Capitolo 71
Il fragore dei tuoni svegliò all'improvviso Joseph.
Il cielo era scuro e denso di nuvole grigie. Lapi luminosi si spandevano come ragnatele ad intervalli regolari come piccoli occhietti malefici.
L'acqua inzuppava il corpo del ragazzo da capo a piedi. Aveva freddo, non quel freddo che ti fa tremare ed avere brividi su ogni centimetro della tua pelle, ma quello che ti si infila in ogni angolo e ti fa gelare fin nelle ossa.
Un vento ghiacciato sferzava i capelli castani di Joseph e, quando una goccia d'acqua gli si posò sulle labbra, lui si accorse che era salata.
Si alzò di scatto, era circondato da acqua, o meglio, dalle onde.
Sotto di sé, a sostenerlo, una piccola zattera in legno, anch'essa zuppa di acqua salata.
"Ma vogliamo scherzare?" Urlò a non sapeva neanche lui chi, ricordandosi della prova.
Un cartello in quello strano tunnel l'aveva annunciata pochi attimi prima. Questo galleggiava in una specie di bolla fatta d'acqua e dopo averlo letto si era ritrovato in quello strano posto.
Il cartello recitava:
'Prova di smistamento:
•Elemento, acqua.
•Livello, molto complicato.
•Possibilità di sopravvivenza, medio-basse.
Il tutto è stato deciso in base al carattere, le qualità, i difetti e l'aspetto del giocatore.
Buona partita e, soprattutto, buona fortuna'
"Ma dico io, potevano spedirmi in una città abbandonata, un Paradiso-Inferno, un castello di specchi o una foresta? Almeno avrei potuto fare qualcosa. Avrei camminato, o cercato qualcuno. Invece no! Buttiamo il povero Joseph in mezzo al mare a morire di freddo!"
Il ragazzo si guardò intorno sconsolato. Non gli avevano lasciato neanche un paio di remi.
Guardò l'acqua scura sotto di lui, piccole onde si alternavano a spruzzi di spuma che sembravano star ballando a tempo con il ritmo di tuoni e lampi.
Poi un'idea cominciò a farsi spazio nella sua mente.
"No, no, no! Se crediate che io mi butti là sotto vi sbagliate di grosso. Preferisco gelare qua sopra"
Come in risposta alla sua provocazione, l'acqua cominciò ad alzarsi come un muro di mattoni di fronte alla faccia allibita di Joseph, per poi ricaderli addosso con un onda degna di uno tsunami.
L'abbraccio gelato del mare accolse il corpo del ragazzo trascinandolo giù. Non riusciva ad opporsi. Per quanto sbattesse i piedi o agitasse le braccia, la forza di quella corrente superava la sua. Ben presto i suoi polmoni cominciarono a chiedere aria e la sua vista ad appannarsi.
Minuscoli puntini neri resero ben presto tutto indistinto, fino a che Joseph non si arrese abbandonandosi al silenzio che ormai regnava sovrano.
Niente più vento. Niente più tuoni. Niente più acqua. Solo silenzio.
Perfino il freddo era scomparso.
Solo il dolce vuoto ad accoglierlo.
Toccò dolcemente il fondo, adagiandosi come una piuma sul pavimento.
Poi una figura lo sollevò per le braccia. Joseph riuscì a socchiudere gli occhi in un ultimo disperato gesto, però l'unica cose che vide fu una chioma lucente che ondeggiava di fronte al proprio viso coprendogli la visuale di dove lo stesse portando.
Inutile tentare ancora.
Pensò prima di abbandonarsi di nuovo al dolce oblio del sonno.
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