Capitolo 99
Le mura di quella casa sembravano impenetrabili: c'erano sentinelle davanti al portone, appostate dietro le finestre e persino sul tetto.
Era impossibile entrare senza essere visti, catturati o, peggio, uccisi.
"Ho un'idea" esclamò Emily d'un tratto "vi fidate di me?"
"Solitamente si, ma di quella frase non tanto" rispose Joseph.
Emily afferrò l'elastico che teneva i propri capelli lagati in un composto chignon e lo tirò via. I boccoli dorati le ricaddero sotto le spalle, in quelle settimane erano cresciuti di qualche centimetro. Poi si avviò decisa verso la porta della casa dicendo "Vi invierò una lettera appena possibile all'indirizzo che ci ha lasciato Dylan"
"Ma cosa? Aspetta!" Disse il ragazzo seguendola "Qualunque cosa tu voglia fare, la faremo insieme" concluse prendendola per mano.
"E noi aspetteremo qua, tranquilli. Senza un piano preciso da rispettare. Grazie per aver chiesto la nostra opinione" commentò Damon, troppo tardi per essere sentito.
I tre ragazzi si diressero verso una stradina secondaria, in direzione della casa in cui il nuovo arrivato era riuscito a nascondersi.
Jo rabbrividì una volta varcata la porta in legno grezzo: si gelava. Damon le posò un braccio intorno alle spalle per scaldarla, lei non si scansò.
L'appartamento era semplice, con un bagno, una cucina, una camera da letto matrimoniale e un piccolo salottino, tutti arredati con mobili in legno scuro senza decorazioni.
Ashleigh si avvicinò al camino spento.
"Non ho avuto il tempo di prendere della legna, mi spiace" esclamò Dylan desolato alle sue spalle, ma la ragazza si chinò quasi senza ascoltarlo.
Uno strano calore si era diffuso in tutto il suo corpo, come una forza che chiedeva di essere liberata. Piano alzò il palmo della mano in direzione della cenere spenta e, con una scintilla, delle lingue di fuoco apparvero dal nulla. Il calore si diffuse in tutta la stanza: un piccolo fuocherello ora danzava nel camino, sospeso nel vuoto, senza bisogno di legna o altro.
"Comodo" fu la sola cosa che riuscì a dire.
Nel frattempo, a distanza di qualche miglio, avevamo lasciato due ragazzi alle prese con una famiglia facilmente irritabile.
"Quindi voi sareste in visita a Verona dalla lontana Inghilterra?" Chiese la sentinella.
"Si, e abbiamo saputo che qui vive la famiglia dei Copuleti, stimata dal nostro paese. Ci hanno detto che è molto gentile e ospitale nei confronti degli stranieri" mentì Emily con un falso sorriso cordiale.
La guardia sembrò ancora titubante, così la bionda aggiunse "Se siamo di disturbo, possiamo andare dai Montecchi. Potremmo dagli una bella nomea a Londra, e smentire le voci su di voi"
L'uomo subito si riscosse "Chi devo annunciare?" Chiese con un lieve inchino.
"Emily e Joseph Spencer" intervenne il ragazzo con il tono sprezzante tipico dei nobili, cui lui era abituato.
La sentinella rientrò.
"Ce l'abbiamo fatta!" Esclamò Emily sorridente.
"Tu mi fai paura a volte" disse lui alludendo a come si era comportata con la guardia.
"Non sono innocente come sembro"
Poco dopo un signore dall'apetto burbero li raggiunse.
"Quale onore, miei signori. Piacere, Fulgencio Copuleti" li salutò, baciando la mano di Emily e stringendo quella di Joseph.
Era proprio facile senza Internet prendere in giro le persone: da loro sarebbe bastato un click per smascherarli.
Li accompagnò entrambi nella reggia e vennero subito fatti accomodare in una stanza degli ospiti arredata in panna e oro. Fu loro fatto un invito per la cena della sera e poi furono lasciati in pace.
"Ora dobbiamo trovare il modo di avvisare gli altri"
Eccoli cacciati in un nuovo guaio.
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