Capitolo 44

Come una farfalla che spiega le sue ali, le ciglia di Jo si schiusero per far comparire i suoi occhi, cielo e mare, blu e azzurro.
Li spostò sul viso di Damon per qualche secondo, senza emettere un suono, nessuno si era ancora accorto di lei.
"Sto sognando?" Chiese con un fil di voce.

Due paia di occhi si spostarono contemporaneamente su di lei, quelli neri di Damon e quelli verdi di Adam.
"No, temo proprio di no" rispose il primo sorridendo.
"Per sfortuna no" aggiunse il secondo.
Jo ci mise un minuto buono per rendersene conto ma poi scattò in piedi come una molla e altrettanto velocemente abbracciò il ragazzo di fronte a sé.

Per poi baciarlo con fin troppo trasporto, data l'espressione sbigottita di Adam che non perse tempo a schiarirsi la voce per ricordare ai due che esisteva anche lui.
"Oh, scusami" rispose rapida Jo arrossendo violentemente.
"Da quanto sono via?" Domandò Damon, ignorandolo.
"Tre giorni" risposero in coro gli altri due ragazzi.
"Da laggiù è sembrato molto meno, sapete?"
"Laggiù?" Esclamò Jo aggrottando le sopracciglia.
Il racconto durò all'incirca una mezz'ora, visto che Damon si soffermò a lungo sul combattimento più 'mitico' che lui avesse mai visto.
Mostrò anche la collana e li avvertì che presto sarebbe toccato anche a loro, memore degli altri cinque corridoi ancora aperti.

"Non mi va di rischiare la vita per l'ennesima volta" brontolò la ragazza incrociando le braccia.
"Non credo sarà l'ultima..." disse Adam rassegnato.
"Beh almeno la carta dei vampiri e licantropi è stata già scartata"
"Divertente" esclamò Damon sarcastico, interrompendo la macabra conversazione.
"Scusate, ma se lui è appena tornato..." gemette Jo puntando un dito verso il suo ragazzo "...la prossima dovrei essere io" concluse abbassando sempre di più il tono di voce e pronunciando l'ultima parola con un rantolo sommesso.

La reazione dei due ragazzi fu quasi comica, escudendo il contesto tutt'altro che divertente.
Damon spalancò gli occhi, certo sapeva che prima o poi sarebbe toccato anche a lei ma pensare che sarebbe successo così presto gli metteva addosso un inquietante sensazione di panico.
Mentre Adam li chiuse di scatto e si portò una mano sulla fronte, come per cercare di sopprimere un pensiero talmente brutto da non poter essere terminato.

"Me la caverò" ridacchiò Jo, anche se più che una risata quella era sembrata un colpo di tosse.
Doveva ammettere che anche lei aveva un po' di paura, però non sarebbe mai stata disposta a dirlo ad alta voce.
Un rumore stridente irruppe nella stanza, simile ad una porta con i cardini arrugginiti che qualcuno stava tentando di aprire. 

Poi i vetri della finestra esplosero e dei rampicanti iniziarono a confluire all'interno della casa come i tentacoli di un enorme polipo verde.
Subito questi agguantarono il corpo della ragazza per la vita, e, senza dare a nessuno il tempo di agire, la trascinarono fuori.

La cosa più assurda fu che il tutto si concluse ancor prima che le schegge di vetro cadessero sul pavimento tintinnando.
Il suo arrivo nella strana caverna fu simile a quello di Damon e la scelta del corridoio quasi identica, l'unica cosa completamente diversa fu il cartello che lei si ritrovò di fronte.

'Prova di smistamento:
•Elemento, luce.
•Livello, abbastanza difficile.
•Possibilità di sopravvivenza, medie.
Il tutto è stato deciso in base al carattere, le qualità, i difetti e l'aspetto del giocatore.
Buona partita e, soprattutto, buona  fortuna'

Il tutto era accompagnato da due ali candide che alla luce fioca delle lampade appese al soffitto risplendevano di riflessi argentei e dorati.

Poi il tutto si dissolse e, come già lei si aspettava, la sua prova ebbe inizio.

 

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