Capitolo 5

La nottata era passata tra risate e chiacchiere, fino a che entrambi non erano caduti in un sonno profondo.
Fu quando il sole iniziò a salire dall'orizzonte che Jo aprì i suoi occhi bicolore.

Si guardò intorno per un paio di minuti prima di capire dove fosse e ricordarsi gli avvenimenti della serata precedente.

Scorse il corpo ancora addormentato del ragazzo e decise di alzarsi in piedi, constatò che la caviglia era migliorata notevolmente durante la notte, così decise di esplorare i dintorni.
Cercò di non allontanarsi molto dalla casa, sapeva che altrimenti si sarebbe persa.

I rami e le foglie degli alberi erano meno spaventosi con la luce chiara del sole ed il terreno umido si stava asciugando con il suo calore.
All'improvviso si accorse di avere fame, la sua pancia iniziò a lamentarsi e lei decise che era ora di andare a 'cacciare', per così dire visto che lei non aveva mai impugnato un'arma.

Tornò indietro nella tenda e prese una delle lance che Damon aveva costruito con un ramo ed un pietra accuminata.
Si sentiva impacciata con quell'arma così primitiva, ma presto le sarebbe servita pensò.

Dopo essersi immersa nel fitto della vegetazione un fruscio di foglie la fece voltare di scatto, per un attimo sperò fosse Damon ma poi si accorse di avere torto.
Uno stranissimo animale le si parò davanti, era una specie di piccola tigre alata senza coda e con le zampe posteriori da equino.

Aveva una pelliccia dorata con striature marroncine e due vispi occhietti gialli. L'animale soffiò come un gatto e subito scattò in avanti. Jo era rimasta per un attimo impalata ma poi, accortasi del pericolo, si era scansata velocemente.

Quel felino era agile, veloce e riusciva a fare balzi enormi aiutato da quelle piccole ali piumate.
La paura iniziò a farsi strada dentro di lei e quando le zanne dell'animale le si piantarono nell'avambraccio urlò di dolore.

Riuscì a scrollarselo di dosso colpendolo con la punta della lancia su una zampa.
Ma questo sembrò non fermarlo, infatti le aprì un altro taglio sul fianco sinistro con gli artigli.

Ben presto Jo venne inchiodata a terra dal corpo del felino e più cercava di liberarsi più i suoi artigli andavano in profondità nella carne delle spalle.
Il sangue colava scarlatto dalle sue ferite ed il bruciore era quasi insopportabile, quando arrivò il ragazzo.

"Jo ti ho sentita urlare, ma cosa...?"
La voce di Damon si spense non appena vide cosa stava accadendo.
Gli bastò lanciare un pugnale di pietra, questo si conficcò nel ventre del felino che si accasciò al suolo con un rantolo sommesso.

Subito dopo si piegò sulla ragazza e cercò di fermare l'emorragia con la stoffa della sua maglietta.
"Cosa diavolo ti è saltato in mente?"
Le urlò contro in preda al panico.
"Volevo trovare qualcosa da mangiare. Non sapevo sapessi combattere" rispose con voce strozzata.

"Dovevi avvisarmi, sarei venuto con te" disse Damon mentre la sollevava dal terreno coperto di erba.
Lei avrebbe voluto rispondere che per una volta voleva sentirsi utile, ma ormai anche parlare le costava uno sforzo enorme.

Così si affidò alle cure del ragazzo, di nuovo.

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