Capitolo 72
Una notte come un'altra, questa notte. Eppure sono uscito a guardare le stelle. È vero, l'amore a volte fa male, brucia dentro come brace ardente, ma almeno quando c'è ti senti vivo. Così questa notte, seduto fuori la porta di casa, col freddo che buca la mia felpa scura, guardo le stelle e non mi aspetto nulla se non questo cielo nero e una luna distratta.
Scorro con gli occhi miliardi di punti bianchi, ho trovato quella stella che tu sai e allora ho pensato a te, un pensiero veloce e senza parole, acuto come una spina che entra nel cuore. Miliardi di stelle questa notte, come miliardi le parole che ti ho detto, miliardi quelle che ti ho scritto, miliardi quelle che ho pensato di dirti e miliardi le parole che mai riuscirò a dirti, come miliardi le cose che avremmo fatto insieme e miliardi le vite possibili, io e te...
Tutte sensazioni inafferrabili come queste stelle, così ho deciso che è meglio rientrare a dormire poi, ad un certo punto, domani mi sveglierò come se non fosse successo niente, come se non ci fosse mai stato questo bisogno disperato di vederti, di parlarti e raccontarti delle stelle nel cielo o dei fili d'erba bagnati al mattino. Cose piccole, cose inutili, cose che però porto nel cuore, che ho da sempre, piccole dolcezze che ho per te.
Guardo le stelle silenziose e mute, belle e inafferrabili, esplosioni di fuoco nell'infinito universo, come fuoco è la voglia che ho delle tue labbra, quel sapore dolce e inebriante dei nostri baci infiniti, come le stelle di questa lunga notte, un'altra notte senza te.
Damon si passò una mano sul viso. Ancora non poteva credere di averla persa sul serio.
Lui l'amava, ne era certo. Eppure non poteva fare a meno di scontrarsi con lei. Per piccole cose, insignificanti.
Era geloso, certo, ma non perché non si fidasse di lei, era più una barriera per mascherare tutte le sue insicurezze, la sua paura di non essere mai all'altezza.
Quante follie insieme a te, quanti istanti infiniti e quanti infiniti durati un solo istante. Quanti silenzi, quante risate, quanta vita in quella breve vita tra noi.
Non rinnego nulla e rivivrei tutto d'accapo pur sapendo che mai, in nessuna vita io ti avrò.
Quella notte Jo non riusciva proprio a prendere sonno.
Migliaia di pensieri si scontravano nella sua mente come eserciti nemici in guerra.
Ma ciò che più le pesava era la consapevolezza che qualunque cosa lui le avesse urlato in faccia lei non avrebbe mai smesso di amarlo.
Erano fatti così, si amavano alla follia eppure non riuscivano a vivere in pace l'uno con l'altro.
Damon era forte, Jo era testarda. Entrambi erano orgogliosi.
Non poteva più vivere così, non ce la faceva più a sopportare tutti quei litigi. Tanto più che dall'altra parte c'era un altro ragazzo che l'attendeva, un ragazzo che l'amava alla follia e che non l'avrebbe mai fatta soffrire.
Ma non era lui.
Voi sapete cos'è la felicità?
Io so che non sono mai stato fermo.
Quelli che stanno fermi sanno sempre dove stare ed è per questo che non si muovono. Io invece non lo so... non ho mai saputo precisamente quale fosse il mio posto, allora me lo sono cercato.
Insomma cercavo di diventare grande o qualcosa del genere, e poi succede...
beh sì, succede che un giorno in tutto questo muoverti, vagare, magari incontri qualcuno o succede proprio quella "cosa" che stavi aspettando o che non sapevi nemmeno di aspettare finché non te la trovi davanti... e non credete a quelli che dicono che in momenti così si ferma tutto perché ad un certo punto tutto va più veloce e di colpo sei tu che rischi di rimanere indietro e tutto sembra più grande o forse sei tu ad essere cresciuto e forse mai abbastanza... non lo so...
Cos'è la felicità?
È una coincidenza. La tempesta perfetta. Essere nel posto giusto al momento giusto.
E quando accade, accade e basta. Arriva. E allora ti fermi, almeno per un po'... finché dura. Ma poi devi cambiare di nuovo, perché mica la trovi da fermo la felicità.
Devi continuare a muoverti!
Ancora non riusciva a capacitarsi di quello che era successo.
Lui, Adam, aveva baciato Jo. Ed ora godeva di quel piccolo sprazzo di felicità, perché sapeva che non sarebbe durato.
Era consapevole che quei due erano fatti l'uno per l'altro, è lui in tutto quello non c'entrava un bel niente.
Così quella notte continuò e la luna accolse tutti i pensieri di quei tre ragazzi che l'avrebbero trascorsa svegli.
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