Capitolo 67
"Jo?" Adam cominciò a scuotere la ragazza per una spalla.
"Che ore sono?" Rispose lei con tono scocciato. Odiava essere svegliata di prima mattina.
"Le sette, perché?" Il ragazzo profumava di dopobarba e sandalo.
"Non è un po' troppo presto per venire a rompere?"
"Voglio mostrarti una cosa" le sussurrò, talmente vicino da poterle smuovere i sottili capelli scuri che le erano ricaduti sulla fronte.
"Va bene" accettò la mora tirandosi su. Tanto ormai non avrebbe più ripreso sonno.
"Come mai già sveglio?" Aggiunse osservando meglio Adam e rendendosi conto che si era già cambiato.
Ora indossava una camicia di lino bianca a maniche corte ed un jeans chiaro con i buchi sulle ginocchia.
"Non riuscivo a dormire, ma ora avevo bisogno di compagnia" le disse facendo quel suo sguardo dolce a cui lei non poteva dire di no.
"E perché proprio io?" Domandò osservando tutti gli altri che dormivano beatamente nei loro morbidi letti.
"Perché sei la mia preferita"
Le afferrò il polso e la trascinò giù per le scale. Jo fece appena in tempo a prendere le scarpe da tennis che aveva indossato la sera prima. Erano di un fucsia acceso, così come la sua felpa che le lasciava una spalla scoperta e le ricadeva morbida su polsi e vita. Un aderente jeans scuro le fasciava invece le gambe sottili e il tutto era completato da una fascia blu notte che le teneva indietro i ciuffi ribelli.
L'aria mattutina era fresca ma piacevole. Icenfire dormiva acciambellato poco più in là e il tutto era avvolto nel silenzio più assoluto.
Adam si girò a guardarla mentre camminavano verso la foresta con i suoi occhi verdi, resi ancora più brillanti dal riflesso dell'erba che li circondava.
"Ho qualcosa che non va?" Gli chiese la ragazza lisciandosi i capelli.
"No... è solo che..." il biondo si interruppe.
"Solo che?" Jo si fermò con sguardo interrogativo.
"Stai bene con i capelli tirati indietro. Mettono in risalto i tuoi zigomi'"sputò tutto d'un fiato guardando dal lato opposto.
"Grazie" rispose sorpresa "Sicuro di stare bene? Da quando sei tornato dalla tua prova sei diverso. Non so come spiegarti, sembri più... impacciato, ecco. Se non ti conoscessi, mi verrebbe da dire che all'improvviso hai una cotta per me. Impossibile, vero?" Aggiunse riprendendo a camminare.
"Vero..." disse lui con un fil di voce guardando a terra e costringedosi a seguirla.
Che brutta situazione!
Pensò.
"Quindi cos'è che volevi mostrarmi?" Chiese la ragazza ricordandosi del motivo per cui era uscita.
"Questo!" Esclamò il ragazzo lanciandole una bacca scura.
Lei la prese al volo e, guardandola meglio, si accorse che era un mirtillo.
"Io amo i mirtilli! Ma da quando crescono da queste parti?"
"Da stamattina, a quanto pare"
Quel posto era davvero strano, ma di certo non noioso.
Un altro proiettile scuro raggiunse la ragazza colpendola alla spalla.
"Ehi!" Urlò lei infastidita.
Poi un altro le rimbalzò in testa ed un altro sulla gamba.
Fino a che non si ritrovarono a correre ridendo per la piccola valle.
Una volta finiti i mirtilli, entrambi si fermarono e Adam prese la mora per i fianchi per avvicinarla a sé.
Lei lo guardò interrogativa con quei suoi occhi bicolore.
"Tu ci staresti con uno come me?" Le chiese facendosi coraggio.
L'espressione della ragazza si fece improvvisamente seria.
"Se ti avessi conosciuto a Roma mi saresti sembrato un sogno fatto realtà"
Ma così non è accaduto, perché ho incontrato prima lui.
Erano le parole fra le righe a fare più male.
Lei sorrise e lo abbracciò.
Un abbraccio fraterno, niente di più.
Per un attimo ciò che Adam provava venne fuori, nascosto alle spalle della ragazza.
Poi qualcun'altro arrivò e quel momento venne spezzato per sempre.
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