Nella prossima vita ci riconosceremo, senza riuscire a ricordare il perché, e ci sorrideremo, emozionati e confusi.

La luce le ferì gli occhi non appena cercò di aprirli.
C'era sempre quello spiraglio che la tenda della sua stanza lasciava scoperto. Ogni mattina le ricordava che il sole splendeva sempre e comunque.
Aveva fatto uno strano sogno, ma più cercava di ricordarselo, più particolari le sfuggivano dalla mente.
Le uniche cose di cui era certa erano una forte luce che l'aveva avvolta per poi abbandonarla in un'oscurità completa e un paio di occhi neri. Niente di più.

Si sentiva spezzata e allo stesso tempo piena di vita, come se tutti i suoi problemi fossero spariti di colpo.
Si alzò dal letto e si affacciò alla finestra, il Colosseo riposava placido sotto i raggi del sole che creavano giochi di luce tra le sue finestre. Quella mattina le sembrava più bello e imponente del solito, come se non lo vedesse da tempo.
Il suo appartamento era in disordine come al solito, viveva nella stessa città dei suoi genitori, solo che loro avevano scelto la periferia, il motivo per cui non si vedevano quasi mai. Non ricordava neanche l'ultima volta che gli aveva fatto una telefonata.

Si avvicinò allo specchio e si osservò per un attimo, i suoi occhi erano luminosi come non le succedeva da molto. Poi osservò una collana che le pendeva dal collo, non ricordava di averla quando si era addormentata, una pietra bianca splendeva nel suo centro ed una piccola targhetta incisa era poggiata gentilmente su di essa.
Non si fece altre domande, le sembrava di indossarla da sempre.

Indossò un jeans strappato, un paio di anfibi scuri e una canotta che le lasciava scoperta la schiena ed uscì di casa. Nell'armadio aveva anche intravisto un bel vestito azzurro, non pensava di averlo fino a quel momento.
Non sapeva perché, ma le andava di visitare il monumento che ogni giorno vedeva dalla propria finestra.
Una volta di fronte alla porta si fermò a guardare la foto di Teddy, non aveva mai avuto il coraggio di spostarla da quella vecchia cassettiera su cui di solito poggiava le chiavi di casa o gli occhiali da sole.
Sorrise.

L'aria fredda era stata sostituita da un vento caldo, eh si, l'estate cominciava a farsi sentire anche a Roma.
Attraversò l'ampia strada che la separava dal Colosseo, nel tragitto osservò una ragazza bionda e un ragazzo dai tratti latini che stavano mangiando un gelato insieme, erano adorabili, e per un momento si domandò se non li avesse già visti.
Poi il suo sguardo si posò su una ragazza dai corti capelli scuri, stava salendo su una moto, Jo sentì la stessa sensazione di prima.
Possibile che da quando non salutava neanche i suoi amici, ora si ritrovava a chiedersi se avesse mai visto prima degli estranei.
Persa nei propri pensieri, sbattè contro qualcuno. Un paio di occhi verdi la guardarono gentilmente. "Scusami, non ti avevo vista. Ci conosciamo per caso?" Allora non era solo lei quella mattina ad essere strana.
"Non credo" rispose sorridente, subito dopo continuò a camminare. Sentì lo sguardo del ragazzo sulla propria schiena.

Poi lo vide.
Un ragazzo dalla pelle talmente chiara da risplendere al sole e dai capelli neri come la notte. Sembrava un angelo caduto direttamente dal cielo.
Guidata da una forza sconosciuta gli si avvicinò, lui subito girò la testa come se percepisse la sua presenza.
Si ritrovarono a fissarsi per secondi interminabili, erano ad un passo di distanza.
Damon la riconobbe subito, il ciondolo bianco era tornato al suo posto, notò con un sorriso.
Alla fine era riuscito a distruggere il sogno dei suoi genitori, ora se la sarebbero vista con il governo, non era più affar suo.
Aveva deciso di visitare quel monumento di cui lei aveva parlato molto, sentiva che era la cosa giusta.
Jo lo guardava a bocca aperta, come se non riuscisse a realizzare che anche lui aveva spostato la propria attenzione su di lei. Nello stesso momento afferrarono entrambi il proprio ciondolo, lui ne aveva uno uguale, però dello stesso colore dei suoi occhi.

Le afferrò una mano.
Neri, i suoi occhi erano neri.