Capitolo 46
"Ti è mai capitato di voler cambiare qualcosa del tuo passato? Magari qualcosa che hai fatto..." Cominciò Celebrian.
"...o che non hai fatto" proseguì Morthond continuandole a sorridere con quel ghigno maledetto.
Ormai erano a poca distanza dalle braccia di Jo, rimasta immobile come una scultura di ghiaccio e inebriata dal profumo di muschio ed erba del primo ragazzo che si intrecciava con quello di tabacco e dopobarba del secondo. Non riusciva a dire una parola, anche perché della sua prova ci aveva capito fin troppo poco.
"Bene, direi di evitare altre anticipazioni..." le disse il biondo posandole leggiadro una mano sulla spalla. Era liscia al tatto e della temperatura giusta, né troppo fredda né troppo calda.
"...e di cominciare il nostro viaggio" concluse il moro. Era snervante sentirli completarsi le frasi a vicenda, come fossero due facce di una stessa medaglia.
"Da chi vuoi cominciare?"
Morthond l'attirò a sé da un braccio in un modo troppo brusco per Jo che tentò inutilmente di liberarsi dalla stretta del suo braccio, ora posato intorno ai propri fianchi.
"Non essere prepotente, fratello. E lascia respirare la poveretta"
Ecco spiegato il loro strano comportamento.
La presa si allentò e Celebrian colse l'occasione per far scivolare il corpo di Jo al suo fianco cingendole le spalle con un braccio. Questa volta lei non si ribellò anzi senza pensarci posò la testa sul petto del ragazzo.
Il moro sbuffò ma a quanto pare decise di lasciar perdere.
"Sei pronta?" Le chiese dolcemente il biondo.
"C'è un'alternativa?"
Lui ridacchiò e dopo un secondo si ritrovarono a scivolare lungo un tunnel fatto di nuvole.
Una specie di vortice azzurrino li avvolse e come una folata di vento fresco vennero trasportati in una stanza vuota, con pareti pavimento e soffitto neri e quattro grandi finestre argentate da cui trasparivano luci di colori diversi.
Rossa, blu, gialla e verde.
"Scegli pure"
Jo sobbalzò, si era dimenticata del ragazzo che si trovava a pochi passi dalla propria schiena.
Decise di osservare bene ogni vetrata.
Cominciò da quella rossa.
Nella luce abbagliante come un tramonto infuocato vide l'immagine dei suoi compagni di scuola. Passò avanti, non aveva per niente voglia di rivederli.
Poi toccò a quella verde, dove tra i raggi dello stesso colore dell'erba intravide il viso dei suoi genitori. Passò avanti, non voleva vedere i loro visi tranquilli, sicura che non si fossero nemmeno accorti della sua assenza.
Nella luce che sembrava essere del sole, sbucata dalla finestra gialla, le comparve il volto di Damon che le sorrideva beato. Passò avanti, lui lo sopportava fin troppo spesso.
Infine raggiunse l'ultima vetrata.
Jo si mosse automaticamente verso la luce blu, sapeva che una volta aperta quella finestra non avrebbe più potuto tornare indietro.
Posò una mano sulla maniglia.
"Buona fortuna, Jocelyn"
Con uno scatto secco questa si aprì.
Il mare di luce la circondò in pochi istanti mentre lei posava le mani sul bordo freddo del davanzale e si buttava nel vuoto.
A quanto pare era destino che lei non potesse lasciarlo andare, anche se avrebbe voluto lasciarsi una volta per tutte il dolore alle spalle.
"Teddy, sto arrivando..." mormorò mentre precipitava verso chissà quale posto.
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