Capitolo 96
Era successo tutto in un attimo.
Un singolo respiro.
Un battito di ciglia.
Una pulsazione cardiaca.
Siamo così fragili, sottili fogli carta. Ma possiamo essere taglienti come rasoi, fare più male di quello che ci aspettiamo. E siamo anche unici, unici come una liscia superficie bianca che può essere riempita con qualsiasi cosa.
Siamo felici, siamo tristi, cadiamo e ci rialziamo, amiamo e odiamo.
Facciamo scelte sbagliate, cerchiamo di cambiare in meglio o ci abbandoniamo alle incertezze.
Siamo uomini, ma anche animali. Ci guida l'istinto e anche la ragione.
Il cuore ci fa da scudo, l'anima da bersaglio.
Gli occhi da specchio e le cicatrici da memorandum.
Ma tutto ciò che ci rende noi stessi sono le nostre azioni, che siano giuste, affrettate o stupide. Sono la nostra essenza, la nostra forma, il nostro fine.
E se qualcuno sceglie di morire, può farlo per due motivi.
O codardia.
O coraggio.
Lui, aveva scelto il secondo.
Un lampo li aveva condotti lontano da quella casa. Elena era scomparsa in un urlo di sconfitta, Adam ce l'aveva fatta per la seconda volta.
Una nuova città si apriva dinnanzi ai loro occhi, il sole caldo accarezzava i cinque ragazzi sopravvissuti. Un clima totalmente diverso regnava in quel nuovo ambiente, la serenità era tornata sovrana.
"Perché gliel'hai permesso?" Singhiozzò Jo contro Damon, che era rimasto immobile sino a quel momento, senza però riuscire a staccare le mani dalle spalle della ragazza.
La guardò senza rispondere.
"Perché?" Insistette lei colpendolo al petto con entrambe le mani chiuse a pugno.
Il moro fece un passo indietro e, dopo essersi passato una mano sul viso, rispose "Era quello che lui aveva scelto. Non sarebbe stato giusto" non c'era traccia del solito sarcasmo nella sua voce.
"Neanche la sua morte lo è!" Ribattè lei, senza più riuscire a trattenere le lacrime.
Damon senza pensarci la strinse a sé, in quel momento non importava se avevano litigato o se lei lo odiava. Lui ci sarebbe stato in ogni caso. Gliel'aveva promesso.
"Mi dispiace, davvero"
Jo gli credette, sapeva quando era sincero. Anche la ragazza si strinse in quell'abbraccio tanto familiare.
"Nessuno si è ancora chiesto perché indossiamo questi strani vestiti?" Intevenì all'improvviso Joseph spezzando quel momento di armonia, così come il breve contatto tra i due ragazzi.
Ora che glielo faceva notare non avevano più le scure uniformi della foresta, sostituite da ampi abiti per le ragazze e da giacche e foulard per i ragazzi.
"Il blu ti dona" sussurrò Damon alle spalle della mora. Lei non poté fare a meno di sentire le guance andare in fiamme.
In effetti il vestito di velo blu notte che era toccato a Jo metteva in risalto la sua vita sottile, mente l'ampio scollo a cuore incorniciava il suo petto e lasciava completamente scoperte le sue spalle large.
Emily invece vestiva un'abito argenteo che la faceva sembrare uscita da una fiaba, con i volant e un lungo strascico di velo semitrasparente.
Infine Ashleigh indossava lo stesso vestito della sua prova, cosa che confermò i suoi sospetti.
"Ashleigh!" Qualcuno la chiamò da lontano e lei si girò di scatto.
Impossibile non riconoscerlo.
"Per fortuna sei tornata, abbiamo un problema"
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