Capitolo 53
"Jo, chi è Jo?" la voce della ragazza risuonò limpida e cristallina, come quella di una fata.
I capelli scuri erano raccolti in uno chignon, da cui scendevano delle sottili ciocche che le ricandevano sul collo sottile e sulla fronte, il suo viso era senza un filo di trucco, eppure sembrava fatto di porcellana, e con quelle lunghe ciglia i suoi occhi sembravano ancora più grandi ed innocenti.
Il suo corpo snello era fasciato da un lungo abito chiaro, stretto in vita e sempre più largo a mano a mano che raggiungeva il pavimento.
"Scusami, avrò sbagliato persona, eppure sei identica ad una ragazza che conosco..." spiegò Adam impacciato.
"Non fa niente, Adam... comunque ben arrivato. Piacere, io sono Elena. Ti stavo aspettando" rispose lei porgendogli la mano, che il ragazzo portamente si chinò per baciare.
Ancora si chiedeva il perché all'epoca c'era quella strana usanza, ora bastava un 'ciao' o al massimo una pacca sulla spalla per salutarsi.
"Perché non entri? Hai fame per caso?" Gli domandò Elena, mentre lo accompagnava all'interno della villa.
Le pareti erano ricoperte da arazzi raffiguranti antiche battaglie ed il pavimento di legno scuro era talmente lucido che Adam poteva intravedere la sua immagine riflessa.
"Abbastanza, direi" in quel preciso istante infatti la sua pancia aveva prodotto un rumore sinistro, quello strano viaggio interdimensionale doveva averlo sfiancato.
"Se posso permettermi, come mai sai parlare così bene l'italiano?" Aggiunse fissando la schiena della ragazza che il vestito lasciava scoperta grazie ad un ampio scollo a punta.
"Mia madre è inglese, mentre mio padre è di Roma... non ho avuto scelta" rispose voltandosi con un sorrisetto.
Lo aveva portato in cima all'ampia scalinata che si trovava in fondo all'ingresso e dentro ad una stanza che doveva essere il salone principale, dato l'ampio camino e le numerose poltrone in velluto scuro.
"Accomodati" disse lei, tirandolo per un braccio verso il divano posto di fronte alle fiamme.
Adam ubbidì ed Elena, dopo aver dato ad Esme un ordine in inglese, si accomodò a pochi centimetri dal ragazzo.
"E dimmi, com'è questa Jo..." disse all'improvviso sporgendosi verso di lui.
"Se ti guardi allo specchio puoi capirlo da sola" cercò di scherzare Adam iniziando a slacciarsi il foulard, iniziava a sentire veramente caldo, tra il camino e la vicinanza di quella strana ragazza.
"Non intendevo quello, sciocco... nel senso, provi qualcosa per lei?" Elena poggiò due dita sul petto del ragazzo e le fece muovere verso l'alto, fin sotto il suo mento.
"Io... lei ha un ragazzo!" Esclamò Adam cercando di allontanarsi dal corpo della ragazza seduta accanto a lui, ma ben presto si accorse di essere arrivato alla punta del divano.
"Chi, Damon? Ma fammi il piacere! Lui la tratta da schifo e tu lo sai" gli prese il mento fra le mani e si avvicinò talmente tanto che i loro nasi si sfiorarono.
"Io non potrei mai fargli questo, è mio amico!"
Ma lei lo ignorò.
"Quante volte ti sei detto che Jo sarebbe molto più felice con te? Quante volte ti sei chiesto come sarebbe stato baciarla anziché abbracciarla? Quante volte hai sperato che Damon non tornasse dal buco in cui era caduto una settimana fa?"
Elena lo liberò dalla stretta e Adam si alzò di scatto.
"Tu chi sei veramente? E come fai a sapere tutte queste cose su di noi, tutte queste cose su di me?"
"Io? Io sono quell'angolino buio del tuo cuore in cui nascondi tutti quei sentimenti che non avresti mai voluto provare.
Adam, tu non sei totalmente buono come vuoi mostrare agli altri. Anche tu hai un lato malvagio, un lato possessivo ed egoista. E dovresti imparare a convivere anche con quello, o prima o poi ti divorerà..."
Quello che prima era un dolce sorriso si trasformò in un ghigno e quelli che erano lucidi denti bianchi divennero zanne.
"...e credo proprio che accadrà molto presto"
Fu così che Elena si lanciò all'attacco.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top