Capitolo 98

"Romeo? Romeo Montecchi?" Chiese per l'ennesima volta Emily mentre camminavano per le vie di Verona.
Queste erano gremite di gente affaccendata e i vari edifici erano talmente ammassati gli uni agli altri che persino le carrozze vi passavano a malapena.
Non potevano credere che avrebbero incontrato, o meglio salvato, il personaggio di un libro.
"Ed è carino?" Aggiunse.
"Molto. Ed è anche simpatico... e gentile" le rispose Ashleigh sorridente. Era preoccupata per lui, ma doveva ammettere che non le sarebbe dispiaciuto incontrarlo di nuovo.
"Non vedo l'ora di conoscerlo allora"
Jo non poté che sorridere alla vista dell'espressione infastidita di Joseph. Erano proprio carini quei due, sembravano usciti da una serie tv per ragazzi.

Dylan invece sembrava sovrappensiero, non che lei lo conoscesse abbastanza per fare ipotesi su cosa stesse riflettendo. La ragazza si avvicinò lentamente al nuovo arrivato, che era rimasto in fondo alla fila.
"Tutto bene?" Chiese.
Lui si voltò a guardarla, aveva gli occhi di un azzurro bellissimo, persino meglio di quello di Joseph. Era limpido e uniforme, come il cielo d'estate, senza il solito cerchietto giallo o blu scuro che solitamente circonda la pupilla di chi ha gli occhi di quel colore.
I capelli spettinati gli davano l'aspetto di un eroe dei fumetti, così come la mascella squadrata e il naso perfettamente dritto.
"Non dovresti preoccuparti per i problemi di uno sconosciuto. Credo che tu ne abbia avuto abbastanza per oggi" rispose, alludendo alla perdita di Adam.
"Non mi bastano mai, le soluzioni intendo. Peccato che ogni volta non s'incastrino mai con il problema"
Dylan sorrise per la battuta e poi si decise a parlare.
"È solo che non mi sarei aspettato che Ashleigh sarebbe tornata così presto. Io l'ho baciata prima che se ne andasse e ora sono in totale imbarazzo" spiegò velocemente, poi si passò una mano fra i capelli con fare nervoso.

"Ci ha raccontato tutta la storia e credo che non le importi più di tanto" poi, dopo aver visto l'espressione delusa del ragazzo, si affrettò ad aggiungere "Non di te, ma del fatto che l'hai baciata. Lo hai fatto solo per consolarla, sa che sei già impegnato. Con una ragazza identica a lei, certo, però è pur sempre un'altra" l'immagine raccapricciante della propria doppelganger, Elena, le fece scorrere un brivido lungo la schiena: erano fissati con i sosia da quelle parti.
"Perfetto. C'è un altro problema però" lo sguardo colpevole di Dylan le fece capire che era qualcosa di grave.
Jo fece un sospiro profondo, come per paura di sapere di cosa si trattasse.
"Quale?" Chiese infine.
"Non esiste nessun'altra ragazza. Però non me la sentivo di dirle che ero tornato dal mondo dei morti, sarebbe stato troppo per lei"
La mora quasi si strozzò "Tu, tu sei...?" Balbettò indicandolo con un dito.
"Un ricordo" concluse al posto suo.
"Oh, certo... Io avrei detto zombie, ma è uguale" rise lei.
"Ora puoi raccontarci il resto della storia?" Li interruppe la protagonista del loro discorso, apparsa all'improvviso di fronte a loro. Per fortuna non aveva sentito nulla.

"Certo. Romeo e Giulietta stavano per scappare attraverso il bosco, quando una sentinella appostata da quelle parti se n'è accorta. Non ci è voluto molto a catturarli. Io sono riuscito a scappare, stavo cercando di organizzare una missione di salvataggio e voi siete capitati a proposito. Giulietta è rinchiusa nella sua stanza, per punizione dovrà sposare un ricco amico di famiglia, mentre Romeo è rinchiuso nelle segrete. Ovviamente hanno aumentato la sicurezza dopo l'ultima volta" raccontò gesticolando.
"Missione suicida parte seconda stiamo arrivando" esclamò Damon, che era stato in silenzio fino a quel momento.

"Shakespeare, questa volta non li ucciderai!"

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