piante richiedono altri ingredienti per essere utilizzate, quindi di solito sono presenti nel test pratico di pozioni. Altre domande? Signor Malfoy."
La voce di Scorpius arrivò alle mie spalle. "Non ho una domanda, volevo solo dire all'intera classe che sono innamorato di Rose Weasley."
Avevo capito male. Sicuramente avevo capito male. Dovevo aver capito male!
Non ebbi neanche il coraggio di voltarmi, rimasi immobile, ghiacciata nella mia postazione con gli occhi spalancati. Neville rimase un attimo perplesso, guardando da me a Scorpius. Tutta la classe, dopo un iniziale silenzio, cominciò a borbottare e ridacchiare con discrezione.
Solo dopo qualche minuto buono Vanessa scoppiò a ridere e tutti, compresa me e Scorpius, ci voltammo verso di lei cercando di capire cos'avesse tanto da ridere.
"Stavolta mi hai fregato, Malfoy, quei dieci galeoni te li meriti tutti!" disse ridendo ancora, poi si voltò verso Neville. "Scusi Professore, ma avevo scommesso che non sarebbe mai riuscito a dire una cosa imbarazzante nella sua aula."
Neville si risvegliò dallo sbigottimento e si scurì. "Miller, Malfoy, questa è un'aula esattamente come tutte le altre. Se avete voglia di giocare al circo vi consiglio di uscire e andare a farvi un giro." Sospirò tra sé e si passò una mano sulla tempia. "Lasciamo perdere il ripasso, aprite il libro a pagina 214."
Non appena Neville si voltò per sedersi alla cattedra, mi abbassai sull'orecchio di Vanessa. "Grazie." Sussurrai. "Mi hai salvato la vita."
Vanessa scosse la testa mandando uno sguardo alle sue spalle. "Fortuna che ci hanno creduto. Ma che gli prende, è diventato pazzo?"
Io ribollii di rabbia. "Non lo so, ma appena lo becco da solo lo uccido!"
**
"Ha davvero detto così?" Rise Al. "Quell'imbecille vuole davvero morire."
Io roteai gli occhi. "Al!" Lo ripresi. Ma infondo aveva ragione, cercava di farmi arrabbiare sul serio. Avevamo passato mesi a vederci di nascosto per niente?
Al scrollò le spalle con mezzo sorriso. "Scusa, ma non riesco proprio a trattenermi." Disse. "E' davvero un imbecille."
Io sospirai al suo fianco. Eravamo seduti in biblioteca e cercavamo di studiare. Cercavamo. "Se può consolarti, lui pensa lo stesso di te."
"Mi stupirei del contrario." Disse, facendo finta di leggere qualche parola dal suo libro, anche se in verità sapevo che stava solo guardando le figure. Solo allora ricordai quello che aveva detto Vanessa un po' di tempo prima.
"E' vero che i tuoi voti sono calati?" Al si voltò verso di me perplesso. "Non è per via del Quidditch, vero?"
"Cosa?" Fece lui ridendo. "E questo chi te l'ha raccontato? Oh... oh, giusto, Vanessa. I miei voti sono apposto, Rose, ho alti e bassi ma riesco ad equilibrare il tutto. Penso di essere un bravo studente e un bravo capitano, insomma, la scorsa partita abbiamo vinto."
Io cercai nella mia memoria qualsiasi cosa che mi riconducesse ad una qualsiasi partita. "Avete... giocato una partita?" Chiesi cadendo dalle nuvole.
Al fece una smorfia e sospirò. "Due, Rose."
"Oh." Dissi. "Scusami Al, sono stata in un altro mondo ultimamente."
"Sì, lo so." Disse lui con una faccia disgustata. "In un mondo pieno di Serpi, dove il Re è un imbecille..."
"Oh ma insomma, Al!" Alzai un po' la voce. "Il mio mondo non ruota intorno a Malfoy!"
"Stavate parlando di me?"
Entrambi alzammo gli occhi. Di fronte a noi, dall'altro capo del tavolo, Scorpius ci fissava con un sorrisino. Prima che potessimo dire qualsiasi cosa, si sedette al tavolo con noi continuando a fissarci con i suoi occhi di ghiaccio.
"Che ci fai qui?" Chiesi scortesemente.
Scorpius si leccò le labbra e piegò la testa da una parte. "Sei arrabbiata." Disse.
"Oh accidenti, Rose, avevi proprio ragione tu! E' un genio!" Fece sarcastico Al.
Io gli feci cenno di non esagerare e mi rivolsi di nuovo a Scorpius. "E' ovvio che sono arrabbiata, ci metti tutto il tuo impegno per farmi arrabbiare." Dissi cercando di rimanere calma. "Come diavolo tu è venuto in mente di dire all'intera classe di Erbologia... quello che hai detto? Solo cinque minuti prima ti avevo detto che non voglio che lo sappia nessuno!"
"Sono stanco di nascondermi." Disse lui semplicemente allargando le braccia. "E non lo trovo poi un così grosso scandalo."
"Non lo trovi un grosso scandalo?!" Fece Al allibito, si voltò verso di me. "Dì un po', ma la conosce la storia della sua famiglia o è solo scemo?"
Io ignorai Al e contai fino a dieci. "No, Scorpius, Vanessa che esce con Al non è un grosso scandalo. Io e te siamo il più grosso scandalo che potesse capitare entro le mura di Hogwarts. E' tutto quello che i giornalisti stavano aspettando: il figlio di un ex-mangiamorte con la figlia di Ron Weasley e Hermione Granger."
Scorpius mi guardò con occhi vuoti e Al alzò un sopracciglio verso di lui. "I tuoi genitori devono averti protetto proprio bene se questa cosa non ti tocca minimamente."
"Non mi tocca minimamente perché non m'importa nulla di quello che pensa la gente." Fece inespressivo. "Non mi è mai importato niente. Credi davvero che se avessi dato peso alle parole delle persone, adesso sarei quello che sono, Potter? Forse ti sembra facile essere il figlio di un ex- mangiamorte."
Al lo sfidò con lo sguardo. "Forse ti sembra facile essere il figlio di Harry Potter."
Scorpius fece un ghignò e lo fissò con i suoi occhi di metallo. "E allora di cosa hai paura, Potter?"
Al scosse la testa come se stesse parlando con un demente. "L'unica cosa di cui ho paura è che Rose si faccia abbindolare da un idiota come te."
"Troppo tardi, ci hai già pensato tu." Fece Scorpius. "Con me può solo migliorare."
"Adesso basta!" Saltai su io, sentivo le lacrime pungermi gli occhi. "Io sono ancora qui e non voglio che parliate di me come una cosa! Siete due idioti!"
Entrambi rimasero di sasso. Scorpius non riuscì a dire nulla, mentre Al mi mise una mano sulla spalla preoccupato. "Rose, perché stai piangendo adesso?"
Io mi ritrassi dal suo tocco e raccolsi tutta la mia roba. "Ho bisogno di stare da sola." Dissi e me ne andai via lasciando la biblioteca, non prima di sentire la voce di Al rimproverare di nuovo Scorpius.
"Te l'avevo detto che sei un idiota."
**
"Immaginavo che fossi qui."
Mi voltai di scatto, Vanessa era ad un passo da me. Mi ero rifugiata sulla torre di Astronomia, faceva freddo e tirava vento, ed era proprio in queste giornate che potevo essere certa che non ci fosse anima viva. Ma Vanessa mi conosceva troppo bene e se non andavo in Biblioteca c'era solo un altro posto dove potevo andare.
Si sedette accanto a me, avvolta nel suo mantello, e guardò verso l'infinito. "Al mi ha raccontato quello che è successo in Biblioteca. Era davvero molto dispiaciuto, ha detto che si sente un idiota per averti fatto piangere."
Io sospirai e guardai oltre la Foresta Proibita. "Non è colpa di Al. E' tutta la situazione che non va. Tu credi che Scorpius abbia ragione, dovrei dirlo ai miei?"
Vanessa scrollò le spalle. "Se pensassi che Malfoy avesse ragione non ti avrei salvato in corner questa mattina, non credi? E' una situazione delicata, non posso essere io a dirti cosa devi fare."
Io sorrisi amaramente tra me. "Quanto era più facile quando eravamo al primo anno e dovevo solo preoccuparmi di andare bene a scuola e insultare Malfoy il minimo necessario per rendere fiero mio padre."
"Beh, è esattamente quello che fai adesso." Fece Vanessa pensandoci su. "A differenza che adesso lo insulti per finta."
"Non lo insulto per finta... lo insulto perché è divertente."
"Grazie, vale lo stesso per me."
Mi voltai di scatto verso la porta della torre. Scorpius stava sulla soglia con una faccia a cane bastonato. Io mandai uno sguardo a Vanessa, che sorrideva tra sé. "Ce l'hai portato tu, non è vero?"
Vanessa si alzò e andò verso Scorpius. "Penso che sia ora che vada." Fece l'occhiolino a Scorpius e se ne andò. Da quando quei due andavano d'accordo?
Scorpius si morse un labbro e venne verso di me con cautela. "So che cosa stai pensando. Io e la Miller non siamo diventati amici. Avevo solo bisogno di una mano e era l'unica persona che potesse darmi una spinta."
Io lo guardai un po' insicura. Non sapevo mai come comportarmi quando dovevamo essere seri. "Una spinta per cosa?"
"Per chiedere scusa." Disse guardandosi i piedi. "Non volevo... non ho mai fatto piangere nessuno."
"Non hai mai fatto piangere nessuno?" Chiesi io tra il sarcastico e lo scettico. "Forse dimentichi Vanessa quando le hai detto che il suo ragazzo la stava aspettando dietro l'angolo."
"Beh, non sono stato io a farla piangere, è stato Ryan." Disse obbiettivamente.
Io scossi la testa tra me e tornai a guardare l'orizzonte. Ormai era quasi il tramonto. "Ci sono delle mattine in cui mi sveglio e mi dico che andrà tutto bene, che non c'è niente di cui dovrei preoccuparmi, che devo vivere giorno dopo giorno e aspettare quello che il tempo mi porterà. E ci sono della mattine in cui non so come andare avanti, come poter continuare a dire bugie, come affrontare realmente quello che succede."
Scorpius mi ascoltò in silenzio. Sembrava che stesse valutando ogni parola da me pronunciata. "Sei troppo testarda." Disse. "Ti ostini a non voler dire a nessuno di questa cosa."
"Non siamo ancora pronti ad affrontare una cosa del genere, non riusciamo neanche a chiamare questa cosa col suo nome." Dissi io. "Questa... questa relazione. E quello di stamattina non era propriamente il modo giusto di renderlo noto a tutti."
"Beh, di quello non mi dispiace." Disse sinceramente Scorpius. Fortuna che ero io la testarda. "Ma ti prometto che non farò più una cosa del genere se tu mi prometti una cosa in cambio."
Io chiusi gli occhi. "Qualunque cosa sarà meglio di stamattina."
"Perfetto." Disse lui. "Dirai tutto ai tuoi la prossima volta che li vedrai."
Mi voltai di scatto verso di lui riaprendo violentemente gli occhi. "Cosa?! Non puoi farmi questo!"
"Troppo tardi." Fece con un sorrisino. "Hai già accettato."
Io lo guardai male. "Questo è un ricatto! Ma come puoi vivere con la coscienza apposto?"
Lui scrollò le spalle. "Abitudine, suppongo." Disse. "Adesso asciugati il moccolo e vieni di sotto, hai un aspetto orribile."
Io alzai gli occhi al cielo. "Avevo proprio bisogno di complimenti, grazie."
"Non ne avrai mai da me, dovresti saperlo."
"Lo so." Dissi abbassando la testa. "E non ne vorrei mai. Sarebbe terribilmente triste sentirti dire solo cose carine."
"Ti piaccio per questo." Disse lui con un sorriso.
Io sorrisi di rimando. "Mi piaci per un sacco di cose... che però non ti dirò mai."
"Mi sta bene." Fece scrollando le spalle. "A patto che tu non mi chieda mai cosa mi è passato per la testa per rendermi conto che... insomma... le rose nell'Amortentia e tutto il resto."
"E' un patto?" Chiesi.
Lui scrollò le spalle. "Siamo io e te, Weasley."
Io piegai la testa da una parte pensandoci un po' su, poi sorrisi tra me e annuii. "Giusto. Niente smancerie, niente complimenti, niente cuoricini nell'aria. Mi sembra perfetto, Malfoy, non avrei potuto chiedere di meglio."
Scorpius mi guardò con un sopracciglio inarcato. "Non mi sembra che ci sia proprio niente di perfetto."
Io sorrisi. "Lo so. Infatti."
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