Capitolo 9

Una volta tornati all'accampamento, ovvero le due tende che si erano costruiti, trovarono dei vestiti piegati posati sull'erba verde.

"Finalmente il mio desiderio si è avverato!" Esclamò Jo saltellando, mentre raggiungeva quel nuovo piccolo dono.
"Non provate ad entrare nella tenda!" Aveva intenzione di indossarli subito, ma di certo aveva bisogno di un posto riparato dal freddo e dagli sguardi indiscreti.

Uscì dopo circa dieci minuti, non c'era uno specchio quindi non aveva perso tempo nel guardarsi, visto che era impossibile.
Indossava una canotta nera, dei pantaloni scuri, una nuova giacca di pelle e degli stivali alti fino al ginocchio.
Si era anche legata i capelli con l'elastico che aveva trovato nella tasca del giubbotto.

Anche Adam e Damon avevano indossato degli abiti simili a lei, se non per la T-shirt e gli scarponi.
"Non sono mai stato così felice da quando sono arrivato" disse Damon osservando i suoi nuovi abiti che essendo aderenti mettevano ancora più in risalto il suo fisico.

Jo si voltò, accortasi di star fissando troppo intensamente il ragazzo, ma lui sembrò notarlo.
"Lo so, sono stupendo" disse vaneggiandosi.
"Vanne certo" gli rispose Jo sospirando, pur sapendo che lui avesse ragione.

Arrivata sera lasciò Damon seduto davanti al fuoco, ancora intento a mangiare del pesce arrosto che aveva pescato durante il pomeriggio.
Si mise a cercare Adam, finché uno scricchiolio non le fece sollevare la testa: trovò il ragazzo seduto su di un ramo proprio sopra di lei.

"Come hai fatto a salire?" Gli chiese incredula, mentre con una mano continuava a sciogliere un nodo che si era creato tra i suoi capelli scuri.
"Sono un tipo agile" rispose Adam sorridendole ed allungando una mano per aiutarla a salire.

Dopo qualche tentativo, e oserei aggiungere qualche scivolata, Jo riuscì a sedersi accanto al ragazzo.
Osservò gli alberi e l'erba sottostante e pensò a ciò che avrebbe detto Damon se l'avesse vista là sopra.

"Non ti manca la tua casa?" Le chiese d'un tratto Adam.
"Sinceramente no. Odiavo la mia vita, odiavo la mia solitudine, ma non intesa come per esempio rimanere isolati su di una montagna. Odiavo il mio non essere percepita, il non avere un senso in mezzo alla gente, il sentirmi sola tra tante persone. Mi sentivo come se mai nessuno mi avesse attribuito un vero significato, come qualcuno che vive ma è inutile" non aveva mai detto ad alta voce queste parole, certo aveva provato molte volte quella sensazione, quando vedeva i suoi amici declinare gli inviti ad uscire con lei o quando la gente la scansava, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a qualcuno.

"Io pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse restare solo. Ma fidati, non lo è. Ho scoperto invece che la cosa peggiore nella vita è quella di finire con persone che ti fanno sentire veramente solo. Guarda il lato positivo, potevi passare di peggio, come diventare veramente invisibile"
Era facile parlare con Adam, ti ascoltava e ti rispondeva sinceramente, non commentava mai e cercava di darti sempre dei buoni consigli o comunque di sdrammatizzare.

"A te invece manca la normalità? ... la tua vita intendo" chiese anche lei.
"Un po', ma almeno ho trovato qualcuno di simpatico con cui passare il tempo"

"E chi sarebbe?" Sussurrò lei.
"Tu" rispose Adam prendendole una mano e baciandole il dorso come galantuomo dei tempi passati.

Forse non sarebbe stato poi così male...

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