Capitolo 33

"Sto bene" disse per la centesima volta.
"Ancora la storia non mi convince... e gli animali attaccano con gli artigli, non con un bastone"
Non era riuscita ancora a raccontare tutta la storia a Damon, le aveva fatto male ricordare e rifarlo l'avrebbe annientata.
Quindi si era inventata una scusa ed aveva sperato con tutta sé stessa che gli altri ci credessero.

"Smettila di dubitare di me!"
"Smettila di mentirmi!"
Avevano cominciato ad urlare entrambi, come accadeva una volta. Prima che quella scintilla scoccasse tra di loro, prima che si guardassero veramente negli occhi.
Damon le prese il viso tra le mani "Non fare i miei stessi errori, non allontanarmi..." la supplicò.

Jo l'allontanò bruscamente da sé, sapeva che se avesse fissato ancora un po' quei pozzi scuri che erano i suoi occhi ne sarebbe annegata e subito dopo avrebbe ceduto.
"Lasciami in pace"

Lo lasciò così, solo in mezzo alla sala da pranzo, mentre lei saliva le scale e sbatteva la porta dell'altra stanza.
Come una furia prese carta e penna, che aveva trovato in un cassetto in fondo all'armadio, e cominciò a scrivere, poggiata contro la parete.

'Non capisco perché tutto questo mi faccia male.
Ho talmente tanta di quell'ansia, che mi viene un buco allo stomaco e giramento di testa.
Non so neanch'io con che forza sto riuscendo a scrivere per raccontarti tutto ciò.
Ho sempre cercato di non essere una ragazza delusa dal mondo, ma non ci riesco.
Nel momento stesso in cui qualcuno mi ha lasciata da sola, in quello stesso momento io impazzivo pensando.
Forse è questo il mio male.
Penso troppo e ricordo tutto quello che mi ha ferito nel profondo.
Ci sono alcune frasi nella mia testa che non sono facili da cancellare.
Ho delle immagini di comportamenti che a mio parere, non sono stati molto corretti nei miei confronti.
Ho troppe cose in testa che mi fanno impazzire e ho paura che con il tempo, tutto questo, mi avrebbe ucciso.
E stava funzionando.
Poi mi sono ripresa e sono andata avanti. Ma dopo quello che è successo, quello che non sono ancora riuscita a raccontarti, il tutto mi è ripiombato addosso.
E mi sono chiesta, perché non riesco ad aprirmi nemmeno con te? Perché non riesco a dirti queste cose guardandoti negli occhi?
Il problema non è che non ti ami abbastanza, il problema sono io.
Ti ho dato un speranza, ho lottato, ti ho fatto cambiare decisione.
Ma per chi?
Me o te?
Credo che la risposta ormai sia chiara: non eri tu ad aver bisogno di me, ma io a dipendere da te.
Ho rigirato la situazione a mio piacere facendoti credere che eri tu quello debole, ti ho manipolato affinché ti convincessi che senza di me non potessi vivere.
Ma l'ho fatto solo perché l'idea di poter perdere anche te mi faceva impazzire.
L'ho già provato sulla mia pelle cosa significa perdere quelcuno e si, non è una bella sensazione.
Perdonami e per un po' non cercarmi. Ci sarà Icenfire con me, non preoccuparti.
Con amore, Jo.'

Sarebbe tornata primo o poi, la vita solitaria nella foresta non le piaceva ma aveva bisogno di riordinare i pensieri e con quattro persone intorno non ci sarebbe mai riuscita.

Mentre il drago spiccava il volo insieme alla sua nuova padrona, in quel preciso momento, Damon finì di leggere quel foglio di carta con il suo nome scribacchiato sopra.

"Tu non hai bisogno di nessuno, Jo"

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