Capitolo 41
Damon dava per scontato che a quell’ora il posto fosse deserto, ma quando giunse al piano di sopra si accorse di non essere solo, a parte per la vampira che lo inseguiva ovviamente.
Dall’altro lato dello spiazzo c’era, con ogni probabilità, la donna più bella che avesse mai visto, che giochicchiava con un pacchetto di sigarette.
Non era bella come la donna di granito dallo sguardo di sangue, lei era perfetta, mentre questa aveva un non so che di felino nella forma del corpo e del viso che la rendeva aggrazziata anche nei minimi movimenti.
Nonostante il freddo Damon provò un’improvvisa sensazione di calore, forse il sollievo di non essere destinato a morire in quel posto abbandonato.
Quando la donna alzò lo sguardo e lo colse a fissarla gli chiese "Scusa posso chiederti da accendere?" la sua voce era troppo roca per essere definita femminile ma s'intonava perfettamente ai capelli acconciati in piccole trecce che le lambivano le spalle e la schiena.
"Non fumo." Rispose Damon di fretta, preso alla sprovvista.
Cercava di sentire se la bionda lo stesse seguendo, ma dal piano di sotto non giungeva alcun rumore.
"Ci sono dei fiammiferi nelle camere, io ho finito i miei, me ne presteresti uno?"
"Non alloggio in questo motel..." rispose il ragazzo distrattamente.
"Ma allora..." lei drizzò le orecchie per ascoltare qualcosa che a quanto pare Damon non era in grado di percepire.
Poi un ringhio profondo emerse dalla gola della ragazza, i suoi profondi occhi verdi guizzarono verso le scale e la sua pelle scura si contrasse lungo le mascelle.
"Irina..." sputò come se fosse un insulto.
"...Jane" rispose dolcemente la vampira, apparendo al limitare del lungo corridoio.
Jane si sporse in avanti "Hai finito di divorare gli ospiti?" Commentò acida, come se quella storia si ripetesse ogni giorno.
"Ormai le tue imminenti minacce di morte non mi spaventano più" la canzonò Irina, muovendosi velocemente verso il centro del corridoio.
I suoi passi erano talmente silenziosi che sembrava volasse e la sua pelle talmente chiara che brillava sotto la tenue luce delle lampade ad olio appese alle pareti di legno marcio.
"Non ti avvicinare, succhiasangue." Ringhiò Jane.
La bionda rise, con una risata simile a quella degli angeli, e subito dopo si avventò sul ragazzo a zanne scoperte.
Accaddero tre cose contemporaneamente.
Damon si ritrovò scaraventato contro una porta di legno che con il suo peso si spalancò su di una stanza squallida e dall'odore pungente di muffa, ma almeno la sua gola era ancora intatta.
Jane aveva spiccato un balzo tutt'altro che umano e a mezz'aria era come esplosa trasformandosi in una palla di pelo scura, che agli occhi del ragazzo poteva sembrare un enorme lupo.
Mentre Irina era rimasta schiacciata sul pavimento sotto il peso dell'enorme animale.
Il ragazzo sbattè un paio di volte le palpebre prima di comprendere che quello a cui avrebbe assistito era uno storico cambattimento tra un vampiro ed un licantropo.
Il lupo si girò nella sua direzione facendogli segno di scappare, ma Damon rimase inchiodato al pavimento, incapace di abbandonare quella strana ragazza che gli aveva appena salvato la vita.
Poi lo scontro cominciò, accompagnato unicamente dal rumore di corpi che si scontravano e del respiro affannato del ragazzo.
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